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Autore: ilcoraggiodisognare    06/05/2013    10 recensioni
- STORIA SOSPESA -
Questa volta l'avrei fatto. Non me ne sarei pentito. Ogni cosa ha il suo tempo ed io avrò la forza di fermarlo, almeno per qualche giorno. Ci riuscirò. Basta credere in me stesso.
Genere: Comico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sembrava stessi vivendo una scena di un film strappalacrime in cui il protagonista guardando la strada attraverso il finestrino dell'auto ripensa alla propria vita ed inizia a piangere facendo scorrere sul suo viso lacrime confondendole con le gocce che ricoprono il finestrino bagnato. Questa volta il cielo era azzurro, stranamente il cielo di Londra non era nuvoloso, nessuna lacrima avrei versato, sarebbe andato tutto per il meglio. Sentivo intorno a me voci che s'infiltravano tra i miei pensieri ma non ne riuscivo a decifrarne la provenienza, pensai che con tutte le situazioni successe in quei giorni fossi davvero diventanto pazzo e che il posto giusto per me non era accanto ad Harry ma ad un medico di un manicomio. Scacciai via questa assurda idea e tolsi dalla tasca il cellulare che stava squillando e me lo portai all'orecchio. 
-Sapevo che l'avresti fatto, Louis...
Era Liam.
-Spero tanto che andrà tutto bene, tu ti meriti il meglio, lo sai.
Continuò con il suo fare da vero adulto.
-Grazie Liam, davvero.
In quel momento sentii una voce lontana e inconfondibile, spiritosa e allegra.
-Andrà tutto bene, Lou. Bado io alla tua amichetta qui. 
Ecco, il solito Niall che riusciva a mettermi di buon umore anche in questa situazione così imbarazzante, seria. 
Ringraziai Niall con una fragorosa risata, li salutai e chiusi la telefonata.
In queste occasioni mi rendo conto di essere fortunato, di essere fortunato di avere loro come amici, miei compagni di vita. Non saprei come andare avanti senza l'aiuto di Zayn, le risate di Niall, i consigli di Liam e la presenza, anche se non percettibile, di Harry. Essendo stati tanti anni accanto a me ogni giorno, solo con la loro lunga assenza notai la loro profonda importanza, la necessità di ascoltare le loro stupidaggini, risate, segreti. Con la loro assenza mi sono catapultato nel mondo dei grandi senza un paracadute, qualcuno che mi aiuti in caso di bisogno. Con la loro assenza ho provato quel grande rimorso quando abbandonammo la band per consiglio di Simon. 
Mi venne in mente il momento in cui vidi Zayn alla stazione, un uomo in giacca e cravatta che mi salutava stringendo la sua valigetta da lavoro. Fino a quel momento pensai che non potesse esistere scena più dolorosa, più sconvolgente di quella. E' stato come veder crescere senza preavviso il proprio figlio, così immaturo e inresponsabile per vederlo diventare poi un grande uomo d'affari. In quel momento mi resi conto di esser maturato. Io? Maturato?  
Solo grazie all'incontro con Zayn riuscii a capire davvero cosa ero diventato, cosa la vita ancora mi riservava e quanto ancora dovevo lottare per quel che volevo più di tutto. Dentro me, in quel vagone del treno, sapevo che il motivo di tornare a Londra non era solo incontrarli, ma di iniziare una nuova vita accanto a persone che mi vogliono bene e rivivere quel grande sogno per far avverare la nostra promessa.  
-Siamo arrivati... 
Mi avvisò Zayn con un gran sorriso, uno di quelli che sfoggiava quando era in imbarazzo oppure in una situazione che non gli piaceva.
Mi aprì la portiera e scesi dall'auto. Mi sembrava di essere atterrato su un altro pianeta, la testa mi faceva male e avrei giurato che da un momento all'altro mi sarebbero cresciute delle orecchie lunghe ed affilate da alieno o che almeno il mio colore della pelle cambiasse. A questo pensiero risi di colpo, riflettendo che forse avendo una pelle di un colore freddo si sarebbe abbinata al colore dei miei occhi e che se le mie orecchie crescessero, le ragazze non avrebbero più notato i miei occhi, ciò che, secondo me, avevo di più bello. 
-Louis, tutto bene?
Zayn notava la mia ansia e la sua espressione era vaga ma non quanto la mia. Io ormai ero tra le nuvole e, addirittura, sceglievo se fosse meglio avere delle orecchie più grandi o una pelle di un altro colore. 
-Si, almeno penso. 
Zayn mi strinse la mano quando ci fermammo sul marciapiede di un'ampia via decorata da tante ville colorate.
-Ed ora? Busso il campanello e dico che sono Louis?
-Oh, non lo so.. 
Una piccola lacrima mi rigò la guancia arrossata.
-Non piangere, basta piangere, Louis.
Mi abbracciò forte Zayn.
-Ma..capisci che lui forse ha già un'altra vita e che si sarà dimenticato di me e che non mi voglia nemmeno vedere?
-Non sei proprio cambiato. Sei sempre lo stesso immaturo e sensibile Lou che quando vedeva Harry avvicinarsi a lui si girava per non dar nell'occhio e che anche se eravate soli non lasciavi predominare i tuoi veri sentimenti. Cosa pensi che Harry non ci sia rimasto male? Che solo tu lo pensi ancora dopo tutti questi anni? Basta fare lo stupido, sono passati quegli anni di pazzie, ora dobbiamo pensare a prendere una decisione quindi se pensi che sia giusto, corri da lui, lascia che i tuoi sentimenti scorrano e che ti facciano vivere sul serio. 
Dopo un profondo sospiro, Zayn mi sputò in faccia la verità, tutto quello che volevo sentirmi dire. 
-132
Mi sussurrò.
Dentro me sentivo un fuoco ardere che non vedeva l'ora di essere domato, di essere usato magari per abbrustolire dei marshmallow e che, dopotutto, non se ne importava se da un momento all'altro qualcuno l'avrebbe voluto spegnere. Io, Louis Tomlinson, correvo contro tutto e più accelleravo la corsa, più era come se versassi della benzina sul fuoco che ardeva come non mai. Chiusi gli occhi e vedevo le immagini che mi tormentavano da sempre, quelle che dopo questo giorno saranno solo un brutto ricordo per me, qualcosa da riderci sù davanti al camino riscaldandoci sotto le coperte. 
-132, ecco, sono arrivato, la mia vita sta per cambiare e..
Una figura davanti a me mi fece sobbalzare, mi fece perdere le parole che volevo che uscissero fuori prima di averlo davanti. La porta della casa era aperta e una persona era seduta di spalle.
Mi avvicinai piano, ancora insicuro su cosa avrei fatto. Ad ogni passo sentivo che la sua voce si faceva sempre più comprensibile, fino a quando capii. La voce di Harry Styles, dopo tanti anni, mi faceva sentire, ancora, come se fosse la cosa più rara ed io avevo, nelle mie mani, un segreto che avrei per sempre trattato con cura. 
Il ritmo della canzone mi fece abbandonare al ricordo più bello che avessi, che non avrei mai cancellato dalla mia mente, nulla di 'Harry & Louis' doveva meritare di essere dimenticato. Seguivo il ritmo della canzone sentendo aumentare il battito del mio cuore. Piano piano mi avvicinavo, il cuore era come se fosse schizzato via, la mia mente si era liberata dai brutti pensieri. Nella mia mente cantavo le parole della canzone ma, avendolo a pochi centrimetri di distanza, non riuscirì a trattenere le parole che volevano uscire dalla mia bocca tremante.
-They Don't About Us.. 
Subito mi misi la mano sulla bocca trattenendomi dal non ricacciare le lacrime. 
Harry togliendosi piano le piccole cuffiette bianche dalle orecchie e posandole sul tavolino da giardino affianco a lui, si girò, si girò per sentire da dove provenisse quella voce, si girò per guardarmi. 
-Non pensi che dovrebbero saperlo? 
Le mie parole uscirono deboli e fragili sotto lo sguardo confuso di Harry che, incredulo, si avvicinò a me e, con un dito, mi toccò il petto.
-Non è un sogno..
Sussurrò a bassa voce facendo scorrere lo stesso dito sotto l'occhio per asciugare una piccola, dolce lacrima. 
Dopo pochi minuti di sguardi increduli e sorrisi smaglianti, mi sentii come quel giorno in cui le nostre mani non si toccarono, non si sfiorarono nemmeno. 
-Scusa..
Cacciai, finalmente, dalla mia testa, quella parola tanto pensata e, non rendendomene conto che fosse la realtà, mi avvicinai a lui e lo abbracciai chiudendo gli occhi, assaporando ogni attimo di quell'abbraccio. 
-Non avrei dovuto lasciarti andare via...
Mi sussurrò piano, stringendomi e poi guardandomi negli occhi. Per pochi attimi mi sentii osservato, nudo dei miei sentimenti, sentivo che Harry riusciva a capire qualunque cosa io provassi, sentivo che quel che toccavo era vero, che tutto quel che avevo nella mia mente si era svuotato per apparire come realtà.
-Ma ora non ti lascerò più, lo giuro!
Mi strinse forte le mani lungo i fianchi facendomi sentire un brivido che mi percosse lungo la schiena.
-Io..io, resterò per sempre accanto a te...
Mi abbracciò più forte, facendomi sentire il peso della sua mancanza.
Sembravano attimi interminabili e, sprofondando nei suoi occhi, mi sembrarono eterni e ciò di più impensabile. In nessuno dei miei sogni avevo intuito che sarebbe stato così bello. Tutto si era assopito intorno a noi, regnava solo la felicità di rivedere i nostri sguardi, di rivivere 'Harry e Louis'.
Pensai che fosse il momento giusto così feci un grosso sospiro che subito fu bloccato dalle parole di Harry.
-Si vede..
-Cosa? 
Domandai sperando che la risposta fosse quella che pensavo.
-Oh, i tuoi occhi. Ho sempre visto che i tuoi occhi mi guardavano con uno sguardo diverso, mi guardi come se fossi una cosa tanto fragile che potrebbe cadere a pezzi, una cosa tanto debole da essere salvata.. 
Harry sospirò ed io gli sorrisi, stava cercando le parole giuste per dirmi qualcosa. 
-Louis, tu mi hai salvato. Solo guardandoti negli occhi, anche se il mondo mi è contro, i pensieri si affievoliscono e il mio unico pensiero è rivolto solo a te ed è il pensiero più bello che potessi mai desiderare, quello che, anche dopo anni, nel ricordo mi lascia sempre un velo di felicità. 
Nella mia mente le parole non riuscivano a comporsi, mi sembrò che tutto quel che potessi dire erano solo cose di poco valore. Accanto a lui mi sentivo piccolo, ingenuo ma sopratutto protetto. Mi accostai al suo petto, sfiorandogli il corpo con un dito tremante. Avrei dovuto dirgli qualcosa, dargli la certezza che tutto quel che mi aveva detto erano cose che volevo sentirgli dire da tempo, da anni. 
-Harry..
Pronunciai l'unica parola che mi sembrò abbastanza valorosa quanto le sue parole. In quel momento, come non mai, Harry rappresentava per me l'unica persona per la quale la mia esistenza aveva uno scopo, una ragione per essere ancora tra le strade. 
Al pronunciare il suo nome, la sua mano, ormai non più tremante come minuti fa, mi accarezzò i capelli scompigliati dalla frenetica corsa. 
Chiudendo gli occhi, il giardino adornato da tanti piccoli fiori colorati e tutto ciò che avevamo intorno, persero la propria forma.
Eravamo sdraiati sul solito e comodo divano e ci toccavamo i capelli con tanta disinvoltura. Il film che stavamo vedendo era quasi finito, tra poco avrebbero capito chi era stato ad uccidere il protagonista ma questo non ci importava. Nulla era più importante di quei dolci e distaccati sguardi che, non facendoci scoprire dall'altro, entravano a far parte di quei tanti piccoli segreti che, sera dopo sera, si ammucchiavano nel cuore, nel posto che sarebbe sempre stato aperto ad 'Harry & Louis'. 
Harry mi sussurrò qualcosa facendo sfiorare le sue labbra morbide sul il mio orecchio. Strusciando la sua mano contro mio corpo, mi strinse la mano, sentivo la sua mano sicura e decisa insinuarsi tra le mie dita. 
Trasognato, Harry mi fece entrare in casa dalla grande porta in legno. Non riuscii a capire ciò che mi disse ma il mio corpo ne subiva le conseguenze. 
Osservando i vari mobili che componevano la maestosa casa, cercai qualche indizio nascosto che mi avrebbe fatto immaginare meglio la sua vita attuale, quanto gli sarò mancato? Scrutavo con gli occhi ogni singolo aggeggio su ogni tavolo e mobile. Solo dopo mi accorsi che il divano, rosso e non moderno, risultava così inappropriato allo stile della casa, moderno e lineare. 
Accarezzai il bracciolo del divano, morbido al tatto che mi fece ricordare subito quale fosse. Sprofondai nella morbidezza e nella tenerezza di quel divano seguito da Harry che reggeva il telecomando cercando un canale per vedere un bel film. 
La mia mente non aveva ancora realizzato che stessi vivendo il mio più grande desiderio, così abituata ai miei sogni ripetitivi che non mi fece pensare ad altro di far accadere tutto ciò che volessi, con Harry, sul Nostro divano.
Quando Harry posò il telecomando sul tavolino di fronte, mi sentii libero di accarezzargli le spalle e posare lì il mio braccio. La mia mano ad altezza del suo cuore cercava la sua. Il sorriso più bello e poi la sua mano, calda e robusta, che toccava la mia. 
Nulla era paragonabile a ciò che provassi in quel momento, avevo vissuto così tante volte quella situazione ma non mi ero mai soffermato su quanto fosse stupendo e meraviglioso essere a stretto contatto con Harry. Assorto tra i miei pensieri, sentii solo biascicare qualche parola. Annuii senza volerlo, non sapevo cosa mi potesse aspettare.
Dopo pochi minuti, Harry tornò armato di ogni sorta di patatine ed infilò le mani nel contenitore pieno. Si porta una patatina alla bocca, guardandomi confuso. Sicuramente si stava chiedendo perchè avessi quell'espressione da ebete stampata sul mio viso. 
Chiusi per un attimo gli occhi e nel riaprirli cercai di mutare viso in un'espressione più normale. Fissavo lo schermo della televisione non ascoltando nulla di quel che dicevano, non ero riuscito nemmeno a capire di quale film si trattasse. 
Guardai fuori dalla finestra del salone, il cielo si era scurito. Avrei dovuto chiamare Zayn per farmi venire a prendere. La mia mente rifiutava tutto ciò, non voleva separarsi, nuovamente, da Harry. 
Non capivo nulla di quel che guardavo, la mia mente era altrove, si soffermava sulla figura accanto a me che, strafogandosi di patatine era, per me, la persona più bella del mondo. 
La mia pancia brontolava per la fame. Avendo lo sguardo fisso verso il film, la mia mano cercò una patatina abbastanza grande per soddisfarmi, nel contenitore che divideva me e Harry. No, non era ruvida e oliosa, era la mano di Harry che subito si tirò indietro al mio tocco. Spontaneamente alzammo i nostri visi, mi immersi subito nei suoi occhi, profondi e verdi come il mare agitato. Furono  seguiti da un sorriso, mi sentii come se mi avesse gettato un salvagente e che, grazie a lui, adesso ero vivo perchè accanto a lui. Conoscevo la sua espressione trasognata, provava i stessi sentimenti che mi suscitava lui solo pensandolo. 
Seguendo i miei raggionamenti, non mi accorsi che si avvicinava piano piano a me, solo le mie mani tremanti sentivano la sua presenza che si faceva sempre più vicina. Mi accarezzò, con il dorso della mano, la guancia per poi toccare le mie labbra. Il suo tocco era lieve e mi faceva impazzire, la mia mano scivolò sulla sua coscia provocandogli un brivido che sentii io stesso guardando la sua espressione cambiare. 
Ora era serio, aveva un'aria curiosa ed ansiosa. Si passò la lingua sulle labbra, pensai che non ci fosse cosa più cattiva che potesse farmi. Ritrassi un gemito mordendomi il labbro superiore facendomi male. La situazione era più dolorosa che altro, sentivo che il mio corpo diventava infuocato sotto il tocco di Harry che giocava con le mie labbra. 
L'ansia aumentava, il calore che emanava il mio corpo si faceva sempre più evidente. Abbassai il viso per non far capire quel che provassi, mi sentivo imbarazzato, strano, non mi ero mai sentito così. Harry mi spinse a guardarlo negli occhi, mettendomi le sue braccia attorno al collo. 
Ed in un attimo, il salone, tutti i dolori e le insicurezze scomparvero. Le sue labbra erano sulle mie che fremevano sotto l'effetto della sua mano sui miei jeans. Mi curvai su di lui, cercando di far combaciare i nostri corpi non calcolando il contenitore delle patatine. I piccoli dischetti gialli di tutte le varie forme schizzarono in aria per ricadere sul divano e su Harry. Lui scoppiò in una risata che in quel momento non sembrava molto appropriata ma, mi faceva sentire bene. 
Dettato dal mio istinto e dalla mia fame, iniziai ad addentare le piccole patatine che ricoprivano il corpo di Harry facendolo ridere, ridere più di quanto mi aspettassi. 
Intento a mangiare l'ultima patatina che gli era finita sul collo, mi strinse tra le mani il viso facendolo toccare con il suo. Le nostre labbra si incontrarono di nuovo facendogli assaporare il gusto salato al contatto delle nostre lingue. 
Non mi ero mai sentito meglio, tutto ciò che desideravo si era materializzato, tutto ciò per cui batteva il mio cuore era sotto di me, a qualche millimentro di distanza. 
Il cellulare non squillò, niente mi fece risvegliare dal quel sogno. Mi addormentai poco dopo, tra i baci di Harry che facevano vibrare il cuore ed il suo corpo che si muoveva sotto il mio. 
***
  
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