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Autore: Buggyjo    06/05/2013    8 recensioni
La felicità è come l'alba. Arriva dopo la notte.. Buia.. Angosciosa.. Ma quando arriva è stupenda. E sembra ancora più bella..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo umilmente perdono per aver pubblicato così tardi ma ho avuto da fare così tante cose che vorrei sbattere la testa al muro e sono stati dei giorni in cui sono riuscita a sfogarmi come meglio so fare anche se non come veramente vorrei. Spero che amiate questo capitolo quasi quanto lo amo io. Si sono patetica. Io amo ogni singola pare di questa storia perché l'ho scritta prendendo le parole che sono incise nella mia anima. E che per voi sto facendo uscire fuori. Spero che non guardiate solo la parte superficiale ma che guardiate con attenzione tra le righe da me scritte nero su bianco su questo sito. Spero vivamente di essere utile, anche un minimo, ad ognuna di voi. Vi adoro. 

Sam xx




Elizabeth Pov:
 
Non potevo crederci.
Non potevo crederci che lui avesse potuto fare una cosa del genere.
Non potevo credere che il mio unico migliore amico avesse distrutto il mio unico vero amore.
L'unico che aveva portato la luce nella mia vita.
Che aveva portato in me un'amore che mi faceva da guida. 
Una guida che nella vita mi era mancata.
Io:"Niall.."
Matteo:"Domani pomeriggio ti vengo a prendere per un gelato." 
Si girò e se ne andò.
Stavo per salire le scale quando mia madre mi afferrò per il polso tirandomi indietro.
Mamma:"Amore lascialo solo."
Io:"C-Cosa? Non posso lasciarlo li a piangere per qualcosa che lui non poteva combattere. Io ho scelto di rischiare gli insulti.. Io non volevo che lui sapesse.. Io.." 
Io lo amo. 
Non volevo stesse male per me.
Non volevo reaggisse così.
Non volevo che lui soffrisse. 
Nemmeno ora.
Mamma:"Ha bisogno di tempo amore. Si sente terribilmente in colpa lascialo sbollire. Comprenderà l'errore fatto."
Annuii dirigendomi con due piatti di torta al cioccolato verso il piano superiore.
Mi accasciai a terra. 
Sentivo lui respirare quasi affannosamente vicino la porta.
Era poggiato alla porta.
Io:"Mi spiace amore.. Io.. Non volevo dirtelo per non farti preoccupare."
Non rispose.
Abbassai velocemente lo sguardo.
Presi uno dei piattini con la torta e glielo poggiai accanto alla porta.
Io:"Qui fuori mamma ti ha mandato un qualcosa. Apri. Io mi sto dileguando."
E mi dileguai come dettogli chiudendomi in camera.
RImasi in silenzio finché non sentii la porta di Niall aprirsi e richiudersi.
La torta non l'avrebbe mai rifiutata.
Sorrisi mangiando la mia e subito dopo mi infilai a letto esausta e chiudendo immediatamente gli occhi abbandonandomi al mondo dei sogni.
 
Sentivo una serie di rumori provenire dal piano di sotto.
Non capivo cosa cazzo era.
Mi alzai e vestitami scesi.
Matteo:"Volevo fare colazione. Ti va?"
Annuii uscendo senza nemmeno salutare mia madre.
La giornata era limpida e solare, le persone ancora andavano in giro a maniche corte e con i calzoncini.
A Londra ero a arrivata di questo periodo e già portavano i giacchettini, anche se leggeri.
Il colosseo pullulava di gente, ai fori imperiali c'era la fila per la biglietteria, per non parlare di tutti i musei esistenti a Roma.
Mi chiedevo ancora, come con tutti quei turisti, il mio paese si trovasse in difficoltà finanziarie.
Le gelaterie erano un accalcamento di carne, pelle e sudore da far rabbrividire, e le strade erano trafficate che per attraversare dovevi aspettare un decennio.
Le scuola si erano riaperte e i ragazzi andavano allegri al primo giorno di scuola.
Nemmeno io ero così contenta il primo giorno di scuola.
Non finché non c'era stato Matteo.
Matteo aveva portato allegria nella mia vita, ma se ero riuscita a lasciarlo a Roma voleva dire che non era la giusta persona a dover farmi da guida.
Ho chiuso la porta con su scritto Matteo per aprire un portone ben più grande con su scritto: NIALL.
Ci eravamo sempre portati rispetto, ci eravamo voluti bene.
Ma mai avevo provato, realmente amore per lui.
E quando decido che tu devi essere solo mio amico è perché in quel caso il mio cuore e il mio cervello stanno male e riescono a trovare accordo comune.
Non come con Niall.
Niall aveva sconvolto ogni mio tentativo di lucidità e razionalità.
L'amore per lui mi aveva resa nervosa, impaziente, mai sazia di vederlo.
Come quando sbucava fuori dal nulla, con le occhiaie.
Quelle occhiaie che per me avevano sempre e solo avuto un unico significato: l'amore per me.
Lo aveva distrutto.
Lo aveva fatto sembrare un imbecille davanti a migliaia di fan quando in concerto non riusciva a cantare Little Things.
Eppure eccolo li, nella mia casa di Roma.
Con me.
O almeno con me fino a ieri sera.
Mi sedetti su una panchina di marmo lì, vicino all'altare della patria.
Amavo Roma ma più ci pensavo e più non mi sembrava casa mia.
Più la gurdavo e più sorridevo però, perché la mia casa non era nemmeno Londra.
La mia casa era dove ci fosse stato lui.
E non m'importava niente se le fan m'insultavano, non m'importava assolutamente niente se su twitter qualche scapestrata mi avrebbe minacciata.
Io volevo star bene e per farlo avevo bisogno di lui.
Io:"Non so che dire.."
Matteo:"Mi dispiace Liz. Io non volevo farti del male. Ma lui ti distrugge in questo modo, lui ti priva della tua vita. E non puoi continuare in questo modo."
Non potevo ascoltare altre stronzate del genere su me e l'uomo che amavo.
Non potevo ascoltare altre eresie del genere.
Io:"Tu non capisci. Sai Matteo.. Quando si ama non vi è nulla di meglio che dare sempre, tutto, la propria vita, il proprio pensiero, il proprio corpo, tutto quel che si possiede; sentire quel che si dà; mettere tutto in gioco e poter dare sempre di più.. Beh.. Questo è quello che ha fatto Niall da quando si è dichiarato a me, anzi anche prima, quando tentava in ogni modo di reprimere il sentimento.. che credeva sbagliato verso di me perché aveva paura di rovinare la mia vita. Quando mi proteggeva nonostante ci fossimo chiaramente detti 'ti detesto'. Ma sono io che ho deciso di pubblicare ogni cosa. Perché io voglio che il mondo sappia che quell'uomo sia il mio"
Matteo:"Anche io ti amo Liz. Anche io. Da anni ormai. Voglio che tu sia felice..."
Io:"E allora perché non me lo lasci essere porca puttana?"
Forse avevo alzato un pò troppo la voce guardandolo negli occhi azzurri.
Matteo:"Perché voglio che tu lo sia con me" 
Avevo sempre saputo che l'amore ti fotte.
Nel suo caso era vero.
Io non amavo Matteo.
Io la mia felicità con lui già l'avevo avuta.
Non poteva darmi di più.
E non feci in tempo nemmeno ad accorgermene che la distanza fu subito coperta tra di noi.
 
Niall Pov:
 
Toc Toc.
Qualcuno bussava alla porta della mia camera.
Anzi, della camera degli ospiti.
Non avevo voglia ancora di vedere Elizabeth, anche se la torta di ieri mi aveva fatto semplicemente piacere.
Ero un cuoco provetto.
x:"Tesoro vuoi fare colazione?"
La sua voce mi riportò alla realtà.
Non era Elizabeth.
Io:"Si.. Emm.. Devo.."
Mamma Ellie:"Scendi dai. Lei non c'è. E' uscita con Matteo."
Ecco l'ansia impossessarsi di me.
Ora l'avrebbe avuta per lui. 
Alla fine chi crede che la fama ti aiuti ad avere tutto ciò che più vuoi è una stronzata.
Quella che ti da tutto ciò che vuoi è l'infamia.
Mi alzai, infilai i jeans, la polo bianca e le scarpe blu e scesi tranquillamente in cucina dove la mamma di Elizabeth era intenta a preparare qualcosa dal profumo decisamente invitante.
Mi sedetti al posto dove avevo mangiato la sera prima e mi misi a leggere il giornale sul tavolo.
Sottolineamo che era un giornale di gossip.
Mamma Ellie:"Ho scoperto stamattina che eri un cantante di una band. Scusami"
E rise seguita da un mio sorriso.
Presi il giornalino tra le mani e quando stavo per aprirlo..
Mamma Ellie:"Sicuro di volerlo leggere Niall?"
Alzai istintivamente gli occhi sulla donna, era tranquilla, non credo ci fosse scritto qualcosa sulla figlia, ma forse.. Qualcosa su di me e i ragazzi.
Volevo leggere?
Volevo rendere questa giornata peggiore di quanto già non lo fosse?
Osservai dalla finestra accanto a me la strada.
Le macchine veloci che vi passavano, le persone che non si accorgevano di nulla, che non si accorgevano che dentro quella casa regnava un eterna sensazione di dolore, un eterna sensazione di paura.
E la potevi sentire appena entravi, nonostante fosse solare.
Mamma Ellie:"Si sente molto?"
Mi voltai di nuovo verso di lei.
Io:"Cosa?"
Mi guarda come per incitarmi. 
Mamma Ellie:"Ciò che racchiudono queste mura. Ho tentato invano insieme ai miei due unici figli rimasti a far sembrare questa casa 'felice'."
Eppure la felicità la dava questa casa, era solo stanca, stanca di sopportare odio e rancore, stanca di sentire paura e delusione al suo interno.
Come noi esseri umani alla fine.
Forse non poteva dimostrarlo ma lo faceva sentire.
Io:"Questa casa trasuda forza. Si sente la forza che voi avete messo nella vostra vita, nell'affrontare ogni situazione spiacevole vi si presentasse. Stia tranquilla, la sua casa è abbastanza forte per contenere ancora tutto ciò di cui in passato ha assistito impotente."
Posai il giornale lontano da me e sorrisi incominciando la mia colazione.
 
Io:"Ottima signora davvero."
Mamma Ellie:"Wow Niall mangi veramente tanto e veramente veloce"
Sorrisi imbarazzato ma anche fiero.
Era una mia grande abilità.
E se in quel momento stavo pensando che quella giornata forse non sarebbe stata così orribile mi ricredetti quando sentii la porta aprirsi di scatto e le urla di Elizabeth penetrare in ogni angolo della casa.
Ellie:"Sei pazzo? Ma come diamine ti permetti? Sei un infame. Credi che si possa risolvere tutto così? Pensi che io per disperazione mi sarei buttata tra le tue potenti braccia? Beh notizia del giorno: Ti sei sbagliato!"
Mamma Ellie:"Amore cosa succede?"
Matteo:"L'ho ... Beh... L'ho.."
Mi guardava come per capire quali erano le mie intenzioni.
Io:"Vuoi sapere cosa penso scusa?"
Elizabeth si voltò sgranando gli occhi e sua madre si trascinò fuori casa dicendo che doveva fare la spesa.
Aveva fatto bene.
Non credo che poi avrebbe continuato a far uscire sua figlia con me.
Matteo:"L'ho baciata. Non l'ho detto prima perché c'era sua madre." 
Io:"E lei voleva che tu la baciassi Matteo?"
Ero neutrale ancora.
Calmo e ancora sotto controllo.
Scosse la testa lentamente tentando di abbassare lo sguardo.
Elizabeth si portò le mani sulle braccia, ma erano troppo piccole per non far notare lo stampo delle dita di Matteo che avevano premuto sulla sua pelle, sulla sua carne per baciarla.
Mi avvicinai ad Elizabeth e tolsi con mano leggera le sue mani dalle sue braccia nude.
Io:"Io mantengo sempre le promesse Matteo."
Lo dissi guardando ancora le docili braccia del mio unico amore che avevo visto troppe volte piene di lividi.
'Falle del male e tu desidererai di non esser mai nato'.
Sappiamo tutti che mantengo le promesse.
Mi stavo avvicinando ma qualcosa nella mia testa mi riportò alla lucidità.
Lei non avrebbe mai voluto, nonostante tutto, che ci facessimo del male.
Io:"Avvicinati ancora per farle del male e io non so cosa farò. Stavolta ti va bene perché so che lei ci starebbe peggio, perché purtoppo vuole bene ad un infame e un coglione come te! Ora vedi di andare a farti fottere o combino un macello."
Mi guardava come per capire se dicevo realmente per poi uscire velocemente di casa chiudendo la porta.
Io:"Mi dispiace."
Salii le scalde ed eccomi di nuovo chiuso in quella camera.
Da solo.
Ormai era tipico di me.
Solo!
Come nel film di Peter Pan.
'Peter e i bimbi sperduti: Vecchio, solo, defunto.'
E io ero Capitan Uncino dagli occhi di ghiaccio.
Una vaga somiglianza c'era allora. 
Non avevo voglia nemmeno di ridere della mia stessa battuta demenziale!
Poi la porta mi si spalancò davanti.
Lei.
Bellissima.
Ellie:"Ho scelto io di stare con te. Ho scelto io di correre il pericolo. Ho scelto io di amarti. Non puoi fartene una colpa. Puoi solo fartene una ragione e amarmi come solo tu sei in grado di fare cretino. Non permetterti più di dire che mi lasci per il mio bene perché sono un grandissimo mare di stronzate. Se vuoi il mio bene amami, continua a proteggermi come sempre fai, che stiamo insieme o meno. Come poco fa con Matteo. Fa ciò che vuoi ma amami. Io ho bisogno del tuo amore per andare avanti."
Io:"Non trovo il modo. Io non so cosa fare. Io non ho mai avuto un problema del genere."
Ellie:"L'amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo."
Quella frase spazzò via ogni mio dubbio e incertezza.
Spazzò via ogni mia tristezza e abbattimento.
Mi catapultai sulle sue labbra.
Le sue labbra morbide e presi a leccarle mordele per poi staccarmi improvvisamente lasciandola spiazzata e preoccupata.
Io:"Ti ha baciata con la lingua?"
Abbassò lo sguardo annuendo.
Ellie:"Ci ho provato ad impedirlo ma non avevo abbastanza forza e allora ho deciso di aspettare che avesse finito per poi mollare sul suo visino uno schiaffo da non dimenticare."
Io:"Gli hai dato uno schiaffo?"
Annuì fiera di se.
Sorrisi.
Io:"Fammi continuare a disinfettare questa bocca dal sapore di quel coglione"
Sorrise per poi lasciarsi andare alle mie labbra e alle mie mani. 
 
Harry Pov:
 
Okay quello non era il modo calmo e pacato di Sarah che avevo conosciuto.
Mi tenne per mano e si avvicinò ancora ai 10 centimentri di altezza in più di lei.
Aveva lo sguardo fermo.
Sapeva cosa fare e cosa dire.
Sarah:"Lo vedi tesoro?"
Si stava rivolgendo a Taylor con uno strano ghigno sul volto.
Sarah:"Ecco è MIO ora. E' in mio possesso. Non c'è scritto il tuo nome da troia sopra. Non c'è scritto Taylor Bitch sopra come notiamo con piacere. C'è scritto il MIO nome sopra queste labbra e sopra ogni parte di Harry e se permetti, vorrei farti notare che mi stai rovinando questa meravigliosa giornata di pioggia da passare in mezzo al letto con il MIO ragazzo."
Metteva un enfasi particolare nel 'mio' mentre teneva ancora stretta la sua mano alla mia.
Taylor:"Ma che carina la ragazzina.." 
Sarah:"Sappi miss sono tutto fumo e niente arrosto che nella botte piccola il vino è buono. Non come te. Sei scialba, senza obiettivi se non quello di rovinare la vita a me e ad Harry"
Più Sarah avanzava verso di lei con l'aria seria e più Taylor indietreggiava quasi impaurita da lei.
Ormai erano fuori e la gente le osservava mentre Sarah la spingeva solo avanzando verso di lei ad uscire dal cancelletto di casa mia.
Sarah:"Ecco ora sei fuori quindi vedi di rimanerci."
Stava tornando da me quando urlò:"Ah signori e signore lei è Taylor Swift" 
E mentre rientrava si sentirono le urla delle persone che amavano Taylor più di quanto si meritasse.
Sarah rientrò e si distese sul lettone della mia camera da letto guardando il soffitto e tentando di togliersi i pantaloni e infilandosi un'altra maglia, più larga.
Mi sedetti sul letto e mi allungai accanto a lei sfiorandole dolcemente una coscia.
Non mi era mai capitato di toccare il corpo di una donna per consolarla e basta e non per portarmela a letto e poi abbandonarla il giorno dopo.
Ero veramente innamorato semplicemente perché volevo che lei mi amasse, che lei si fidasse di me e dei miei gesti.
Che si fidasse del mio amore sincero e spassionato.
Volevo che lei mi amasse.
 
Era passata un infinità di tempo mi pareva da quando eravamo la su quel letto, morbido.
Poi ripensai che in quel letto mai nessuna era venuta.
Che in quel letto mi ci mettevo sempre da solo, o con Gemma a parlare della vita, a parlare di qualche stupido gioco.
Ma forse ora era il momento di farci entrare l'unica altra persona veramente importante della mia vita: Sarah.
Mi voltai su un lato e la guardai mentre continuava a seguire i contorni del soffitto, persa.
Gli occhi verdi persi nel vuoto della mia stanza a pensare a chissà che cosa.
Bellissima.
Nemmeno la miglior modella sul pianeta poteva eguagliarla.
E i suoi occhi nei miei mi riportarono alla realtà.
Mi fissava con un sorriso sulle labbra da far morire anche chi non l'amasse come me.
O no?
Beh non lo so.
Speravo di no altrimenti mi sarei dovuto fare un lavoraccio raro per tenerli tutti lontani da lei.
Mi avvicinai ancora di più, portai la mia mano destra, grande sulla sua vita e la spinsi ancora di più verso di me.
Sarah:"Harry.. Che..?"
Io:"Voglio che tu sia la seconda e ultima donna a stare nel mio letto" 
Mi guardò perplessa e quasi arrabbiata.
Sarah:"Seconda?"
Io:"La prima è stata Gemma"
Sorrisi divertito alla sua faccia per poi avvolgerla tra le mie braccia e cominciando a lasciarle dei baci sulle labbra, sul collo quando poi s'irrigidì improvvisamente sotto il mio tocco. 
Io:"Cosa c'è?"
Si divincolò dalla mia presa e si precipitò verso la porta.
Non la capivo eppure sapevo che mi.. Voleva.
Aprii la porta e urlò:"Non abbiamo fame e non vogliamo scendere. Ciao"
Anne:"Okay tesoro io e Robin andiamo dalla signora Fin."
Rientrò soddisfatta e chiuse accuratamente la porta a chiave.
Sarah:"Dove eravamo rimasti amore?"
Mai l'avevo vista così.. Così.. Non avevo alcun aggettivo che potesse andar bene.
 
Liam Pov:
 
Poteva far di me ciò che voleva.
Le sue mani alle mie parole si era bloccate sul mio petto. 
Dove le avevo poggiate per far sentire il battito del mio cuore accellerare.
Stavo ancora guardando nei suoi immensi occhi blu quando la sua mano prese a scorrere lentamente e con pazienza vero il mio collo per poi aggrapparsi e allungarsi fino alle mie labbra.
Ed ecco che il mio cervello s'inebriò lasciando che la ragione e la lucidità cominciassero a dileguarsi per lasciarmi il tempo di andare in paradiso e tornare. 
Dopo del tempo. 
Dopo del tempo che mi ero lasciato con Danielle.
Perché con Josy avevo fatto ogni cosa con estrema calma, non l'avrei mai forzata a fare l'amore con me.
Avrei aspettato che lei si sentisse pronta per portare la nostra relazione a qualcosa di più grande.
Intimo.
Perché se l'amore è forte il sesso può solo migliorarlo mentre se l'amore è debole il sesso lo distrugge completamente.
E lei era pronta ora.
La sua lingua cominciò a cercare con bramosia la mia.
Ed eccole che s'incrociano ancora ma con un emozione diversa.
Sentivo crescere in me un'emozione che non credo di aver provato mai.
Nemmeno con Danielle.
Lei l'amavo veramente.
Direte: Perché allora dicevi 'ti amo' a Danielle.
Beh credevo che era quello l'amore.
Non puoi sapere esattamente come sia finché non lo incontri.
Si scopre di amare veramente solamente amando.
Sembra assurdo ma è così.
E non dobbiamo pentirci di aver detto più volte di ti amo.
Perché lo credevamo. 
Il nostro cuore credeva che era amore ma in realtà non era che affetto per la persona che avevamo accanto.
Le sue mani s'insinuavano dolci e al contempo frenetiche nei miei capelli. 
Avevo realmente voglia di farla sentire felice e ventenne!
 
Josy Pov:
 
Le sue grandi mani presero a muoversi caute sulla mia vita, tenere e al contempo diventavano sempre più calde e sudate.
S'insinuarono dolcemente sotto la mia canottiera dopo che avevo passato le mie mani leggere dietro la sua schiena, leggermente piegata su di me.
Volevo sentirlo ancora più vicino a me.
Come mai lo avevo sentito.
Lo tirai dolcemente per i fianchi verso di me, sul letto e si sdraiò su di me facendo leva sugli avambracci per non schiacciare il mio corpo.
Non piccolo ma nemmeno grande.
E il fare leva fece contrarre la sua muscolatura perfetta e che poteva solo farti eccitare di più.
Passai le mie mani bianche e piccole su i suoi bicipidi. 
Mentre lui continuava a baciarmi dolcemente il collo e ad ogni suo tocco sembrava come se mi dessero fuoco. 
Pian piano.
E in me cresceva quella voglia matta di averlo per me.
In ogni sua parte.
Anima.
Corpo.
Cuore.
Mente.
Una sua gamba era tra le mie e una esternamente.
Spostò una sua mano dietro la mia schiena e mi tirò leggeramente a lui. 
E prese a baciarmi lentamente.
Basta non volevo quella lentezza.
Io:"Liam.. Smettila di fare così.."
Liam:"Dio scusami io.. Ho pensato che.. No anzi non pensavo.."
Si stava sollevando dal mio corpo con riluttanza quando capovolsi le cose e mi misi comodamente a cavalcioni su di lui.
Sbarrò gli occhi e mi fissò mordendosi un labbro.
Io:"No.. Con quella lentezza mi stavi facendo morire dentro. Non aver paura. Io.. Sono pronta."
Vidi lui aprirsi in un sorriso che venne subito spento dalle mie labbra che si posarono veloci e frenetiche sulle sue.
Ripresi a far scorrere le mie mani sul suo corpo perfetto.
Mi sfilò la maglia premendo le sue mani sulla mia pelle.
Con una mano la tirava su e con l'altra accarezzava la mia pelle calda.
E tolta la maglia appoggiai il mio petto e il mio ventre al suo e i nostri corpi si infuocarono molto più di prima percettibilmente.
Non potevo credere a quella morsa che aveva preso il mio stomaco.
Slacciai delicatamente i jeans e tirandomi più giù glieli sfilai dolcemente. 
Non c'era cosa più bella del suo corpo.
Mozzafiato.
Mi stava mandando in iperventilazione.
Mi sfilò tranquillamente il calzoncino e cominciò a giocare con le mani con i miei slip viola.
Amava il viola.
Era il suo colore preferito.
E io ne ero così consapevole.
Ma era veramente stato un caso che indossassi l'intimo del suo colore preferito.
Liam:"Sei.. Stupenda."
Aveva il respiro affannato, smorzato dai baci che continuamente mi lasciava sul corpo. 
Sfilai tranquillamente i suoi boxer lasciandolo completamente nudo, bellissimo.
Ogni cosa in lui era perfetta.
O era il mio amore che me lo faceva vedere così perfetto?
Mi spogliò definitivamente facendomi scivolare dolcemente sotto di lui e.. venimmo accolti dall'amore.
Mai l'avevo fatto con Alex.
Nemmeno Jen era stata concepita con amore.
E se ora.. Se avessi voluto un altro bambino ma con l'amore di Liam? 
   
 
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