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Autore: Hylia93    07/05/2013    7 recensioni
Dopo aver letto tante ma tante ff, provo a scriverne una anch'io, la mia prima Dramione!
Siamo al quinto anno, ma c'è qualche differenza. Voldemort non è rinato, perché Silente è riuscito ad impedire che Harry (e di conseguenza anche Cedric) usasse la passaporta, ossia la Coppa del Torneo Tremaghi. Tuttavia, Voldemort non è ancora morto del tutto e forse nasconde più di quanto si pensi. L'atmosfera è all'apparenza più tranquilla a Hogwarts, più serena. Sarà un altro anno pieno di peripezie o riusciranno, finalmente, a vivere un anno da adolescenti? Le due cose, in realtà, sono complementari! :)
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Salve a tutti, di nuovo. 
Mi scuso per il ritardo ma è 
periodo di esami quindi non ho
molto tempo per scrivere. Comunque,
mi dispiace/mi fa piacere (ancora devo decidere)
informarvi che siamo agli sgoccioli. Questo è uno degli ultimi
capitoli. Spero che vi piaccia, vi prego di recensire, scrivendo tutto
quello che pensate. Inoltre, a fine pagina vi segnalo la mia pagina di Harry Potter
su Facebook (appena creata), se avete voglia di farci un salto. Baci a tutti/e, grazie per chi continua a seguirmi e
a farmi venire voglia di scrivere. Per questo capitolo, inoltre, vi consiglio di ascoltare "Nuvole Bianche" di Einaudi. Bellissima.

Capitolo 37, "Nuvole Bianche."

- Dai, Herm, hai letto già due volte quel libro, non ci troverai niente di nuovo. - mormorò Ginny, sedendosi accanto a me sul letto. Alzai lo sguardo su di lei e le sorrisi, cercando di rassicurarla.
- Non è detto. - risposi, tornando con gli occhi a cercare il capoverso a cui mi ero fermata. Un sonoro sbuffo arrivò dalla mia migliore amica, che con uno scatto mi sfilò il libro dalle mani e lo nascose dietro la schiena, alzandosi velocemente dal letto e allontanandosi di qualche passo da me.
- Ma che fai?! - sbottai, gli occhi spalancati. Non mi sembrava davvero il caso di fare tutte queste storie solo perché non avevo voglia di andare ad Hogsmeade. O di alzarmi dal letto in generale. E' che semplicemente volevo vederlo il meno possibile per cercare di farmene una ragione. Per il resto, tutto nella norma: non avevo saltato alcuna lezione, tranne Pozioni, e avevo ricominciato a fare le ronde con Cedric. Non ero mai stata un animale sociale quindi non è che il mio comportamento cambiasse poi di molto rispetto a ciò che facevo prima di lui.
- Hermione, non puoi continuare così. - disse Ginny, guardandomi con dolcezza.
Alzai gli occhi al cielo, arrabbiata, nervosa o magari semplicemente stufa.
- Così come? Cosa dovrei fare, Ginny? Hai qualche idea, per caso? - sbraitai, alzandomi anche io dal letto. Seguii il suo sguardo preoccupato e allentai i pugni che avevo contratto mentre parlavo, lasciando i segni delle unghie sui palmi delle mani. Presi un respiro profondo e mi risedetti sul letto.
- Scusa. - sussurrai, nascondendo il volto tra le mani, - E' che non riesco a capire. -
Lei si avvicinò, titubante, e si inginocchiò davanti a me.
- Lo so che è difficile ora, ma vedrai che si risolverà tutto. - mormorò, accarezzandomi piano una guancia.
- Ginny, non mi parla, non mi guarda neppure. - mi costrinsi a dire, sentendo la voce venir meno ad ogni parola pronunciata. - E' passata quasi una settimana, ormai. E le ricerche sono ferme a un punto morto. - aggiunsi, asciugandomi le lacrime col dorso della mano.
- Ma Harry mi ha detto che grazie al libro hai scoperto come si svolge il rito… - tentò con voce debole Ginny, prendendomi le mani tra le sue.
- Sappiamo solo che Voldemort riacquisterà il suo aspetto originale e che per farlo servirà un dannato Horcrux, che non abbiamo idea di dove sia, il quale deve essere collegato alla Pietra Filosofale, che non abbiamo noi ma loro, tramite un incantesimo molto antico e potente di cui si sa poco e niente. E sai cos'altro sappiamo, Ginny? Che per interromperlo bisogna puntare a chi, cito, "alimenta i cerchi". Utile, vero? Certo, se sapessimo dove si svolgerà, forse sarebbe meglio, non credi? - sciorinai, alzando man mano il tono della voce. Silente era partito in cerca di indizi il giorno stesso in cui ci aveva ricevuti nel suo ufficio, e da quel momento l'inferno era ricominciato.
Draco era tornato ma era come se non ci fosse: ogni volta che tentavo di avvicinarmi per parlargli e per cercare di capire perché stesse facendo tutto questo, Nott gli si parava al fianco e mi faceva segno di lasciar perdere. Non mi importava se volesse proteggermi o meno, non ne aveva affatto il diritto. L'unica volta che ero riuscita a rivolgergli la parola, comunque, lui mi aveva guardato appena, dall'alto in basso, e aveva continuato a camminare come se nulla fosse.
- Credo che sia già qualcosa, Hermione, e che potrebbe aiutarvi. - disse, aumentando la stretta sulle mie mani, - E che Malfoy sia un cretino lo hai sempre saputo, ma sicuramente avrà una spiegazione per il suo comportamento, ma magari ora non può fornirtela. - aggiunse.
Io scossi la testa, sconsolata. Avevo cercato anch'io di giustificarlo in tutti i modi, ma davvero non ci riuscivo. Non più. Gli avevo concesso così facilmente la mia fiducia da stupirmi davvero, ma ora come ora non ero in grado di ritrovarla, almeno non senza cogliere un qualcosa che me lo permettesse nei suoi occhi.
- Può darsi. - sussurrai, per farla contenta. Era inutile che continuassi a lamentarmi con lei, già mi aveva ascoltato troppo.
- Hermione? Sei pronta? - mi chiamò Harry, da sotto le scale del dormitorio.
Presi un profondo respiro e mi alzai dal letto, lisciando le pieghe della gonna e infilando velocemente le scarpe pesanti. Fuori nevicava, una neve sottile e piacevole che avvolgeva con dolcezza alberi, case, prati e strade.
- Allora vai? - chiese Ginny, con gli occhi luminosi.
Tutto ciò che volevo era restare nel caldo del mio letto, a far scorrere quelle parole che già conoscevo a memoria nella mia mente, analizzandole una volta ancora e cercare di scoprire qualcosa di più sul rito. Questo, però, non era possibile. E non perché non sarei riuscita a far demordere Ginny, o Harry, oppure Ron, ma perché li stavo di nuovo facendo soffrire, e non era affatto giusto. Io volevo bene ai miei amici, e il mio dolore, la mia frustrazione, non doveva necessariamente essere anche loro.
- Vado. Quando ci raggiungete? - domandai, accennando un sorriso che non riuscì a coinvolgere i miei occhi.
- Non appena quell'idiota di mio fratello avrà finito il compito di punizione di Erbologia, io ci metterò al massimo un paio d'ore a scontare la punizione di Piton il Viscido. - disse con naturalezza, arrossendo appena quando incontrò il mio sguardo disapprovevole.
- Ancora non capisco perché hai detto una cosa così stupida. - ribattei, incrociando le braccia al petto.
- Hermione, avanti, non ho fatto niente di che, è lui che si è arrabbiato decisamente troppo. Mi ha tolto dieci punti solo perché entrando in classe sono inciampata quindi non può prendersela tanto solo perché gli ho fatto sapere che speravo tanto che inciampasse al più presto anche lui così magari l'impatto con il pavimento gli avrebbe donato un naso quantomeno accettabile. - disse, prendendo la sciarpa appoggiata sulla sedia e arrotolandola con sicurezza attorno al mio collo. Scossi leggermente la testa, immaginando l'espressione di Piton nel sentire le parole di Ginny, e le posai un bacio sulla guancia prima di scendere. Presi un profondo respiro e, girando l'angolo per incontrare Harry, mi stampai un sorriso accettabile sul volto, tentando di trovare un equilibrio tra la speranza di incontrarlo per evitare di dimenticare la forma dei suoi occhi appena nascosti da quei capelli così chiari e la paura di rivedere in quegli stessi occhi la sua indifferenza nei miei confronti.
- Sei bellissima stamattina, Herm. - mi salutò Harry, porgendomi in modo decisamente galante il braccio.
Arrossii e lo ringraziai, anche se ero più che sicura che stesse mentendo. Era una settimana che dormivo male e, nonostante i capelli acconciati da Ginny, le occhiaie non era riuscite a nasconderle.
Uscimmo dalla Sala Comune e scendemmo in silenzio le scale fino ad arrivare davanti al massiccio portone che dava sul giardino del Castello. Gazza controllava i permessi degli studenti più giovani, mentre quelli del quinto, sesto e settimo anno dovevano semplicemente appuntare il loro nome e l'orario di uscita su un registro. Dopo averlo fatto imboccammo la strada per Hogsmeade.
- Burrobirra? - chiese Harry, sorridente, appena giunti al villaggio. Annuii e gli ripresi il braccio, dirigendomi verso i Tre Manici di Scopa a passo deciso. Fuori dalla porta, Blaise Zabini si stava fumando una sigaretta mentre il suo piede batteva a dir poco convulsamente sulla neve fresca scoprendo la pietra sottostante. Deglutii e continuai a camminare, cercando di ignorare il nodo allo stomaco che mi prendeva ogni volta che vedevo qualcosa che lo riguardasse.
- Hermione! - mi chiamò lui, appena prima che riuscissi a sgusciare nel locale e godermi la mia salvezza. Feci cenno ad Harry di aspettarmi e mi diressi verso Zabini, i cui capelli avevano ora assunto una sfumatura pastello. Il mio migliore amico era palesemente allarmato per me, ma si accontentò di lanciarmi uno sguardo preoccupato prima di fare come gli avevo chiesto ed entrare chiudendosi la porta alle spalle.
- Ciao, Blaise. - mormorai, - Cosa vuoi? - aggiunsi, dato che lui non accennava a riaprire bocca.
Una strana espressione aleggiava sul suo volto, sembrava estremamente preoccupato. Il nodo allo stomaco si strinse e il cuore aumentò i battiti.
- Devi aiutarlo, in qualche modo. Io non so più cosa fare. - disse, tirando un lungo tiro dalla sigaretta e chiudendo gli occhi mentre espirava il fumo.
- Che vuoi dire? - chiesi, con un tono di voce al limite degli infrasuoni. Mi schiarii la voce e attesi una risposta, immobile.
- Voglio dire che è strano, sembra malato. Mangia poco e niente, non parla quasi mai, sta sempre più spesso con Nott. Io non so cosa gli sia successo, ma non è più lui. - mormorò, buttando la sigaretta sulla neve e schiacciandola con la sua costosissima scarpa di vernice nera.
Abbassai lo sguardo e chiusi gli occhi.
Mi era sembrato dimagrito, in effetti, l'ultima volta che l'avevo visto, mentre usciva dalla Sala Grande. Avevo calcolato male i tempi, così non ero riuscita ad evitarlo.
- Blaise, non posso fare niente, io, non mi parla. - sussurrai, ricacciando indietro il senso di nausea.
- Si ma, magari… - cominciò lui, ma fu interrotto da un rumore di passi alle mie spalle che attirò la sua attenzione. Vidi la sua espressione, dapprima preoccupata, farsi sorpresa. Sentii una porta aprirsi e richiudersi e la mano di Harry nella mia. Poi mi girai.
Lui era lì, bello come sempre, anche se diverso. Le guance erano più scavate, le occhiaie cerchiavano i suoi occhi chiari, spenti. I capelli erano spettinati, ricadevano dolcemente sulla fronte e sfioravano piano le guance a causa del vento. Alla sua sinistra Nott sembrava rigido, spaventato, e spostava lo sguardo da me a Harry. Deglutì e si soffermò per pochi secondi sulla imponente figura di Blaise dietro di me.
- Blaise, Gazza ha detto che non ti sei segnato sul registro, se non torni immediatamente ti beccherai una punizione. - disse Draco, con l'ormai usuale tono di voce incolore. Zabini gli rivolse uno sguardo implorante a cui il biondino non rispose, limitandosi a spostare con aria annoiata gli occhi, rivolgendoli verso la strada che continuava a snodarsi dietro di noi. Blaise fece un passo avanti, posò la mano sulla mia spalla e avvicinò la bocca al mio orecchio.
- Per favore, Hermione, fa qualcosa. - sussurrò, prima di riprendere la strada del Castello sotto lo sguardo allibito di Harry. Nott aveva seguito quei movimenti con altrettanta curiosità, mal celando un guizzo di rabbia verso la fine, forse per non aver potuto sentire le parole di Zabini.
Io non riuscivo a distogliere lo sguardo da Draco, mentre la mia mente mi ripeteva spasmodicamente di allontanarmi, subito. Sembrava che, per qualche strano motivo, l'istinto di conservazione e sopravvivenza che tante volte mi aveva aiutato nelle avventure con Harry e Ron cercasse di intervenire.
- Seguiteci, dobbiamo parlare. - disse improvvisamente Nott, senza guardarmi.
- Cosa? - domandò Harry, sorpreso.
Se non fossi stata troppo impegnata a ripetermi di inspirare ed espirare, probabilmente anche io avrei assunto la sua stessa espressione. 
- Per favore. - aggiunse Theodore, cominciando a camminare mentre il suo algido amico lo seguiva da vicino.
Io e Harry ci scambiammo uno sguardo di intesa e cominciammo a seguirli, tenendoci per mano mentre l'altra rimaneva ferma sulla bacchetta, giusto per precauzione.
- Hermione, cosa sta succedendo? - sussurrò Harry, abbastanza piano per non farsi sentire da altri che non fossi io. 
Scrollai le spalle, mormorando un "non ne ho idea" a voce ancora più bassa. La nausea non voleva smetterla di abbandonarmi, mi sembrava di stare su una barca con il mare mosso, sbattuta qua e là dalle onde senza alcun riguardo. Mi portai una mano sullo stomaco e presi un profondo respiro per cercare di calmarmi. Alzai gli occhi e li fissai di nuovo sulle due figure che ci precedevano, tentando di distrarmi per riuscire a continuare a camminare. 
Il mantello nero si muoveva appena attorno ai loro corpi, il vento si era calmato. La stretta ferrea di Harry era l'unica cosa che mi permetteva di evitare di corrergli incontro, di scrollarlo per le spalle e farlo ragionare. Mi aggrappai a quell'ancora di salvezza con tutte le mie forze, fino quasi a fargli male.
Dopo qualche minuto ci fermammo. Conoscevo quella radura. Era uno spiazzo circolare, circondato da una parte da una staccionata di legno scuro e marcio e dall'altra parte dai primi alberi di un bosco fitto. Al di là della staccionata, la sagoma della Stamberga Strillante si stagliava sul cielo bianco di neve in arrivo con il suo aspetto cupo e oscuro. Solo due anni prima, in quello stesso luogo, io e Ron avevamo subito le parole tagliente di Malfoy, rimesso al suo posto da Harry sotto il mantello dell'invisibilità. Mi sembravano passati secoli da quel momento, eppure in realtà non era poi così lontano.
Persa in quei pensieri non mi accorsi realmente di quello che successe in pochi secondi davanti ai miei occhi. Nott tirò fuori la bacchetta e la puntò contro Harry che, nel tentativo di allontanarmi dal suo raggio d'azione mi aveva presa per un braccio e strattonata. Tuttavia, impastoiato da Theodore, non riuscì a far altro se non a cadere a terra, trascinandomi con lui. Draco rimaneva indietro, immobile, lo sguardo perso nella foresta.
Tirai fuori la bacchetta e la puntai contro Nott, urlando con quanto più fiato avessi in gola "Stupeficium!". Quest'ultimo riuscì a schivare l'incantesimo, mentre un'espressione sorpresa e terrorizzata allo stesso tempo si stampava sul suo bel viso. Gli occhi allucinati si illuminarono e per un attimo mi sembrarono così avviluppati dalla paura che fui tentata di abbassare la bacchetta. Lui si cibò di quell'esitazione per far apparire delle corde attorno a noi che si strinsero fino a legarci mani e piedi.
Harry mormorava scuse su scuse, tentando di avvicinarsi disperatamente a me.
- Hermione, stai calma, lui ha detto che non ti farà del male. Non a te. - mormorò Nott, avvicinandosi piano a me. Lo guardai con odio, facendo pressione con le mani per allontanarmi da lui e raggiungere Harry.
- Lui? - domandai, spalancando gli occhi.
Theodore si guardò attorno, spaventato, ma non rispose. Sembrava stesse facendo di tutto per evitare i miei occhi. Dopo qualche secondo un raggio di sole fece capolino mestamente da quelle nuvole bianche piene di neve, illuminando il braccialetto di metallo al polso di Draco con cui giocherellava distrattamente. Forse attratto dal mio sguardo insistente si girò, fissando i suoi occhi nei miei. Occhi vuoti.
Un singulto si fece strada fuori dalla mia bocca non appena capii. Harry mi guardò preoccupato, spostando lo sguardo da me a Malfoy.
- Hermione? - tentò, con voce titubante.
- Harry, la Pietra della Morte. - risposi, incolore, con gli occhi spalancati.
Sul volto di Nott passò un lampo d'ira, subito sostituito da un'espressione delusa.
- E' troppo tardi, Hermione. - disse, alzando la manica del mantello per posare la bacchetta su un teschio nero, dalla cui bocca sgusciava un serpente dello stesso colore. 

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