Il
vetro lo aveva sempre affascinato, fin da bambino, quando nella bottega di suo
padre lo osservava soffiare attraverso un lungo tubo sottile, per modellare la
massa informe del vetro fuso.
(Incredibile come dalla sabbia si potesse ottenere
una cosa così bella… doveva essere una specie di magia, e ne era ancora
convinto, nonostante fosse ormai da tanti anni divenuto a sua volta mastro
vetraio)
I
bambini giocavano con le bolle di sapone; lui giocava con le bolle di vetro…
Bolle
di cristallo, dai riflessi iridescenti, bolle che invece di scoppiare si
raffreddavano lentamente, consolidando la forma che egli aveva dato loro. Ed ecco ampolle, bicchieri, bottiglie, vasi… Finemente decorati, e
dei colori più vari: verde, azzurro, blu, violetto…
Vere
opere d’arte.
In
fila sui suoi scaffali rilucevano come pietre preziose,
trasparenti e perfetti. Dame e gentiluomini erano affascinati dalle sue
creazioni: una boccetta per il profumo a forma di drago, in vetro rosso con
riflessi dorati; elaborati fiori che si avviluppavano a formare un elegante
centrotavola; un fiaschetto su cui si intrecciavano
tralci di vite dipinti con pazienza e maestria.
Ma
i suoi oggetti preferiti erano le clessidre; ne creava di ogni
forma e dimensione, e aveva sempre cura di mettere in ciascuna la medesima
sabbia che aveva utilizzato per realizzare il vetro.