Film > L'Era Glaciale
Segui la storia  |       
Autore: Continental Drifter    07/05/2013    3 recensioni
Soto si alzò in piedi. Lui era un gatto forte. La tigre forte si alzò, e diede uno sguardo malvagio al branco.
“Nove vite” sibilò malignamente, e le tigri gioirono.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Shira, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                                              2
Il branco stava riposando e progettando di fare così per circa un paio di sere. Diego e Sid erano ancora nella foresta e Ellie stava cominciando a preoccuparsi. Manny stava cominciando anche lui a preoccuparsi, sperando che stessero solo cercando del cibo. Crash e Eddie erano addormentati, dormendo accanto il piccolo falò che divampava ancora nel cielo del crepuscolo.
“Speriamo solo che tornino da laggiù.” Suggerì tranquillamente Ellie, e si arricciò su se stessa per dormire con la piccola baby Pesca.
Manny concordò, anche se le sue parole erano silenziose. Chiuse gli occhi stancamente e dormì, dimenticandosi della preoccupante situazione degli altri due nella foresta.
 
Nella foresta, Diego stava iniziando a dare leggermente di matto. Sid stava canticchiando una melodia e girava per la scura foresta, scegliendo deiversi frutti e bacche da masticare per godimento.
“Sbrigati, Sid,” ringhiò Diego, i suoi artigli che perforavano l’erba sulla terra.
“Dobbiamo tornare indietro ora. Qualcosa mi dice che qualcosa non a bene qui.”
“Oh, rilassati Diego,”sospirò Sid. “L’ho hai detto anche, non so, dieci minuti fa, e non è successo nulla.”
Diego continuò a dire a sé stesso che Sid, aveva ragione, ma in molti modi, era un po’ difficile da credere. Primo, Diego aveva sempre creduto nel suo istinto. Secondo, era difficile credere a Sid a volte.
“Bene, “ annunciò Sid, scegliendo una bacca viola da un verde cespuglio. “Andia-“
Improvvisamente, quattro grandi tigri dai denti a sciabola balzò fuori da ogni direzione. Ringhiarono e avanzarono, bloccando ogni via di fuga per i due. Diego marciò indietro, urtando Sid che tremava dietro a lui.
“OK,” disse Sid tranquillamente “Avevi ragione.”
Diego ringhiò verso le tigri, che lui conosceva molto bene. Direttamente di fronte a loro c’era un indignato Soto, che ringhiava e si avvicinava. Diego osservò un marchio sfregiato sui suoi fianchi , che capì venivano dalle stalattiti che lo avevano ucciso prima.
“Bene, bene, bene” sogghignò minacciosamente Soto “Che cosa abbiamo qui, ragazzi?”
Il branco sogghignò e rise maniacalmente. Diego lo sottolineò.
“Ho detto, CHE COSA ABBIAMO QUI?” ringhiò di nuovo Soto.
“Oh…Uh…Traditori…” Balbettarono le tigri inaspettatamente.
“Bene. Ora, Diego, mi ha dato otto vite. Hai anche perso il nostro cibo, perciò questo conta una vita. Inoltre, mi hai tradito. Questo conta due vite. Hai otto vite anche tu adesso, giusto? Bene, i tuoi errori arrivano a tre. Fai il conto, Diego. Quante vite hai ora?”
Diego ci pensò e stava per rispondere qualcosa quando Sid gridò notevolmente.
“Avrebbe cinque vite!”, esclamò Sid.
“Sta zitto, bradipo!” ringhiò Diego, infastidito.
“Giusto,”concordò Soto e forzò Diego a sbattere contro una parete di roccia. Non c’era scampo per Diego e Sid. Cosa sarebbe successo?
”Ora, ragazzi,” disse Soto, la freddezza nel suo tono incredibilmente forte. “Prendete il bradipo. Ma lasciatemi Diego. È tempo per me e te di farlo.”
Il branco afferrò Sid e lo portò via, lasciando Diego che stava cercando disperatamente una via di fuga. Non poteva combattere Soto, o ciò avrebbe portato una fatalità. Poi, quando Diego aveva perso tutte le speranze, Soto sollevò la sua zampa e fece un lieve ringhio…poi la mosse per ferire Diego.
Diego si preparò al dolore, ma non sentì nulla. Si sforzò per aprire gli occhi e vide Soto lottare per alzarsi e Shira che lo inchiodava all’erba.
“Stai lontano da me, Shira”, ringhiò Soto.
“Perché non ti allontani da Diego?”, ringhiò Shira di rimando.
Diego notò una nuova ferita che correva sul suo volto. Stava sanguinando e sembrava dolorosa. Realizzò che quando Shira era venuta a salvarlo, Soto aveva graffiato Shira, invece che lui.
“Lo sai, Shira, non mi sei mancata del tutto,” ringhiò Soto. “Da quando sei scappata non mi sei mai mancata. Infatti, ho scoperto che sei scappata solo recentemente. Perché non prosegui sulla via che hai preso e non mi lasci in pace? Tutti ti odiano e nessuno ti vuole.”
“Mia madre di solito mi diceva qualcosa. Mi diceva, “Se ami qualcuno, devi stare vicino a loro per sempre.”” Disse Shira con voce tranquilla. Lanciò un occhiata a Diego e gli diede un pallido sorriso. Tornò a suo padre.
“Ho pensato spesso che avrebbe dovuto dirtelo.”
Soto ringhiò, ma sembrava ferito. “Avevo le mie ragioni.”
“Ragioni!” ripeté Shira sarcasticamente. “Hai dovuto lasciare mia madre per andare lontano a uccidere alcune creature. Non potevi essere lì quando ne aveva bisogno. Non potevi essere lì quando si è ammalata. Non potevi essere lì quando è morta! Per quanto mi riguarda, non ho mai creduto che tu non potevi, ho sempre creduto che tu semplicemente non volevi! Perciò, quando è morta, oh, certo, è stato in qualche modo un mio sbaglio. Tu non eri lì, io ero un cucciolo ed ero spaventata.”
Soto si alzò e spinse Shira giù. Le diede una lunga, fredda occhiata.
“Ero una tigre. Le tigri pensano a sé stesse.”
“Questo non è vero!”
“Come potresti saperlo?Sei stata in uno strano branco per mesi, probabilmente.”
“Se ho imparato qualcosa nello stare in questo branco, direi che in un branco ci si protegge a vicenda, non importa cosa accada,” disse Shira. “Tu proteggi il tuo branco, ma non hai mai protetto la tua stessa famiglia.”
Soto ringhiò a Shira. Diego fece un passo avanti fiducioso e fissò Soto, furioso.
“Ho sempre saputo che c’era qualcosa di sbagliato nel branco. Ho sempre sentito che qualcosa mancava e non mi sembrava di averlo. Ma so cos’è,” Disse Diego. “La fiducia. Non potevo mai fidarmi di te. Non mi sono mai fidato di nessuno. Sei sempre tornato indietro sulle tue promesse e le tue bugie.”
Soto fissò Diego e cominciò a parlare. Non importava cosa diceva, non aveva senso. Era un bugiardo, un truffatore e nulla avrebbe rischiarato il buio in lui. Aveva fatto così tanti sbagli ed era responsabile di tutto, ma semplicemente non l’avrebbe accettato.
“Ero il leader del branco. Voi altri dovevate obbedirmi! Io sono il tuo leader e tu obbedisci a me e muori!”, urlò Soto. “Ero il leader di un branco e di una famiglia!Che cosa ti aspetti?”
“Non la pensavi così!” urlò Shira di rimando. “Non hai mai riconosciuto il fatto che fossi un leader! Venivi a malapena a casa e noi a malapena mangiavamo!Metà dei miei fratelli sono morti perché tu non c’eri!Eri troppo impegnato ad amoreggiare lontano nella neve, intorno al mondo, terrorizzando umani per vendetta!”
“Questo non è vero!”, urlò Soto.
“LO E’!” urlò Shira. “NON TE N’E’ MAI IMPORTATO! NON HAI MAI AMATO NESSUNO!NON ERI AFFIDABILE! COME HAI POTUTO FARLO?”
Soto fissò Shira e si arrampicò su una scogliera. “Hai detto abbastanza, leopardo delle nevi. Ora vattene, o ti ucciderò.”
“Non potrai mai accettare il fatto che eri semplicemente un cattivo marito,”ringhiò Shira, e lei e Diego se ne andarono, lasciando Soto ferito e in realizzazione.
Era vero tutto quello che avevano detto. Non era mai a casa, non aveva mai voluto essere a casa, non aveva una risposta ragionevole. Era una tigre egoista e niente gliel’avrebbe mai fatto realizzare. Perciò quando era tornato a casa e Shira era tutta sola con la sua madre morta, lui era colpevole e aveva biasimato Shira per questo, per averglielo fatto credere.
“Che cosa hai fatto?” ricordò che aveva detto a Shira, che stava singhiozzando.
“Mamma si è ammalata, papà! Dove eri tu?”aveva urlato Shira.
Dove eri tu?Le parole rimbombarono nella sua mente come un gong, piantate per sempre. Il suo viso sconvolto e il panico che l’avevano macchiato.
Dove eri tu? Ero al Passo dei Ghiacciai, uccidendo un cervo. Il panico si chiuse su di lui quando ricordò. Tutti quei viaggi fatti col branco e non aveva mai portato nulla a casa. Niente cibo. Avevano sempre dovuto cacciare per loro stessi. Aveva sempre preso la carne col suo branco, ma mai con la sua famiglia.
La vita fa male, davvero.
Ma c’è un modo di fare le cose giuste?
No.
Non nel suo caso, pensò.
Era sbagliato e cattivo in tutti i sensi. Aveva provato a uccidere Diego che aveva peccato nel proteggere un amico. Non era mai stato a casa per la sua famiglia. Aveva lasciato sua moglie morire. Soto lottò per ridiscendere il bordo della scogliera. Sua figlia era cresciuta per essere una ragazza forte.
Era fiero? Era sua figlia, ma la vedeva come una nemica. Non aveva nessuna simpatia per lei.
Soto guardò giù dalla scogliera.
“Dovrei?” si chiese. “Dovrei uccidermi per gli sbagli che ho commesso?”
Fissò la lunga discesa che stava progettando di fare. Si rispose da solo.
“No.”

OK, scuso il ritardo ma non avevo proprio voglia di continuare.
Bè, mancano solo due capitoli e presto non avrò più questo onere.
Pensavo di tradurre altre storie di altri autori, ma forse mi fermerò per scrivere un po' di più per scrivere sul mio canale, su cui non ho scritto più sopratutto per mancanza di voglia.
Comunque, ringrazio annina155 e TeenAngelsRbd per le recensioni, e la seconda perchè ha recensito tutte le mie(per modo di dire) storie.
So che probabilmente ci sono molti sbagli, am meglio di così non potevo fare.
Ah, e non prendetevela con me per la "baby Pesca" che è molto fuori tempo visto che quando Diego e Shira si sono conosciuti era una teenager,l'ha scritto l'autrice\ore!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > L'Era Glaciale / Vai alla pagina dell'autore: Continental Drifter