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Autore: Nanek    07/05/2013    3 recensioni
Quella città, era l’album dei loro ricordi: quei posti, quei locali, avevano una traccia di loro, avevano qualcosa da ricordare, qualcosa da far tornare in mente, qualcosa che li faceva tornare indietro, nei loro ricordi, nel loro passato.
-Ti va di andare a passeggiare un po’?- gli chiese lei, abbracciandolo.
-Non è che ti affatichi troppo?- rispose lui.
-Sono incinta, non decrepita- rise lei, facendolo sorridere a quella risposta.
Si presero per mano e si avviarono per le vie di quella piccola cittadina, che lei aveva tanto odiato, ma che le aveva fatto conoscere la persona più importante della sua vita.
Passarono davanti a quella scuola, la scuola che li aveva fatti incontrare.
Lei si strinse più forte a lui; -Chi l’avrebbe mai detto che la scuola sarebbe stata utile?- chiese lui ridendo.
-Non ti viene voglia di andare a salutare la preside?- chiese lei.
-Non metterei piede dentro quella scuola per nessuna ragione al mondo.-
-Come sei gentile amore mio-
-Non mi serve più la scuola per vederti, a me basta trovarti a casa-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

Parla con me, io ti ascolterò


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Vanessa continuava a sistemare, e dopo circa un’ora e mezza, si riteneva soddisfatta della piega che stava prendendo il suo lavoro.
C’erano parecchie cose da buttare, altre da conservare: come un piccolo scatolone, appartenente a suo cugino Alberto.
La scritta “se volete morire aprite”  la faceva ridere.
Lo aprì, anche se conosceva bene il contenuto di quella scatola: vecchie divise sportive, trofei, medaglie, cappellini, tutte cose che Alberto aveva vinto prima e dopo il trasferimento, e che aveva lasciato lì in Irlanda.
Trovò inoltre, una specie di rivista: la stessa che Alberto aveva sfogliato più volte, per poter fare l’ultimo anno di liceo all’estero.
Ricordava bene il giorno in cui glielo disse, era passata circa una settimana dal ballo scolastico, e lei, si era beccata l’influenza, o così si giustificava.

***

-Dai apri malata!- urlava il rosso, battendo al portone principale della casa gialla.
-Ehy scalmanato, c’è gente che sta male qui- lo accolse Vanessa, ancora in pigiama, i capelli arruffati, il viso pallido, gli occhi gonfi.
-Apri bene le orecchie mia cara: vado via!- esultò lui, varcando la porta e sedendosi sul divano, sbandierando un giornaletto.
-Scusa?- si limitò a dire lei, il viso confuso.

Si sedette accanto a lui, per capirci qualcosa, e lui, cominciò a raccontare.
Quello stesso giorno, la preside aveva organizzato un’assemblea, durante la quale, aveva annunciato la possibilità di fare un anno all’estero, andando a scuola, imparando una lingua nuova e vivendo in famiglia.

-Tanto tu l’anno prossimo non sei più al liceo, e io resterei solo, un bell’anno fuori non mi farebbe male!- continuava lui, fin troppo entusiasta all’idea.

La sua meta l’aveva già scelta.

-Spagna!- annunciò lui, con gli occhi che brillavano, sotto lo sguardo triste della cugina, che prendeva quelle parole come un abbandono.
-E le famiglie sono molto ospitali, la preside ci ha fatto vedere vecchie foto.. e le ragazze non sono mica male- ammiccò il rosso, facendole l’occhiolino.

Continuava a parlare a raffica di quel progetto, come se fosse diventato la sua ragione di vita, non vedeva l’ora di compilare moduli e carte, fare i bagagli e sparire.

-Non per sempre, sto via solo sei mesi- cercò di calmarla, anche se quel numero la metteva solo più a disagio.

Sei mesi.
Sei mesi senza di lui.

-Beh allora? Non mi dici nulla?- chiese, guardandola negli occhi.

Lei si buttò tra le sue braccia.

-Sono felicissima per te!- gli urlò nell’orecchio, facendolo ridere.

Non capiva perché stesse mentendo a suo cugino, non capiva perché gli stesse dicendo il contrario di quello che sentiva davvero, ma si sentiva in dovere di farlo.
Dentro di lei, si sentì vuota, come se una parte di lei stesse per partire, per sei mesi, e non sarebbe ritornata prima.
Si sentiva già incompleta, nonostante suo cugino le avesse assicurato che sarebbe partito a settembre.

-Parto tra un bel po’ direi! Siamo appena a febbraio!- l’aveva rassicurata.

Ma non le importava, sapeva che quel tempo che le restava sarebbe volato, sapeva che lei ne avrebbe sofferto parecchio.
Non andava in guerra, e non stava morendo, ma suo cugino, la stava lasciando, per sei mesi, quando dal loro trasferimento, non era ancora passato un anno.

Come poteva andarsene di già?
Come poteva davvero lasciarla lì in quell’isola?
Come aveva potuto pensare una cosa simile?
Come avrebbe fatto lei senza di lui? Senza il suo strimpellare il campanello per tre volte per farsi riconoscere? Con chi avrebbe passato le notti insonni? Come poteva andarsene così lontano, ora che erano vicini di casa? Come poteva andarsene? Come avrebbe fatto al pub senza di lui? Che poi, lei avrebbe continuato a lavorare per Roxy?

Ma soprattutto: come poteva decidere di partire quando lei ancora non sapeva che fare con Niall?

Si sentiva una piccola egoista a pensare tutte quelle cose, a porsi tutti quegli interrogativi, mentre lui era al settimo cielo, e la prima persona a cui si era rivolto, era stata lei.
Lo guardava, e cercava di simulare un finto entusiasmo, per non deluderlo.
Lo ascoltava, e gli faceva domande.
Cominciava già con le raccomandazioni.

-Ma stai attento quando vai lì eh, cerca di non farti amici strani, mi raccomando di notte, testa sulle spalle, ma in funzione! E non ubriacarti di sangria, e soprattutto, studia-

Gli ripeteva, come se fosse sua madre; lui rideva di lei, e si limitava ad assecondarla.

-Ma soprattutto, scrivimi- concluse, cercando sempre di non perdere il suo sorriso.

Lui abbassò lo sguardo, e le sussurrò un –Ogni volta che posso- e le lanciò un cuscino in testa, facendole cadere gli occhiali lungo il naso.
-Ehy!! Se me li rompevi ti ammazzavo!- lo minacciò lei, ridendo.
-Sto morendo di paura!! Guarda ho la tremarella- e fece tremare le mani, ridendo.

Lei si avvicinò ancora una volta, abbracciandolo di nuovo.
-Mi mancherai- gli sussurrò, sentendo come risposta, solo le braccia di lui più strette al suo corpo.
Quando si ritrovarono di nuovo faccia a faccia, lui le chiese quando avesse intenzione di tornare a scuola.

-Sono malata- tagliò corto lei, anche se di malato non aveva nulla.
-Tu stai benone, fingi di stare male. Non puoi stare qui in eterno, come fai a essere promossa?- continuava lui, mentre lei si fissava le mani.
-Qualcuno ha chiesto di te..- ammiccò lui, richiamando la sua attenzione.
-Chi? Chi?- chiese, con fin troppo entusiasmo, gli occhi puntati su suo cugino.
-Zayn- rispose lui, ridendo, e facendola sentire stupida.

Lei sbuffò, sentendo il rossore invaderla.

-Chi ti aspettavi?- le chiese lui, notando il suo disagio.
-Nessuno- tagliò corto di nuovo, sentendosi un crampo allo stomaco, e fissando il vuoto.
-Non chiede.. ma guarda di nascosto se uno zaino giallo mi tiene compagnia al mattino.- confessò il rosso.

Lei voltò lo sguardo verso di lui.

-Chi?- sussurrò.
-Indovina- sbuffò lui, come se la risposta non fosse abbastanza ovvia.

Lei sospirò, e lui, intuendo il suo nervosismo, la precedette –Niall, stupida, chi se no? Conor?-

-Sai com’è, è lui con cui sto insieme- sputò lei, vergognandosi a morte di quelle parole, che suonavano amare nella sua bocca.
Lui si lasciò scappare un sospiro fin troppo rumoroso.

-Scusa- continuò lei –Non so perché l’ho detto, forse perché.. mi sembra impossibile che Niall lo faccia- confessò, abbassando lo sguardo, rattristandosi.
-Cosa stai aspettando a sistemare il tutto? L’illuminazione?-
-Non so cosa fare, mi sento una stupida.-
-Potresti cominciare lasciando Conor-
-Questo non mi aiuterebbe a sollevarmi di morale, tu non capisci, nessuno capisce quello che sto passando, nessuno lo sa cazzo!- urlò lei, presa dalla rabbia.
-E cosa staresti passando scusa? E non serve alzare la voce, sei peggio delle bambine- la rimproverò lui, cercando di stare calmo.
-Va a casa Alberto, devo dormire.- rispose secca, correndo su per le scale e sbattendo la porta.

 
Si buttò sul letto, di peso, e sbuffò rumorosamente.

Nessuno mi capisce, nessuno. Si ripeteva nella sua mente, mentre fissava un punto indeterminato del pavimento.

Cominciò a pensare, cominciò nuovamente a ripensare a tutto quello che le stava succedendo: lo aveva fatto più volte, quella settimana, e non sapeva che decisione prendere.
Non voleva l’aiuto di nessuno, anche perché sia Zayn che Alberto le dicevano solo di lasciare Conor, senza prendere in considerazione quello che lei provava, senza considerare il fatto che lei, si sarebbe sentita in colpa da morire.
Continuava a pensarci, a pensare alla figura di Conor, lei e lui.

Non capiva perché continuasse a stargli dietro, non lo capiva, o forse, non voleva capirlo: non voleva ammettere a se stessa che come coppia avevano fallito, non voleva ammettere che tra loro era tutto finito, da un po’ di tempo, non voleva ammetterlo e non ne capiva il motivo.
Forse il senso di colpa, forse gli occhi di Conor che la supplicavano di non lasciarlo le facevano ancora un effetto strano.

Il suo flusso di pensieri, passò dagli occhi di Conor, agli occhi di Niall, senza un particolare motivo, ma cominciò a pensarci.
Ripensava a tutto quello che aveva passato con lui, dal loro incontro ravvicinato al bar, in particolare, che era il giorno che segnò l’inizio di tutto quello che stava vivendo.
Da quell’incontro, Niall la guardava con occhi diversi, la riempiva di attenzioni che lei notava bene, e che, non sapeva neanche lei perché, assecondava, senza evitarle, anzi, incitandolo a fare sempre di più.
Le cose andavano prendendo una piega sempre più pericolosa per il suo rapporto con Conor, e il culmine, lo aveva raggiunto con quel bacio rubato a scuola, davanti agli occhi di tutti, con il casco di Niall ancora sulla testa, un bacio che invece di turbarla, per i problemi che avrebbe potuto avere con Conor, l’aveva solo fatta sentire strana, sensazioni nuove, positive, come quando si è innamorati.

Da quel giorno, lei si era completamente affidata a Niall.
Si era lasciata andare completamente, quella sera alla cattedrale, durante quella lezione di spagnolo, quella sera dopo il karaoke, quel giorno che lui l’aveva invitata al ballo: si era lasciata andare, si era lasciata prendere da quel biondino, che la considerava la persona più importante del mondo, che sapeva farla sorridere, con i suoi biglietti incollati al suo banco, con i suoi sguardi dolci, le parole sussurrate, i brividi che le provocava quando le loro mani si sfioravano, per poi unirsi, intrecciando le dita tra loro, come se fossero fatte per stare insieme.

Ti voglio bene. La voce di lui le rimbombava nella testa, la sua bocca vicina al suo orecchio, e quelle parole, che la facevano arrossire pure in quel momento, su quel letto.

Pensava agli occhi di Niall, al loro modo di guardarla, pensava a quello sguardo, che non le aveva mai fatto capire quanto fosse triste, visto che lei non si decideva a prendere una scelta definitiva, ma che comunque, non l’aveva ancora lasciata andare, come se il suo sguardo fosse ciecamente affidato alla speranza di riuscire a tenerla per sé.
Ma quello sguardo, era riuscita a deluderlo, era riuscita a farlo soffrire, per la sua stupidità.
Ripensava a quel giorno, l’ora di pranzo, quando lei si presentò sotto casa sua per dirgli del suo cambiamento di programma: quegli occhi, che la guardavano con disprezzo, che non le avevano dato il tempo di spiegare, che lasciavano trasparire la delusione e la tristezza di quel momento.
Si sentì di nuovo un nodo in gola al pensiero.

Se potessi tornare indietro. Pensava, e si chiedeva cosa avrebbe fatto.

Si sarebbe davvero presentata sotto casa di Niall per dargli buca? Oppure no?
No. Si ripeteva, e cominciò a pensare a come sarebbero potute andare le cose: lei al ballo, con l’unica persona che meritava di starle accanto, l’unica persona che l’aveva fatta sentire bene in quel periodo, l’unica persona che riusciva a intenerirla, solo lui: Niall.
Pensava, a loro due, mentre ballavano, pensava al suo profumo che la travolgeva, pensava al suo sguardo dolce che la fissava, pensava alle sue mani che la tenevano stretta a sé.
Quelle immagini la stavano assillando, la torturavano, e le facevano venire le lacrime agli occhi.

Come ho potuto fare questo casino?. Si mise le mani negli occhi, che lasciavano via libera alle lacrime.
Ma perché piangeva? Perché?
Scusami Niall. Continuava a ripetersi.

Quando i singhiozzi cessarono, si rese conto di quello che i suoi occhi cercavano di non vedere.
Come poteva piangere per un altro che non fosse Conor? Perché piangeva per Niall e non per il suo rapporto che andava a rotoli?
Perché Conor è un coglione. Pensò, mentre si tirava su dal letto, e cercava freneticamente quei biglietti che custodiva nel suo cassetto: i biglietti che Niall le aveva incollato al banco.

Li leggeva, arrossiva, sorrideva, e come se quei biglietti fossero l’illuminazione che lei stava aspettando, un pensiero la travolse.
Delle frasi, in quel momento, la stavano tormentando, entrambe appartenenti a un uomo a cui lei aveva dato fiducia, uno scrittore che la incoraggiava a cercare tra i visi che la circondavano, quello del ragazzo che meritava il meglio di lei: Nicholas Sparks.
Il motivo per cui lei e Conor non potevano stare insieme era così semplice, così palese, che lei non lo capiva: lui non era il meglio di lei, lei non era destinata a lui.

Un ragazzo là fuori è nato per essere l'amore della tua vita, il tuo migliore amico, la tua anima gemella. Cresci pensando che la favola sia vera e, soprattutto, credi di avere il diritto a viverla anche tu. Si ripeteva dentro di lei.

Quel ragazzo di cui Sparks parlava, non era Conor, non poteva essere Conor, il ragazzo che lei cercava non baciava la sua migliore amica, neanche per un gioco, il ragazzo che era destinato a lei, non le faceva sparire il sorriso, il ragazzo destinato a lei, non le faceva sentire quel senso di colpa e di tristezza che lei provava quando stava con Conor.
Pensieri nella sua mente si facevano più vivi: Niall era la soluzione, Niall era l’unica cosa che realmente importava, e che meritava di avere uno spazio importante nella sua vita.
E lei era stata cieca, e lei tentava di nascondere quello che sentiva per lui.

Lui è quello di cui ho bisogno. Si ripeteva, mentre ripensava al suo sorriso, mentre pensava a lui appoggiato al suo cancello, pronto ad aspettarla, pronto a travolgerla.
Sapeva di averlo ferito, sapeva che non sarebbe bastato un “mi dispiace” a sistemare le cose, ma doveva cominciare in qualche modo, doveva riprendere quella strada verso Niall, che aveva interrotto per una sciocchezza.
Sapeva che avrebbe dovuto fare molto di più, per poter esser perdonata, e il primo passo che fece fu quello di mandare un messaggio a quel contatto: Conor.

“sta sera da me, starò veloce, alle 9, devi esserci. È importante”

Non una parola di più, non una parola di meno, e lo inviò.
Avrebbe oltrepassato i limiti pur di rimediare, avrebbe fatto l’impossibile per non lasciar scappare Niall, per non allontanarlo più dal suo cammino: lo giurava a se stessa, e si sentiva quasi sollevata al pensiero.
Scrisse in seguito un ulteriore messaggio, che arrivò alla casa accanto alla sua.

“ Conor viene qui alle 9. Lo farò, ti voglio bene Alby”

 


 
Note di Nanek

*non uccidetemi*
Lo so, sono in mega ritardo, ma dovete perdonarmi, ero via per una settimana =)
Questo capitolo è molto introspettivo, spero non vi abbia annoiato troppo =)
E speriamo che Vanessa si decida a fare la cosa giusta =) che dite voi? Niall la perdona o no questa fanciulla? Chi lo sa ;)
Che dire? Per l’altro capitolo mi aspettavo un po’ più commenti.. era abbastanza scioccante, e pensavo che ci fossero recensioni più cattivelle per la nostra protagonista..
Ad ogni modo, cominciamo a ringraziare le nuove arrivate =)

Grazie a voi, che già vi adoro, per aver messo la mia storia tra le preferite =) : its_Totally_makayla  e _Vas Happenin <3 grazie mille =)
Grazie a te, che ti adoro, perché leggere le recensioni mi rende davvero felice =) : Dramione_lol   <3 grazie mille =)
Ma grazie a tutte voi, lettrici silenziose =) le vostre visite mi rendono felice =)

Spero di leggere qualche commentino in più =) io aspetto <3
A presto!
Nanek

 
 
  
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