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Autore: barbabietoladazucchero    07/05/2013    1 recensioni
- Ehi, splendore!- mormora con la sua voce roca. Ora, se una voce potesse ingravidare, sarei già incinta di 3 figli.
- Mr. Styles… - replico, in modo leggermente lascivo. Le sue labbra si fiondano sulle mie e mi bacia come se fossimo sul set di “9 settimane e mezzo”: orgasmo raggiunto in meno di 5 secondi.
Essere la compagna di Phil Styles ha i suoi vantaggi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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-36 ore e 18 minuti- sospiro con gli occhi fissi sul soffitto. –Devo resistere solo 36 ore e 18 minuti-.
Sono le 7.12 di giovedì mattina, Phil è partito da 45 minuti e io sono in uno stato catatonico perché non ho chiuso occhio tutta notte.
Giovedì. Oggi è il giorno in cui devo passare in clinica.
Ogni secondo giovedì del mese vado a far visita a mio padre al Maudsley Hospital, una clinica psichiatrica, in cui è rinchiuso da sette anni. Non che la mia presenza faccia alcuna differenza per lui: ha la mente completamente fottuta dall’odio e dai farmaci sedativi, metà delle volte non mi riconosce e l’altra metà mi insulta senza pietà. Nessun mio collega, amico o vicino di casa sa della mia – e della sua – situazione, solo Phil; non perché tengo alla mia privacy o alla privacy di mio padre, ma perché me ne vergogno. Mi vergogno come una ladra di essere la figlia di quel bastardo depresso del cazzo. Belle parole per una laureata in psicologia, vero? Bè, sfido chiunque a parlare bene di un ammasso di merda che abbandona la propria figlia di sette anni perché non riesce neanche a guardarla in faccia dopo la morte della moglie.
La mia visita a sua maestà Il Coglione è un modo per pagare i miei debiti e mettere a tacere la coscienza, che sento sporca da diciotto anni, da quella maledetta sera.
La pressione nella mia vescica mi costringe a interrompere questi pensieri che portano solo rabbia e angoscia; vado in bagno portando con me il mio outfit per la giornata: skinny jeans chiari – che su di me non sono propriamente skinny -, stivaletti marroni, maglietta bianca e scalda cuore nero con manica a tre quarti. Trucco inesistente se non per i quintali di fondotinta che ricoprono il mio polso sinistro, in modo da coprire quel piccolo segno in grado di sconvolgere mio padre: il tatuaggio. È una stella che contiene la lettera “E”: semplice, piccolo, ma in grado di sconvolgere un’intera relazione.
Scendo le scale, la casa è immersa nel silenzio. Stamattina non sono in vena di sarcasmo, quindi evito di fare osservazioni sulla mancanza di quel portatore sano di pidocchi nella mia cucina.
Guardo fuori dalla finestra: cielo nero. Si prospetta davvero una bella giornata.
Esco senza fare colazione e vado al lavoro; oggi ho solo un cliente, e appena finisco, chiamo un taxi e mi avvio verso il Maudsley.
 
Arrivo alle 11.30 e mi preparo mentalmente ai venticinque minuti di insulti che riceverò.
Solita stanza bianca, solito tavolo bianco, solite sedie in legno e solita faccia pallida e dura.
-Ciao Grant- mi rivolgo a mio padre mentre mi siedo senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi: nero pece. Proprio come quelli di Phil, eppure così diversi: sono vuoti, privi di qualsiasi emozione, ma allo stesso tempo pieni di odio e di rassegnazione.
A differenza delle altre volte non urla, non insulta e non prende a pugni il tavolo: sta in silenzio e mi fissa, come se potesse trasmettermi tutto lo schifo che prova. Resisto dieci minuti con il suo sguardo addosso, poi esco di corsa dalla stanza, dal corridoio, dalla porta e dalla clinica.
Mi considero una persona forte: gli insulti non mi feriscono, posso sopportare gli schiaffi e considero le critiche sempre costruttive. Ma non posso sostenere il peso dello sguardo di mio padre; non importa quanti psicoterapeuti, poliziotti e amici possono confortarmi sul fatto che io non ho nessuna colpa, Grant mi farà sempre sentire un’assassina.
Corro come una disperata lungo la via, quando all’improvviso mi scontro con qualcuno e per poco non cado rovinosamente a terra. Alzo lo sguardo per maledire il malcapitato nella situazione, ma incontro due occhi blu che mi investono del calore di cui ho bisogno. Niall.
-Ciao Beth! Stai bene? Sei tutta rossa… e affannata… e sudata- mi chiede confuso con un sorriso smorza-respiro.
E non so perché, ma crollo. Tutta la tensione, la delusione, la paura, la tristezza, la disperazione che ho tenuto dentro per sette anni si riversano su Niall. E inizio a raccontare tutto a una persona che non conosco e a cui probabilmente non interessa niente della mia vita: ma forse è proprio questo il bello. Vomito parole su parole, sommergo di informazioni qualcuno che non sa niente di me e che non può giudicarmi, ed è dannatamente liberatorio.
Parlo di mia mamma, di Stella, di mio padre, dell’Italia, dell’incidente, dell’abbandono, dell’Inghilterra, di mia nonna, della clinica, della droga e di Phil; tutto questo mentre siamo in piedi, in mezzo a una via, nel sud di Londra, con i paparazzi attaccati al suo sedere.
Il mio monologo finisce, mi sento completamente vuota. E mi piace.
-Scusa Niall. I-io non so perché ti ho detto tutto questo, avevo bisogno di sfogarmi e tu sei apparso, magicamente! Ti hanno mai detto che sei un buon ascoltatore? Perché lo sei, e grazie, e scusa io…- dico a macchinetta.
-Ehi, ehi! Calma!- mi interrompe- Sì, mi hanno già detto che sono bravo ad ascoltare- mi dice con un sorrisetto –Ma, wow…Cioè, non ‘wow’ nel senso di ‘fantastico’. È che non so cosa dire, cioè, mi-mi dispiace…- continua imbarazzato.
-No Niall, non devi dire niente. E soprattutto non devi dirlo a nessuno. Scusa, ancora. Non sono riuscita a trattenermi, tu devi stare sereno, niente di grave, cioè, più o meno…- riprendo a macchinetta -Ora scappo, ehm ciao!- idiota. Dio, che stupida.
Hai bisogno di sfogarti, Beth? Benissimo. Comprati un cane, o vai da un cazzo di analista! Non soffocare un povero cantante di fama mondiale, che non ha fatto niente di male se non essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Decido di sfondarmi di cioccolato, e prima di chiamare un taxi che mi riporti a casa compro tre tavolette di fondente.
 
Sono seduta sul divano con in mano una tazza di tisana diuretica; due tavolette sono già al sicuro nel mio stomaco, sono andate giù che è un piacere. La prossima volta che mi lamento perché non mi entrano i jeans dell’anno scorso sono autorizzata ad auto-padellarmi in faccia. Mentre seguo una stupida telenovela spagnola, Morfeo mi costringe a dargli ascolto, e crollo sul divano.
 
POV HARRY
 
Esco dallo studio di registrazione e mi imbatto in un Niall piuttosto scosso.
-Tutto bene amico?- domando.
-Ho appena avuto una strana conversazione, bè conversazione mica tanto, visto che ha parlato praticamente solo lei… Ecco perché usciva dal Maudsley…-
-Lei chi?- chiedo.
-Beth…- oh, fantastico. Quella ragazza è una persecuzione.
-E bè, era abbastanza sconvolta. Cavoli, mi ha detto di quelle cose da far rizzare i peli del pube!-
-Non sapevo nemmeno che li conoscessi certi termini- commento ammirato. –Perché era sconvolta? Hanno finito le patatine da Burger King?- commento ridendo, mentre Niall rimane sconcertato.
Ok, ci sono andato giù un po’ pesante.
-Comunque io per oggi ho finito, torno a casa di Phil, salutami gli altri. Ciao bello!- dico mentre gli do una pacca sulla spalla.
-Vacci piano con lei, Hazza. Ne ha passate tante.-
-Sì e se n’è anche passati tanti- commento più acido che mai. Che sia chiaro: non mi rovinare la famiglia, o io rovino te.
 
Tre quarti d’ora dopo, varco la soglia del portone; in salotto c’è la tv accesa e trovo Beth accoccolata sul divano profondamente addormentata. “È ora di passare all’attacco, ma prima devo capire cosa diavolo è il Maudsley” penso prendendo il mio telefono.

Wow, roba che scotta.
-Sveglia sveglia- la scuoto delicatamente.
-Urgh, che cazzo vuoi Styles?- uh, bon jour finesse
-Che modi. Ti hanno dato i farmaci sbagliati in clinica?- chiedo ingenuamente.
Apre gli occhi di scatto e si tira su a sedere completamente furiosa, anche se non vuole darlo a vedere.
-Che cazzo ne sai della clinica?- mi chiede.
-Ho i miei informatori. Sapevo che eri una arrampicatrice sociale in cerca di soldi e fama, ma non pensavo che fossi anche pazza.- continuo godendomi il momento. –Allora? Che disturbo ti hanno diagnosticato? Bulimia? Personalità multipla? Schizofrenia?-
È diventata completamente rossa. È furiosa, e si vede. Insomma, ho fatto centro.
-Vuoi sapere la diagnosi? Eccoti accontentato: il 27 ottobre di sette anni fa hanno diagnosticato a mio padre il disturbo istrionico di personalità, unito a un disturbo depressivo maggiore con tratti antisociali perché incline alla violenza. Ti basta? O vuoi anche sapere che è ricoverato perché ha cercato di darsi fuoco in un asilo pieno di bambini? O forse vuoi sapere che il motivo principale per cui è impazzito sono io e che non mi rivolge più la parola da diciotto anni? Facciamo così, Mr So-tutto-io: la prossima volta ti porto in clinica, così parli con mio padre e sarà lui a riferirti quanto io sia insignificante, inutile e colpevole; poi magari fate amicizia e insieme cercate un modo per farmi impazzire dai sensi di colpa. Che ne dici? Ti piace l’idea?- mi dice tranquillamente, senza lasciar trasparire un’emozione. Però si capisce che è incazzata e addolorata allo stesso tempo.
Cazzo. Questa volta ho esagerato per davvero.
-Ehm…- provo a dire.
-Non aprire più quel culo che ti ritrovi in faccia, Harry. Sei un verme, non mi stupisco che tuo padre ti abbia lasciato.-
Ouch.
Si alza dal divano e fa per andarsene, ma poi ci ripensa.
-Complimenti Styles. Sei riuscito a farmi abbassare al tuo livello.- dice -Ah, e la prossima volta procurati degli informatori che sappiano la storia per intero: così fai più bella figura.- esce dal salotto, si avvia in corridoio e sbatte la porta di casa. Un tuono squarcia il cielo facendomi rabbrividire.
Questa volta Harry, l’hai fatta grossa.
 
 

Nobody said it was easy, 
It's such a shame for us to part. 
Nobody said it was easy, 
No-one ever said it would be this hard, 
Oh take me back to the start. 


 

Ciao ciao!
Capitolo un po’ impegnativo, forse un po’ troppo per come l’avevo programmato. Scusate la pesantezza!
Grazie a chi l’ha messa nelle preferite e chi nelle seguite! :)
Enjoy my story.
B.
  
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