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Autore: Lol_96    07/05/2013    3 recensioni
In un mondo dove ogni uomo è destinato ad ucciderne un' altro, come si può sopravvivere? E se qualcuno si ribellasse al vincolo di sangue imposto dalla società?
Sono io quel ragazzo. Sono io quello che rinuncia a tutto per combattere una società macchiata dal sangue dell'omicidio.
Io, un diciassettenne con la voglia di cambiare, un animo anticonformista pronto a combattere in quello in cui crede fino alla morte. E sarà cosi.
Finché qualcuno non metterà un punto a tutto questo odio io ci sarò, combatterò per i miei ideali.
Un ragazzo fuori posto il cui riflesso non piace a se stesso, figurarsi agli altri.
Un ragazzo un po' confuso da tutto quello che sta succedendo, che sta cercando il proprio posto.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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II



Mi sento chiuso in un carcere, le sbarre davanti agli occhi e le mani su di esse.
Ho bisogno di parlare, ma anche se mi obbligassero non lo farei.

Io sono così.
Porto una maschera,una di quelle che con il passare del tempo ti si attacca addosso, e credi di essere la persona che non sei.
Parlo tanto ma poi non agisco.
Il mio sorriso è falso ed io con lui.

Se mi chiedeste di parlare di me lo farei, parlerei per ore, ma ometterei la parte più importante. Ometterei il vero me.
Ora, caro lettore, sappiamo entrambi come andrà a finire. sappiamo tutti e due che io parlerò, tu mi ascolterai ed io mentirò.
Perchè sono fatto così. Ed il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Cado a  picco come un masso. Caduta libera. Solo che invece di toccare terra, la mia corsa continua. Diventerò un masso, freddo ed estraneo, che si perde nei meandri della foresta della mia mente. 

Sono stufo di fingere di essere felice.

Fingo di essere padrone della mia vita credendo di essere libero, ma in realtà sono solo un burattino giostrato dalla società. E per sfortuna, i miei burattinai  sono crudeli, spietati.
Egocentriche persone pervase dal fuoco della fama, agiscono pensando solo a loro stessi. Perchè la vita non è fatta per tutti.
E io burattino non posso fare altro che assecondarli. O forse no?
Avessi un minimo,un briciolo di amor proprio per me stesso e per gli altri mi ribellerei. 

Ma forse è tempo di farlo, di ribellarsi ad uno schiavismo di massa. Perchè questo è. Costretti ad essere ciò che non siamo. Assassini.

************


Corro a rotta di collo giù per la strada principale. Una volta, alla mia destra un enorme centro commerciale chiamato Pop’s scrutava tutto dall’alto dei suoi 5 piani. Ora, se lo guardate bene vedrete solo un edificio abbandonato,in decadenza. Ma io non ho tempo di fermarmi e ripensare ai bei vecchi tempi…
Il cuore martella nel petto,quasi volesse uscire. La mente sfiora idee quasi idiote, cose come se giro a destra lui andrà a sinistra e me la caverò.
Volto indietro la testa tenendo il passo veloce per vedere se l’ho seminato. Ma no,lui è ancora là,lo sguardo omicida punta verso di me.
Mi guarda quasi come fossi il suo pranzo, come il leone con la gazzella. Ma io sono una preda veloce, e sinceramente non ho nessuna intenzione di farmi magiare. Allungo il passo, svolto a sinistra e mi ritrovo in una delle vie secondarie più cupe della città. Gli edifici, alti e grigi, coprono il sole vestendo la strada di un’ ombra scura. Il semaforo lampeggia,ma ormai chi vuoi che ci badi? Siamo rimasti in un centinaio in città. Con questo qua dietro centouno. Maledizione.

“Jeremy…” Sento la sua voce roca tagliare l’aria,mi chiama…
“Oh Jeremy, dove scappi?” Non lo sto guardando, ma percepisco il ghigno che si è formato sul suo viso. Un viso logorato dal tempo.
 
Avrà si e no 28 anni, ma corre come se ne avesse quindici. Una cicatrice gli parte dalla guancia destra e arriva fino alla clavicola.
Ha capelli corvi e pelle del colore del marmo. L’uomo grigio mi rincorre e io sto scappando. Non l’ho osservato attentamente ma due occhi bianchi, spenti da ogni voglia di vivere mi fissano, cercano il terrore in me.
Perché è di questo che si cibano gli assassini, del terrore. Ma i pensieri cattivi sono il piatto forte. Ti risucchiano l'anima quasi fossero Dissennatori, ma in realtà fanno molto più male. Altro che bacio, una lama trafitta nel petto è peggio. Con il bacio ti spegni di tutto te stesso, una lama la vedi, la senti.
Avverto il suo passo appesantirsi, sta rallentando. Lo faccio anche io,sono troppo stanco.
Cazzo.

Come sia possibile non lo so ma me lo ritrovo davanti,schiena dritta e petto in fuori. Perché sono così sfigato? Non poteva capitarmi un ragazzino magrolino? Ricordo che a scuola, quand’ero interrogato, il numero undici ,il mio numero, usciva sempre per primo. E anche lì imprecavo.

Mi guarda con la testa un po’ piegata, sorride, e scatta.
È veloce, non riesco a scansarmi. Si butta di peso sul mio esile corpo stremato dalla fame e dalla sete, mi atterra e mi punta il coltello alla gola.
“Con te, dovrei vivere almeno altri quindici anni” Strizza l’occhio. È pazzo.

Ormai si è talmente soprafatti dalla voglia di vivere che non ci rende neanche conto di aver perso il senno della ragione.

“Diciotto” ammetto io. Lo guardo con disprezzo, gli sputerei in faccia se avessi un minimo di saliva in gola.
Alza il coltello in aria, la lama la fende, mentalmente saluto i miei fratelli che mi stanno accogliendo nell’Ade macchiati da una pena imposta dallo Stato.

1…2…3...Le orecchie ritte registrano ogni cosa, passo gli ultimi dieci secondi senza riflettere,impassibile.
4...5... Sento solo un gran frastuono, un susseguirsi di colpi. Conosco il loro compito ma non capisco chi e perchè lo stia facendo.
6...L'odore pungente della polvere da sparo pervade le narici.
Mi chiedo cosa ho fatto per meritarmi questo, ma non trovo risposta. C'est la vie.

 
Se vi foste fermati ,come detto prima, davanti al Pop’s, avreste notato un enorme lastra di cemento con incise alcune semplici parole:


“Alla nascita verrà imposto ad ognuno ,marchiato sul polso, il nome della propria vittima.
Questo per non dimenticare che la vita è un dono, e come tale bisogna guadagnarselo”

 
In sostanza, nasco con il tuo nome inciso nel polso,ti trovo,ti uccido,mi prendo la tua vita e con lei anche l’identità della tua vittima.
Un orologio biologico ti avverte "stai per morire"... tik,tok... 
Allora dentro di te scatta qualcosa, e parti all'attacco. Uccidi.
Una specie di eredità.
Ma chi la vuole la tua sporca eredità,assassino? Io no di certo.

Mi chiamo Jeremy Landel, e il mio nome è impresso come un marchio sul polso del tizio morto.
Anzi, il suo polso è vuoto...Il mio nome l'ha ereditato qualcun'altro...





* OK, so che è corto ma ho deciso di fare tanti piccoli capitoli :D
Devo ringraziare soprattutto
Water_wolf che con la sua recensione mi ha incoraggiato ad andare avanti, e soprattutto verosunny che mi ha quasi costretto a pubblicare quello che scrivo.
Spero che il secondo capitolo non abbia deluso:) Grazie mille anche a tutti quelli che leggono in silenzio. 
Lasciare un commentino aiuta a crescere :D 

-Matt
*
  
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