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Autore: jackwilliams    07/05/2013    1 recensioni
"..La curiosità di sapere il momento in cui si sarebbe lasciata andare, perché con me tutte prima o poi lo fanno, era troppa. Apparentemente sembrava così forte, indistruttibile e il mio scopo era quello di frantumarla a poco a poco, renderla così fragile da farla rimpicciolire.."
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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HARRY SECTION
Pensavo interrottamente a lei, che mi aveva scoperto da quel muro che mi ero costruito inconsapevolmente,  che si fidava di me e voleva che io mi fidassi di una persona così buona come lei. Era come se la conoscessi da una vita, quella ragazza che avevo deciso di possedere per caso, ma pian piano era lei che avrebbe posseduto me, avrebbe vinto quel gioco che non avrei mai pensato di perdere.
Ero in macchina, pronto ad incontrare Liam. Arrivai vicino ad un vicolo stretto dove li ci saremo incontrati
‘ Ciao amico ‘  disse porgendomi il blocco di banconote che teneva in mano
‘ Tieni ‘ dissi serio e porsi anche io quello che dovevo: un grande busta con una polvere bianca
‘ A presto Harry ‘ si allontanò. Mi appoggiai al muro ormai rimasto solo, contando quei soldi, uno ad uno. Per guadagnarmi da vivere spacciavo, ma non perché mi piacesse farlo, solo perché sapevo di dare piacere a qualcun altro. Questo era l’unico modo per rendermi utile, mi davano del poco di buono perché nessuno mi aveva conosciuto veramente, avevano paura, timore che fossi davvero una cattiva persona, il tempo mi aiutava a convivere con questo pensiero che non apparteneva a me, convivere con ciò che non sei ma che gli altri ti fanno credere di essere era più facile che affrontare qualsiasi persona che ti giudicava come un ragazzo sbagliato. Mi autoconvincevo davvero di poter fare del male alla gente, di comportarmi come una brutta persona, di stare con chi non mi meritasse. Ricontando quei soldi, i ricordi riaffioravano nella mente: ero stato capace di picchiare ragazze che portavo a letto, ero stato capace di combattere fino quasi alla morte con ragazzi per futili motivi, minacciavo chi non rispettasse le mie regole, credevo che se qualcuno provasse solamente ad entrare nella mia vita, in automatico diventava l’ennesima pedina da muovere a mio favore. Non mi ero pentito di fatti ormai accaduti da molto tempo, cercavo di dimenticarli, mi ero pentito invece di quello che avevo appena fatto, sottomettermi a me stesso, mentire alla persona che ero, sapevo di poter recuperare quel tempo consumato per nulla ma c’era sempre quella cosa dentro la mia testa che mi faceva fare un passo indietro, sembrava essere sempre più forte della mia forza di volontà. Cece era diventata la mia opportunità di cambiare, di ritrovarmi. In me mancava quel sentimento che si chiama amore e lei doveva insegnarmi tutto sul significato proprio di amare, altrimenti sarebbe stata la fine. Dovevo capire perché con lei mi comportavo come davvero sono, non le avrei mai fatto del male anche se ne ero capace, lei era la risposta ai miei perché. Decisi di dirigermi alla macchina poco distante da dove mi trovavo, camminavo tranquillo pronto ad andare verso casa
‘ È strano vederti tutto solo.. la ragazzina non è con te, peccato. Sarei capace di domarla tra le lenzuola bianche ‘ una voce autorevole spezzò quella quiete che si era formata attorno a me. La persona che avevo preso a pugni qualche giorno prima, aveva avuto il coraggio di presentarsi. James, se avesse continuato a provocarmi, l’avrei distrutto in un attimo solo con la violenza, l’avrei  fatto fuori; rideva, era questo che mi dava più fastidio, non poteva  ridere di Cece. Guardandolo, i miei occhi sembravano prendere fuoco, sentivo il sangue pulsare forte e quella grande voglia di vedere il ragazzo disteso in fin di vita per terra
‘ Non ti è bastato l’altra volta? ‘ mi avvicinai a lui, ero pronto a colpirlo
‘ Se fossi in te non lo farei ‘ disse appoggiandosi al muretto. Lo guardai in silenzio, la mia rabbia dovute alle sue ripetute provocazioni mi alteravano ancora di più; odiavo con tutto me stesso James, quel ragazzo che non è amico di nessuno e porta solo rancore. Pure lui spacciava, ed era realmente una cattiva persona, lo era davvero. Era fiero di se stesso sempre e comunque, sapeva di fare del male alla gente, di approfittarsene troppo ma gli piaceva così. Subito due persone mi presero da dietro con forza, stringendo le mie braccia a se, mi fecero inginocchiare davanti a quell’essere spregevole, tenevo la testa in basso. Non era degno di nulla neanche del mio sguardo
‘ Vediamo se basta a te questa volta ‘ disse sussurrando mentre con un dito alzò il mio volto ma io continuavo a guardare in basso, voleva giocare a provocarmi rendendomi fragile e vulnerabile. Avrei fatto lo stesso
‘ Ricorda che quando ti ho colpito ero solo. Hai bisogno dell’aiuto di qualcuno per dare un pugno? ‘ dissi ridendo. Diventò bianco in viso, era irritato da ciò che avevo appena detto; si alzò, rimase in silenzio e poco dopo scagliò un intenso colpo alla mia guancia, continuava, e io non avevo neanche la forza più di respirare per i numerosi pugni che ricevevo. Il viso, il torace erano lacerati e arrossati da queste indisposte stangate che facevano di me un essere al quanto debole. Non dovevo implorarlo di smettere, quello che non era più degno sarei stato io, che fine avrebbe fatto il mio orgoglio?
‘ Dopo che ti farò fuori, toccherà alla tua amica ‘  disse ridendo con il fiatone quasi, mentre dava i colpi sentiva anche lui la stanchezza che si avvicinava. È stato in quel preciso istante che l’ira dentro il corpo fece scattare qualcosa nel mio cervello, ero furioso. Sputai il sangue che avevo in bocca, sentivo i miei occhi verdi scurirsi, mi alzai e diedi degli spintoni in dietro per far si che mi liberassi da quelle grandi mani che mi tenevano fermo immobile. Era come se non mi sentissi più sfinito, debole e in fin di vita, Cece mi stava aiutando a difendermi e soprattutto a difenderla; cominciavo a prendere io il dominio di chi mi volesse buttare a terra, il fatto è che nessuno facilmente lo avrebbe fatto se ci fosse stata quella ragazza che era la ragione per farmi valere
‘ Nessuno le farà del male ‘ mi trovavo pieno di graffi, ricoperto di sangue davanti a quell’uomo imponente che andava rimpicciolirsi sempre di più. Volevo vederlo a terra, sofferente che supplicava di smettere ai pugni che scagliavo contro di lui
‘ Ascolta bene quello che sto dicendo, cerca di non farti più vedere ‘  dissi sussurrandogli all’orecchio mentre stringevo con forza la sua maglia. Divenne nervoso, mi spinse e con un cenno chiamò i suoi amici per lasciarmi li da solo a marcire; se ne andò voltandosi un’ultima volta prima di sparire da quello stretto vicolo in cui mi trovavo. Appoggiai la testa al muro, in quel momento non sapevo cosa fare prima. Sentivo ancora del sangue in bocca, tutto il torace tremava dal dolore, toccavo le mani delicatamente e poco dopo anche quelle incominciavano a far male. Dovevo uscire da quel vicolo vizioso, dovevo prendere in gioco la mia vita
 
CECE SECTION
Erano passate già un paio d’ore da quando Harry mi aveva lasciato a casa sua da sola ad aspettarlo. Ero preoccupata: nessun messaggio, chiamata, niente di tutto ciò. Dovevo cercarlo. Misi il giubbotto, chiusi la porta e cominciò a piovere, a piovere molto forte. Stavo uscendo dal viale, appoggiai sulla spalla l’ingombrante borsa e davanti a me c’era proprio lui, il ragazzo con tutti i suoi ricci bagnati fradici che mi guardava immobile, con quei occhi che non luccicavano, che non brillavano come hanno sempre fatto, non era quei occhi di cui ero follemente attratta. La pioggia fitta, confondeva ogni immagine, Harry era ferito in tutto il corpo, la sua pelle in viso era violacea a causa di forti colpi subiti, era la prima volta che lo vidi preoccupato. Continuava a guardarmi, la maglietta bianca bagnata, faceva si che io intravedessi i suoi addominali scolpiti lacerati da molti segni rossi, e quella sua collana con una miriade di ciondoli sporchi di sangue. Il mio cuore batteva forte, vederlo così faceva male, pensavo che se era conciato in quel modo, sicuramente era a causa mia, il senso di colpa mi stava divorando. Avevo sempre saputo che eravamo sbagliati insieme, non era adatto a me o forse io non ero adatta a lui, ma sentirmi morire per una persona, sentirmi vulnerabile per lui era troppo anche per me. Non so perché piangevo, non so perché era come se avessi i piedi incollati al suolo, sentivo le mie lacrime confondersi con le gocce d’acqua che bagnavano insistentemente le mie guance. Camminava verso di me, lentamente e zoppicando, aveva il fiatone ed era molto stanco, in quell’instante sentivo il cuore in gola, se non avesse fatto in fretta sarei corsa io da lui. Arrivò di fronte a me, appoggiò la sua testa sulla mia, chiuse gli occhi ed ero capace di sentire il suo respiro affannoso quasi coperto dal rumore ostinato della pioggia
‘ Scusa ‘ disse con voce spezzata sussurrando, chiusi gli occhi e sentivo le sue grandi mani logorate accarezzare il mio viso. Non avevo il coraggio di parlare, non avevo il coraggio di pronunciare neanche una parola. Lo abbracciai, facendo attenzione a non pressare forte. Rimanemmo immobili per qualche minuto, dopo presi la sua mano e lo riportai dentro. Salimmo le scale, si sdraiò sfinito sul bianco letto e io mi sedetti proprio accanto a lui
‘ Devo curare queste ferite ‘ lui annuì, aveva ancora molto sangue addosso, dovevo fare il possibile. Teneva gli occhi chiusi, i denti stretti tra le labbra. Presi uno straccio bagnato e alzando la maglietta, lo sparsi su tutto il suo duro torace, adagio passai anche sul collo e poi arrivai al suo grande viso. Al mio tocco fece come per andare indietro con il capo per il dolore, stringeva le sue mani nel lenzuolo ormai tutto stropicciato; era bello anche pieno di graffi e segni vari, era bellissimo, teneva sempre quel fascino con cui mi seduceva. Posai lo straccio macchiato e mi sdraiai accanto a lui, appoggiai la mia testa sulla sua spalla e sentivo la sua mano che accarezzava in modo delicato i miei lunghi capelli
‘ Chi è stato? ‘ dissi
‘ James ‘  al suono di quel nome sussultai, rivolsi il mio sguardo verso il suo
‘ Lo sapevo, è tutta colpa mia! Harry se è così io non… ‘ m’interruppe e senza neanche accorgermi, la sua bocca umida era sulla mia, era un bacio usato per necessità, era come se con quel gesto si sentisse amato, si sentisse appartenere a qualcuno
‘ Non l’avremo più tra i piedi promesso ‘
‘ Harry non voglio credere a delle promesse che non verranno mantenute. È pericoloso, è una persona orribile ‘  sospirai alzando il capo dal suo corpo
‘ Credi almeno a questo ‘
‘ Di cosa o di chi dovrei fidarmi? Io mi sto innamorando della persona che tu non credi di essere, di ciò che per te non esiste ‘ dissi quasi urlando. Avevo confessato quel sentimento che volevo nascondere, perché lo consideravo sbagliato, lo credevo un errore
‘ Io voglio cambiare ‘
‘ Devi cambiare per te stesso, non per me ‘ feci qualche passo indietro, guardai un’ultima volta le sue iridi verdi e me ne andai, me ne andai in silenzio senza dire una parola. Ero un po’ delusa, ero rimasta colpita dalla reazione del ragazzo: non aveva detto nulla per ciò che gli avevo confessato, il mio era amore e se non l’avesse capito in tempo, lui aveva già vinto. se mi fossi innamorata di lui, la mia fine era segnata ed era  appena successo. Avevo perso. Mi stavo distruggendo.



ciao bella gente! Scusate per il ritardo ma sono impegnatissima, poi in questo ultimo periodo soprattutto con la scuola. Spero che questo capitolo vi abbia colpito, l'atto 'coraggioso' del ragazzo contro James, e il sentimento che sopravviene su Cece che decide di rivelare l'amore per Harry. invece vi siete chiesti perchè il ragazzo ha una tale reazione? è come se non facesse caso a ciò che la ragazza gli ha appena svelato, lui è intento solo a cambiare ma non sa per chi: se stesso o Cece.
se volete chiedermi qualcosa sulla storia questo è il mio contatto twitter @roberta_coraci RECENSITE IN NUMEROSI GRAZIE
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