Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Laura Anita Winchester    08/05/2013    2 recensioni
Temptation è una dei "preferiti" ovvero il giocattolo di Lucifero. E' una dei migliori nel suo campo e lavora sempre da sola. Quando arriverà Storm, un altro demone le cose incominceranno a cambiare... ci sarà una vera e propria caccia all'uomo.
Castiel è un angelo caduto privilegiato dal fatto di essere appena scampato all'Inferno e alle "cure" di Lucifero, ma ha fatto una promessa e sa che quella non sarà l'ultima volta che vede un demone...
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Cassiel era tornato nel suo ufficio, dopo una notte insonne.
Il biglietto bianco risaltava sul legno scuro della scrivania.
Aveva cercato di ignorarlo, ma alla fine si era trovato a fissare l’indirizzo e il numero di telefono del bordello dove Temptation lavorava.
Alzò un sopracciglio e nascose il biglietto, quando gli studenti iniziarono ad affluire dentro la classe salutandolo gentilmente.
Cassiel mostrò uno dei suoi più finti sorrisi e iniziò la lezione su Freud e sulla teoria dei sogni.
- Professore? – chiamò uno studente, alzando la mano.
Lui si interruppe e lo guardò, faticando a ricordarne il nome – Si?
- Il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno possono essere considerati fantasie o sogni? – chiese.
Il professore si ricompose – Accenni a Dante? Il poeta italiano?
Lo studente annuì e lui prese un bel respiro, attingendo alle informazioni che il suo cervello stava ricevendo – Quello di Dante lo si può definire un dopo sbronza impressionante che gli ha permesso di scrivere tutti i libri fino all’ultimo dei suoi giorni – gli studenti risero alla battuta - Molte religioni non prevedono nemmeno l’esistenza del Purgatorio o semplicemente considerano la Terra come un mondo di mezzo tra l’Inferno e il Paradiso. Alcune non prevedono nemmeno l’Inferno, perché l’uomo viene sempre perdonato prima di morire – alzò lo sguardo sullo studente – Mi sembrava che in questa scuola Dante non fosse un argomento trattato.
Lo studente si strinse nelle spalle – Mi sono documentato per curiosità e volevo saperne di più.
- Beh allora saprai di Beatrice, una delle guide – continuò il professore accomodandosi sulla cattedra – Si pensa persino che lei non sia mai esistita, come la Laura di Petrarca. Quindi possiamo quasi certamente dire, che i libri scritti da Dante sono frutto di una grande immaginazione – concluse sorridendo, sentendosi fiero di aver evitato l’argomento con grande facilità, senza lasciarsi scappare informazioni troppo personali.
Lo studente annuì ringraziandolo e Cassiel riprese il tuo discorso sui sogni.
- Professore? – chiamò una studentessa.
Lui si fermò e le diede la parola.
- Lei crede negli angeli e nei demoni? Insomma nel bene e nel male?
Cassiel rimase a bocca aperta, la lezione stava prendendo un’altra piega. Guardò gli studenti – Preferite ascoltare una lezione sul paranormale anziché sui sogni?
- Credo che entrambe le cose siano collegate – rispose un’altra studentessa.
Tutti annuirono e Cassiel sospirò, muovendosi a disagio sulla cattedra e fissando gli studenti in silenzio. Doveva trovare il modo di non cascare nella trappola involontaria del suoi studenti…
- Posso dirvi che è la mente a giudicare ciò che è giusto o sbagliato. L’omicidio è una cosa sbagliata, salvare una persona in pericolo è una cosa giusta… automaticamente il nostro cervello conferma determinate informazioni che ci sono state impartite nella crescita . Ma non considera mai i dettagli – si fermò per prendere fiato – Perché un uomo uccide? Magari è uno psicopatico scappato da una clinica o magari lo fa per vendetta… Ma ci sono alcune persone che uccidono perché non hanno altre possibilità. Che sia per difendere la famiglia, la popolazione… è sempre un gesto ingiusto, ma non sempre viene punito alla stessa maniera.
- Quindi pensa che Dio punisca le persone, obbligandole ad uccidere per fare del bene? – chiese uno studente.
Scosse il capo per l’esagerazione della domanda – Non mi è permesso fare pareri sulla religione o sulla politica. Rischierei di influenzare la vostra mente e i vostri genitori non ne sarebbero affatto contenti – una risata si levò sulla classe e Cassiel sorrise – Ma vi posso dire che secondo me c’è qualcosa o qualcuno che fa andare avanti il mondo, creando una serie di eventi fortunati e sfortunati – alzò entrambe le mani, imitando i bracci di una bilancia – Deve esserci la stessa quantità di bene e di male, altrimenti l’equilibrio finisce e inizia una rivolta.
- Una rivolta di angeli contro demoni?
Abbassò le braccia e guardò la classe – Angeli e demoni sono sempre stati in conflitto tra di loro. Oserei dire che si scatenerebbe l’Apocalisse, ma non posso proseguire altrimenti…
- Secondo lei un angelo può innamorarsi di un demone? – lo interruppe una studentessa.
- Smettila con queste smancerie, Mary! – gridò un ragazzo facendo ridere la classe.
Il professore riportò l’ordine – Credo che possa succedere qualsiasi cosa. Stiamo parlando di forze maggiori. Noi siamo loro pedine. Quindi… Che ne sappiamo realmente di quello che succede o non succede tra queste due fazioni?
La campanella suonò, interrompendo l’ora di lezione, ma nessuno studente si mosse dal suo banco.
- Beh? Che state aspettando? Andate! – commentò il professore, rintanandosi dietro la scrivania.
- L’Apocalisse a cosa porterebbe, secondo lei? – chiese uno studente.
Cassiel si tolse gli occhiali da vista che indossava da quando aveva iniziato a fare il professore – Alla distruzione delle due fazioni e del mondo, credo – concluse.
Gli studenti si alzarono in silenzio e uscirono, lasciandolo solo.
Sospirò, sollevato di essersi liberato da quella enorme quantità di domande sin troppo personali e scomode. Non la smetteva di pensare al biglietto da visita che pesava dentro la sua tasca.
Lo afferrò e decise che sarebbe andato a trovarla quel giorno.
Quella recita doveva finire.
 

- No! Non ci siamo! – gridò Temptation alzandosi dalla sedia con il copione in mano – Ho detto che dovete ucciderli quei soldati! Non fargli la festa! – commentò avvicinandosi ad uno degli attori con il fucile in mano.
Era il terzo film che dirigeva ed era stufa di dover spiegare in continuazione come voleva le scene.
- Tu, vieni qui davanti – commentò, indicando uno degli stuntman – Suono!
Impugnò l’arma e…
- Anita? – la chiamò la sua segretaria.
Lasciò cadere il braccio lungo il fianco seccata – Che c’è? – rispose voltandosi.
Si bloccò e sorrise al nuovo arrivato.
Consegnò la pistola all’attore – Continuate. Dopo voglio che sia tutto perfetto, intesi?
Si avvicinò alla segretaria che accompagnava l’angelo caduto a disagio in quell’ambiente.
La borsa da lavoro stretta sul petto in modo protettivo e gli occhiali grandi da vista che gli coprivano gran parte del volto.
- Mi ha mostrato il suo biglietto da visita e ha detto che voleva parlarle – commentò la segretaria, interrompendo quel momento di silenzio.
Temptation annuì – Grazie, vai pure.
La donna ubbidì lasciandoli soli.
- Come mai da queste parti? – chiese Temptation, lasciandosi cadere sulla sua sedia e indicando all’angelo caduto quella a fianco.
Lui si accomodò – Hai lasciato il biglietto da visita e pensavo che volessi parlarmi.
Lei si strinse nelle spalle – In realtà, volevo solo assicurarmi che tu non fossi stato fatto a pezzi da qualche demone.
- Sono passati troppi anni, ormai... – iniziò.
- Non sono mai troppi per Lucifero – sibilò Temptation.
Cassiel sospirò – Sono felice che anche io di vederti tutta intera. Pensavo che non ce l’avresti fatta nel mondo terrestre.
– In realtà non è stato tanto difficile – rispose sorridendo.
- Hai perso tutto a causa mia – disse fissandola negli occhi.
Lei evitò il suo sguardo – Ho iniziato io a darti la caccia, me la sono cercata.
- Potevi lasciarmi morire…
- Stop! Perfetta! – gridò Temptation sovrastando la voce dell’angelo, riferendosi alla scena appena girata – Andate avanti col copione e fatevi rifare il trucco!
- Temptation…
- Anita, mi chiamo Anita – gli fece il verso lei.
Sospirò – Anita…
Lei passò una mano tra i capelli biondi e sorrise – Ma lo sai che ho persino incontrato due che credevano che io fossi un demone e che volevano uccidermi?
Cassiel si raddrizzò – Come?
Lei annuì – Un ragazzo e una ragazza, armati di paletti, acquasanta e artiglieria pesante – alzò le mani ridendo – Era pazzesco. E dicevano che avevo le classiche caratteristiche da demone.
- Che cosa gli hai fatto? – chiese Cassiel, leggendo le espressioni della ragazza.
- Io? Niente, assolutamente niente – commentò ridendo – Ricordi? Niente poteri!
- Questo non vuol dire che non puoi ucciderli.
Temptation sospirò – Davvero, non gli ho fatto niente. Hanno smesso di cacciarmi, dopo una lunga chiacchierata. Volevo sapere quanto conoscevano dell’Inferno e del Paradiso.
- E… - cercò di farla proseguire.
Scosse le spalle – Non molto. Hanno informazioni abbastanza classiche. Sono due ragazzini che giocano a fare gli eroi… - sospirò – Spero che non incontrino qualcuno dei miei, altrimenti sono spacciati.
Calò il silenzio, interrotto solo dalle voci degli attori che seguivano il copione a pochi metri di distanza da loro.
- Beh… io devo andare. Tra meno di mezz’ora ho lezione – commentò Cassiel alzandosi e riprendendo al sua cartella.
- Sai, ho sempre avuto una domanda da farti sin da quando ci siamo incontrati – iniziò lei bloccandolo.
Lui la fissò in silenzio – E sarebbe?
Continuò a fissare gli attori davanti a sé – Che cosa hai combinato, per essere stato cacciato dal Paradiso?
Cassiel si strinse nelle spalle – Niente di particolare.
- Avanti Cassiel, ne abbiamo passate tante assieme puoi anche dirmelo.
L’angelo sospirò chiudendo gli occhi – Mi sono rifiutato di compiere il mio lavoro.
L’ex demone inclinò il capo – Hai disubbidito ad un ordine di Dio?
Cassiel annuì – E non un ordine qualunque, mi sono rifiutato di commettere una strage.
- Una strage? Dio ti ha ordinato di uccidere delle persone? – chiese Temptation sconvolta.
L’angelo caduto annuì – Una specie di pulizia, non ha voluto dirmi di più ed è per questo che mi sono rifiutato. Non potevo uccidere qualcuno senza un motivo.
Anita annuì senza guardarlo continuando a seguire la recita.
Cassiel le passò davanti e prima di uscire, si voltò a fissarla poi scosse il capo e tornò alla sua macchina.
   
 
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