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Autore: pidgeon    08/05/2013    2 recensioni
Grace Butler, decisa a lasciarsi alle spalle un passato burrascoso, arriva alla Eastern University per frequentare il primo anno di università insieme alla sua migliore amica India.
Travis Jenkins, il solito ragazzo per cui tutte farebbero carte false, guida troppo veloce, beve troppo e le sue relazioni non durano più di qualche ora. O forse è meglio dire più di una notte.
Grace e Travis s'incontreranno e affronteranno insieme le vicende che un anno universitario può nascondere, anche se Grace capisce che Travis è il ragazzo sbagliato per lei perché potrebbe ricacciarla ben prest
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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C'era gente che mi spingeva via, che mi dava gomitate nella pancia senza neanche scusarsene, nessuno si accorgeva di me e del resto io non sapevo neanche chi loro fossero.
India mi aveva letteralmente trascinata a questa gara di moto clandestina solo perché il suo ragazzo, Eddie, conosceva uno dei piloti che gareggiavano. Da quando India ed Eddie si erano messi insieme, India aveva quasi messo da parte la preoccupazione che aveva per me di tenermi al sicuro e di proteggermi da ogni cosa, forse aveva capito che potevo cavarmela da sola, o forse, semplicemente, era così presa da Eddie che lasciava che io me la cavassi da sola.
Ad un tratto sentì un suono e mi voltai di scatto, un ragazzo che si chiamava Chris, s'era messo in piedi su una sedia che delimitava la pista: «Tra esattamente due minuti darò il via alla gara, a quel punto tutte le scommesse saranno chiuse. Sapete tutti il regolamento, ma lo ripeto onde evitare che ci sia qualcuno che si è aggiunto solo stasera a noi. UNO: non dovete sporgervi al centro della pista quando le moto hanno iniziato la gara. DUE: le scommesse finiranno al mio via e non potranno essere cambiate. TRE: se arrivano gli sbirri correte a più non posso e non fatevi beccare. Bene, ecco le regole, ed ora siamo pronti al via. TRE... DUE... UNO. VIAAAAAAAA!»
Il rombo dei motori si fece così alto che dovetti tapparmi le orecchie con le mani prima che mi si rompessero i timpani. Le urla superavano quasi il rombo che man mano si faceva un po' più lontano da dov'ero io. Ero decisa a vedere tutta la gara, specialmente la fine, quindi mi avviai in fretta al traguardo fra spintoni e grida varie. Arrivai al traguardo un attimo prima che il primo motore, con un rombo esagerato, mi superasse. Rimasi incantata da come quel pilota fece una curva per avviarsi nuovamente verso il via, correvo a più non posso nella direzione in cui andava lui per guardare cosa avrebbe fatto e appena arrivai mi sentii spinta verso la fine della folla, ma alzandomi in punta di piedi riuscì a vedere quel ragazzo che scendeva dalla moto e sorrideva verso il pubblico.
Era bello, bellissimo direi, e mentre contemplavo il vincitore della gara sentii gli occhi puntati su di me e non capivo cosa avessero da guardare. Ero così concentrata su quel ragazzo da non accorgermi che mi avevano versato accidentalmente della birra sulla maglia, cadde un silenzio assordante, cosa diavolo avevano da guardare tutti quanti? In fondo era solo una maglia bagnata, poi capii la vera fonte del silenzio, il vincitore della gara, quel pilota bellissimo si dirigeva verso di me. Quando era così vicino a me mi sfiorò la maglia ed io lo guardai negli occhi.
«Un vero peccato, questa maglia ti stava proprio bene.»
«Non è nulla, è solo un po' di birra, basterà lavarla e andrà via.»
Non feci in tempo a sentire la sua risposta che fu trascinato via dalla folla e sparì dal mio campo visivo.
Quando tornammo al campus, India non faceva che chiedermi se mi ero divertita e se avremmo potuto rifarlo; come avrei potuto risponderle di no sapendo che in fondo m'ero divertita quanto lei a quell'incontro clandestino?
«Sì, India, possiamo rifarlo, a patto che non resti a sbaciucchiarti con Eddie tutto il tempo.» 
«Oh, Grace, sei una palla al piede! Quando avrai il tuo bel ragazzo sarò io a dirti di smetterla di sbaciucchiarti in continuazione con lui.» Sorrise. 
Sapevo che aveva qualcosa in mente per il semplice fatto che aveva cercato di affibbiarmi qualsiasi ragazzo da quando eravamo qui nella speranza che fosse scoccata la famosa scintilla ma, ovviamente, non era scoccato mai niente. Adesso avevo solo un mucchio di persone che potevo salutare ma che in sincerità non erano neanche lontanamente miei amici.
«Grace, domattina passo a prenderti dalla tua camera e poi andiamo a lezione insieme, va bene? Sette e mezza in punto, chiaro? Non un minuto in più.»
«Sarò puntualissima, come sempre.»
Ci salutammo e lei andò via verso la sua stanza. Sapevo che non mi avrebbe mai perdonata per averle risposto che avrei voluto essere in camera con qualcun'altro, e non con lei, ma solo per fare nuove amicizie e per far sì che me la sbrigassi da sola, quando lei me lo aveva chiesto mentre eravamo in viaggio verso l'Università.
Entrai in camera e Meredith era al suo solito posto, seduta sul letto a leggere delle riviste di gossip che aveva trovato sui tavolini della biblioteca. 
Meredith era la mia compagna di camera, era acida e scontrosa e per molti versi anche egocentrica, ma in fondo sapevo che potevo trovarmi in stanza qualsiasi persona con qualsiasi carattere.
«Mer, vado a letto, sono molto stanca, ti dispiace spegnere la luce?»
«Ai suoi comandi.» Disse sbuffando.
Alzai gli occhi al celo, quella ragazza era davvero insopportabile. L'unica consolazione era che dovevo sopportarla a forza solo la sera prima di andare a letto, per il resto della giornata non ci incontravamo neanche in giro per il campus.
La mattina seguente ero già lavata, vestita e pronta alle sette e venticinque e aspettavo solo l'arrivo di India che, come al solito, arrivò in perfetto orario.
C'incamminammo per andare a lezione di biologia, che sarebbe iniziata precisamente mezz'ora dopo, sapevo che India avrebbe fatto di tutto per vedere Eddie prima dell'inizio della lezione e dargli il buongiorno. Come avevo previsto Eddie arrivò e, dopo varie smancerie tra lui e India, ci disse che ci accompagnava a lezione perché sarebbe passato comunque di lì per andare a seguire la sua di lezione.
Seguimmo energicamente ogni lezione che era prevista quella mattinata e all'ora di pranzo mi ritrovai con mille e mille fogli svolazzanti pieni di appunti che uscivano dalle pagine di qualche libro. Io ed India c'incamminammo in mensa insieme ad Adam. Adam era la prima persona che avevo conosciuto appena avevo messo piede alla Eastern, era alto, biondo rame e aveva gli occhi marroni, aveva un bel fisico e avrebbe fatto impazzire un sacco di ragazze se non fosse stato che aveva gusti differenti e che le ragazze non erano il suo tipo.
Eddie era vicino all'ingresso della mensa ad aspettare India e dopo un paio di baci fugaci e un «Trovatevi una stanza ragazzi, accidenti!» da parte di Adam, ci avviammo a prendere il nostro pranzo, dopo aver riempito i vassoi di cibo ci dirigemmo al nostro solito tavolo, dove sedevano i giocatori di football della stessa confraternita di Eddie.
Come da copione Eddie ed India non la smettevano di fare i piccioncini ed io ed Adam parlottavamo fra noi, quando, ad un certo punto sentì la sedia accanto alla mia strisciare sul pavimento e poi riavvicinarsi al tavolo con un tonfo, sentì sfiorarmi il braccio e girandomi di scatto, lo vidi. Era lui, il pilota della sera prima, quel ragazzo bellissimo che aveva creato silenzio intorno a noi quando s'era avvicinato a me per via della birra rovesciata sulla maglia.
Mi guardava e aveva ancora la sua mano poggiata sul mio braccio, quando Eddie, con un po' troppo allegria nella voce annunciò: «Grace, ti presento un grande pilota, un grande lottatore e anche un gran simpaticone, nonché mio cugino Travis.»
Suo cugino, era suo cugino.
E si chiamava Travis.
Ed era proprio lì, seduto vicino a me mentre mi sorrideva.
  
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