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Autore: Soul of the Crow    08/05/2013    1 recensioni
Ecco a voi il sequel de "In mezzo alla lotta tra la Vita e la Morte".
La sorella di Diana Raven e i suoi Angeli della Notte hanno un piano: sbarazzarsi dei Gemelli della Creazione e della Distruzione per aver rovinato le loro vite.
Toccherà agli Angeli del Regno della Vita impedire che ciò accada, e tra nuovi poteri e nuovi OC tra i personaggi, emergeranno anche molti segreti riguardanti gli Angeli, i loro nemici e novità sui tre Regni e su coloro che si trovano davvero all'inizio di tutto.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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 Shuu aveva già sentito quel nome quando era ancora umano, ma in quel momento la memoria non lo aiutava: ciò che si ricordava della sua vita da umano era un rituale per evitare che l’isola andasse distrutta, e il momento della sua morte, ma sfortunatamente non rammentava i dettagli.
Yami decise di spiegargli come stavano le cose, anche perché non voleva perdere tempo:
- La God Eden era un posto pacifico, fino a quando le Divinità della Vita e della Morte non decise che avrebbe costituito il luogo in cui alcune anime dovessero rimanere, e da allora le cose sono cambiate: per evitare che l’isola e i suoi abitanti andassero distrutti, le famiglie che abitavano l’isola decisero di sacrificare una persona entro un certo periodo.
Come possibili vittime sacrificali, erano state scelte una tua parente e un membro dei Kagemaki, e un duello con la spada tra due membri delle due famiglie avrebbe deciso chi sarebbe stato sacrificato. Hai cercato di corrompere gli avversari perché le vostre famiglie si mettessero d’accordo per evitare il rituale, poiché se tu avessi perso la sfida contro i Kagemaki, la tua parente avrebbe pagato le conseguenze del fallimento.
Tuttavia, il tuo inganno è stato scoperto e la tua parente, o meglio, la tua cara sorellina, è stata offerta in sacrificio. -
Dopo quella spiegazione, l’espressione del Comandante si fece triste; non gli piaceva ricordare quel periodo, ma si era reso conto che l’avversario aveva ragione: se non fosse stato per la sua codardia, lui avrebbe combattuto e magari avrebbe potuto vincere il duello, salvando così sua sorella.
Ad un tratto però, si ricordò di un particolare:
- Come fai a sapere tutte queste cose? Non dirmi che quel giorno eri presente anche tu! -
- Come te, vivevo in quel posto, ma a causa del tuo atto di codardia, le Divinità dei Regni cominciarono a pensare che tutti gli abitanti della God Eden erano soltanto dei traditori e dei codardi. Da allora, l’isola cambiò per sempre: le persone che ci abitavano, salvo alcune che sono finite qui, sono sparite senza lasciare traccia. - Yami strinse la presa sul suo arco, mentre nei suoi occhi rossi, che non avevano smesso di osservare l’altro, era comparsa una scintilla di puro odio.
- La stessa cosa è accaduta anche alla mia famiglia… Avevo solo sette anni e i miei genitori scomparvero nel nulla. Non molto tempo dopo, scoprì un modo per osservare ciò che succedeva nei Regni, e decisi di usare quel metodo per scoprire che fine avevano fatto i miei parenti. - ci fu un’altra luce d’odio negli occhi dell’Angelo della Notte, ma a Shuu sembrò di scorgere anche una certa malinconia:
- Ho continuato a cercarli per giorni, ma non si trovavano da nessuna parte. Avevo perso la speranza, ma quando stavo vagando per l’isola, li vidi… o almeno era quello che credevo. Se ne andarono ed io li rincorsi in tutta la foresta, ma quando si fermarono, li vidi mentre tornavano ad essere ciò che erano da quando era stato scoperto il tuo inganno: due spiriti… - l’Angelo della Notte si prese un’altra pausa: istintivamente, strinse ancora la presa sull’arco di legno fino a romperlo, e quando accadde, un’aura simile a quella dei bulbi entrò in Chronos.
Si rese conto che l’altro però aveva un’aria assorta:
- Mi stai ancora ascoltando o no? - gli disse irritato Yami. Ad un certo punto, un soffio di vento mosse i capelli dell’altro, rivelando un segno sul collo che Shuu si ricordava bene: una sfera nera avvolta da rampicanti insolitamente pieni di spine. Era il simbolo che i Kagemaki si facevano tatuare quando raggiungevano i sei anni, cioè l’età ritenuta sufficiente per cominciare a combattere, ma era anche l’ultima cosa che aveva visto prima di morire.
- Come mai hai quel segno? - gli domandò il Comandante.
L’Angelo della Notte ghignò ancora, mentre il suo keshin si avvolgeva di un’aura lilla:
- Ancora non l’hai capito? Beh… permettimi che mi presenti come si deve: da quando sono entrato a far parte degli Angeli della Notte, il mio nome è diventato Yami a causa delle tenebre della solitudine che avevo nel cuore, ma prima ero un membro della famiglia Kagemaki. Il mio nome è, o meglio, era Yamato Kagemaki, unico erede e unico sopravvissuto di quella famiglia. -
Shuu sgranò gli occhi a quella rivelazione, ma ancora c’era qualcosa che non gli era chiara:
- Anche la persona che mi ha ucciso ha detto di essere un membro di quella famiglia, ma non era un Angelo della Notte. Eri ancora tu o si trattava di qualcun altro? - gli chiese il Comandante.
Yami assunse un’espressione dubbiosa:
- Non so di cosa parli. Come ti ho detto, ero rimasto solo io di quella famiglia; inoltre, da quel maledetto giorno non ti ho più visto nell’isola. - gli rispose calmo, mentre l’avatar puntava il bastone contro il nemico:
- Sinceramente non m’importa. Se ci sono delle cose che non ho mai sopportato, sono la disonestà e la codardia: hai avuto quello che ti meritavi e ora potrò prendermi anch’io la mia vendetta. Conoscerai una delle mie tecniche più potenti: le Tenebre di Chronos! - l’Angelo della Notte evocò una sfera lilla, la quale creò davanti a lui un enorme orologio fatto d’energia dello stesso colore del globo. Quando le lancette indicarono entrambe le dodici, il keshin sparò un raggio d’energia oscura nell’orologio; l’aura si riversò nel raggio, il quale si diresse verso Shuu. Quest’ultimo non si mosse, ma quando stava per essere colpito, qualcuno lo afferrò per un braccio e lo portò nella foresta:
- Che storia è questa? Credevo che nessuno potesse entrare e che le altre Guardie fossero inoffensive! - esclamò irritato Yami, per poi addentrarsi nel bosco.
 
 
Pochi minuti dopo… nel campo di iris…
 
- Perché l’hai fatto Hakuryuu!? E come hai fatto ad arrivare qui? - gli gridò contro Shuu. Il suo secondo in comando era riuscito a salvarlo prima che il colpo lo raggiungesse, ma dopo quello che il Comandante aveva sentito da Yami, voleva solo farla finita per sempre.
- E tu perché sei rimasto immobile? Non è da te! Che cosa ti ha detto quel tipo? - gli disse di rimando l’altro, cercando di tenere stretto il compagno per il braccio per evitare che facesse una pazzia. Normalmente non si sarebbe preoccupato, anche perché il Comandante del Nord non si comportava in quel modo, ma Hakuryuu aveva capito una cosa quando era un Mietitore: la disperazione ti fa agire senza pensare.
- Credo di meritarmelo. È a causa mia se è successo quel disastro alla God Eden. - gli rispose il corvino, anche se non sembrava completamente convinto di ciò che diceva; questi cercò di liberarsi dalla presa del compagno, ma l’albino lo attirò a sé, cingendogli la vita con l’altro braccio per impedirgli la fuga.
- Mi spieghi di cosa parli? - gli chiese il secondo in comando.
Shuu gli raccontò quello che Yami gli aveva detto.
- E tu ci hai creduto!? Scommetto che sarebbero disposti ad utilizzare ogni metodo per batterci! Non ti facevo così ingenuo! - sbottò Hakuryuu.
- Non so se ho ragione o no, ma mi è sembrato di aver visto una certa malinconia nei suoi occhi mentre parlava. Non credo che mi abbia mentito. - gli spiegò l’altro, cercando di tranquillizzarsi.
Passarono qualche minuto stretti l’uno all’altro, ma qualcuno non era dello stesso avviso:
- Avete finito o no!? - esclamò irritata una voce maschile. I due si voltarono nella direzione dalla quale proveniva la voce, e videro il loro nemico e il suo avatar:
- Stavolta non mi sfuggirai Shuu, e tu… - disse indicando l’albino con lo sguardo:
- Non so chi sei, né come sei sfuggito ai miei poteri, e nemmeno come hai fatto ad oltrepassare la cupola, ma non rovinerai i miei piani. - poi schioccò le dita, e Chronos usò il bastone per creare un altro orologio d’energia viola, ma stavolta si collocò sopra le due Guardie Angeliche; poco dopo, le lancette indicarono le sei, e crearono delle corde color lilla che avvolgevano i nemici:
- Questo è il mio colpo più potente. Vedremo se sfuggiranno al Giudizio di Chronos. - pensò Yami, mentre osservava gli avversari che cercavano di liberarsi, o almeno Hakuryuu ci stava provando, perché Shuu sembrava assorto.
L’orologio s’illuminò di un’aura lilla, e quando le lancette scoccarono le dodici, creò un raggio d’energia che andò in direzione delle Guardie:
- Non può essere… Non può finire così… - pensò l’albino, mentre si preparava a ricevere il colpo.
Quando il raggio stava per investirli, una luce bianca comparve dal nulla, creando un campo di forza che difese le Guardie del Nord:
- Come hai fatto? - domandò il Comandante del Nord al compagno.
- Io non ho fatto niente… - Hakuryuu prese la sfera contenente l’iris, che gli aveva dato il fantasma, dalla borsa che aveva con sé e la mostrò al Comandante:
- Credo che la causa sia questa. -
Shuu sgranò gli occhi, prima di prendere parola:
- Questo è uno dei Doni dei Guardiani. Da quello che ho saputo, i Giardini della Vita stavano per essere distrutti a causa di Arelia, ma i quattro Guardiani riuscirono a impedirlo, anche se questo costò loro la libertà: da allora, infatti, sono rimasti legati con liane magiche ai rispettivi Alberi della Vita. Comunque, Diana aveva affidato ad ognuno di loro questi iris per ringraziarli: quei fiori erano considerati simboli di fede, coraggio e salvezza, qualità che i quattro Guardiani avevano mostrato di possedere prima e durante quella strage. Non capisco perché l’hai tu, ma potrebbe essere l’unico modo per salvarci: questi oggetti contengono una parte del potere della Divinità della Vita, e di conseguenza può scacciare ogni fonte d’energia negativa. -
- Tu che hai intenzione di fare? - gli chiese subito dopo il secondo in comando, ma l’altro lo guardò senza capire, così Hakuryuu proseguì col discorso:
- Il racconto di quel ragazzo ti ha sconvolto, non lo negare. Ti è stato detto che, a causa di un errore, hai provocato la distruzione dell’equilibrio della God Eden. Se usiamo questo potere, potremo vincere, ma sei sicuro di volerlo fare? -
Shuu si prese qualche minuto per riflettere.
- So bene che non potrò mai dimenticare anche i ricordi che mi sono rimasti della mia vita da umano, ma da quando sono qui, ho capito una cosa: bisogna andare avanti, cercando di non commettere gli stessi errori e sfruttare il tempo che hai come meglio ti è possibile. È grazie alle Guardie dell’Isola che l’ho capito… - il Comandante toccò la sfera, ed entrambe le Guardie Angeliche si circondarono d’energia, rispettivamente viola per il Comandante e gialla per il suo secondo in comando:
- Per Yami non credo che posso fare qualcosa, ma possiamo ancora impedire che distrugga questo posto. -
Intanto, l’Angelo della Notte stava osservando il raggio d’energia che scompariva e veniva assorbito dalla sfera dei nemici:
- Che sta succedendo? - si domandò l’Angelo della Notte.
Nel frattempo, la sfera diventò azzurra e si alzò nel cielo; Shuu e Hakuryuu la raggiunsero in volo:
- Zero Magnum! - gridarono all’unisono, per poi colpire la sfera con le loro lance, mandandola in direzione del nemico.
Yami provò a difendersi utilizzando i suoi poteri, ma accadde qualcosa che non si aspettava: il suo keshin si pose davanti a lui, per poi trasformare il bastone in una cerbottana, e usarla per colpire il suo padrone con un dardo sulla guancia destra, lo stesso punto in cui si trovava il tatuaggio degli Angeli della Notte.
A causa di quel gesto, l’Angelo della Notte si sentì svuotato delle sue energie, e rimase investito dalla Zero Magnum; quando accadde, Hakuryuu e Shuu stavano tornando a terra, e poco dopo l’Angelo della Notte cadde al suolo.
- Perché… Perché l’hai fatto? - chiese Yami al suo avatar con la poca forza che gli era rimasta, ma non ottenne risposta, poiché entrambi svanirono in un bagliore color lilla.
Dopo pochi minuti, le radici e la cupola sparirono, ma la vegetazione non era tornata normale.
- Hakuryuu guarda. - lo chiamò Shuu.
L’altro si avvicinò al punto in cui Yami era scomparso, e vide il Comandante che aveva in mano un foglio che diceva:
“Colei che è nata dalle tenebre più nere…”
- Forse Aki e Ichinose sanno cosa significa. - suppose Hakuryuu.
L’altro annuì, per poi dirigersi alla Torre del Cielo seguito dall’albino.
 
 
Angolo di Emy
Il rituale della God Eden inizialmente doveva essere lo stesso del primo film di IE GO, ma questa è pur sempre una fic AU, quindi ho dovuto modificare molte cose.
Vi chiederete a cosa è riferita la frase sul foglio che aveva Yami, ma lo saprete tra un bel po’.
Alla prossima col combattimento nella zona ovest!
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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