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Autore: lilyhachi    08/05/2013    10 recensioni
(STORIA IN REVISIONE)
(Alternative Universe; Captain Swan)
La maledizione non è mai stata lanciata, tutti i personaggi vivono le loro vite nel Mondo Delle Favole ed Emma è cresciuta come principessa insieme ai suoi genitori. Se Emma avesse conosciuto un certo pirata, noto come Killian Jones, nella Foresta Incantata, come sarebbero andate esattamente le cose? Spero vi piaccia e, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate al riguardo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IV


Guiding light


“Allora, nessuna traccia di Emma?”.
I Re si voltò con fare agitato, non appena vide Red e Grumpy entrare nella sala in cui erano soliti riunirsi quando Regina era ancora una minaccia.
Sulla spalla di Red, vide il Grillo Parlante fare un balzo sul tavolo, poggiando l'ombrello.
“No, vostra maestà” rispose quasi in un sussurro “Abbiamo cercato ovunque ma non abbiamo trovato traccia di vostra figlia”.
Dietro di lui, Red abbassò lo sguardo con fare dispiaciuto.
“Continuate a cercare”, rispose lui con un leggero tono di disperazione nella voce. “Non può essere scomparsa, deve pur essere da qualche parte” (1).
“Sì, maestà” rispose lui sommessamente, dopodiché saltò sulla spalla di Grumpy ed insieme uscirono dalla sala, mentre Red non si mosse.
“Dov'è Snow?”, chiese la ragazza, togliendosi il cappuccio rosso.
Il re sospirò scoraggiato. “E' nelle sue stanze, a stento parla”.
“Crede sicuramente che sia colpa sua”, esclamò la ragazza avvicinandosi al re e mettendogli una mano sul braccio “La troveremo, vedrai”.
“Lo spero”, rispose lui, mantenendo basso lo sguardo.
Avevano sbagliato tutto. Lui e sua moglie avevano sempre fatto le loro scelte da soli, senza permettere a nessuno di farle al loro posto.
Lui stesso si era rifiutato di sposare Abigail perchè non era il suo vero amore. Snow aveva morso una mela avvelenata pur di salvargli la vita.
Allora perchè avevano cercato di imporre alla loro unica figlia una decisione che lei non approvava? Cosa era cambiato?
Il re cercò di darsi una spiegazione, pensando a Regina...molte volte credeva che tutto quello che avevano passato li avesse in qualche modo segnati.
Forse era vero o forse no. L'unica cosa che adesso sapeva per certo era che doveva ritrovare sua figlia.
Si affacciò nella stanza sua e di Snow, e vide la regina seduta sul letto con le ginocchia al petto e le spalle rivolte verso la porta.
Charming le si avvicinò e le cinse le spalle. Sentì la regina singhiozzare. Ogni volta che Snow piangeva, gli si spezzava il cuore. La strinse più forte, cercando di darle conforto, ma sapeva che fin quando non avrebbero trovato Emma , sua moglie sarebbe stata inconsolabile.

Forse Emma si era fatta fin troppe aspettative quando aveva pensato alla sua libertà.
Da principessa soggetta alle decisioni dei suoi genitori era passata a “mozzo” di una nave pirata. Già...mozzo, perchè era proprio ciò che faceva.
Da quando avevano lasciato il suo regno, le era stato ordinato soltanto di fare le pulizie sulla nave, sia sul ponte che sottocoperta. Fare le pulizie sottocoperta era stato a dir poco disgustoso. Hook le aveva ordinato di pulire ogni singola cabina, e l'odore fetido che emanavano le aveva fatto quasi venire il vomito. L'unica cabina pulita era quella del Capitano, sulla quale non si era dovuta soffermare molto, dato lo stato impeccabile in cui Hook la teneva.
Quell'uomo odioso provava quasi gusto nel dare ordini ad Emma, spesso e volentieri glieli comunicava con tono ironico ed ogni volta dimenticava qualcosa, quindi si voltava nuovamente verso di lei aggiungendo qualche altra cosa che aveva tralasciato, suscitando il fastidio della ragazza che però non batteva ciglio e cercava di fare il suo dovere. D'altronde, non era una principessa nel suo castello ma una ragazza in “incognito” e doveva comportarsi come tale.
Se per ottenere la sua libertà doveva pulire una nave pirata, lo avrebbe fatto. Magari dopo un po' di tempo, non avrebbe avuto più bisogno di restare a bordo.
“Capitano”, esclamò un ragazzo della ciurma, Jim Hawkins, (2) avvicinandosi ad Hook.
Il Capitano si voltò leggermente verso di lui per poi tornare ad esaminare la mappa insieme a Spugna. “Cosa c'è, Jim?”.
“Quella ragazza non me la conta giusta”, rispose osservando Emma guardingo. “Insomma, una ragazza che chiede di arruolarsi su una nave pirata è un po' insolito”.
In realtà, per Hook non c'era nulla di insolito in quella richiesta.
Non era la prima donna che desiderava imbarcarsi su una nave pirata, anche Milah aveva espresso lo stesso desiderio.
A quel tempo gli sembrava insolito, eccome.
“Capitano, c'è qualcuno che desidera vedervi”. Uno dei suoi uomini era venuto a chiamarlo fino alla sua cabina pur di farlo uscire, e lui si chiedeva chi mai potesse desiderare di vederlo. Killian Jones non aveva mai avuto moltissimi amici, ma soltanto uomini che lo avrebbero preso volentieri a pugni. Che fosse qualcuno di loro venuto a reclamare la sua faccia? Beh, dovevano certamente mettersi in fila. Il Capitano si recò sul ponte della sua nave e quando realizzò chi aveva davanti, rimase di sasso: la donna della locanda, Milah.
Killian cercò di mostrarsi disinvolto, nonostante quella visita lo incuriosisse non poco.
“Cosa posso fare per voi?”, domandò appoggiandosi con la schiena all'albero maestro.
La donna spostava lo sguardo da lui al molo con fare agitato. Era inquieta, come se avesse il terrore che qualcuno potesse vederla lì con lui.
Il Capitano la osservava ammaliato: c'era qualcosa in quella donna che lo intrigava e non era soltanto la bellezza.
“Cara”, la esortò lui avvicinandosi ed allargando le braccia con fare un po' spazientito. “Non ho tutto il giorno”.
“Portatemi via con voi!”, esclamò d'un tratto lei con un'espressione agitata e frenetica.
“Cosa?”, domandò il Capitano sbattendo le palpebre.
Aveva davvero chiesto di portarla via? Non capitava certo tutti i giorni che una donna gli facesse una tale richiesta. Certo, la Jolly Roger ne aveva viste di donne, che erano solite andare via il mattino dopo, ma colei che aveva dinanzi sembrava proprio che volesse restare.

“Portatemi con voi”, ripeté Milah con tono supplichevole.
Al momento, Killian non le fece troppe domande, così decise di acconsentire, facendola restare a bordo.
Eppure, nel profondo del suo animo si chiedeva come potesse essere disposta a tanto quella donna e come potesse essere così infelice da abbandonare il suo unico figlio, ma Killian non domandava e non giudicava.
Quella era una delle sue caratteristiche principali, per fortuna...per fortuna o per malasorte?

Se avesse saputo cosa sarebbe accaduto a lui e Milah l'avrebbe accolta lo stesso sulla sua nave? Ancora non riusciva a dare risposta a quella domanda.
Dopo essersi ridestato da quel ricordo, il capitano si voltò verso Jim.
“Non c'è motivo di preoccuparsi”, rispose con tono calmo.
“Potrebbe essere una spia dell'Oscuro”, continuò il pirata, insistendo.
A quel punto, Hook si voltò completamente verso di lui. “Perchè il Coccodrillo dovrebbe mandarmi una sua spia?”, domandò con tono ovvio.
“Non avrebbe molto senso, non credi? Sarebbe più probabile se fossi io a mandargliene una!”, concluse avvicinandosi nuovamente a Spugna, osservando la mappa, mentre Jim non aggiunse altro, zittito dalla risposta del Capitano.
"Ad ogni modo", il Capitano riprese a parlare, cercando di smorzare la tensione a cui lui stesso aveva contribuito. "Cosa puoi dirmi sul nostro informatore?".
Jim fece un cenno con il capo e si avvicinò maggiormente ad Hook e Spugna.
"Faceva parte del mio vecchio equipaggio, a bordo del Hispaniola", (3) rispose con decisione. "Ha sempre avuto molta familiarità con questioni riguardanti la magia e conosce qualcuno che sembra essere in grado di aiutarti".
Spugna fece una smorfia confusa, come se non fosse molto convinto, mentre Hook mostrò un sorriso soddisfatto, dando una pacca sulla spalla a Jim, per poi scendere sul ponte principale, dove erano tutti gli altri componenti dell'equipaggio, compresa Emma.
“Dove siamo diretti?”, chiese con tono elettrizzato.
“Tortuga”, (4) rispose Hook in modo alquanto vago.
“Tortuga?”, ripetè Emma confusa “E cosa dovremmo fare a Tortuga?”.
“Questo è affare nostro, biondina”, esclamò il Capitano con una smorfia divertita. “Tu pensa soltanto a starci dietro”.
Concluse la frase, facendo l'occhiolino alla ragazza, che in tutta, risposta lo occhieggiò storto, scuotendo lievemente il capo in segno di dissenso, mentre Hook si voltò verso i suoi uomini, dando loro le coordinate della prossima destinazione.

Quando Hook aveva detto ad Emma che sapere di Tortuga non era affar suo, l'aveva palesemente presa in giro, poiché quel posto era sicuramente un problema per una come lei. Da quando erano scesi dalla Jolly Roger, Emma era rimasta sempre vicino ad Hook, quasi impaurita dal luogo in cui si erano addentrati, e in effetti, come poteva non esserlo? Era un nauseante buco pieno di pirati, manigoldi, ubriaconi, ladri e donne molto “disponibili”.
La ragazza aveva ricevuto diversi “inviti” e “complimenti” da uomini della peggior specie, e notò che Hook attirava non poco l'attenzione di tutte le donne che incrociavano la sua strada, ma mentre lei girava la testa dall'altro lato, disgustata, lui si divertiva a dar loro corda, come se fosse lusingato dalle loro attenzioni. Questo rendeva Emma maggiormente stomacata.
“E' orribile”, esclamò Emma guardandosi intorno.
“Credi a me, biondina”, cominciò il Capitano. “Se ogni città del mondo fosse come questa, non ci sarebbe uomo infelice per amore” (5).
Dopo pochi minuti di cammino per le strade sconquassate di Tortuga, arrivarono ad una taverna: visto lo scenario, l'alternativa migliore sembrava quella di rimanere fuori ma Emma cercò di pensare che se fosse rimasta vicina al Capitano, sarebbe andato tutto bene, a meno che lui non avesse intenzione di venderla al miglior offerente.
“Allora?”, chiese Hook voltandosi verso Jim. “Dov'è questo informatore?”.
Jim superò il Capitano e scrutò con attenzione gli ultimi tavoli, soffermandosi su un tavolo in un angolo della taverna e lievemente nascosto da una colonna.
A quel tavolo era seduto un uomo, il cui volto non era visibile, in quanto chino ad osservare il suo bicchiere mezzo pieno.
“Eccolo lì”, esclamò il giovane. “Quello è John Silver” (6).
“Quel John Silver?”, chiese Spugna a bocca aperta e con una punta di ammirazione nella voce.
Jim fece segno di sì con la testa, rivolgendo un lieve sorriso all'uomo.
“Conoscendolo, non vorrà altre persone intorno”, aggiunse voltandosi verso Hook. “Quindi, andate da solo”.
“Voi non muovetevi da qui e cercate di non fare guai”, l'ultimo avvertimento del Capitano era rivolto chiaramente ad Emma, poiché si era proprio voltato verso di lei, che aveva incrociato le braccia al petto, stizzita.
La ragazza non voleva stare lì a vedere pirati che si azzuffavano, ma era curiosa di sapere cosa avesse quell'uomo da dire ad Hook di tanto importante.
Si chiedeva se stessero cercando un tesoro o qualcosa che li avrebbe trascinati in un'esperienza avventurosa. Sollevò un po' il collo per vedere cosa facesse Hook con quell'uomo ma fu costretta smetterla, nel momento in cui William, un altro pirata della ciurma, le lanciò un'occhiata, riducendo gli occhi castani a due fessure con fare un po' scherzoso. Quell'uomo sembrava il più innocuo della ciurma, abbastanza silenzioso ma gentile, forse più degli altri.
A quel punto, la bionda si appoggiò alla colonna che nascondeva il tavolo.
Hook si sedette al tavolo di colui che sembrava essere John Silver.
Quest'ultimo, senza alzare lo sguardo sul capitano, cominciò a parlare.
“Bene, bene”, esclamò con un  risolino. “Killian, quale onore”.
“Veramente, io preferisco Capitano”, rispose l'uomo con un sorriso. “Tu che familiarità avresti con la magia?”.
“Questo è affar mio”, rispose Silver, alzando il viso verso di lui.
Hook ebbe modo di vedere il suo occhio di vetro, che lo fissava. Per un secondo si lasciò quasi intimorire dal suo viso, percorso da un'espressione spigolosa.
“Piuttosto, dovresti essere tu a dirmi che familiarità desideri avere con la magia” continuò con voce calma. “So che sei alla ricerca di un modo per annientare l'Oscuro. Non è molto saggio ciò che stai facendo”.
“Quello che sto facendo è affar mio”, rispose Hook armeggiando con il suo uncino “Mi ha portato via qualcosa a cui tenevo molto, merita di morire”.
“Parli della tua mano, figliolo?”, domandò Silver con un sorriso maligno, perfettamente consapevole del fatto che ciò a cui Hook teneva non era la sua mano.
Il Capitano, in tutta risposta, alzò un sopracciglio, leggermente infastidito. “La tua simpatia è dilagante, te lo concedo...allora, cosa puoi dirmi?”.
“Conosco qualcuno che potrebbe aiutarti”, rispose l'uomo bevendo un altro sorso dal suo bicchiere.
“Ad uccidere l'Oscuro?”, domandò Hook facendosi più vicino.
“No, ad arrivare a lui”, esclamò Silver. “Non penso che per te trovarlo sia alquanto facile, dati i vostri trascorsi poco amichevoli”.
“Come trovo quel bastardo?”, chiese il Capitano con un tono di voce misto a sdegno e rancore.
“Rivolgendoti ad un uomo”, rispose Silver quasi in un sussurro. “Lo chiamano Il Dragone”.
“E dove posso trovarlo questo Dragone?”, domandò Hook quasi all'esasperazione. Già non ne poteva più di domande e risposte.
John Silver bevve un altro sorso di rum poi lo guardò con un sorriso divertito. “Kuno Garden”.
Hook lo guardò pensieroso. Non era mai approdato in quella terra, ma c'era una prima volta per tutto. Continuò a fissare Silver, con sguardo enigmatico.
“Cosa vuoi in cambio di questa informazione?”, chiese sospettoso.
“Assolutamente, nulla”, rispose lui appoggiandosi alla sedia. “L'ho fatto solo per Jim, glielo devo”.
“Oh, ma che tenero istinto paterno!”, esclamò Hook con velata ironia. “Beh, a buon rendere”.
Hook si alzò dal tavolo e fece per andarsene, ma Silver sembrava avere altro da dire.
“Sai a cosa stai andando incontro, vero?”, domandò Silver leggermente preoccupato. “Sarà molto pericoloso”.
Il Capitano si chinò sul tavolo, guardando Silver dritto negli occhi.
“Il pericolo non mi è mai dispiaciuto”, rispose con voce ferma. “Ucciderò quel mostro, fosse l'ultima cosa che faccio”.
D'un tratto, i due uomini furono costretti a voltarsi, attirati da un evidente trambusto che proveniva dalle loro spalle. Hook vide Emma che sguainava la spada contro un paio di uomini che aveva dinanzi, mentre Jim, William e Spugna cercavano di fargliela riporre (7).
“Come mi hai chiamata?”, esclamò la giovane con voce titubante e leggermente sconvolta.
Hook roteò gli occhi al cielo: si erano proprio tenuti fuori dai guai come gli aveva chiesto.
Fece un cenno di saluto a Silver e prese a camminare verso di loro. Afferrò Emma per un braccio, dirigendosi verso l'uscita.
“Non è successo nulla, signori”, esclamò Spugna con un sorriso rivolgendosi a tutti i presenti.
Tutte le persone presenti nella taverna non sembravano affatto sconvolte o sorprese da ciò che era successo. Infatti, a Tortuga succedeva di tutto.
Mentre Hook si dirigeva fuori dalla taverna insieme ad Emma e Jim, Spugna, William ed altri uomini dell'equipaggio si trattennero ancora lì, facendo un segno al capitano, che sorrise divertito. Ogni volta che si trovavano a Tortuga, doveva pur concedere loro almeno un po' di divertimento, fatto di rum e donne.
“Tu, metti via quella spada”, disse Hook rivolgendosi ad Emma.
La ragazza obbedì, e si incamminarono tutti e tre verso la nave.
“Allora?”, chiese Jim irrequieto. “Dove siamo diretti?”.
“Ne parleremo a bordo”, rispose Hook con tono vago. “Dopo che ce ne saremmo andati da qui e prima che la biondina provochi altro trambusto”.
“Ma io...”, cominciò lei cercando di ribattere, ma Hook le fece segno di star zitta.
Il Capitano le sembrava alquanto seccato, ma non aveva causato nessun guaio.
Aveva soltanto minacciato un indecoroso e spregevole omuncolo che la stava importunando: qualcosa le diceva che forse avrebbe dovuto evitare.
Arrivati a bordo della Jolly Roger, Jim si rivolse ad Hook.
“Spero che Spugna e William tornino con una scorta di rum”, esclamò con tono scherzoso, dopodiché si diresse sottocoperta dagli uomini che erano rimasti a bordo, lasciando il Capitano solo con Emma.
“Posso sapere, per cortesia, cosa stavi facendo, Swan?”, chiese il Capitano con tono derisorio, mettendo la mano dietro la schiena.
Emma abbassò lo sguardo, mettendo il broncio. “Un uomo mi aveva insultata”.
Hook mostrò un'espressione pensierosa. “E in che modo, di grazia?”.
“Mi aveva fatto una proposta alquanto oscena e continuava a fare apprezzamenti poco consoni”, rispose con tono offeso e fissando Hook nei suoi occhi azzurri.
Il Capitano le rivolse un sorriso, che non aveva nulla di malizioso. Era sinceramente divertito dal candore di quella ragazza e anche dal modo di esprimersi.
“Ti offendi per così poco?”, chiese continuando a sorriderle “Non hai mai ricevuto complimenti?”.
Emma ci pensò. In effetti, li aveva ricevuti, e pensò a quei principi che l'avevano riempita di complimenti e paroloni barbosi come loro.
Al pensiero, le sue labbra si distesero in un lieve sorriso.
“In realtà, sì”, rispose ricordando la festa a palazzo. “Ma solo per il mio aspetto”.
“Questi sono i modi dei pirati, biondina”, continuò Hook osservandola attento. “Abituati”.
“Sono anche i tuoi modi?”, domandò lei di rimando.
Hook sorrise, notando come quella ragazza gli si opponesse con tanto orgoglio: quel posto sulla sua nave sembrava meritarlo proprio per quello.
Il Capitano sospirò. “Io sono un pirata, ma anche un gentiluomo, Swan. Non ho questi modi rudi”.
Emma sorrise divertita. “Ma davvero?”, chiese con tono saccente.
Hook le si avvicinò maggiormente.
“Io ti farei i miei complimenti in maniera diversa, non considerando soltanto il tuo aspetto”, esclamò interessato dalla piega che aveva preso quella conversazione. “Ti direi quanto tu riesca ad apparire affascinante nel tuo essere determinata e ben poco soggetta alle regole altrui, quanto tu sia coraggiosa nell'addentrarti in avventure a bordo di una nave pirata e quanto tu sia piacevolmente permalosa e poco incline ad ottemperare alle richieste altrui” (8).
Ad ogni frase, Hook non aveva fatto altro che avvicinarsi, ritrovandosi con il viso a ben pochi centimetri da quello di Emma.
“E ovviamente” continuò, sussurrando, “quanto sia facile perdersi nell'osservare i tuoi occhi”.
Concluse il tutto, portando la mano sul suo viso, per spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre la bionda lo fissava allibita ma allo stesso tempo cauta.
Emma sentiva di essere chiaramente arrossita, e sperava che lui non se ne fosse accorto. Aveva la pelle d'oca sotto il suo sguardo, che sembrava sfiorarla dolcemente mentre la osservava. Eppure, cercò di non farsi ammaliare dalle belle parole di quel pirata, che voleva quasi certamente aggiungerla alla sua lista di conquiste. La ragazza si allontanò leggermente, liberandosi dal suo tocco e schiarendosi la voce, per cercare almeno di proferire parola e non sembrare una perfetta idiota, imbambolata dalle sue lusinghe. Deglutì, indecisa tra il rispondergli, deviando il tutto, oppure rifilargli un gran bello schiaffo, mettendolo definitamente a tacere. Forse con l'ultima opzione, lo avrebbe soltanto reso ancora più divertito e arrogante.
Per fortuna, venne salvata dall'arrivo di Jim, che aveva tra le mani la mappa, e si bloccò improvvisamente quando li vide a pochi centimetri l'uno dall'altro.
Emma spinse via Hook immediatamente, spostando il suo sguardo da lui a Jim.
“Ho interrotto qualcosa?”, domandò il ragazzo con timore.
“I-io stavo giusto andando a dormire” esclamò subito Emma, scendendo sottocoperta e con un gran desiderio di rifugiarsi sotto le lenzuola e non uscire fino a nuovo ordine.
Dopo che Emma se ne andò, Hook sorrise, pensando all'effetto che le sue parole avevano avuto: quella biondina sapeva decisamente come farlo divertire.
“Una nuova conquista?”, chiese Jim avvicinandosi e guardandolo sornione.
“Non esagerare, Jim” rispose il Capitano, ricomponendosi. “Mi diverte semplicemente vedere l'effetto che ho sulle donne”.
Il giovane lo guardò poco convinto, per poi tornare alla mappa.
Intanto, Emma si era messa al sicuro nel suo letto, coprendosi con le lenzuola fin sopra la testa, per nascondersi completamente e cercare di far svanire l'imbarazzo che quello stupido pirata le aveva suscitato. Come aveva potuto farsi abbindolare da lui anche solo per cinque secondi? Non riusciva a mandar giù quella scena, ed era seriamente combattuta tra il restare lì nel suo letto oppure salire sul ponte e sferrargli un bel gancio destro, altro che schiaffo.
Emma pensò a tutti i modi possibili ed immaginabili in cui avrebbe potuto rispondergli o fargliela pagare una prossima volta. Rimuginò così a lungo, che quasi senza accorgersene sprofondò nel sonno più profondo, evidentemente sfiancata da quella lunga e alquanto intensa giornata.

Il mattino successivo la Jolly Roger si sarebbe apprestata a salpare per Kuno Garden.
Emma si era svegliata più presto del solito e aveva deciso di tenersi impegnata tutto il giorno, evitando così di avere pensieri riguardanti la serata precedente. Arrivata sul ponte, non vide nessuno, a parte Spugna che la salutò allegro.
“Spugna, ma dove sono tutti?”, chiese la ragazza guardandosi intorno.
L'uomo rise. “Alcuni dormono ancora, stanotte ci sono stati un po' di festeggiamenti. I ragazzi hanno portato donne e rum sulla nave”.
Festeggiamenti? Eppure lei non aveva sentito nulla. Uomini...tutti uguali.
“Meglio che mi metta a lavoro”, disse voltando le spalle a Spugna.
Chissà se anche Hook dormiva ancora.
Sarebbe stato strano dato che il Capitano si svegliava sempre prima di lei ed ogni mattina lo trovava sveglio e vivace al timone.
Andò a prendere tutto ciò che le occorreva ma non fece nemmeno in tempo a rimettere i piedi sul ponte che venne immediatamente travolta da qualcuno.
“Ehi, guarda dove metti i piedi”, esclamò al pirata da strapazzo che pensava di avere di fronte.
Si abbassò a raccogliere gli stracci ed il secchio.
“Una mano sarebbe d'aiuto”, esclamò infastidita.
“Io non mi abbasso a raccogliere stracci”.
Emma sgranò gli occhi. Quella che aveva udito non era decisamente la voce di un pirata.
Alzò lo sguardo e dinanzi a lei c'era la donna con lunghi capelli castani che le ricadevano sulle spalle, occhi neri circondati da un pesante trucco e labbra voluminose. Era sicuramente una bella donna, ma Emma l'avrebbe definita certamente come una “donna di facili costumi”.
“E tu chi saresti?”, chiese la giovane con tono sgarbato, ma la risposta arrivò nel momento esatto in cui Hook uscì dalla porta della sua stanza a petto nudo.
“Sei ancora qui, cara?”, chiese guardando la donna e piegando la testa di lato.
“Me ne stavo giusto andando”, rispose lei fissandolo con occhi sognanti “Solo che questa qui mi è venuta addosso”.
Nel riferirsi ad Emma, la donna assunse un tono di voce sprezzante e la osservò con sdegno.
Emma la guardò male e aveva una gran voglia di spingerla in mare.
Hook esaminò Emma, per poi voltarsi di nuovo verso la donna. “Non far caso a lei, vai pure”.
Emma vide la donna mettergli una mano sul petto e rivolgergli l'ennesimo sorriso.
La ragazza non poté far altro che roteare gli occhi, a quella scena stucchevole, dopodiché la donna si levò finalmente dai piedi, andando via.
La bionda si voltò un attimo verso il Capitano, indugiando sul suo petto, ma si sentì come colpita da un'asse di legno, nel momento in cui lui se ne accorse.
“Ti piace quello che vedi, Swan?”, chiese lui, ghignando, con i suoi soliti modi.
“Oh, per favore!”, chiese lei girandosi, per non far scorgere il rossore che in poco tempo le aveva colorato le guance. “Così, stanotte qualcuno ha festeggiato”.
Hook, pur non vedendola in volto, ebbe modo di notare un sottile tono di fastidio nella sua voce e questo non gli dispiaceva affatto.
“Vedi, Swan”, rispose lui. “Io ho una nave piena di uomini che hanno bisogno di compagnia, me compreso”.
“Questa non è una nave, ma un bordello”, esclamò con voce ferma. “E tu sei a dir poco disgustoso”.
“Come siamo gelose!”, esclamò Hook prendendola in giro. “Volevi essere tu a farmi compagnia, vero?”
Emma sentì il sangue salirle al cervello, mentre una forza sconosciuta cercava di proiettare la sua mano in direzione del viso del dannato Hook.
“Nemmeno se fossi l'ultimo rimasto sulla faccia della terra”, rispose digrignando i denti.
“Continua a ripetertelo, biondina”, esclamò lui con il suo solito sorriso sghembo.
La bionda senza aggiungere altro, si voltò per riprendere stracci e secchio.
“Adesso, se non ti dispiace, io mi metterei a lavoro”, esclamò rivolgendogli un sorriso fin troppo falso, che Hook ricambiò felicemente.
Pirati...Emma non poté fare a meno di scuotere la testa, riflettendo sul loro modo di vivere.
E pensare che stava quasi per cascarci quando quel casanova l'aveva fatta arrossire.

La nave stava affrontando il mare da quasi mezza giornata e il tempo era dalla loro parte: il mare era calmo ed il vento in poppa.
Tutto andava alla perfezione. Emma cercava di tenersi impegnata, in modo da non pensare a tutto ciò che era successo la sera precedente e qualche ora prima, cercando di togliersi dalla testa l'immagine di lei arrossita che osservava Hook.
Dopo una minuziosa pulizia della nave, aiutò Spugna a pescare e cucinare diversi tipi di pesci.
Nel frattempo, il Capitano era alla sua postazione al timone, insieme a Jim, osservando la mappa che il giovane aveva fra le mani.
“Ecco a voi, Capitano”, esclamò il ragazzo porgendogli il cannocchiale.
Hook lo prese nella mano destra ed ebbe modo di vedere non molto lontano la loro destinazione.
“Terra!”, esclamò William dal ponte principale.
Emma si sporse subito dalla nave, osservando l'orizzonte: c'era una grande distesa di verde e rocce.
Il paesaggio le sembrava quasi idilliaco...un paradiso terrestre. Non faceva che osservarlo meravigliata e, soprattutto, curiosa di visitarlo.
Hook le fu subito affianco, osservandola tranquillo. “Ti piace, biondina?”.
Emma sorrise istintivamente, continuando a guardare con occhi rapiti. “E' bellissima”.
“Questa è Kuno Garden”, esclamò il Capitano.
Hook, osservando la sua meta, sentì maggiormente la consapevolezza di avere qualcosa che lo guidasse, che ogni passo che compiva lo stava portando sempre più vicino a quella bestia: la vendetta. Ormai era la sua luce guida, capace di fargli raggiungere il suo desiderio più grande, capace di muovere ogni suo sentimento: avrebbe trovato quel mostro, grazie a lei.


Angolo dell'autrice

  • (1) questa scena richiama leggermente quella de La Sirenetta, in cui Tritone manda avanti le ricerche per trovare sua figlia;
  • (2) Jim Hawkins direttamente da Il pianeta del tesoro;
  • (3) la nave Hispaniola viene da "L'isola del tesoro";
  • (4) Tortuga, tratta ovviamente da "La Maledizione della Prima Luna";
  • (4) frase tratta da La maledizione della prima luna, viene detta da Jack a Will Turner;
  • (5) altro personaggio da Il pianeta del tesoro;
  • (6) per questa scena, invece, mi sono un po' ispirata ad una scena eliminata de La maledizione della prima luna, in cui Jack e Will sono in una taverna e mentre Jack parla con Gibbs, Will si lascia un po' prendere dal panico e prende la spada.
  • (7) altra frase da La maledizione della prima luna, questa volta è di Elizabeth;
  • (8) il titolo si ispira alla canzone Guiding Light dei Muse.

Ok, ho finito di tediarvi con le note. Eccomi con il quarto capitolo! Spero tanto che vi sia piaciuto.
Scriverlo è stata un po' un'impresa e spero di non aver esagerato troppo con le scene Emma/Hook ma il bello della coppia sta proprio nei loro battibecchi e se non li inserivo adesso, quando lo facevo? Dopo lo shock e la tristezza dovuti alla puntata 2x21 avevo bisogno di una dose di scene Captain Swan e spero possano consolare anche voi. Ad ogni modo, ce ne saranno certamente altre. Per quanto riguarda la scena di Hook con quella “simpatica” donna, spero non siate rimasti sconvolti o altro. Inizialmente l'avevo modificata perchè mi dicevo “io scrivo una Captain Swan e poi faccio stare Hook con qualcun altro?” ma poi, parlando con una mia amica, mi ha consigliato di metterla anche per restare nel personaggio: alla fine Hook è così, è un pirata che, come sappiamo ha avuto “le mogli di molti uomini” e per Emma non prova nessun tipo di sentimento per ora, ma la vede soltanto come qualcuno da infastidire e, se capita, conquistare.
Morivo dalla voglia di inserire una scena del genere, anche per mettere Emma un po' in difficoltà e spero sia piaciuta. Inoltre, volevo fare una precisazione: il Dragone l'ho resa in maniera diversa rispetto alla serie, ma avrete modo di scoprirlo nel prossimo capitolo u.u
Un enorme ringraziamento a tutti coloro che seguono questa storia e mi lasciano recensioni. Attendo con ansia un vostro parere, anche piccino piccino piccino (compresi pomodori e ortaggi vari, si intende u.u) e se ci sono errori o altro, vi invito a farlo presente, tanto a me fa piacere :).
Alla prossima, un abbraccio :*

   
 
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