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Autore: EmmaStarr    09/05/2013    12 recensioni
Raccolta di momenti su Ace e Rufy, i fratellini più dolci della storia!
Da bambini o da grandi, con Sabo o a Marineford, non importa: quando si diventa fratelli, lo si è fino alla morte.
E anche dopo.
17: “Ace! Ace, aspetta!” Rufy lo stava inseguendo. Chissà perché la cosa non lo sorprendeva?
18: “Bé, non mi sto arrendendo, è solo che ho male alla pancia e vorrei respirare un po'. Ah, già, e ho fame.” rispose Rufy, alzando le spalle. “Niente di irrisolvibile.”
19: “Vieni! È successa una cosa terribile!” esclamò con urgenza, trascinandolo fuori.
20: “Su, Ace, non prendertela...” fece Rufy, scosso dai sussulti. “È solo che... la tua faccia faceva un po' ridere, ma solo un po', eh...”
21:
Un brutto giorno, però... successe il disastro! “Oh, Signore, perché.” “Shhh!”
22: “Ace, dormi?” “Ovviamente sì, Rufy. Sto dormendo della grossa.”
23: “Sì, ok, Ace. Adesso ti guido io!”
24: Sì, ne era certo. Era valsa la pena di tutto: l'orrore, la disperazione, la sofferenza.
25: Rufy ridacchiò. – Scusa, solo... Oh, Ace, ma quanto mi sei mancato! Sono così felice!

COMPLETA!
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HAPPY ENDING



A Rufy era sempre piaciuto il lieto fine.

Lo trovava confortante, rassicurante.

Ace invece diceva che era troppo scontato, troppo noioso: lui voleva il sangue, l'azione, la paura... Il lieto fine era roba da femminucce.

“Ace, mi racconti una storia?” implorò Rufy, saltellando su e giù per la stanza.

Ace mugolò qualcosa di incomprensibile, voltandosi nel letto. “Stai fermo, ho sonno!” si lamentò.

“Dai, mi racconti una storia? Solo una!” lo pregò Rufy, continuando imperterrito a saltellare.

“Ma poi... poi prometti che stai zitto?” chiese il maggiore, esitante.

“Zittissimo! Non mi sentirai nemmeno, come se non ci fossi! Completo silenzio.” promise lui, mettendosi subito buono buono, in ascolto.

Ace tentennò: lui voleva il silenzio, lo voleva con tutto il cuore. Voleva riposare senza che quel terremoto di un bambino gli impedisse di chiudere gli occhi anche solo due secondi.

Però... lui le storie non le sapeva raccontare!

“Dai, racconti o no?” lo incitò Rufy, aspettando.

“E va bene! C'era una volta, un... pirata?” azzardò Ace, mettendosi a sedere e grattandosi la testa.

“Oh, una storia sui pirati, che bello!” gridò il più piccolo, battendo le mani.

“Questo pirata era... Sì, lui era spaventoso e crudele.” attaccò Ace, un lampo di malvagità nello sguardo. “Era così spietato che persino i più grandi Ufficiali della Marina Militare avevano paura di lui! E sai cosa ne faceva dei suoi nemici?”

“Cosa, cosa?” domandò Rufy, elettrizzato, nascondendosi sotto le lenzuola.

“Li avvelenava con i suoi artigli velenosi! Poi gli bruciava la faccia, un pezzettino per volta! Il naso, le ciglia, le guance, tutto! Il pirata era cattivo, molto cattivo. Tutti lo odiavano, tutti lo disprezzavano.” continuò Ace, alzandosi e camminando piano verso il letto di Rufy.

“E poi?” sussurrò quello, eccitato.

“Un giorno il pirata, non contento di tutto il male che aveva fatto, decise di uccidere tutti i bambini con meno di nove anni, per evitare che crescessero e diventassero pirati come lui!” gridò Ace, il pavimento che scricchiolava piano sotto i suoi piedi.

Io ho meno di nove anni!” strillò Rufy, ben nascosto sotto le coperte.

Ace non capiva: perché quel bambino non piangeva terrorizzato? Perché strillava come se fosse eccitato? Eppure lui voleva solo spaventarlo!

Voleva che gridasse di paura, che tremasse, che piangesse... Voleva farlo star male, non farlo ridere.

Doveva darci un taglio e spaventarlo a morte.

“Di' un po', tu lo sai dove approderà, stanotte?” sussurrò, ormai davanti al letto di Rufy.

“Dove, dove, dove?” chiese quello, agitandosi sotto le lenzuola.

“Sta sbarcando proprio ora... Si sente l'odore del sangue che porta con sé... E presto, presto, forse tra pochi istanti... sarà proprio qua!” concluse, togliendo di scatto le lenzuola dal corpo di Rufy.

Con suo estremo disappunto, lo trovò che rideva come un matto.

“Che c'è da ridere? È una storia orribile! Dovresti avere paura!” esplose Ace, frustrato.

Rufy smise di ridere e lo guardò, confuso. “Paura? E perché? Tanto finisce bene.” disse con ovvietà.

“Ah, sì? E come finisce, di grazia?” ribatté l'altro, scettico.

Ma certo. In fondo lui raccontava la storia, però Rufy conosceva esattamente il finale. Logico.

“Ma è semplice. Tu mi salvi.” fece Rufy, sfoderando il suo solito sorriso tanto grande e ingenuo.

Ace rimase così scioccato dall'affermazione del bambino che per poco non cadde a terra di botto.

Tu mi salvi.

Lui era il figlio di un demone, di un mostro! Lui non doveva nemmeno nascere, e invece quel bambino lo riteneva così importante...

Tu mi salvi.

Rufy gli avrebbe affidato la vita ad occhi chiusi, senza pensarci due volte.

Rufy lo vedeva come un modello, un esempio, un idolo.

Rufy aveva bisogno di lui.

Rufy lo voleva vivo.

“Finisce così, vero? Vero che finisce così? Perché non parli? Ace!” Rufy gonfiò le guance, offeso. “Vuol dire che non ho indovinato?”

“Sai una cosa? Hai ragione tu.” sospirò Ace, sorridendo. “Finisce... finisce esattamente così.” sbadigliò, tornando a sdraiarsi a letto.

“Lo sapevo.” mormorò Rufy, stendendosi a sua volta e chiudendo gli occhi. “È un lieto fine... davvero eccezionale...”

Non aveva ancora finito di parlare, che già stava dormendo.

 

Molti anni dopo, il sapore del sangue nella bocca e una ferita terribile nel petto, Ace ripensò a quel momento.

Anche adesso è un lieto fine, Rufy. Io ti salvo, giusto?”

E fu così che il grande pirata della ciurma di Barbabianca, Portuguese D. Ace, morì con l'ombra di un sorriso sulle labbra e l'ombra di un ricordo nella mente.

Un ricordo che parlava di due bambini, due amici, due fratelli.

E di un lieto fine.

 



Angolo dell'autrice:

Salve a tutti!
Questo è il mio primo tentativo su questo fandom... Che emozione >.<
Premettendo che amo questi due bambini con tutto il cuore, ho deciso di scrivere questa raccolta. Si basa su una challenge (http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9887909): l'autrice ci dà dei titoli di alcune canzoni (solo titoli, non testi!) e la storia va scritta in base a questo.
Ora, perdonerete la mia incompetenza musicale ma Happy ending di Avril Lavigne non l'ho mai sentita, anche se suppongo che non sia proprio fluff... Bé, meglio. Stravolgerò un po' le cose ^^
In fondo, si tratta di spunti.
Ace e Rufy sono così dolci che basta un niente per far nascere una storia su di loro!
Io credo che siano dei personaggi molto profondi: un legame fraterno non è una cosa che leghi e disfi da un giorno all'altro, è un percorso lugno, che richiede costanza e tanto amore... Insomma, io li amo ^^
Nient'altro, spero davvero che questa prima shot vi piaccia! La prossima arriverà entro settimana prossima, il titolo sarà Hot.
E non importa come, verrà fuori dolce.
Un abbraccio a tutti!
Vostra
Emma ^^

  
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