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Autore: Siel    09/05/2013    7 recensioni
Tre fratelli, due maschi e una femmina. Tre esseri dagli immensi poteri. La battaglia più distruttiva dall'inizio del Tempo deve essere evitata. E per farlo, il Creatore si dovrà incarnare, dimenticandosi tutto e ricominciando una nuova vita, che lo porterà a conoscere l'Impero dal punto di vista di un comune Terreno, e forse, chissà, anche il nostro mondo, per poi scoprire una terribile verità, che lo porterà a compiere una scelta terribile: accettare il proprio destino o ribellarsi ai dettami del Fato?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Imperatore aprì gli occhi, e sospirò sconfortato. Aveva appena visto l’ennesima possibilità futura finire con la distruzione dell’intero universo.
Non che ne fosse sorpreso o spaventato, dato che era solamente un futuro ancora lontano e solamente possibile, ma era indispettito.
Erano ore, infatti, che viaggiava nell’infido oceano dei futuri e stranamente non aveva ancora individuato la scelta che avrebbe evitato quella che gli esseri umani che popolano il pianeta Terra, chiamano Apocalisse.
L’imperatore si riscosse da questi cupi pensieri, deciso a non arrendersi.
“No! Non può essere l’unica soluzione!” pensò rabbiosamente stringendo i braccioli del maestoso trono su cui era seduto, ricavato da un unico blocco di Oro Stellare, su cui erano state incastonate un’infinità di preziosissime gemme dai mille colori.
Lo schienale era meravigliosamente intagliato e aveva, nel suo punto più alto una sfolgorante gemma che pareva racchiudere in se i colori dell’arcobaleno, la bellezza delle stelle e lo splendore del sole e della luna.
Era circondata da in un cerchio composto da due serpenti, l’uno dorato e l’altro argentato che si mordevano vicendevolmente la coda.
Il Trono era posto al centro di un enorme salone, rialzato di cinque scalini rispetto al pavimento di marmo bianco.
La luce entrava da alte finestre, e veniva riflessa dagli specchi posizionati lungo le pareti.
Dai soffitti a volta, affrescati con scene di leggende e storie fantastiche, pendevano lampadari di cristallo.
L’Imperatore si alzò e scese gli scalini, e iniziò a camminare su e giù con fare pensoso.
“Non può essere l’unica soluzione! Incarnarmi! No!” pensò aggrottando la fronte
“Anche se … ho già esplorato una miriade di futuri... e tutti finiscono nello stesso modo … e pensandoci bene, incarnarmi potrebbe anche essere un’esperienza istruttiva, e parrebbe l’unica alternativa all’accettare il disastro …”.
Sorridendo, l’Imperatore uscì dal salone, attraversando un lungo corridoio con arazzi ricamati riccamente alle pareti che si alternavano agli onnipresenti specchi.
“Consiglio Divino, tutti, Maggiori e Inferiori … Ora!” pensò l’Imperatore rivolto alle sue prime creature, gli Dei.
Con un solo pensiero, appena accennato arrivò nella sala del consiglio, ritrovandosi seduto su di un trono magnifico, anche se meno maestoso del primo.
Schioccò le dita e comparve un’immensa e lunghissima tavolata.
Un altro schiocco delle dita e comparvero le sedie.
Un terzo schiocco fece comparire una tovaglia di seta bianca e bicchieri colmi di ambrosia e succo di fiori di Panacea.
In quell’istante, iniziarono a comparire figure maestose.
Alcune comparvero con lampi di luce, altri con turbini di foglie, ma tutte lo fecero silenziosamente.
Appena arrivate, tutte le figure si voltavano verso il trono e si inchinavano.
Poi, prendevano posto secondo uno schema già noto.
Appena tutti gli scranni furono occupati, ed erano veramente molti, cadde il completo silenzio.
E l’Imperatore parlò.

  
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