Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Lol_96    09/05/2013    2 recensioni
In un mondo dove ogni uomo è destinato ad ucciderne un' altro, come si può sopravvivere? E se qualcuno si ribellasse al vincolo di sangue imposto dalla società?
Sono io quel ragazzo. Sono io quello che rinuncia a tutto per combattere una società macchiata dal sangue dell'omicidio.
Io, un diciassettenne con la voglia di cambiare, un animo anticonformista pronto a combattere in quello in cui crede fino alla morte. E sarà cosi.
Finché qualcuno non metterà un punto a tutto questo odio io ci sarò, combatterò per i miei ideali.
Un ragazzo fuori posto il cui riflesso non piace a se stesso, figurarsi agli altri.
Un ragazzo un po' confuso da tutto quello che sta succedendo, che sta cercando il proprio posto.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

III
 

La pozza di sangue inizia a formarsi,sono riuscito a stento a togliermi di dosso il corpo di … Come diavolo si chiamava il tipo?
 
“Blade…” con voce squillante annuncia la sua presenza. Alzo lo sguardo e strizzo gli occhi per vederci meglio. Sono miope e ,credo con l’impatto, gli occhiali sono volati qualche metro più in la senza accorgermene.
Nel frattempo la pioggia inizia a ticchettare sull’asfalto. Il cielo piange un’altra vittima dello Stato.
 
In piedi davanti a me, due occhi smeraldini mi fissano.
Una volta, quando ancora tutto era ok, quando ancora avevamo una vita semplice, vagavo senza meta per la città cercando due occhi che mi colpissero.
Da piccolo, verso sera, papà tornava a casa dal lavoro con gli occhiali da sole per coprire le occhiaie dovute alla stanchezza. Gli saltellavo intorno gridando che se non si fosse tolto gli occhiali,avrei dovuto ucciderlo. Già allora iniziavano a circolare i primi bambini marchiati, ed io essendolo, sapevo benissimo cosa significasse. Ma ci scherzavo sopra, non avevo mai visto occhi più belli di quelli del mio babbo.
Quando morì iniziai a cercare qualcuno che fosse alla sua altezza. Che ti facesse leggere l’anima dagli occhi.
 
Gli occhi sono lo spettro dell’anima e la mia è in burrasca.
 
Ed ora, qui davanti a me, ho ritrovato lui dentro di lei.
I capelli, biondi e lisci, erano raccolti in una coda che le ricadeva sulla spalla destra. La pelle olivastra mi riportò alla memoria il braccio di mia madre. Lei ed io li mettevamo a confronto per vedere chi si fosse abbronzato di più, e puntualmente vinceva lei perché di carnagione più scura di me. Ed allora mi arrabbiavo, uscivo in giardino a petto nudo e passavo il pomeriggio sotto il sole cocente per cambiare colorito. L’unico risultato ottenuto era un rosso acceso causato dalle insolazioni.
 
Ma ora erano lì, mamma e papà, riuniti in una sola persona.
E non potevo credere che la mia sfortuna fosse così grande. Perché sarei morto per mano dei miei genitori reincarnati in un unico corpo, bellissimo per giunta.
L’occhio mi cascò sul seno e la mia immaginazione da diciottenne saettò nel letto della mia vecchia casa, io sotto e lei sopra.
Mani calde avvolgevano il mio corpo,e con un gemito sommesso venni.
Poi, come quando il vento spazza via le nuvole, i miei pensieri vennero cancellati da una domanda, piccola ma fondamentale.
 
“Lui era il tuo marchio?” domandai io cercando di sviare il fatto che da li a poco sarei morto.
Sputò un “No” quasi fosse ferita nel profondo dalla domanda.
“Ma quindi …” Iniziai a ragionare su cosa fosse successo ma lei mi interruppe: “Si, lui non era quello che devo uccidere. Invece che ricevere i suoi anni, li ho persi”
Mi mostrò il polso sinistro, marchiato con il mio nome, seguito dal destro con il marchio della sua reale vittima. Kally Minsword. Mai sentita,per fortuna.
 
Quando ebbero inizio gli omicidi di massa, lo Stato non sapendo come fare, promulgò una legge riguardante la perdita di anni.
 

“Ogni uomo dovrà, solo ed esclusivamente, uccidere la vittima marchiata sul polso. Nel caso mettesse fine ad un’ anima innocente non erediterà i suoi anni, bensì li perderà. Erediterà però il nome della vittima, che dovrà uccidere entro un anno. Bilanciare la società richiede impegno, ma soprattutto sacrificio.”

 
Anima innocente? Ahah, che battuta. Nessuno è stato, è, e sarà innocente. Siamo tutti segnati da questa legge chiamata “omicidio”.
 
Se mi fermo a pensare al giorno in cui metterò un punto alla storia di Tobya Niggern, il mondo diventa scuro. Fisso un punto con sguardo fermo, e mi immagino in piedi, davanti ad un ragazzino in preda al panico e con un solo, veloce movimento di polso, gli incido la gola. Sangue a fiotti mi bagnano le mani, mi ritrovo sdraiato ed in uno spasmo di  razionalità penso a come sarà la mia vita di lì in poi. Fuggitivo.
Assassino.
Colpevole per me stesso, non per lo Stato. Lui comanda, e se lui dice che io devo uccidere lo farò.
NO. Mi rifiuto.
 
La nebbia iniziava a diramarsi come vapore nella doccia. Doccia.
Non me ne faccio una da una vita…
All’età di dodici anni, la mia famiglia venne sterminata da un gruppo di motociclisti alti e robusti, almeno così venni poi a sapere dalla mia vicina. Io ero a casa di Sam per la notte.
Ai polsi, tozzi e sudati, ognuno aveva inciso il cognome Landel. Sfondarono la porta di casa verso le sette di sera, mio padre uccise un tizio sulla quarantina e gli rimasero dieci anni di vita, troppo pochi per salvare tutti. Ne uccise un altro quando vide che stava premendo il grilletto contro mia madre, ma fu troppo tardi. Morirono entrambi.
Papà morì per annullamento, mamma con una pallottola in fronte. Crew, mio fratello maggiore, ne uccise uno spaccando la finestra del salotto con un pugno e, dopo aver afferrato un coccio, lo impiantò nell’occhio del meno robusto. Morì per annullamento anche lui.
Il quarto, il più robusto di tutti, afferrò Mike per le spalle e dopo averlo sollevato lo scaraventò sulla televisione. Morì alla tenera età di sette anni. Barbaman aveva appena guadagnato sette anni di vita, ma ne perse nove strangolando mio cugino.
 
Ed ora il fratello minore -forse si,forse no- di Baramen era lì, steso a faccia in giù con sei pallottole nella schiena, in un bagno di sangue.
 
“Ragazzino, alza il culo e vattene da qui appena puoi. Sei libero.”
“Sarò realmente liberò quando tu sarai morta.” Non so cosa mi prende, ma in un raptus di follia lancio il guanto di sfida.
“Se la metti così…” Estrae dalla cintura un piccolo coltellino svizzero, lo apre e caricando il braccio lo lancia. Io miei riflessi fanno schifo.
 Rimango fermo, paralizzato dal veleno che la morte ti inietta prima di agire, prima che cali la sua falce per mozzarti la testa.
 
Il coltello mi passa affianco alla testa, mi graffia appena la tempia destra e fugge dietro il mio corpo, quasi scappando dal suo compito.
 
“Se è tutto quello che sai fare …” La sfido. Sono un coglione.
“Credi davvero che una come me, una che non ha paura di sparare cinque colpi dritti sulla schiena di un armadio che sta per uccidere, possa sbagliare?”
Mi fissava come nessuno aveva mai fatto. Rabbia e sconforto la padroneggiavano. Ma quello che veramente mi inquietava era il suo fare da dura, perché lei lo era realmente. Lei aveva ucciso, e parecchio a giudicare dal suo fare da esperta.
Si voltò e dopo aver sospirato, sibilò. “Un giorno mi ringrazierai.”
Era di spalle, ma seppi che sorrise perché quando disse “29 anni guadagnati facilmente” la sua voce aveva assunto un atteggiamento giocoso.
 
Alla fine ci ero andato vicino, avevo sbagliato solo di un anno…
“Ci rivedremo presto” fu l’unica cosa che mi disse prima di sparire tra la fitta nebbia.
 
Rimasi lì, la testa bassa e le lacrime al viso. Ricordare fa male.
Ed ora che mamma e papà erano tornati da lui per salvarlo, maledizione, lui li avrebbe seguiti. Fosse l’ultima cosa che avrebbe fatto. Come mi avevano messo al mondo, potevano distruggermi.
Un gemito strozzato risuonò nell’aria. Mi resi conto che ad emetterlo ero stato io. Talmente preso dai miei pensieri, non mi ero accorto di aver iniziato a piangere. Singhiozzavo come un bimbo, come probabilmente aveva fatto Mike poco prima di lasciarci.
 
Il colonnello Finkin mi raccontò con fare teatrale di come la mia famiglia si fosse sacrificata per salvarsi l’un l’altro, di come erano stati tutti uccisi cosi eroicamente combattendo.
Non piansi una lacrima quel giorno, ma ora buttai fuori tutto quello che avevo. E mi svuotai, di nuovo.
 
I corpi erano stati portati via la mattina prima che io arrivassi a casa. Ma non potevo tornarci, avevo solo dodici anni, ero piccolo e mi sentivo colpevole della loro morte.
Se fossi stato a casa avrei potuto salvarli, o almeno morire cercando di farlo. Avrei potuto finire all’inferno, ma almeno sarei stato in compagnia.
 
Qui invece, il vero inferno non finisce mai.
 
Scappai da casa e mi rifugiai sulla collina dietro la città.
Si dice che la notte porti consiglio, ed un bambino impaurito e da solo in mezzo ad una foresta piena di animali selvatici, si consigliò da solo di scappare. Scappare più lontano.
 
Arrivai in una cittadina dopo tre giorni di cammino, disidratato e denutrito. Lì mi accasciai al suolo e svenni.
Mi ritrovai solo qualche ora dopo sul letto di una casetta in legno. Due tozzi di pane e un bicchiere di acqua sul comodino.
Il cibo scarseggiava e quello era una manna dal cielo.
 
Mi ritrovai davanti un uomo sulla cinquantina, scoprii dopo che mi aveva trovato e portato a casa sua, aiutandomi. Passai tre mesi con lui, lo aiutai nelle faccende di casa, cacciavo e coltivavo il piccolo campo di terra nel retro. Morì “donando” i suoi anni ad una donna di mezz’età che prima lo aveva sedotto ed al momento dell’atto, gli aveva conficcato un pugnale nel petto.
 
Scappai e non tornai più quando vidi il suo corpo esanime, nudo sotto le lenzuola.
 
Quello, fu l’inizio di un principio di follia che tutt’ ora mi porto dietro.
 
Ma che volete che sia, diciott’ anni e qualche raptus di idiozia sono normali.


******************************



Ieri sera non ho pubblicato causa Step up 3D :3 Soooooorry
Il capitolo è concluso con un lampo dell'ultimo secondo che mi ha fatto cambiare gran parte di quello che succederà dopo.
Speriamo che alla fine sia tutto lineare :D
Grazie ancora a chi mi supporta, e soprattutto a chi ha messo la storia tra quelle che segue**
See you soon
-Matt

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Lol_96