Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Laura Anita Winchester    09/05/2013    2 recensioni
Temptation è una dei "preferiti" ovvero il giocattolo di Lucifero. E' una dei migliori nel suo campo e lavora sempre da sola. Quando arriverà Storm, un altro demone le cose incominceranno a cambiare... ci sarà una vera e propria caccia all'uomo.
Castiel è un angelo caduto privilegiato dal fatto di essere appena scampato all'Inferno e alle "cure" di Lucifero, ma ha fatto una promessa e sa che quella non sarà l'ultima volta che vede un demone...
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dopo altre quattro ore di lezione e un consiglio straordinario con il preside, Cassiel tornò a casa.
Durante il tragitto, passò davanti al bordello di Temptation e lanciò una lunga occhiata alle macchine parcheggiate all’esterno.
Proseguì per altri trecento chilometri, pensando alla frase di Temptation.
A Lucifero non importava quanto tempo passasse.
E lui si rendeva conto che non aveva tutti i torti.
- Maledizione – sibilò girando ad una rotonda e tornando sui suoi passi.
Parcheggiò in una zona buia, per evitare che qualcuno della scuola di passaggio riconoscesse la sua macchina.
Entrò nel locale e si fermò sulla soglia, cercando di adattarsi alle luci colorate e alla musica alta.
Si guardò attorno, fissando le ragazze in completi intimi girare tra i tavoli e portarsi qualcuno dietro le quinte, dove sicuramente si trovavano delle stanze private.
- Ciao dolcezza – commentò una ragazza con una sottoveste verde acqua e i capelli neri raccolti in un’alta coda di cavallo.
- Ciao.
Gli strinse la cravatta tra le dita, tirandolo a sé – Vuoi che ti tenga compagnia?
- In realtà cercavo il tuo capo – rispose Cassiel fissandola negli occhi.
Lei smise di leccarsi le labbra – Mattew? Lui non è gay.
- No, non intendo lui – commentò stranito che ci fosse un uomo a capo di quel posto – Cercavo una donna, si chiama Anita.
- Intendi Temptation? – commentò lasciando la presa e allontanandosi da lui – Lei non è qui. Ha lasciato il bordello a Mattew per questa sera. Credo che sia da qualche parte ad ubriacarsi o a lavorare – commentò guardandosi attorno.
- Oh, grazie – commentò facendo per andarsene, poi si bloccò e frugò nella tasca allungando un paio di banconote alla ragazza che le accettò con un sorriso.
Uscì ritornando in macchina.
Sicuramente non poteva mettersi a cercarla per tutta New York, pensò a bordo dell’auto mentre svoltava nel vicolo dove si trovava la sua casa.
Spense il motore e rimase a bordo dell’auto. Provò a chiamare Temptation con il cellulare, senza successo.
Sospirò… doveva farsi un bel bagno caldo e andare a dormire, il giorno dopo l’avrebbe cercata a lavoro.
Attraversò il piccolo giardino, frugando nella borsa alla ricerca delle chiavi.
- Finalmente sei arrivato – commentò una voce strozzata.
Cassiel alzò la testa di scatto con le chiavi in mano.
Sulle scale una sagoma scura lo attendeva.
Sembrava spaventata e tremante.
Si avvicinò e accese la luce.
- Temptation – sussurrò inginocchiandosi e prendendole il viso tra le mani.
Piangeva in silenzio, le lacrime miste al sangue che gocciolava da una ferita alla tempia e dal labbro spaccato.
- Sono stata una stupida a volerci riprovare io… - iniziò.
Lui la zittì e l’aiutò ad alzarsi – Entriamo.
Lei gemette, quando si alzò in piedi e notò una chiazza rosso scuro sulla canottiera all’altezza dell’addome.
- Che ti hanno fatto… - sussurrò sollevandola di peso tra le braccia e portandola dentro.
La portò in salotto adagiandola sul divano.
Tremava e si stringeva convulsamente lo stomaco.
- Ti devo spogliare, ok? – commentò Cassiel, mentre ricordava tutto quello che bisognava fare in caso di emergenza.
Era un dottore, infondo.
Temptation annuì e lui prese un paio di forbici tagliandole la canottiera e sfilandogli i jeans.
Fissò l’enorme taglio che si stendeva dall’ombelico fino sotto al seno.
- Maledizione – sussurrò correndo in bagno e prendendo i medicinali necessari.
- Usa i tuoi poteri – la voce ridotta ad un sussurro lo fece preoccupare.
La guardò scostandole i capelli dalla fronte – Non posso. Non con ferite così gravi. Se fossi un demone potrei farlo, ma essendo un umano rischierei di ucciderti – guardò la ferita – Anche perché queste sono ferite infettate.
Allora fai quello che devi fare – sussurrò.
Temptation gemette dal dolore e strinse le dita attorno al braccio di Cassiel.
Lui si incupì e continuò a disinfettare.
Quando finalmente Temptation si addormentò, le posò due dita sulla fronte. L’energia bianca scivolò dalle sue dita al corpo della donna, facendola brillare per qualche secondo.
La coprì con una coperta e la lasciò riposare.
Aprì la porta di casa e si guardò attorno.
Gli sembrò di vedere qualcosa di scuro muoversi nel cortile e decise di chiudersi dentro, ringraziando di aver reso quella casa a prova di demone, prima di andarci ad abitare.
 

- Signore.
Lucifero si voltò e guardò il demone inginocchiato all’entrata - Fury, spero in ottime notizie.
Il demone dai capelli neri alzò lo sguardo – Ho trovato Temptation.
Si avvicinò al demone – E…
- E l’ho ferita sufficientemente da ucciderla in meno di mezz’ora. Essendo un essere umano il suo corpo patisce molto di più le ferite.
- Mi sembrava di essere stato chiaro - sibilò Lucifero – Li voglio entrambi al mio cospetto, che siano vivi o morti non mi importa.
Già perche li avrebbe riportati in vita per torturarli personalmente.
Sorrise immaginando le urla di Temptation che chiedeva perdono per aver disubbidito agli ordini e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riavere i suoi poteri e tornare tra le sue braccia.
E lui sapeva già come avrebbe riavuto il suo potere su di lei.
   
 
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