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Autore: Minene    10/05/2013    1 recensioni
Questa è la storia di un Lillipup un pò speciale.. Un Lillipup strano, che nasconde la sua tristezza attraverso una maschera.. Un Lillipup che non è nel mondo.. egli pensa, sa cose che altri non sanno, ma si tiene tutto dentro..
Una storia dal punto di vista dell'amico Tuc (un Pidove), che lo accompagnerà lungo un viaggio assurdo, non privo di pericoli e prove da superare..
Alla ricerca della verità sul padre.. e sulla sua stessa natura...
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Stella Cometa perchè voglio cominciare una serie di storie sui pokèmon Shiny e per me tutti i pokèmon sono come stelle che ci illuminano la strada, "cometa" perchè hanno un che di speciale che li rende unici e questo li porta a diretto contatto con il mondo degli uomini, oltre il gioco..
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Dedicata a Francesca in onore del suo piccolo Lillipup a cui vuole tanto bene!:D Questo sarà solo il primo di una lunga serie!:3
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Cap.2 Meno raro tra i rari

 

Mikki, fermati!”
Hey, Tuc! Dai, prova a prendermi!”
Anf..anf.. aspett..ami..!!”
L'aria calda mi bruciava le ali, intorno tutto il paesaggio era colorato dalla sabbia che si alzava sul suolo sabbioso e, inseguendo il vento, sbatteva contro i muri marroncini delle case senza tetto. Eravamo nella zona desertica che portava a Sciroccopoli. Ansimando mi fermai e mi posai a terra asciugandomi il sudore con l'ala ampia e grigia. Ero sul marciapiede di cemento bollente e dovetti alzarmi subito in volo se non volevo abbrustolirmi le zampe. Trovai una panchina poco più avanti e mi ci appoggiai. Stranamente lungo le strade non c'era nessuno. Solo qualche darumaka e sandile si spingevano curiosi fuori dal deserto per inoltrarsi nel percorso pieno di case tutte uguali.
Appena ebbi ripreso fiato, alzai lo sguardo e mi volsi verso la voce del piccolo Mikki che guardava avanti e correva in circolo aspettando che mi riprendessi.
Ma tu non sei mai stanco?” dissi mentre mi rialzavo in volo.
Cosa vuol dire essere stanchi, Tuc?”
La sua voce era calda e serena, mista a curiosità e un pizzico di malinconia appena accennato.
Vuol dire sentirsi, ecco.. non saprei come dirlo.. vuol dire non sentirsi al massimo.. insomma, sentirsi debole.. senza forze.. insomma, si ha voglia di riposare.. di dormire..”
In quel momento mi domandai: -davvero ho voglia di dormire..?- guardai lo sguardo confuso del piccolo. -No, non ho voglia di dormire! Non ora!-
Mi alzai in volo pieno di forze.
Dai, Mikki! Andiamo!”
Il cucciolotto si movimentò e cominciò a correre in quella giornata afosa. La strada più avanti era sempre uguale. Come una strada infinita in mezzo al deserto, contornata di case tutte uguali. E tra ogni casa c'era una stradina che portava al deserto. Il piccolo camminava svelto, mosso dalla curiosità di vedere cosa ci fosse dall'altra parte. Aveva attraversato con gioia tutti i percorsi per arrivare fin lì. Non si arrendeva.
Il suo pelo candido si muoveva nel vento e il sole gli schiariva il manto già dorato di suo.
Saltava sulle rocce che incontrava, non sembrava temere il calore soffocante, pur avendo una pelliccia così folta.
Dopo un altro miglio con lo stesso passo deciso, Mikki si trovò di fronte ad un bivio.
Guardò preoccupato di fronte a se, indeciso sulla strada da intraprendere
Alla sua sinistra c'era il deserto, ampio e maestoso. Alla sua destra, c'era un portone enorme fatto di plastica colorata con un enorme cartello che probabilmente ne descriveva il contenuto. L'entrata era aperta a tutti, e dal vetro che la contornava si intravedevano negozi infiniti all'interno. Per Mikki quello era un posto magico, pieno di allenatori e quindi cibo, riposo e allenamento. Però il deserto lo incuriosiva alquanto.
Questa è la Galleria Solidarietà, cooo cooo..
mh..”
Probabilmente non gli interessava sapere cosa fosse quello che si ritrovava davanti, lui voleva scoprirlo da solo. Fece per entrare quando un rumore proveniente dal deserto lo incuriosì. Si mosse in quella direzione e vide, in mezzo al deserto, un ragazzo che chiedeva aiuto. Era un ragazzino di circa 17 anni, portava una maglia a maniche corte stile hawaiano con raffigurati fiori rossi e pantaloncini al ginocchio marroni. Teneva sulle spalle un enorme borsone quasi più grande di lui, in cui usciva un sacco a pelo. La sua pelle era abbronzata, i suoi occhi erano azzurri e sul suo viso rimaneva, come incollato, un sorriso troppo sforzato per sembrare reale. Un sorriso inquietante.
Era alto e snello, teneva i capelli lunghi e castani, in una coda che scendeva fino a sotto le spalle e portava un cappello di paglia per proteggersi dal sole. Sembrava molto più adulto degli anni che gli si potevano dare guardando il suo fisico non ancora formato. Forse perché il suo viso, contornato dai segni della barba appena tagliata, dava l'impressione che quel ragazzo fosse un esploratore che aveva ormai vissuto la vita dal primo all'ultimo giorno. Quando Mikki lo vide, egli era in bilico su un masso contornato da coccodrilli di terra affamati. Lo zaino enorme metteva alla prova il suo equilibrio.
Appena il ragazzo alzò lo sguardo, i suoi occhi si fusero con quelli di Mikki. Il cucciolo era stupito, abbagliato da quella stramberia d'uomo, che lo rappresentava così bene, in tutto il suo carattere allegro e strambo. Lo sconosciuto guardava Mikki come un pirata guarda la mappa di un tesoro trovata per puro caso. Non era stupore, era desiderio.
Un sandile si alzò e, appoggiandosi sulla roccia di salvezza del ragazzo, si mosse verso di lui con le zanne affilate, voglioso di combattere. Il ragazzo si mosse e con i piedi tentò di spingere giù il coccodrillo affamato. Gli altri imitarono il primo e il povero ragazzo con il cappello di paglia dovette spostarsi ancora più al centro dell'enorme masso largo appena 1 metro e alto poco più di Mikki.
I due continuavano a guardarsi, ma questa volta il viso del ragazzo chiedeva aiuto, in un modo più che evidente, senza, però, mai togliere quel sorriso inquietante dal volto.
Prima che io potessi intervenire in alcun modo, Mikki era già lì, abbaiando e ringhiando in mezzo al deserto. Usò azione, ritorno e imparò morso. Senza accorgersene, in poco tempo, anche se inferiore di livello, aveva messo KO tutti gli avversari.
Alzò lo sguardo compiaciuto verso il ragazzo che in quel momento aveva gli occhi lucidi di compassione e ammirazione.
Sono in debito con te, Lillipup!”
Mikki lo guardò confuso. Si voltò, ma oltre a me non c'era nessun altro. Allora mi guardò in cerca di aggiornamenti su cosa fosse un “Lillipup”. Mi sentì in dovere di spiegare. Nel frattempo l'hawaiano stava seduto sul masso a cercare freneticamente qualcosa nell'enorme borsone che si era portato davanti. Mentre parlai al cucciolo, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi. Non mi sentivo abbastanza fiero per farlo.
Mikki, è difficile da capire.. ma prima o poi dovevi scoprirlo comunque.. questa è la regione di Unima, divisa in due grandi razze. Gli uomini e i Pokèmon. Poi ci sono gli uomini che rimangono nella loro città e quelli che catturano i Pokèmon per combattere. I Pokèmon lo stesso. Ci sono quelli che abitano nelle città o nelle radure, invisibili dagli occhi degli uomini, e quelli che viaggiano nei percorsi cercando allenatori o allenandosi per conto proprio. Gli uomini combattono per battere le 8 palestre e dopo accedere alla Lega. I Pokèmon combattono per lo stesso motivo, e così fra l'allenatore e il suo Pokèmon si forma un rapporto di fiducia reciproca. Poi gli uomini hanno catalogato noi Pokèmon in razze e tipi. Tu sei un Lillipup, tipo Normale, poco raro. Io sono un Pidove, tipo Normale, poco raro. Ma io mi evolverò in un tipo volante. Tu rimarrai un tipo normale. Ma tu sei un Lillipup particolare. Tu sei shiny, ossia hai le statistiche più alte.. e sei 1000 volte più raro di un Lillipup normale!”
Mikki mi guardava con uno sguardo spento. Stava accettando, piano piano, tutto ciò che gli avevo detto. E gli faceva male.
Ehi, voi due! Che state confabulando? Haha..”
Il cucciolo si voltò di scatto. Il ragazzo si era abbassato su di lui e lo guardava cuiroso.
Niente!” urlò Mikki sorpreso.
Guardò negli occhi lo straniero e si accorse che egli non capiva cosa stesse dicendo, ma Mikki invece sì. Mikki lo capiva. Lui no.
Hahaha, sembri terrorizzato! Comunque grazie per avermi salvato, io sono Taka!”
Il cucciolo stette in silenzio guardando a terra, più tranquillo di prima.
Ora sarai esausto, vieni con me, porta anche il tuo amico, ti do qualcosa da mangiare, ti va?”
Mikki sorrise, sempre confuso. Aveva fame, è vero, ma doveva fidarsi di quel tipo strambo? Fatto sta che lo seguì.
Dopo aver mangiato un boccone nella Galleria Solidarietà, dove tutto era luminoso e fresco, uscimmo e ci trovammo a Sciroccopoli. Taka entrò in un Centro Pokèmon e ci chiese di aspettare fuori. Aprofittai della situazione per spiegare a Mikki cosa fosse un Centro Pokèmon e come funzionavano le pokèball.
Come mai sai tutte queste cose, Tuc?”
Io le so e basta...”
Ero freddo. Pieno di ricordi. Freddo.
Mikki sorvolò e non mi chiese più niente. Il buon umore tornò.
Quando Taka uscì aveva tre pokèball in mano.
Amici miei, venite fuori!”
Di fronte a lui comparvero tre esseri luminosi e splendenti. Il più grande e imponente era un Volcarona. Era un insetto infuocato alto come l'allenatore che rimaneva sospeso in aria grazie alle ali sulla schiena. Era diverso da quelli normali. Era blu e aveva le ali arancioni e mostrava un forza e una sicurezza maestosa. Di fianco svolazzava uno Woobat: un pipistrello grande come Mikki con un pelo sofficissimo e ali taglienti. Aveva un cuore al posto dell'occhio. Ma neanche questo era uno Woobat normale. Era verde e aveva le ali blu. L'ultimo era appoggiato sulla spalla di Taka ed era un pokèmon che non si vede ad Unima. Era un Cindaquill, un draghetto senza ali con il muso da serpente di tipo fuoco. Era completamente arrancione. Tre pokèmon del genere erano, non rari, di più!
Taka accarezzò Volcarona e ci disse:
Mi sono inoltrato nel deserto per catturare questa bellezza! La chiamerò Verony! Questo svolazzatore qui invece, è Woody e il piccoletto qui sulla mia spalla è Cin! Dai ragazzi, salutate!”
I tre pokèmon vennero verso di noi e ci fecero un mucchio di domande. Mikki però era troppo concentrato sul luogo dove si trovava. Eravamo di fronte ad una stazione vicino a delle panchine separate da pali della luce. Era la città più bella che avesse mai visto.
Hey, Lillipup!”
Mikki si voltò sentendo una voce nella sua direzione.
Ti va di venire con me?”
Mikki spalancò gli occhi e fece un passo indietro. Dietro di lui io ero appoggiato sulla panchina insieme a Woody. Verony girava intorno alla piazza curiosa di quel luogo così diverso dal suo deserto e Cin dormiva tranquillo questa volta sul cappello di Taka. Questi guardava Mikki sorridendo. Ma non era più quel sorriso sforzato che inquietava, quello era un sorriso di intesa. Quel ragazzo dalla barbetta e la pelle scura lo guardava, piegandosi su di lui. Poi lo accarezzò sulla testa con una mano, mentre l'altra la teneva in tasca dei pantaloni larghi. Mikki spalancò ancora di più gli occhi verdi e si liberò dalla mano dell'estraneo. Si scosse tutto come se quel contatto fosse stato un secchio di acqua gelida. Non aveva mai neanche osato immaginare un “allenatore”, e in quel momento questo lo stava accarezzando. A quella reazione Taka fece il muso come un bambino e si sedette per terra a mani incrociate sul petto.
Va bene, se non vuoi non importa..” disse fingendo disinteresse, mentre in realtà si stava rodendo il cuore. Mikki non capiva come mai un umano potesse insistere tanto per avere un pokèmon comune come lui. Poi si ricordò le parole di sua madre.
Io.. sono un pokèmon shiny..” Il cucciolo si voltò verso di me, chiedendo aiuto.
Io mi avvicinai a lui, gli misi un'ala sulla spalla e gli dissi: “Mikki, i suoi tre pokèmon sono TUTTI shiny.. forse è un collezionista.. non so se devi fidarti.. mettilo alla prova!”
Lui mi sorrise deciso dopo un attimo di indecisione. Guardò Taka con decisione. L'allenatore accettò la sfida.
Perfetto! Vai Cin!”
Cin scese a malavoglia dalla sua spalla e si mise in posizione di battaglia. In quel momento una scintilla lo illuminò mostrando tutta la sua potenza. Anche quando mikki fu pronto, egli illuminò e si sentì più forte. I bambini si fermarono a guardare quello spettacolo luminoso. Il cucciolotto era ostacolato dalla panchina dietro di lui e non poteva pensare di scavalcarla perchè dietro c'era il mare. Così con un balzo si portò dietro all'avversario e lo colpì con morso. Il pelo dorato di Mikki splendeva sotto il sole caldo di quel pomeriggio. Ripensava alle numerose lotte vinte per arrivare fin lì, e si distrasse. Il suo avversario gli lanciò una palla infuocata, ma Mikki se ne accorse in tempo e schivò. Saltò oltre l'avversario, rimbalzò sulla panchina e lo colpì alle spalle con azione. Un Cindaquill normale sarebbe finito KO dopo un colpo del genere, ma questo non sembrava per niente stanco. Ubbidiva ad ogni comando del suo padrone. Poi Taka urlò:
Cin, forza! Corri contro di lui e colpiscilo con ruotafuoco!”
Il piccolo cominciò a correre come il vento contro il cucciolo dorato che riuscì a schivarlo nonostante tutto.
Rimbalza per terra e torna indietro!”
Cin prese velocità girando su se stesso e venne contro Mikki. Questi non poteva prevedere quella deviazione e fu colpito il pieno. L'intensità di quell'attacco lo fece rimanere senza fiato. Come poteva nascondersi una potenza così assurdamente grande in un piccolo esserino come quello?
Mikki cadde in avanti strisciando il muso contro il bordo del marciapiede. Quello spazio così ristretto lo uccideva, e la gente che li contornava lo faceva innervosire. Si preparò, pensò intensamente al suo avversario e utilizzò la mossa ritorno. Stranamente, però, questa non ebbe il minimo effetto. Cin ne approfittò e lo colpì con azione facendolo cadere a terra senza forze.
Mikki si alzò ancora, pieno di lividi, al minimo delle forze e guardò l'avversario con fulmisguardo. Cin aveva ormai perso l'arroganza di prima e guardava l'avversario con pietà portandosi le mani di fronte alla bocca in segno di paura.
Basta così.” Taka si mise in mezzo, si abbassò all'altezza del Lillipup lucente, sorridendo. “Voglio spiegarti perchè il tuo “ritorno” non funziona.. quando tu utilizzi quella mossa, devi concentrarti su qualcosa che ti rende felice più di chiunque altro. Devi concentrarti su un desiderio che vuoi realizzare. Una speranza che si avvererà. Tu sei piccolo. Probabilmente pensavi alla tua mamma, ai tuoi fratelli.. ma vuoi veramente tornare indietro? È per questo che ha avuto poco effetto. Perchè hai poca fiducia in questo desiderio. Se vieni con me, ti prometto che realizzeremo, insieme, ogni cosa. Allora, ci stai?”
L'allenatore prese una pokèball e la mise di fronte al suo nuovo amico. Questi indietreggiò pensieroso, guardando a terra.
Tuc..” lo sentì dire. “Che cosa faccio..?”
Non serviva una risposta. Egli non la voleva. Poi, improvvisamente, senza preavviso, con le lacrime agli occhi, alzò lo sguardo. Sul suo volto c'era un sorriso. Un sorriso che diceva tutto. Che rappresentava tutto il suo dolore e la sua gioia allo stesso tempo. Chiuse gli occhi e allargò il sorriso delicatamente piegando la testa di lato. Abbaiò e toccò la pokèball con il naso. A quel punto egli si sentì riempire, il suo cuore si ampliò. Era completo. Aveva un nuovo desiderio. Sarebbe arrivato fino alla Lega.
E tu, Pidove..?”
Coooo coooo!!! Nonononono!”
Hahaha, no, eh? Ti lascio il permesso di accompagnarmi, se vuoi!”
Si voltò verso gli altri suoi compagni sorridendo. Fece uscire il piccolo Lillipup e disse: “Ti chiamerò Naru! Ti piace come nome?”
Sì! È bellissimo!”
Ero sicuro che gli pesava dover cambiare nome, ma sapeva che così sarebbe riuscito a lasciarsi alle spalle il passato. Almeno così avrebbe dimenticato le voci nostalgiche che lo chiamavano e i giochi da bambini che lo divertivano tanto. L'unica cosa a cui pensava in quel momento era arrivare alla Lega e rendersi fiero verso il padre defunto.
Bene, ragazzi, si parte! Destinazione Lega!!!”
Tutti erano entusiasti, non avevo mai visto Mikki, cioè Naru, sorridere tanto! Era libero. Libero e felice. Aveva trovato la sua strada.
Si incamminarono in quella giornata che stava per finire piena di luci e colori di Sciroccopoli. E quando i lampioni finalmente si accesero e poi si spensero di nuovo centinaia di volte ancora, allora lì potevi accorgerti di quanto erano felici, tutti, a stare insieme. Ognuno diverso, più o meno raro, ma uniti.
E così vidi il mio piccolo cucciolotto sorridere a quello strambo allenatore dal cappello di paglia.

Angolo di Minene!!!:D

Ok, so già che alcuni mi odieranno per il cambio di nome T.T
Cmque il proximo sarà l'ultimo capitolo!:D Questa è solo la prima storia della serie! Non so se mi sono spiegata.. farò una raccolta di storie chiamata “Stella Cometa” e ogni storia avrà massimo 3 capitoli e tratterà un tema diverso avente come personaggio un pokèmon shiny!:3
Vi prego di comunicarmi se questa mia idea possa piacere perchè ci tengo tantissimo!!!:D
Grazie a tutti per essere arrivati fin qui! Per favore recensiteeeee!!!xD
Ah, e grazie mille anche a Phasy che è stata la prima a recensire il primo capitolo, e spero continui a recensire!:')

Alla proxima!!!:D

  
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