Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: giusy8690    10/05/2013    2 recensioni
è passato un anno dal loro primo natale passato insieme...tutto è cambiato e continuerà a cambiare...ma in meglio o in peggio? Questa è la mia prima fanfic su rossana spero che vi piaccia! Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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4 NON POSSO FARE A MENO DI TE
Sento l’altoparlante che comunica l’arrivo a Tokio. Apro gli occhi e vedo le luci della mia città. Finalmente a casa.
Ecco mia madre. Scendo dall’aereo e corro ad abbracciarla. Oh dio quanto mi è mancata! “Mamma” inizio a piangere a dirotto fino a quando non mi arriva una martellata in testa.
“Ahia mamma, mi hai fatto male!”
“Smettila di fare la bambina, ora sei diventata una donna e comportati come se lo fossi”
“Uffa mamma io sono solo contenta di essere tornata”
“Lo so tesoro anch’io sono contenta” E mi prende tra le sue braccia.
In lontananza qualcuno ci spiava e infatti mi ritrovo in tv il giorno stesso. “I giornalisti sono dappertutto. Forse dovrei comunicare alla stampa il mio ritiro almeno mi lasceranno in pace”
Ora tutta la città saprà del mio ritorno. Anche lui. Devo chiamarlo subito.
 
Pov Akito
L’attrice Sana Kurata ha fatto il suo ritorno proprio questa mattina. Eccola che esce dall’aere…
Cosi è tornata. “Papà io esco vado a correre”
“Va bene a stasera…aspetta Akito”
Sento il telefono squillare. Sarà per me e sicuramente è Tsuyoshi.
“Si pronto?”
“Akito sono io Tsuyoshi”
Lo sapevo, ora mi dirà di Sana ecc…
“Dimmi Tsu”
“Tutto bene? Hai sentito la notizia?”
Già so di che notizia parla. “Si e non mi interessa più di tanto…ma ora devo scappare ho un impegno con mio padre”
“Oh si scusami. Allora ci sentiamo presto. Ah Akito ricordati che puoi contare sempre su di me”
“Lo so grazie Tsu. A presto”
Ho dovuto dire una bugia perché non mi andava di parlare di lei. Esco e inizio a correre. Correndo arrivo al nostro gazebo. Quanti ricordi, ora mi fanno cosi male. Perché è tornata proprio ora? Dopo tutti questi anni non sono riuscito a dimenticarla; forse odiarla un pochino per tutto il male che mi ha fatto. Si è ragazzina egoista.
Mi sveglio di soprassalto grazie a dei rumori fastidiosi, infatti il gazebo si è riempito di gente. C’è una donna di fronte che cerca di scrutarmi, non riesco a riconoscerla perché indossa dei grandi occhiali da sole scuri e un cappello. Si avvicina a passo lento.
“Hayama sei tu?”
Quella voce la riconoscerei fra un milione, non potrei mai dimenticarla. ”Kurata? Quale buon vento ti riporta nella tua patria?”
Si toglie gli occhiali per guardarmi meglio. È cosi bella da togliere il fiato. Aveva un abito azzurro che pareva esserle stato dipinto addosso; lo indossava come poche donne avrebbero saputo fare rendendolo sexy. Lei era sexy ed era diventata una donna, con quelle sue forme piccole ma perfette. Ma aveva qualcosa nei suoi occhi, forse tristezza.
“Sono arrivata questa mattina e volevo dirtelo di persona”
“Sei arrivata tardi perché la televisione già ti ha preceduto”
“Lo so…allora come stai? Gli altri?”
“Kurata è inutile che cerchi di farmi dialogare. Io e te non abbiamo più niente da dirci” E con questo mi alzo e cerco di andare via ma lei mi ferma per un braccio. Quel suo tocco mi fa rabbrividire. Abbassa lo sguardo. “Sai ho lasciato il lavoro. Sono qui perché ho deciso di vivere la mia vita senza fare l’attrice. Ho capito che non ho bisogno di girare il mondo per stare bene e poi…” Fa un respiro e poi prosegue “Mi mancava qualcosa…”
Cosa? Non riesco a seguirla. “E perché lo dici a me? Io cosa c’entro?”
“Bè tu c’entri molto perché se sono qui è per te…non ne posso più di vivere in questa sofferenza” Oh no sta per mettersi a piangere e io odio vederla in questo stato.
“Perdonami Akito, so che non ti merito perché ho pensato solo a me stessa in questi anni però mi sono sempre pentita di non averti aperto i miei sentimenti e ho vissuto nel rimpianto quindi ora voglio dirti ciò che penso” La fermo prima che lei prosegua mettendole l’indice sulle labbra. “Sana anch’io ho fatto degli errori tempo fa, ma sono stato malissimo. È troppo tardi per ricominciare. Scusa.”
“Si…forse hai ragione. Scusami ancora.”
 
Pov Sana
Scappo via da quel luogo, da lui. Ha ragione non posso pretendere che di punto in bianco lui mi perdoni. Tornai a casa e corsi in camera mia piangendo fino ad addormentarmi.
Passano i giorni e mi rendo conto di essere caduta in depressione. Ogni mattina mi alzo e ripeto a me stessa di non aspettare nessun tipo di contatto da parte di Akito. Non mi vuole più e devo farmi una ragione.
Dopo una lunga conversazione con Aya e Tsuyoshi, loro iniziarono a preoccuparsi per il mio comportamento. Oggi Aya ha avuto la brillante idea di portarmi fuori a pranzo e io le ero molto grata per l’impegno che ci metteva. Cosi prendo il telefono e la chiamo:
“Aya sono Sana, voglio accontentarti e ringraziarti per tutto quello che state facendo per me tu e Tsu.”
“Oh amica mia non sai quanto mi rallegri sentirti cosi”
“Allora ci vediamo a mezzogiorno al parco cosi andiamo insieme in quel ristorantino”
“Si certo avviso anche il mio pasticcino che ha tanta voglia di vederti. A dopo allora.” Ho accettato perché adoro passare il tempo con loro e detesto vederli preoccupati per me, ma dentro di me ho un buco che nessuno può riempire. Sono pronta per andare all’appuntamento.
 
Pov Akito
Vedere Sana mi ha scombussolato tutto. Ogni mattina cerco di affrontare le mie giornate in modo da non pensare a lei. Vado in palestra a insegnare e quando non insegno mi alleno, torno a casa e guardo la tv e cerco di ignorare il vuoto che ho dentro.
Oggi invece ho voglia di fare qualcosa di diverso. Infatti chiamo Tsu: “Pronto?”
“Tsuyoshi sono Akito”
“Ciao Akito è successo qualcosa?”
Ma perché deve pensare sempre che sia successo qualcosa di terribile?! “No Tsu niente di preoccupante. Ho voglia di uscire con un amico tutto qua. Ti va?”
“Mmh si solo che ci dobbiamo vedere dopo pranzo perché sto con il mio cioccolatino ripieno…”
“Ok Tsu non preoccuparti dimmi dove sei che ti raggiungo più tardi.”
“Ehm veramente forse è meglio che ti raggiunga io”
Mi nasconde qualcosa sono sicuro ma faccio finta di niente. “Va bene ti aspetto” E riattacco sgarbatamente.
Dopo un paio di ore decido di uscire e chissà incontro gli altri.
Arrivato in centro  mi accorgo che mi trovo difronte al ristorante di sushi dello zio di Fuka e riconosco tre teste familiari. Mi avvicino e vedo Lei. La mia testa urla di parole senza senso ma riesco a catturare e dire a voce bassa una sola frase: “Non posso fare a meno di te!”
 
Vorrei dire che nel capitolo 3 la città in cui si sarebbe trasferita Fuka è inventata. Nel prossimo capitolo racconterò cosa hanno fatto i nostri protagonisti senza l’altro…alla prossima e ringrazio ancora chi mi segue, a chi mi fa recensioni e a chi mi ha messo tra i preferiti.   J
  
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