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Autore: Nonna Minerva    28/11/2007    16 recensioni
Durante l'estate dopo la morte di Sirius, Remus si trova a fare i conti con una nuova legge che lo costringe a nascondersi mentre Tonks ha problemi sul lavoro. Silente sembra avere una soluzione adeguata per entrambi.
Quella che all'inizio appare come una situazione scomoda e imbarazzante si trasformerà nella perfetta occasione per fare pace con i fantasmi del passato, portandoli ad affrontare insieme e ad accettare la morte di Sirius, facendo trovare loro un'intesa che forse porterà alla nascita di qualcosa di più...
RATING ROSSO per l'ULTIMO CAPITOLO!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che sto attraversando un periodo di blocco atroce e che del 17 ho scritto solo venti righe

Premetto che sto attraversando un periodo di blocco atroce e che del 17 ho scritto solo venti righe... spero di riuscire a mandarlo presto.

 

Vi ringrazio dell’entusiasmo con cui avete accolto il nuovo capitolo del Werewolf e, per chi fosse interessato, sul mio blog ho mandato la presentazione di una nuova storia...

E grazie a tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo ( sedici!! ).

 

A presto –spero-.

 

Buona lettura.

 

 

 

16. Unfounded jealousy

 

 

A tutti quelli

che mi stanno dando

una mano a

superare questo

maledetto

blocco.

 

 

 

“Dora, sei pronta?” chiese Remus bussando piano alla porta del bagno.

“Quasi,” fu la risposta di lei.

“E dai… è solamente una cena!”

“Lo so, ma voglio fare bella figura con i nostri vicini.”

“Non è nemmeno detto che rimaniamo così tanto! Domani potremmo essere costretti a trasferirci altrove!”

“Appunto,” ribatté Tonks, controllando per l’ennesima volta il suo riflesso allo specchio, decidendo che poteva andare. “E’ proprio per questo motivo che voglio godermi la serata, quindi smettila di fare il guastafeste.”

Sentì la chiave girare nella serratura e Tonks aprì la porta, facendosi finalmente vedere.

 

Remus rimase a bocca aperta.

Sapeva che Tonks aveva provato a trasformarsi e a cambiare di nuovo ultimamente, invano purtroppo, ma il risultato che era riuscita ad ottenere quella sera era comunque strabiliante.

La ragazza indossava un abito da cocktail di un bel rosa tenue, lo stesso colore che avrebbero avuto i suoi capelli se li avesse portati della solita tonalità.

Erano invece del solito castano spento, ma non raccolti come li teneva quando girava per casa o le toccava il turno di guardia.

Quella sera morbidi riccioli castani le ricadevano liberi sulle spalle, andando ad incorniciare il suo volto sorridente, appena truccato.

 

Si rabbuiò appena nel vedere che Remus continuava a fissarla senza dire niente.

“Cosa c’è? Non ti piace? Ero indecisa fra questo e quello azzurro, ma l’altro era troppo scollato e ho pensato non fosse molto adatto per l’occasione…”

Lui continuava a guardarla con gli occhi sgranati e la bocca aperta.

“Che dici? È meglio se metto l’altro?”

Remus scosse la testa e finalmente riuscì a recuperare l’uso della parola, facendo fermare lei che era già a metà strada verso la sua stanza. Se quello che aveva addosso era fra i due l’abito meno scollato, gli sarebbe tanto piaciuto vedere l’altro.

“No! È perfetto. Sei… ehm… sei bellissima.” Mormorò, rossissimo in viso, costringendosi a distogliere lo sguardo dalle sue gambe slanciate, messe in evidenza dall’abito che indossava.

“Grazie!” esclamò Tonks, voltandosi con un gran sorriso sulle labbra. “Andiamo allora? Su, non startene lì impalato!” lo esortò aggiustandogli il colletto della camicia e prendendolo per mano, trascinandolo fuori di casa. “Ci staranno aspettando!”

 

***

 

Appena arrivati furono circondati da vicini ed abitanti del quartiere, tutti curiosi di conoscere i nuovi arrivati.

A dire la verità erano ormai quasi sei mesi che abitavano lì, ma visto che entrambi uscivano poco, questa era la prima vera occasione per poter fare la loro conoscenza.

Fatte le dovute presentazioni a chi non aveva ancora avuto il piacere di incontrarli, Remus fu subito trascinato in una noiosissima discussione sulle peculiarità delle mazze da golf, l’ultima passione del signor Brown, mentre Tonks dovette sorbirsi tutti i passaggi della ricetta per la torta alle spezie, l’ultima invenzione della signora Quickley.

 

Dopo l’ennesimo commento su quanto l’aggiunta di questo o l’altro ingrediente potesse giovare alla preparazione del dolce, e dopo numerosi tentativi fatti per attirare l’attenzione di Remus e fargli capire che si stava annoiando a morte, Tonks decise di prendere in mano l’iniziativa.

Separandosi discretamente dal gruppetto delle attente massaie, si avvicinò a quello degli uomini, dove era rimasto invischiato Remus, e raggiuntolo, gli sfiorò il braccio per segnalare la sua presenza.

Lui le sorrise e si chinò appena per ascoltare quello che aveva da dirgli.

“Mi sto annoiando!” gli sussurrò all’orecchio.

Il sorriso di Remus si fece ancora più ampio.

“Hai insistito tu per venire,” le ricordò.

“Lo so, ma parlano solo di cucito, cucina e bambini!”

“Magari potresti imparare qualcosa…”

“Credevo avessimo deciso di aspettare prima di avere dei figli! Ma se hai cambiato idea, portami via di qui e se ne può parlare,” ribatté sarcastica.

“Non possiamo andarcene! Siamo appena arrivati!”

“Hai ragione,” mormorò Tonks, arricciando le labbra in un’espressione pensierosa che lui non poté fare a meno di trovare adorabile.

 

These lines of lightning
Mean we’re never alone,
Never alone, no, no

 

 

La osservò mentre si guardava intorno alla ricerca di una distrazione, spostando il peso da un piede all’altro. Vide la sua espressione addolcirsi e cercò di capire cosa avesse attirato la sua attenzione.

Nella stanza accanto tutti i mobili erano stati addossati al muro ed alcune coppie ballavano al ritmo di un lento che si diffondeva dolce nell’aria.

“Ti va di ballare?” le chiese.

Tonks inarcò un sopracciglio.

“Sei sicuro?” domandò dubbiosa, ma accettando comunque la mano che le porgeva.

“Se preferisci puoi tornare dalle altre…”

“D’accordo, balliamo.”

 

Remus si scusò con un cenno del capo dagli altri ospiti, e facendo delicatamente pressione sulla schiena di lei, la condusse nella stanza dove stavano ballando.

“Grazie,” mormorò la ragazza, appoggiandogli le mani sulle spalle, mentre quelle di Remus prendevano posto sulla vita di lei. “Ancora un minuto là dentro e sarei morta di noia.”

“Andiamo, non può essere stato poi così terribile,” la rimproverò, iniziando a muoversi lentamente, seguendo la musica.

“Cucina, case e bambini?” disse, “Un vero inferno.”

“Avresti preferito sentirti chiedere se la nostra attività sessuale è calata da quando ci siamo sposati?”

Gli occhi spalancati di Tonks erano un chiaro segno della sua incredulità.

“Mi stai prendendo in giro.” La sua era più una supplica che una domanda.

“Oh, tu non hai idea di quello che parlano gli uomini quando sono da soli.” Disse, spostandole una ciocca ribelle dietro l’orecchio, continuando ad ondeggiare piano sulle note della canzone.

“E tu cosa hai risposto?” chiese curiosa.

“Temo che non lo scoprirai mai.” Le rispose, con una scintilla maliziosa che gli brillava negli occhi.

 

E continuarono a scherzare così, i loro cuori sempre più vicini, sempre più ignari del resto del mondo intorno a loro.

 

Come on, Come on
Move a little closer
Come on, Come on
I want to hear you whisper
Come on, Come on

Settle down inside my love,

 

***

 

“Non è questo il punto,” contestò Remus, chiudendo dietro di sé la porta di casa.

“Sì, invece! Se ti dava fastidio che io ballassi con quel tipo, allora perché gli hai detto che potevo quando te l’ha chiesto!”

“Perché non pensavo che… le sue mani erano perennemente sul tuo fondoschiena!”

“Ah, quello l’hai visto!” lo rimproverò lasciandosi cadere sul divano sventolando per aria il sandalo che si era sfilata per dare sollevo ai piedi doloranti. “Ma purtroppo sembra che ti sia sfuggito il fatto che io gliele facessi continuamente togliere e ti sei pure perso il pestone che si è preso dopo l’ennesima volta che ci provava! Com’è che quelli non li hai visti? Forse perché eri troppo occupato a fare il cascamorto con Betty, l’affascinante figlia della signora Quickley!”

“Non essere ridicola, Tonks! Ti sembro il tipo a cui piace quel genere di persone?”

“Non lo so, dimmelo tu! Perché io ti sembro il tipo che è attratto da persone come il ragazzo con cui ho fatto finta di ballare?”

“Non so più cosa pensare! Ci ho fatto una figura penosa davanti a tutti! Avresti dovuto sentire i commenti maliziosi e le frasi di conforto!”

“Se loro sono dei maschilisti primitivi e possessivi, che non concedono la minima libertà alle loro mogli per paura di non trovare qualcuna che sia talmente idiota da sposarseli di nuovo, non è detto che tu debba comportarti come loro!”

“Questo no, ma ti assicuro che questa sera li capivo perfettamente,” replicò, misurando la stanza a grandi passi.

“E io, come avrei dovuto sentirmi quando ti o visto scherzare e ridere con quella gallina là?”

“Non lo so… so solo che quando ho visto il modo in cui ti toccava, non ci ho visto più, mi sono sentito come se…”

 

Si interruppe di colpo e sgranò gli occhi, rimanendo impalato in mezzo al soggiorno. Poi fu colpito di un attacco di risate talmente forte che fu costretto a sedersi sul divano accanto a Tonks per non rischiare di perdere l’equilibrio.

“Che succede?” chiese la ragazza, fissandolo perplessa, ed anche un po’ preoccupata, non riuscendo ad individuare la fonte di tanta repentina ilarità.

Remus tentò diverse volte di spiegare ciò che lo divertiva, ma ogni volta che apriva bocca per parlare, una nuova risata soppiantava le parole.

Alla fine riuscì a ricomporsi quanto bastava per spiegarsi.

“E’ solo che… mi sono accorto di quanto siamo assurdi,” disse, “Siamo qui che litighiamo, rinfacciandoci e ricordandoci come avremmo dovuto comportarci, come fossimo una coppia sposata, ma non lo siamo, non davvero almeno.”

 

Tonks arrossì violentemente, ripensando alla loro reciproca scenata di gelosia, capendo quello che Remus stava cercando di dirle.

“Hai ragione,” mormorò abbassando lo sguardo. “Ci siamo talmente calati nella nostra copertura, che in un certo senso siamo arrivati a superare la finzione, e quando quella tipa si è messa a fati gli occhi dolci, ho scoperto di essere…”

“Gelosa.” Terminò Remus per lei.

“Sì.”

“So cosa vuoi dire.”

“E’ normale?”

“Credo proprio di sì,” la rassicurò, “Dipende dal fatto che viviamo effettivamente insieme raccontando a tutti che siamo sposati. Come hai detto tu ci siamo solo immedesimati troppo nella nostra parte. Però è anche vero che finché non avremo portato a termine questo incarico dovremo fare attenzione a come ci comportiamo in pubblico, non possiamo permetterci che la gente parli troppo di noi.”

“Sono d’accordo,” mormorò Tonks pensierosa. “Credi riuscirai ad evitarmi la scenata di gelosia la prossima volta?”

“Non la definirei proprio gelosia,” precisò Remus un po’ a disagio. “Ero solo preoccupato per quello che avrebbero potuto pensare i vicini.”

 

Si diedero la buona notte e si ritirarono nelle loro stanze.

 

***

 

Remus affondò la faccia nel cuscino, trovando impossibile addormentarsi, quella sera. Immagini di mani vaganti continuavano a riaffiorargli nella memoria.

L’unico pensiero su cui riusciva a concentrarsi mentre assisteva alle libertà che quel ragazzo si stava prendendo con quella che anche se solo per finta, era sua moglie, era che nessuno avrebbe dovuto metterle le mani addosso in quel modo, nessuno a parte lui stesso.

Solo dopo aveva ricordato, che nemmeno lui aveva quel permesso, purtroppo.

Ed il solo fatto di aver pensato a lei in quel modo lo preoccupava non poco.

 

***

 

Solo più tardi, cambiando posizione nel letto per l’ennesima volta, senza riuscire a prendere sonno, Tonks realizzò che Remus non era stato del tutto sincero con lei per quanto riguardava la gelosia.

Se non era geloso, allora perché sembrava che il modo in cui quel ragazzo l’aveva toccata gli avesse dato più  fastidio dei commenti maliziosi?

 

Continua...

 

 

 

 

Capitolo 17: The house of the honest trader.

  
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