Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Laura Anita Winchester    10/05/2013    2 recensioni
Temptation è una dei "preferiti" ovvero il giocattolo di Lucifero. E' una dei migliori nel suo campo e lavora sempre da sola. Quando arriverà Storm, un altro demone le cose incominceranno a cambiare... ci sarà una vera e propria caccia all'uomo.
Castiel è un angelo caduto privilegiato dal fatto di essere appena scampato all'Inferno e alle "cure" di Lucifero, ma ha fatto una promessa e sa che quella non sarà l'ultima volta che vede un demone...
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lame affilate al posto delle unghie e una furia senza paragoni. Aveva cercato di lottare, ma era stata soggiogata e sapeva che non avrebbe avuto alcuna via di scampo.
Le lame si erano infilate nel suo stomaco e lei si era aggrappata alla camicia del demone, sentendo il respiro mancare e la carne squarciarsi sotto la pressione.
Il sangue caldo che colava sulle sue gambe e l’odore di ruggine riempire la stanza.
La gola si era fatta secca, facendole desiderare una bottiglia di acqua ghiacciata.
Il demone l’aveva spinta indietro e lei si era appoggiata sul mobile del salotto, tirando giù alcune decorazioni in ceramica e vetro.
Il demone aveva riso e aveva allungato una mano verso di lei, stringendola a pugno.
Era crollata sul pavimento vomitando sangue cercando con  una mano di fermare l’emorragia, mentre le forze venivano meno.
Aveva sussurrato qualcosa, sperando che il demone la lasciasse stare, ma dopo l’ennesima risata l’aveva tirata per i capelli per poi assestarle un cazzotto, mandandola a schiantarsi contro la vetrata colorata che le piaceva tanto, mandandola in frantumi.
Il demone si era avvicinato al corpo caldo e aveva constatato la quantità di ferite.
Temptation era convinta di stare per morire e rimase immobile con gli occhi serrati.
Ma il demone si era allontanato, chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo.
 

Temptation si svegliò da un incubo.
La stanza era appena illuminata dalla luce del sole. Si sentiva debole e voleva assolutamente bere qualcosa.
Si alzò, notando che la ferita sullo stomaco non c’era più.
Girò per la casa trovando subito la cucina.
Si fiondò sulla bottiglia di acqua quasi finendola e dovette asciugarsi la bocca per quanta ne era sfuggita dalle sue labbra.
- Ti sei svegliata.
Temptation si fiondò sul coltello posato sul ripiano in marmo e lo lanciò mentre si voltava.
Cassiel lo afferrò per il manico prima che lo potesse colpire – Sai che non mi farebbe niente.
Temptation cercò di riprendere fiato – Cassiel?
- Sì, sono io – commentò avvicinandosi e posando il coltello sul tavolo che li separava.
- Che ci fai qui?
L’angelo parve confuso – Ieri sera ti sei presentata con un’enorme ferita all’altezza dello stomaco. Sei stata aggredita e hai perso conoscenza subito dopo che ti ho portata dentro.
- Io… non ricordo… - commentò lei portandosi istintivamente la mano sul ventre, dove nel suo incubo il demone l’aveva aggredita.
Cassiel si avvicinò e le scostò la mano, facendo scivolare le dita calde sulla pelle – Sei guarita completamente.
- Hai usato i tuoi poteri? – chiese.
Lui annuì e la guardò negli occhi – Credo che siano tornati a cercarci – commentò.
La donna si incupì – Allora non era un sogno.
L’angelo aprì il frigo – Siamo al sicuro qui dentro, ma non possiamo passare la nostra vita qua – commentò.
- Che hai intenzione di fare?
Prese una bottiglia in vetro piena di liquido rosso e la portò alle labbra chiudendo gli occhi.
- Quello è sangue… - non era una domanda, Temptation conosceva quel liquido sin troppo bene, ma non riusciva a comprendere come mai un angelo ne avesse una scorta in frigorifero.
L’angelo le passò affianco e posò la bottiglia nel lavandino – Sono un angelo caduto, mi posso ribellare in qualsiasi modo. Quindi posso anche bere sangue umano.
- E a cosa ti serve? – chiese – Ma specialmente dove te lo procuri?
Cassiel si asciugò le mani sull’asciugamano – Quante domande. Sono un medico, ricordi?
- Ma non mi hai detto a cosa ti serve – commentò avvicinandosi a lui.
Cassiel sospirò fissandola negli occhi – Mi dispiace tanto.
- Che diavolo stai…
L’angelo le posò due dita sulla fronte e Temptation ebbe solo il tempo di rendersi conto che qualcosa non andava, prima di perdere conoscenza e crollare tra le braccia di Cassiel.
La sollevò di peso e la portò nella sua camera, depositandola sul comodo materasso.
Le legò i polsi, in caso si fosse svegliata, e le accarezzò una guancia, prima di chiudere la stanza a chiave.
Chiuse gli occhi e si trasportò.
 

Aveva sempre pensato che l’Inferno fosse tutto fuoco e fiamme, ma la sorpresa era stata quando si era trovato davanti una metropoli fredda e vuota.
Sentiva il bisogno di andarsene e di tornare sulla Terra a prendersi cura dei suoi studenti.
Prese fiato stringendo le mani a pugno per farsi forza – Lucifero! E’ me che vuoi! – allargò le braccia – Vienimi a prendere!
Un colpo alla testa lo fece cadere a terra. Si voltò e guardò la ragazza dalle lunghe gambe fissarlo con interesse – Quindi tu sei l’angelo.
Cassiel strinse la mascella – Sei tu che hai fatto del male a Temptation?
Lei rise di gusto – Non mi dire! Sei diventato il suo angelo custode? Ti sei così tanto affezionato a quella puttana?
Cassiel la spinse indietro, mandandola a sbattere contro un muro.
Lei scivolò a terra ridendo – Non lo sai che le donne non si picchiano?
- Tu non sei una donna – sibilò l’angelo stringendo la mano a pugno – Sei un lurido essere dell’Inferno.
La donna sputò del sangue e iniziò ad urlare, stringendosi lo stomaco.
L’angelo si avvicinò e le alzò il volto, incrociando i suoi occhi neri.
Urlò nuovamente mentre le schegge entravano nella sua mente, distruggendola secondo dopo secondo.
Il demone scivolò nelle tenebre lasciando l’involucro vuoto e privo di vita.
Cassiel si alzò guardandosi attorno – Avanti! Fatevi sotto codardi che non siete altro!
Un’ondata d’aria lo investì, ma lui non si scompose.
Lasciò che l’aria gli scompigliasse i capelli e facesse ondeggiare la sua giacca in pelle, ma non arretrò nemmeno di un passo.
Storm comparve davanti al suo cospetto – Ti conviene andartene, Cassiel.
- No, finché non avrò la certezza che lascerete stare me e Temptation – commentò l’angelo avvicinandosi al demone.
Questo rise – Non puoi pretendere che Lucifero dopo tutto questo tempo…
- Io posso… anche perché mi risulta di essere l’unico angelo sopravvissuto alle attenzioni di Lucifero per ben due volte.
Il demone scosse il capo – Non possiamo disubbidire agli ordini del capo. Dov’è Temptation?
- In un posto sicuro – rispose l’angelo – Portami dal tuo capo.
Storm lo fronteggiò – Non mi è permesso darti tale privilegio.
Cassiel allungò una mano – Allora farò da solo, grazie.
Il demone crollò in ginocchio, tremando dallo sforzo di resistere alla pressione esercitata dall’angelo.
- Come fai ad essere così forte? – sibilò.
Cassiel si piegò, sussurrando all’orecchio del demone – Sono un angelo caduto con una maledetta voglia di vendicarsi e disposto a tutto pur di farlo.
Storm sputò del sangue a terra – Non puoi averla vinta su di me. Sono tra i migliori.
Cassiel posò una mano sulla base del collo del demone – A quanto pare sì.
Storm finì a terra, sbattendo violentemente la testa. Cassiel lo voltò e schiacciò la carotide del demone – Mi risulta che lui sia uno dei preferiti. Mi stai mandando contro tutti i membri del consiglio? Forse dovresti rivedere i loro curriculum – disse ad alta voce, fissando il volto di Storm alla disperata ricerca di aria - Magari qualcuno lo vuoi ancora vivo per sistemarlo… non credi?
Cassiel si sentiva potente, pronto a distruggere l’Inferno con un solo gesto e a mandare all’aria l’equilibrio scatenando l’Apocalisse.
Proprio come avevano chiesto i suoi studenti.
Vide ancora il volto di Temptation che lo attendeva sanguinante sul portico. Di come aveva chiesto aiuto e sorrise; lei non si era mai preoccupata molto di pregare o chiedere scusa.
Ma lui era sopravvissuto grazie a lei.
Era ora di ricambiare il favore.
   
 
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