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Autore: MarsTwix    10/05/2013    3 recensioni
E' sempre stato il sogno di tutti incontrare persone famose, i propri idoli. Immaginatevi la scena, state tranquillamente passeggiando per la strada o facendo la spesa che puff, ti imbatti nella persona di cui hai la camera piena di poster e contempli le sue foto sullo schermo del tuo pc. Peccato che certe cose capitano a chi non le desidera. Kaycee e Mhone si sono appena trasferite da Londra ad Oxford, un bel cambiamento per chi è abituato a vivere in una città grande e caotica, per cominciare il primo anno di università. Quello che non sanno è che si imbatteranno in cinque ragazzi che sono conosciuti in tutto il mondo. Sfortunatamente loro non sapevano nemmeno chi fossero prima di ritrovarseli come vicini di casa.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 50

Mhone POV

“No, ma alla buon ora mia cara! Ti sembra questa l’ora di tornare a casa?” rimproverai fintamente Kay dopo averla vista entrare di soppiatto dalla porta di ingresso.
Fu divertente vederla saltare dallo spavento alle mie parole.
“Mho ma sei matta? Mi hai fatto prendere un colpo! –si portò una mano sul cuore ed io non riuscii più a trattenere le risate- Si si, ridi pure, ma mi hai spaventata sul serio! Non pensavo di trovarti sveglia.”
“In verità mi stavo chiedendo che fine avessi fatto, ma ne ho dedotto che tu e Lou avete fatto pace!” l’apostrofai.
Poggiò le scarpe per terra e si sedette vicino a me sul divano. Mi abbracciò dolcemente e si accoccolò sulle mi spalla.
“Mho mi ama, mi ama alla follia. Questa sera l’ho capito.” Disse solo con l’aria sognante e soddisfatta.
“Lo so che ti ama, non poteva essere altrimenti. Sei speciale Kay e lui non poteva non averlo capito. Sono contenta che vi siate chiariti!” le accarezzai i capelli e rimanemmo un po’ in silenzio.
Kay poi mi lasciò un bacio sulla guancia e si sistemò più comoda con la testa sulle mie gambe. Presi il telecomando e accesi la tv.
Non c’era un granchè così lasciai su un canale di musica che stava dando le ultime novità.
Stavano parlando dei ragazzi ed entrambe ci interessammo a sentire di cosa avrebbe parlato.
“Parliamo ora di una boyband che ormai ha spopolato in tutto il mondo, i One Direction. Ormai come tutti sanno il gruppo è formato da cinque membri, Harry, Liam, Zayn, Louis e Niall. I cinque ragazzi hanno da poco finito il loro secondo disco e si stanno preparando per il loro tour mondiale che li vedrà approdare tra qualche giorno in tutta l’Europa….”
“I giornalisti non sanno più cosa inventarsi ormai, se un mese equivale a qualche giorno, credo che le nostre concezioni di tempo siano alquanto differenti” commentai seccata.
“Mho… il tour è stato anticipato, i ragazzi partiranno dopodomani. Zayn non te lo ha detto?”
Mi irrigidii visibilmente.
Ci misi un po’ a metabolizzare la notizia, anzi ci misi molto. Era stato come una coltellata in pieno petto. Già sapere che tra un mese Zayn sarebbe partito in giro per il mondo era difficile da accettare, ma sapere ora che sarebbe partito da li a pochi giorni era inaccettabile. Sei mesi erano tanti e con il tempo tutto cambia. Per quanto avessi rimandato quel pensiero, ora non potevo più scappare.
“No, non me lo aveva detto.” Riuscii solamente a dire, tutto il resto delle parole che Kay si affrettò a pronunciare, furono solamente un ronzio di sottofondo ai pensieri più dolorosi che mi vorticavano nel cervello in quel momento.
 
Ero in camera avanti al pc e continuavo a rimuginare sul perché Zayn non mi avesse detto che la partenza per il tour era stata anticipata. Era ovvio che sapeva che ci sarei stata male, ma saperlo così, dalla tv, fu anche peggio che sentirlo direttamente da lui stesso. Decisi che stare li seduta, inerme senza far niente non mi avrebbe aiutata, passare invece più tempo con la persona che amavo, era la cosa giusta. Infondo questo era il suo lavoro, la sua vita ed io non potevo che essere fiera di lui, supportarlo e stargli vicina il più possibile. Si, era quella la cosa giusta, ma aspettavo comunque che fosse lui a dirmi della partenza, fino a quel momento non avrei toccato l’argomento.
Infilai un paio di  jeans e una camicetta che era poggiata sulla sedia. Infilai al volo un paio di ballerine e chiavi e telefono alla mano uscii di casa avvertendo con un “Esco” Kay della cosa.
Suonai il campanello di sopra e una volta che Harry mi fece entrare mi diressi in camera di Zayn. Bussai delicatamente sulla porta di legno poi, senza aspettare risposta, entrai. Lo scoprii in boxer, t-shirt e occhiali –accessorio che gli avevo visto indossare veramente poco da quando lo conoscevo, ma che gli donava un’aria da adorabile imbranato-, lungo sul letto intento a fare qualcosa al computer che evidentemente l’aveva preso particolarmente. 
Mi avvicinai a lui a gattoni sul letto, poi gli stampai un bacio a stampo. “Ciao sexy nerd”.
Gli angoli della bocca si alzarono in un sorriso. “Ciao piccola”.
Mi accomodai di fianco a lui e sbirciai sul desktop del suo portatile, stava lavorando ad  un progetto per l’università.
Appoggiai la testa sulla su spalla, lui chiuse il pc, lo spostò di lato e mi avvolse con un braccio stringendomi ancora di più a lui. Mi accoccolai meglio nell’incavo del suo collo. Con un gesto fluido, prese ad accarezzarmi i capelli come sapeva che mi piaceva tanto.
Eravamo in silenzio, però non uno di quelli imbarazzanti, le nostri menti vagavano tra milioni di pensieri, anche se i miei andavano tutti in un’unica direzione.
Così improvvisamente ebbi l’impulso di alzare la testa e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
“Ti amo. Qualsiasi cosa accada, sappi che ti amo.” Avevo bisogno di diglielo, in quel momento, in quanto probabilmente sarebbe stato l’ultimo momento intimo che avremmo avuto per tanto tempo.
Mi guardò comprensivo, con quello sguardo che mi scavò dentro fino al cuore.
“Da chi lo hai saputo? Avrei voluto che lo venissi a sapere da me.”
“Anch’io avrei voluto saperlo da te. Perché non me lo hai detto?”
“Lo abbiamo saputo prima della festa e non mi andava di rovinare quella giornata. Troppe volte ero stato sul punto di dirtelo, però poi ti vedevo così sorridente che non volevo rovinare nessuno di quei momenti, perché sapevo ci saresti stata male. Ti amo Mhone Hunter, ti amo più di quanto tu possa immaginare.”
Sentii gli occhi inumidirsi e cercai di non piangere, ma una lacrima sfuggì al mio controllo, poi ne sfuggì un’altra e un’altra ancora.
“No ti prego non piangere.” Mi supplicò Zayn.
“Non sto piangendo perché sono triste, ma perché sono felice. Sono felice di aver trovato te, tu che mi hai riempito il cuore, tu che mi ami per quella che sono, tu che mi hai fatto amare ogni tua piccola sfaccettatura”.
I miei occhi erano rapiti dai suoi, il suo sguardo mi voleva e il mio diceva lo stesso, le nostre bocche si avvicinarono e si incontrarono in un equilibrio di passione e dolcezza.
I nostri corpi erano così vicini che sentivo il battito del suo cuore sul petto e la sua pelle calda ovunque. Questo però non ci bastava, spingevamo per essere ancora più vicini, per trovare il contatto che desideravamo. Le nostre bocche urlavano di piacere. La pelle imperlata di sudore ci incollava ancora di più insieme e le nostre mani si intrecciavano fra loro.
“Ti amo” continuava a ripetermi Zayn in piccoli sussurri all’orecchio.
“Ti amo” gli confermavo tra un bacio e un altro.
 
Quando aprii gli occhi la luce ancora intensa del pomeriggio me li fece pizzicare e socchiudere, poi lo vidi, accanto a me che mi sorrideva in controluce.
 “Hei, ciao dormigliona!” mi salutò avvicinando il suo viso al mio sul cuscino.
“Ciao” sbiascicai con la bocca impastata.
Allungò una mano e mi accarezzò una guancia, poi prese una ciocca di capelli che mi era caduta avanti il viso e la spostò dietro l’orecchio.
Come potevo non amarlo?
Naturalmente tutti i momenti belli dovevano essere interrotti da qualcosa, sta volta il colpevole fu il telefono di Zayn che prese a vibrare sonoramente sul comodino.
“Pronto?... Oh ciao mamma… no tranquilla non mi hai disturbato –Zayn si girò verso di me con una faccia da scusa, poi rivolse di nuovo l’attenzione alla telefonata- Bho non lo so, domani pensavo di avere altri programmi… Va bene ti richiamo dopo!” riagganciò il telefono e mi fissò con un mezzo sorrisetto sulla faccia.
“Che hai da fare domani?” mi chiese poi, come se non era più che ovvio che avessi voluto passare ogni minimo istante insieme a lui.
“Non lo so, per ora niente. Perché che cosa avevi in mente?” risposi invece vaga.
“Era mia madre prima al telefono e visto che è l’ultimo giorno prima della partenza vorrebbe che tornassi a casa per stare con la famiglia….” Fece una pausa.
“Ah ho capito. Va bene allora vai pure, è giusto che stai anche in famiglia…” mi costavano molto quelle parole, ma infondo era vero.
“Aspetta, fammi finire” mi interruppe freneticamente.
“Scusa, continua”
“Quello che volevo chiederti, era se ti andava di accompagnarmi! Infondo eri tu quella che aveva promesso a mia madre che saremmo andati da loro un giorno, così ha preso la palla al balzo e mi ha subito chiesto se ti andava di passare la giornata con noi.” Mi guardava di sottecchi aspettando una risposta e nel frattempo mi stava facendo quella faccetta dolce a cui nessuno al mondo resisterebbe, o almeno io non ci riuscivo.
“Quanto sei scemo, ovvio che verrò con te, ma sappi che sto già cominciando ad andare in iperagitazione.” Lo avvisai. Un conto era scambiare tre parole alla mia festa, un altro era passarci insieme l’intera giornata. Dovevo a tutti i costi fare buona impressione.
“Ma dai stai tranquilla. Loro ti adorano già, quindi non dovrai essere nessuno tranne che te stessa”
Mi slancia verso di lui, lo abbracciai e lo riempii di baci.
 
Quando tornai a casa era ormai ora di cena e sperai che Kay si fosse arrangiata in qualche modo e avesse preparato qualcosa da mangiare, invece la trovai lunga sul divano che si era addormentata.
Presi dal cassetto del mobile in soggiorno i volantini con i numeri di telefono dei take away, ne presi uno e ordinai due pizze. Di li a una mezz’oretta sarebbero dovute arrivare così nel frattempo mi piombai sotto la doccia.
Mi sbrigai per paura di non sentire il campanello e infatti feci a mala pena in tempo a vestirmi che le pizze arrivarono.
Mi precipitai alla porta, il fattorino mi sorrise –Leo si chiamava, ormai ordinavamo talmente spesso da loro che avevamo fatto conoscenza- lo salutai e gli pagai le pizze lasciandogli una cospicua mancia. Avendo le mani occupate richiusi la porta con un piede e portai tutto in cucina, non dovetti neanche svegliare Kay che lo aveva fatto da sola sentendo il campanello.
“Pizzaaaaa” urlò la rossa non appena sentì solamente l’odore. Me la ritrovai dietro un nanosecondo dopo.
“Si, sono tornata tardi e non mi andava di cucinare” tagliai corto finendo di apparecchiare e cominciando ad aprire il coperchio della mia pizza.
“Hai risolto con Zayn? –mi chiese addentando una fetta filante di mozzarella- Non sai quanto mi è dispiaciuto che lo hai saputo in quel modo”.
“Tranquilla non ti preoccupare. Aspettava solo il momento giusto per farlo, ma ora è tutto a posto.” La rassicurai.
“Tutto a posto, sei sicura?” incalzò lei.
“Si, cioè se con tutto a posto intendi che io e Zayn abbiamo fatto pace, si è tutto a posto!” le feci l’occhiolino.
“Si immagino come avete fatto pace.” La malizia le usciva da ogni poro.
“Si come lo avete fatto tu e Lou” la presi in giro, facendole una linguaccia.
Finimmo di mangiare poi sparecchiai e lavai le posate mentre Kay, comodamente seduta sulla sedia mi guardava fare.
“Domani che intenzioni avete tu e Zayn, vi chiuderete in casa tutto il giorno? No perché ormai mi sembra capiti spesso.” Ma quanto si divertiva a prendermi in giro.
“Quanto sei simpatica. Veramente no, domani lo accompagno dalla sua famiglia a Bradford.” Risposi compiaciuta.
“Wow, giornatina in famiglia Malik. Come mai non stai ancora sclerando di brutto?”
“Certo che sta sera sei proprio acida mia cara, forse Lou dovrebbe darti un po’ più di amore. –la piccai fintamente offesa- E comunque, per la cronaca, sto sclerando interiormente da quando me lo ha proposto.”
Scoppiò a ridere con in faccia la fase non avevo dubbi scritta a lettere cubitali.
“Comunque stai tranquilla tesoro, sii te stessa e vedrai che piacerai a tutti!”
“E’ la stessa cosa che mi ha detto Zayn, speriamo sia così!”
 
La mattina seguente, alle sette in punto, ero in piedi sul pianerottolo di casa con la borsa in spalla, aspettando che Zayn scendesse le scale.
Harry da buon amico qual’era aveva prestato la macchina a Zayn per l’intera giornata.
Partimmo subito senza perdere tempo e sperammo di non incontrare traffico lungo la strada. Per fortuna ci andò bene e con le tre ore e mezza previste arrivammo a Bradford.
La casa di Zayn era in un  quartiere poco fuori il centro della città.
Parcheggiò la macchina sul vialetto ghiaioso e scendemmo dall’auto. Non feci in tempo ad alzare lo sguardo che l’intera famiglia Malik era già uscita per darci il benvenuto.
Da fuori la casa assomigliava un po’ a quelle dei film, una tipica villetta a schiera, dipinta di un color salmone tenue con un magnifico giardino ben curato, pieno di cespugli di rose e altri fiori molto colorati. Il giardino sembrava continuasse anche dietro la casa. Tutto intorno invece, c’era una staccionata in legno pitturata di bianco. Sembrava che i raggi del sole convergessero tutti li e poi venissero riflessi sulla casa, così da farla risaltare rispetto alle altre villette intorno. Forse però quella era solo una mia impressione.
Zayn andò immediatamente incontro alle sorelline, poi salutò affettuosamente anche i suoi genitori, io ero dietro di lui che lo seguivo un po’ in imbarazzo.
“Ciao Mho, che piacere averti qui con noi oggi. Non potevi farci regalo migliore!- salutai Trisha a mia volta e ricambiai l’abbraccio che mi diede- Oh che sbadata, questo è mio marito Yaser!” mi presentai anche al signor Malik e gli strinsi la mano, la sua stretta fu delicata, sembrava quasi più emozionato della moglie.
“Dov’è Doniya?” chiese Zayn a Trisha mentre entravamo in casa.
“Tua sorella non è potuta tornare, è stata trattenuta a lavoro e non ce la faceva proprio a venire a salutarti, ma probabilmente avrai più occasioni di vederla tu in giro per il mondo che noi” il tono giocoso e scherzoso di Trisha nascondevano la tristezza di avere due figli sempre lontani di casa, i suoi occhi tradivano le sue parole, erano proprio come quelli di Zayn, profondi e immensamente comunicativi.
La casa all’interno era molto più grande di quanto mi aspettassi, era molto spaziosa e i finestroni che davano sul giardino dietro –c’avevo visto giusto- illuminavano tutta la grande sala.
Ci accomodammo sul divano in sala e Trisha poggiò sul tavolo qualche stuzzichino.
Dalla cucina veniva un buonissimo odore di… non riuscivo a capire di cosa, ma era comunque buono.
“Che buon odore che viene dalla cucina Trisha!” cercai di attaccare bottone.
“Grazie Mhone, il menù di oggi è un po’ internazionale, non sapevo cosa ti piacesse, quindi ho cucinato un po’ di tutto, ma il piatto forte sono alcuni cibi pakistani che non potranno non piacerti!” dalla voce sembrava che non vedesse l’ora che li assaggiassi.
“Bhe sono sicura che non potrà essere altrimenti.” Risposi cordialmente con un sorriso.
“Mamma, ma quanto hai cucinato? Ti avevo detto di non esagerare!” cantilenò Zayn esasperato.
“Figliolo, lo sai com’è tua madre. Quando imparerai che nel vocabolario femminile la parola esagerare ha un significato diverso che nel nostro. Ogni volta che dovranno cucinare, sarà sempre per un reggimento. Mhone tu sei ancora giovane, non diventare così, puoi ancora cambiare!” Trisha gli lanciò un’occhiataccia, mentre io e Zayn ci guardammo e ridemmo.
“Credo che sia troppo tardi anche per lei papà, adora cucinare ed è già come la mamma!” lo guardai incredula e gli tirai una debole gomitata.
“Non è vero, noi cuciniamo così tanto perché sappiamo quanto mangiate!” lo apostrofai.
“Oh Mhone diglielo, facci onore!” mi incoraggiò Trisha.
“Coalizione femminile, altra cosa che farai meglio ad imparare presto caro.” Concluse Yaser esasperato.
La mattinata proseguì tra chiacchiere e risate, Trisha ci lasciò per andare in cucina a finire il pranzo di cui andava tanto fiera e Yaser mi chiese un po’ dell’università e della mia vita. Era un uomo gentile, dalla voce possente, ma sotto sotto si vedeva che era un tenerone, questo Zayn l’aveva preso dal padre. Tutta la famiglia era molto alla mano e mi avevano presa in simpatia da subito. Anche le sorelline più piccole erano contente di avermi li, tanto che non mi lasciarono un secondo, facendomi una miriade di domande.
“Mho, posso chiamarti Mho vero?” cominciò la più piccola, Safira.
“Si certo” annuii.
“Bene Mho, quanto gli vuoi bene a mio fratello?” fu una delle tante domande.
Li per li rimasi un po’ spiazzata, ma mi affrettai a rispondere con un sorriso prima che fraintendessero il mio silenzio.
“Tanto, non potrei volergli più bene!” la risposta sembrò soddisfarla.
“Ok allora mi sei simpatica –le sorrisi contenta-. L’altro giorno ho visto un film alla tv e i due innamorati si baciavano e dormivano insieme, voi dormite insieme?” l’innocenza di quella bambina nel fare certe domande era unica.
Guardai Zayn allarmata non sapendo che rispondere.
“Ok Safira, hai fatto fin troppe domande, ora mi porto via Mho. Vieni ti faccio fare un tour della casa.” disse infine riferendosi a me.
“No, non è giusto. Voglio starci io con Mho.” Protestò la piccola.
“Non fare i capricci e lasciali stare” intervenne alla fine Yaser che riuscì a contenerla.
Salimmo le scale che portavano al piano di sopra e Zayn mi fece vedere tutte le stanze. Si soffermò infine sulla sua nella quale entrammo. Mi accomodai sul letto e me la studiai con calma.
Era più piccola rispetto alla camera che aveva ad Oxford e questa era piena di poster e cianfrusaglie ovunque. Sembrava proprio la tipica camera di un teenager. Il mio sguardo si fermò su un poster in particolare appeso sul soffitto sopra il letto. Ritraeva un’attrice ben poco vestita in una posa alquanto innaturale.
“E quella invece ti aiuta a conciliare il sonno?” la indicai divertita.
Guardò in alto seguendo il mio dito, poi arrossì e farfugliò qualcosa distraendomi.
Quando scendemmo e tornammo al piano di sotto, il pranzo era pronto e Trisha lo stava già servendo nei piatti.
Ci accomodammo a tavola e cominciammo a mangiare. Trisha non aveva scherzato, c’era veramente un insieme di cucine internazionali. Mangiai senza tanti problemi tutto ciò che mi ispirava e che non avevo mai visto in vita mia.
“Trisha complimenti, è veramente tutto squisito.” La elogiai.
“Sono contenta ti piaccia e sono contenta che sei una di quelle ragazze che mangiano. Prova queste Mhone, sono un piatto tipico pakistano.” E mi passò un vassoio con un insieme di cibo dai colori molto sgargianti. Ne presi un po’ e lo assaggiai, come tutto il resto era molto buono.
Stavamo ancora mangiando quando Yaser se ne venne fuori con una domanda a bruciapelo.
“Allora ragazzi, quando avete intenzione di sposarvi e fare figli? Non vorrete mica aspettare un’eternità, io voglio tanti bei nipotini!”
Per poco non mi strozzai con il cibo. Cominciai a tossire e Zayn dovette darmi qualche pacca sulla schiena per farmi riprendere. Presi un sorso d’acqua e pensai a come rispondere ad una domanda sulla quale non ero minimamente preparata.
“Bhe direi che la cosa è un po’ affrettata, non ci abbiamo ancora pensato…” non riuscii a finire la frase che Zayn mi bloccò.
“Mho tranquilla, stava scherzando.”
Rimasi allibita, senza sapere cosa rispondere, ma tirando un sospiro di sollievo dentro di me.
“Non pensavo ci avresti creduto Mhone, di solito non ci casca mai nessuno quando faccio queste battute.” Si scusò il signor Malik.
“Yaser ti giuro che eri parecchio convincente. Mi hai preso in contropiede.” Scherzai.
“Che credulona che sei, solo tu potevi cascarci.” Mi prese in giro Zayn che si beccò un’altra gomitata.
Quando finimmo di mangiare, compresi i cinque diversi dolci che Trisha aveva messo a tavola, mi alzai per aiutarla a sparecchiare.
“No Mho, ci mancherebbe. Sei un ospite, figurati se ti faccio sparecchiare.” Si oppose Trisha.
“No sul serio insisto. Non riesco a stare con le mani in mano mentre qualcun altro lavora!” insistetti.
Alla fine cedette e mentre gli altri tornavano in salotto io aiutavo Trisha in cucina.
“Sei una cara ragazza Mhone. Gli vuoi bene sul serio al mio piccolo vero?” il tono da mamma che usò mi fece tenerezza.
“Si, mi piace veramente Zayn e mi ha aiutato in momenti nei quali solo lui poteva aiutarmi. Sono fortunata ad averlo trovato.” Le risposi non staccando gli occhi dal piatto che stavo asciugando. Un po’ mi vergognavo a dire certe cose alla mamma di Zayn, mi faceva strano anche se volevo che lo sapesse, che sapesse quanto tenessi a lui.
“Anche lui è fortunato ad aver trovato te! Non l’ho mai visto così felice con una ragazza come quando è con te. Ha gli occhi che gli brillano anche solo quando ti nomina” arrossii a quelle parole e sperai che Trisha non lo notasse.
Calò un silenzio un po’ imbarazzante che però Trisha prontamente interruppe.
“Allora stavo ascoltando prima, tu e Zayn avete dormito insieme!” non appena vide la mia faccia incredula scoppiò a ridere a crepapelle. Quella famiglia amava veramente tanto le battute, forse era una delle poche cose che Zayn non aveva ereditato o almeno non così tanto.
Quando finimmo in cucina, raggiungemmo gli altri in salotto e le ragazze mi obbligarono a giocare con loro alla wii. Scelsero Just Dance come gioco e dopo due ore di balli ininterrotti ero sfiancata. Non riuscivo più a muovere neanche un muscolo, non osavo pensare a come sarei stata il giorno dopo.
Trisha insistette così tanto che rimanemmo li anche a cena posticipando il nostro rientro a casa.
Dopo cena la famiglia si riunì a guardare un film, mentre Zayn mi prese per mano e mi trascinò fuori. Ci sedemmo su una panchina, un po’ nascosta dalle vetrate così che potemmo avere un po’ di tempo solo per noi.
“Guarda su -seguii il dito di Zayn e guardai verso il cielo- lo vedi quell’insieme di stelle, quelle la più luminose –annuii- da queste parti gira una leggenda, si dice che quella sia l’ammasso dell’amore. La leggenda narra che Venere una volta scese sulla terra incuriosita dalle tante voci che dicevano che gli umani vivevano passioni come l’amore. Ne aveva solo sentito parlare lei, non lo aveva mai provato in prima persona in quanto tutti gli uomini con cui era stata non le avevano fatto provare nessun sentimento. Così un giorno, mentre passeggiava per la piazza di una città, si scontrò con un baldo giovane, un guerriero al servizio del re. Il ragazzo l’aiutò a rialzarsi e quando i loro sguardi si incontrarono Venere capì subito cosa tutti intendevano per amore. I due si innamorarono follemente l’uno dell’altro e quando Venere era sulla terra, amavano entrambi stare insieme guardando il cielo stellato. Quando il padre di Venere scoprì quello che la figlia aveva fatto si infuriò con lei in quanto era un disonore innamorarsi di un comune mortale. Così preso dalla rabbia scagliò un fulmine sul ragazzo uccidendolo. Venere corse dall’amato e pianse sul suo corpo, quando una lacrima finì sul volto di quest’ultimo esso si librò in aria e si riempì di luce trasformandosi in un ammasso di stelle. Questo fu possibile perché quelle di Venere erano lacrime di vero amore ed ogni volta che ella guardava il cielo poteva contemplare il suo amato. È così che Venere divenne la dea dell’amore.
È solo una leggenda questa, ma dicono che se la guardi insieme alla persona a cui tieni, questa riuscirà a vedere quanto la ami a seconda della brillantezza delle stelle.” Abbassò lo sguardo un po’ in imbarazzo, forse era la prima volta che raccontava quella storia ad una ragazza.
“Allora io so che tu mi ami alla follia, perché credo che quelle stelle non abbiano mai brillato così tanto in vita loro!” gli presi il viso tra le mani e lo baciai con tutta la forza che avevo.
“Si Mhone Hunter, ti amo alla follia e lo farò qualunque cosa accada, in qualunque posto potremmo trovarci, insieme o lontani. Tu sei mia e non ti lascerò andare via tanto facilmente.”
“Ed io non voglio che tu lo faccia. Ti amo!”   

 

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 Ciaoooooooooooooo!
Ragazze ma ci pensate? Questo è l’ultimo capitolo dal POV di Mho! Per me è stato difficilissimo doverlo concludere! Mi dispiace tantissimo di aver finito la storia, cioè manca ancora l’epilogo però è triste lo stesso! =’(
Sto capitolo lo ammetto, è parecchio sdolcinato, ma mi sono lasciata trascinare un po’ ed è venuto così! ^^ Ahahaha
La parte finale dove Zayn racconta la leggenda, ve lo dico, l’ho inventata tutta, completamente, non so se esistano leggende simili, fatto sta che questa è pura fantasia che è uscita dal mio cervellino bacato!
LOL
La mia parte preferita però è “la parte sdolcinata 1”, cioè quella quando si chiariscono, lo ammetto! xD
Via ora vi lascio. Spero che siate rimaste soddisfatte di questo capitolo e della storia in generale, nell’epilogo vi aspettano grandi sorprese che non sto ora a rivelarvi! =P
Un bacione immenso.
Marty.
PS. Tante di voi ci hanno aggiunto su Twitter e ci hanno fatto i complimenti o hanno commentato la storia, volevo ringraziarvi, perché veramente queste piccole cose ci fanno tanto piacere e siamo contente che ci scriviate, così che ci sentiamo più vicine alle nostre lettrici! =D
Quindi un GRAZIE va a voi, ma anche a tutte coloro che continuano a seguirci dai primi capitoli fino ad adesso. Veramente grazie di cuore! <3
 
Twittah:
Marty
Vix 

  
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