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Autore: Fiamma Erin Gaunt    10/05/2013    1 recensioni
Prequel de: "You are mine, don't think you are not"
Keira, figlia di Drakul Mihawk, è una spadaccina e il primo ufficiale della flotta di Rico il Corvo.
Ace è uno dei luogotenenti di Barbabianca. Le loro vite sono destinate ad incrociarsi e nessuno dei due sarà più lo stesso.
****
Dal prologo:
- Eravate come il fuoco e la polvere da sparo, ecco perché non avrebbe mai funzionato. Non puoi unirli senza generare distruzione. –
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2













 
 
- Ordini, Capitano? –
Rico rivolse un’occhiata esasperata all’uomo al suo fianco. Certe volte si chiedeva perché mai i suoi uomini facessero domande tanto stupide.
- Stiamo aspettando Pugno di Fuoco, fino ad allora prendetevela comoda. –
- Ah, giusto, non mi entra proprio in testa che da oggi ci sarà anche lui sulla nave. – commentò il pirata, evidentemente non molto contento della cosa.
- Piuttosto, perché quella testa calda non è ancora arrivato? – intervenne Keira, affiancandosi al Capitano e stiracchiandosi come un gatto.
Alle sue parole fece eco la comparsa del ragazzo, una sacca in spalla, i capelli neri leggermente arruffati e l’espressione un po’ intontita di chi si era appena svegliato.
- Ecco qui il nostro accendino umano. –
L’accolse Rico, con un sorriso sghembo, aiutandolo a salire a bordo.
- Alla buon’ora, quale parte di “non fare tardi” non ti è chiara? – interloquì la ragazza, osservandolo con aria lievemente irritata. Insomma, lei era in piedi da più di un’ora e quel tipo si presentava con ancora il segno del  cuscino stampato sulla faccia?
- Stavo dormendo, scusate. – replicò Ace, passandosi una mano dietro al collo con aria lievemente imbarazzata.
- Non preoccuparti, Pugno di Fuoco, non è poi così tardi. – minimizzò Rico, rivolgendosi a uno dei suoi uomi.
- Jared, sottospecie di mozzo, portalo alla sua cabina. Voialtri, ai posti, si parte. –
Una volta rimasti soli, Keira gli si avvicinò a sussurrargli: - Mi spieghi come mai sei così accomodante con lui? –
- Mi è simpatico. –
Alzò gli occhi al cielo, esasperata. Certo, con il Corvo si poteva stare sicuri di non riuscire mai ad ottenere una risposta sensata.
- Piuttosto, perché non lo raggiungi e gli dai una mano ad ambientarsi? Io ho del lavoro da sbrigare. – aggiunse, piantandola lì e dirigendosi verso la sua cabina, deciso a studiare attentamente le carte nautiche nella speranza d’ individuare la rotta presa da Barbanera.
- Ah, Keira, è un ordine. – precisò, sentendola borbottare su quanto fosse ingiusto rifilare un compito da mozzo a lei che era il primo ufficiale.
Continuando a borbottare, raggiunse la zona notte della nave e bussò discretamente alla cabina del loro nuovo compagno di viaggio. Ace aprì un paio di secondi più tardi, con indosso solo i pantaloni. La fissò perplesso, domandando ironicamente: - Cos’è il comitato di benvenuto? –
Keira lo oltrepassò, afferrando la camicia che aveva lasciato sul letto e gettandogliela in faccia.
- Rivestiti, devo farti fare un giro della nave. –
L’accontentò, notando che sembrava avere difficoltà a non fissargli il torace dai muscoli guizzanti, e non le risparmiò una frecciatina.
- Sai, mi sorprende che sia venuta tu, cosa c’è ti serviva una scusa per stare con me? –
La spadaccina gli rivolse un’occhiata sprezzante.
- Sono gli ordini del Capitano; non farti strane idee, non sei per niente il mio tipo. – aggiunse, sferrando un colpo all’autostima del ragazzo.
Evidentemente non era una di quelle ragazzine che si lasciavano mettere in imbarazzo e cogliere alla sprovvista. Decise di cambiare rapidamente tattica.
- E tu fai sempre quello che ti viene ordinato? –
Lo raggiunse con un balzo felino, inchiodandolo tra il legno della porta della cabina e lei.
- Non provocarmi, Pugno di Fuoco, non ti piacerebbe come andrebbe a finire. – soffiò a fior di labbra, venendo colta di sorpresa dalla risata del ragazzo.
- Però, che caratterino. –
- Non burlarti di me. – ringhiò, in un rombo felino che spense l’ilarità di Ace.
- Adesso datti una mossa, non ho tutta la giornata. – aggiunse, scostandosi e permettendogli di uscire dalla stanza.
Percorsero il ponte in religioso silenzio, mentre gli indicava pazientemente ogni singolo antro della nave e si raccomandava di svegliarsi presto la mattina se voleva farsi una doccia con l’acqua calda. Alla sua replica, “Posso scaldarmela anche da solo.”, scrollò le spalle come a dire che era liberissimo di fare come voleva, a lei non importava di certo.
- A proposito, non ti ho chiesto la cosa  più importante, dov’ è la cucina? –
Lo fissò accigliata, non capendo come quella potesse essere considerata la cosa più importante da sapere.
- In fondo al ponte, sulla destra. – replicò, accompagnandolo.
Entrarono nel cucinino, venendo immediatamente raggiunti dal profumino che si levava dai fornelli, attorno a cui era affaccendata l’unica altra donna presente sulla nave: una pirata sulla quarantina che poteva vantare la sua presenza in più di dieci ciurme nel corso della sua vita.
- Cosa ci prepari oggi, Melanie? – interloquì la ragazza, sedendosi su una delle sedie libere e facendo cenno al pirata al suo seguito di accomodarsi a sua volta.
Ace tuttavia sembrava come ipnotizzato da quelle pentole che borbottavano sul fuoco.
- Arrosto di maiale con patate e verdure gratinate. – replicò la donna, per poi aggiungere, notando lo sguardo del nuovo arrivato, - Vuoi assaggiare, ragazzo? –
Gli porse il coltello da macellaio con cui stava affettando l’arrosto ormai cotto e sulla cui punta era stato infilzato un pezzetto di carne. Ace non si fece pregare e lo mandò giù in un solo boccone.
- Dannazione, scotta, scotta, scotta. – esclamò, recuperando una brocca d’acqua e vuotandola tutto d’un soffio.
- Certo che scotta, è appena uscito dal forno. – lo redarguì la cuoca, dandogli un leggero scappellotto sul collo e maledicendo quella gioventù che agiva senza pensare.
Keira dal canto suo aveva assistito alla scena sforzandosi di rimanere seria, ma l’espressione sofferente sul volto del ragazzo era talmente buffa che si era ritrovata suo malgrado a scoppiare a ridere.
- Comunque era ottimo. – decretò, Ace, facendola ridere ancora di più.
La fissò perplesso, - Si può sapere cosa ho detto di tanto divertente? –
Alzò una mano, intimandogli di aspettare che avesse ripreso  fiato, e una manciata di secondi più tardi replicò: - È che hai fatto della facce buffissime. –
Gonfiò le guance, mettendo su un broncio a dir poco adorabile. E quello avrebbe dovuto essere il tremendo braccio destro di Barbabianca? Pensò sorridendo.
- Ti prego, basta, non ce la faccio più. – ridacchiò, piegandosi in due e reggendosi al tavolo per non cadere dalla sedia.
Ace, soddisfatto per essere riuscito a trovare un modo per andare d’accordo con lei, le sedette accanto e annunciò solennemente: - La smetto solo se prometti che la pianterai di comportarti da acida stronza, allora? –
La fissò con aria esigente finchè la ragazza annuì.
- D’accordo, giuro che mi comporterò bene. –
- Perfetto, allora abbiamo un accordo? –
- Abbiamo un accordo. –
Si strinsero la mano con aria solenne, decretando l’inizio di un rapporto che se non altro avrebbe impedito un truculento omicidio sulla Royal Reaper.
 
 
 










Spazio autrice:

Capitolo cortino, me ne rendo conto, ma spero comunque  che lo abbiate trovato di vostro gradimento. Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando ^^Al prossimo.
Baci baci,
               Fiamma Erin Gaunt
 
 

  
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