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Autore: Alektos    29/11/2007    4 recensioni
La storia di Remus e Tonks, raccontata tramite song-fic.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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È il turno dei Five con:

4- When I Remeber When.


Questo è il link al testo della canzone, con traduzione sottostante.

Oh...
All the things I said, I should've said and didn't say
and I wonder why, yes I wonder why
I think about the time we spent
the places that we went
still makes me cry, yes it makes me cry



Pensandoci, cos’altro avrei dovuto dirti?
Suppongo nulla.
O avrei dovuto tentare nuovamente? Magari per poi rinchiudermi per l’ennesima volta nella mia camera o andare dalla signora Weasley: lei ha sempre avuto il potere di tirarmi su di morale.
Non che le cose siano cambiate molto, poi.
Sono nel mio nuovo ufficio, qui, in un paesino disperso nel sud dell’Inghilterra con una lettera in mano. Sono passati quanti, sei mesi? E non è cambiato nulla. Ti penso ancora, a volte piango e continuo a dirmi che non servirà a nient’altro, se non a sfogare la mia rabbia.
Sì, rabbia.
Molly mi ha scritto per chiedermi come sto e quando la andrò a trovare. Non lo so.
Dipende da quanto ci metterò a dimenticarti, ma soprattutto a scordarmi dei nostri posti, e sono tanti, credimi.
La Tana in primis.
La mia vecchia casa.
Il parchetto di Faraway Street.
La gelateria di Florian, a Diagon Alley.

Ne avrei a iosa, da ricordare.

Why do they say that time will heal this broken heart?
They would know it isn't true
If they lost someone like you oh



“Il tempo guarirà tutte le mie ferite.”
Frase che mi sono sentita dire spesso, molto spesso.
Cazzate!
Il tempo passa solo per farti un dispetto, solo per farti perdere inutili minuti, giorni, mesi, a piangere e a lanciare oggetti in fondo alla tua stanza; per farti strappare foto, per gettare quel ciondolo di giada dritto nelle fiamme del camino.
Scorre lentamente quando vuoi che passi e corre veloce quando si dovrebbe fermare. È così! È sempre stato così.
Il tempo passa solo per farti un dispetto, solo per farti perdere secondo preziosi ad asciugarti gli occhi, a mettere in ordine la tua stanza; per cercare pezzi di foto prima che se li prenda il vento, per recuperare uno stupido ciondolo.
Tutto, in attesa della prossima volta.

Some things can never be replaced
Some things are(n't) with me for always
These are the things I will remember
(When I remember when)
I'd rather love and lose it all
than never have you to recall
These are the things I will remember
(Again and again) Again and again
When I remember when



Ma ci sarà una prossima volta?
Sono chinata su queste scartoffie da ore, senza aver concluso nulla: non è una cosa che mi preoccupa, adesso. Non appena la mia collega uscirà a prendersi un caffè, le sistemerò con un colpo di bacchetta.
Quello che mi fa pensare sei tu, Remus. Io ti amo, ti amerò per sempre, ma non posso aspettarti in eterno, lo capisci?
Ti ho supplicato, ti ho aspettato, ma tu niente. E io non posso pensare di sentirmi così vuota per il resto della mia vita. Ed è solo tua la colpa. Tu mi ha fatto provare cose che non credevo possibili. Mi hai stregata, ero persa.
Anche quando mi hai lasciato ero persa. Non sapevo cosa fare: persino prepararmi un tè sembrava un’operazione impossibile: prima la tazzina che si rompe, poi l’acqua versata fuori ed in fine, la zuccheriera in frantumi.
“Ma porc!”, ecco, vedi?, prendere un semplice bicchiere d’acqua in un ufficio è una cosa complicata: è tutta sparsa sul pavimento. Non ci sei, però, tu ad aiutarmi, a dirmi che sono cose che capitano…
Ora c’è Mark, un mio collega.
“Andiamo Tonks”, mi dice. “Non c’è bisogno di versare lacrime per un po’ di acqua sul pavimento.
Poteva capitare a chiunque.” E mi sorride.
Se solo sapesse che sto piangendo per dei ricordi, dei bellissimi ricordi…
“È che a me capita un po’ troppo spesso.” Sì, mi capita troppo spesso di pensarti.
“Adoro la tua sbadataggine.” Vedi, Remus, mi dice le stesse frasi che tu sussurravi a me.
Gli sorrido e lui ricambia. Devo essere arrossita.
“Dopo vengo io qui a prenderti, come ho finito di lavorare.”
Annuisco e lo saluto con un cenno della mano, mentre lui si avvia verso il corridoio.
Ebbene sì, caro il mio Remus: ho un appuntamento.

So who's gonna come around to heal this broken heart
show me how to laugh and cry
but never how to say goodbye



Ho deciso che non posso aspettarti per tutta la vita e, adesso, al tuo posto… beh, un gradino più in basso, c’è Mark. È carino, giovane, economicamente benestante. Sei contento, ora?
È gentile, mi ricorda te; ma non lo è.
Per la prima volta, stasera, farò finta di non averti conosciuto. Darò un taglio con il passato per cercare di fare quello che mi ero prefissa quando mi sono trasferita qui: rifarmi una vita.
È esattamente il tipo di ragazzo che i miei genitori vorrebbero vedere al mio fianco; certo, è Babbano, ma la cosa non mi interessa. È bello. Sì, hai capito bene, bello. Pare che sia molto ambito tra le colleghe dell’ufficio, potrei chiedere di meglio?
No, non rispondere.

Sei rintocchi della pendola.
Effettivamente, non so perché abbiamo una pendola in ufficio, la cosa mi risulta assai strana. Tutti questi Babbani sono bizzarri, ma sono anche simpatici e disponibili e per questo mi piacciono.
“Tonks?”
Oh, ecco il mio cavaliere.
“Pronta?”
“Prendo la borsa.”
Bene, sono le diciotto e due minuti: ha inizio l’operazione rifacciamoci una vita!
Mi scuso con lui e vado un momento al bagno per rinfrescarmi, poi esco.
Eccolo lì, appoggiato al muro, con un accecante pullover giallo e un paio di Jeans scuri che mi sorride, come sempre.
Sorrido anch’io, e ho intenzione di farlo per tutta la serata.
“Allora, dove andiamo di bello?”
“Vedrai”, Mi sussurra all’orecchio avvicinandosi. No, nessun brivido lungo la spina dorsale, ma facciamo un passo alla volta.
Arriviamo con la sua macchina davanti ad un ristorante. Mark apre la mia portiera e mi aiuta a scendere, poi da le chiavi ad un ometto piuttosto basso, in divisa. Chissà perché?
Non mi importa.

Devo ammettere che la serata è stata molto piacevole. Il cibo era veramente delizioso e il cavaliere all’altezza della situazione: ha flirtato con me tutta la sera, mi ha sfiorato più volte la mano e mi ha anche fatto piedino, o almeno ci ha provato. Quando ha visto che non avevo reazioni mi ha chiesto qualcosa, così abbiamo scoperto che quella era sì una gamba, ma del tavolo.
È arrossito come un bambino, poi quando ha visto che ho iniziato a ridere, si è disteso anche lui.

Hai capito, Remus? Ho riso. Già, io, proprio io!

Ora siamo fermi nel parcheggio, davanti alla sua auto. L’omino guarda chiavi gliele ha restituite.
Che strano, voleva guidare la sua macchina fino all’ingresso del ristorante.
Sono appoggiata su un lato dell’auto e lui è molto vicino a me.
È nervoso, lo capisco dal fatto che non sa dove posare le mani; mi fa un po’ tenerezza.
Sorrido e mi avvicino a lui, spiazzandolo. Sono convinta che di solito è abituato a fare la prima mossa.
Prontamente però Mark fa la seconda. La terza spetta a me, quindi mi alzo in punta di piedi e lo bacio delicatamente.
No, niente brivido.
Il secondo bacio è più profondo, ma anche lì, nulla. Non posso certo dire che baci male però.
Mi riaccompagna sotto casa, scendendo dalla macchina per accompagnarmi al portone.
Altro bacio.
Sono titubante, non so che fare.
Lui non si aspetta altro dalla serata, per Mark si è conclusa così, ma se io devo chiudere con il passato, devo farlo una volta per tutte.
“Ti a di salire?”, chiedo.
È sorpreso dalla mia richiesta, ma non rifiuta.
Un altro paio di drink e il nostro appuntamento si conclude come avrebbe dovuto concludersi.
Cosa ne pensi? È stato carino, no, Remus?
Intanto che ci sei, mi spieghi anche per la mia mente è tutto il giorno che dialoga con un fantasma?
Con un ricordo? Con un’ombra?

Entro in camera mia tenendolo per mano, la luce è ancora spenta e rimarrà tale.
Mark mi spinge contro alla porta e mi bacia, a lungo; posa le sue labbra sul mio collo e io gli passo le mani tra i capelli.

Non sono sicura, ma… è un brivido quello che ha appena attraversato la mia spina dorsale?

Un –Clak- mi segnala che la porta si è chiusa e non solo quella, Remus.
Ora scusami, amore, ma tu, da questa stanza devi rimanere fuori. No, non guardarmi così, lo hai voluto tu.
Un altro piccolissimo fremito.
Buio.

Yes, life goes on, you carry on, you do, and it's okay
Yes, love goes on, and I will live to love another day
Yes, life goes on, you carry on and you do, it's okay
I would laugh and I would cry
But I will never say goodbye

Al buio, in un letto, ad un paio d’ore dall’alba, qualcuno piangeva.





Spazio autore.
Grazie a tutte le persone che hanno lasciato un commento e anche a quelle che hanno letto silenziosamente.

  
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