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Autore: Shine_    11/05/2013    5 recensioni
Zayn Malik insegna nella scuola elementare di Bradford, è il maestro più giovane ed ha soli ventun'anni.
Ogni fine mese gli vengono recapitati dei fiori con un biglietto anonimo in cui è riportato un pezzo di ogni sua poesia preferita.
Liam Payne ha un sogno nel cassetto, frequenta la facoltà di musicologia al King's College di Londra.
Ogni fine mese torna a casa dalla sua famiglia e non manca mai di passare dal fioraio per comprare un mazzo di fiori allegando l'indirizzo di una scuola, un nome ed un messaggio anonimo.
[Ziam, ovviamente.]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le parole che non ti ho detto

 

 

Primo capitolo:

 

 

 

- Allora, come sono andate le vacanze?- Zayn si pentì della domanda fatta nel momento in cui un ammasso di voci tentarono in ogni modo di attirare la sua attenzione.

Era un insegnante ma odiava come tutti gli studenti il primo giorno di scuola. Tutto così chiassoso dopo tre interi mesi passati nel silenzio e nella tranquillità.

- Brian non ci interessa quanti ragni pericolosi hai allevato.- iniziò sperando di bloccare almeno qualche bambino.

- e Dan, devi raccontarci sul serio come hai fatto spaventare tua nonna mandandola all’ospedale? Non è una cosa molto bella da dire in giro. - rispose ad un altro bambino particolarmente chiassoso facendo ridere tutti i bambini e guadagnandosi finalmente la loro attenzione.

- Bene, ora che ci siamo calmati possiamo ricominciare a parlare.. uno alla volta- aggiunse sentendo già le prime tre voci intrecciarsi - Dan non vogliamo sapere di tua nonna, Brian non voglio sentir parlare di ragni e robe simili, ho appena mangiato, e Tom togli le mani dal tuo naso. -

Le bambine iniziarono a fare dei versi disgustati mentre altri iniziarono a ridacchiare parlando col compagno di banco. E si ricominciava con il casino.

Zayn si lasciò andare contro allo schienale della sedia, l’unica cosa positiva dell’inizio dell’anno era quel biglietto che lo aspettava a meno di due settimane. L’importante era resistere fino a quel momento.

- E lei, maestro Zayn, come le ha passate le vacanze?- si fece sentire una vocina tra le file laterali.

- Grazie dell’interessamento, Michael, ma non sfuggirete alla prima lezione della giornata come l’anno scorso.- sentì i primi brusii e dissensi mentre nuove mani si alzavano per fargli le più svariate domande  - quindi tirate fuori i quaderni che si inizia. Non voglio sentir lamentele laggiù Laurence.-

- Non può parlarci della sua ragazza, maestro Zayn?-

- Q-Quale ragazza? Non ho nessuna ragazza.- arrossì evitando lo sguardo delle bambine nelle prime file che lo fissavano sognanti

- Quella che le manda i fiori ogni volta.- evitò di correggere dicendo che non glieli mandava proprio “ogni volta” ma solo una volta al mese. Quello agli occhi dei bambini sarebbe stata una semplice conferma dell’esistenza di una possibile ragazza.. e ora della fine della giornata sarebbero già iniziate a girare voci di un suo fidanzamento.

Meglio evitare una cosa del genere, i colleghi erano anche più pettegoli dei suoi alunni.

- Non dovrebbero essere le ragazze a ricevere fiori?- rigirò quindi la domanda sicuro di risolvere la questione e poter dirottare il discorso da quel discorso imbarazzante.

- Magari la sua ragazza è un maschiaccio.- Zayn sospirò sconfitto certo di dover ormai dare una qualsiasi risposta per bloccare tutto quell’interesse  - Un maschiaccio come Sam. - ringraziò il bambino nella sua mente che aveva dato inizio alla solita lotta maschi contro femmine.

Per questa volta era riuscito a scamparla.

 

 

 

 

 

 

 

Liam sbuffò frustato stringendo la matita tra le dita, aveva provato e riprovato quella partitura ma si fermava sempre sullo stesso punto.  C’era qualcosa che mancava, magari era solo una semplice nota che doveva essere aggiunta o tolta ma non riusciva a concentrarsi abbastanza per scoprirlo.

Il suo sguardo finiva sempre su quella raccolta di poesie che aveva preso da uno scaffale impolverato della libreria e che ora risaltava sul nero del pianoforte.

Respirò piano, chiuse gli occhi e si lasciò prendere di nuovo dalla melodia.

Ed ecco che arrivava sempre allo stesso punto e si fermava.

Afferrò il libro che continuava a richiamare fastidiosamente la sua attenzione, passò le dita sulla copertina rigida spolverandolo. Il nome ‘Hermann Hesse’ spiccava in giallo su sfondo blu, sorrise tracciando lentamente ogni lettera.

L’aveva visto un giorno con un libro di quell’autore tra le mani, seduto sul prato e concentrato nella lettura. Così concentrato e perso nel suo mondo da non accorgersi di lui che non aveva smesso un secondo di fissarlo.

Scacciò via quei ricordi aprendo il volume in una pagina a caso, la prima poesia su cui si posò il suo sguardo gli mandò un’altra scia di ricordi agro-dolci.

Lui che senza farsi vedere gli lasciava biglietti anonimi nell’armadietto, lui che fingendosi tutto concentrato a mettere la combinazione fissava con la coda dell’occhio il sorriso che man mano compariva sulle labbra di quel ragazzo.

Ricordava di non essere riuscito a scegliere, per quella volta, una semplice frase di una poesia ma l’aveva dovuta scrivere tutta.

Troppo bella e vera per essere catturata in un’unica frase.

Gli era entrata così in testa che la ricordava ancora a  memoria.

«Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare.

Ora lei è mia - del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.»

Ogni parola che rileggeva gli accendeva un nuovo ricordo. Quei capelli neri, un giorno sistemati in un ciuffo e il giorno dopo lasciati ricadere sulla fronte; quegli occhi scuri nascosti dietro ad occhiali da vista che usava solo per leggere; quelle labbra rosee e piene che si piegavano in un sorriso quando trovava l’ennesimo bigliettino tra i suoi libri di scuola; quella mandibola forte in contrasto con la dolcezza dei suoi occhi e quella pelle un po’ scura che avrebbe solo voluto toccare almeno con la punta delle dita.

Non aveva mai avuto il coraggio di dirgliele in faccia quelle cose, si erano parlati due o tre volte senza nemmeno presentarsi.

Ma Liam sapeva tutto di lui e si sentiva quasi sporco a conoscerlo così tanto.

Ma non avrebbe avuto il coraggio di aprir bocca, per questo si limitava a riportare su fogli di carta pezzi di poesie che racchiudevano tutto quello che provava, e non avrebbe mai smesso di provare, per Zayn Malik.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Ed ecco a voi il primo capitolo :)

Avendone già un bel po' pronti ho deciso che pubblicherò due volte alla settimana: mercoledì e sabato.

Non credevo potesse piacere a così tanta gente e..mi avete commossa :’)

Grazie ancora per i commenti, per chi l'ha inserita nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate.

Ci sentiamo mercoledì col secondo capitolo ;)

 

   
 
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