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Autore: xadhoom    30/11/2007    1 recensioni
La vita dei giovani quattro marauders non si poteva certo definire tranquilla...In particolar modo dopo quella notte di luna piena...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ragazzi…che fame avevo!”
“Sai che novità…” sghignazzò James, imporporando le gote del povero Peter.
“Quanto vorrei che Remus fosse qua!” sbottò, essendo il licantropo la solita buon’anima che lo difendeva dagli scherni degli altri Marauders…
“A chi lo dici…”
Un lungo sospiro seguì a quelle parole, provocando un’occhiata carica di sorpresa da parte dell’animagus biondo e una di esasperazione dall’altro occhialuto. Le deliziose pietanze poste nei piatti d’oro sembravano non interessare minimamente l’animagus del cane, tanto che giocherellava senza interesse con i suoi bocconcini di pesce ai ferri e verdure fritte
La ragione della sua malinconia era una: Remus. Quel capriccioso d’un bimbo aveva intrappolato il ragazzo dalle iridi ambrate nella sua morsa, costringendolo a rimanere nella loro stanza a nutrirlo e facendogli saltare la cena! Il suo Moony…lui che era sempre così gracilino e aveva tanto bisogno di nutrirsi…Oh, Dio! Sembrava una vecchia nonna diabetica con una passione incestuosa per il suo nipotino…
Quando invece lui amava, con tutta la forza del suo cuore, quel dolce e adorabile lupetto dal sorriso splendente, dalla voce angelica e armoniosa, dal corpo esile ma scattante, dal…
“Sirius, perché trovi tanto erotica una verdura?”
Il suo corpo trasalì, riprendendosi dalla sua mentale fantasticheria. Voltò lo sguardo, scorgendo un James alquanto serio che lo fissava preoccupato…
Arrossì, avvertendo il timore che l’amico fosse riuscito a leggergli nella mente
“C-che diavolo stai dicendo, James?!”
“Avevi una faccia talmente lussuriosa che temevo saresti balzato sul tavolo e avresti dato vita al più strano rapporto carnale mai visto ad Hogwarts…”
Sapeva che non era una buona cosa, ma l’impulso di strozzare il suo migliore amico si stava rivelando veramente forte! Le sue intenzioni dovevano essere ben visibili, a giudicare dall’improvviso allontanamento dalla sua persona da parte del cercatore dei Gryffindor.
“Ehi, calma amico…” si affrettò a dire Potter prima che il ragazzo gli saltasse addosso “stavo solo scherzando…So bene che il soggetto dei tuoi sogni possiede un sex appeal maggiore di quello di un vegetale! Ehi, stai andando a fuoco?”
Sirius cercò di riprendere un po’ dell’autocontrollo che gli era rimasto, azione particolarmente difficile, con delle guance rosse come pomodori che non accennavano a schiarirsi. La bocca del compagno occhialuto si contrasse in un sospiro…
“Temo che la verdura dovrà aspettare ancora molto di essere colta…Ehi, Peter, guarda là!”
“Cosa?” non fece in tempo a chiedere il biondo, che l’oggetto che aveva scatenato l’interesse dell’amico si era avvicinato al loro tavolo.
“Evans! Finalmente! Sapevo che prima o poi saresti venuta a dichiararti!” esclamò James con un sorriso a trentadue denti, il quale avrebbe voluto apparire il più irresistibile possibile.
Speranza, però, del tutto annullata. Il volto improvvisamente scuro della rossa, infatti, lasciava capire molte cose…
“Non sono ancora pronta per essere ricoverata al San Mungo, Potter! Sono venuta a cercare Lupin…non è con voi?”
“Andiamo, cosa ti inventi su per venirmi a trovare, eh?”
Un fulmine carico d’avvertimenti attraversò quelle grandi iridi verdi, diminuendo progressivamente la sfacciataggine dell’animagus e riuscendo a chiudergli per un secondo quella boccaccia. Sembrava che il ragazzo dovesse soccombere sotto lo sguardo della Evans, quando finalmente Peter, trovato un po’ di coraggio contro quella furia, non decise di intromettersi… L’espressione furente lasciò il posto ad un volto interrogativo
“Come mai? Non sta bene, forse?”
Il biondo Marauders per un attimo non seppe cosa rispondere…Che doveva dirgli? Che Remus era alle prese con un bambino di cui ignoravano il nome e la provenienza? Sarebbe stato come confessare alla McGonagall di non aver fatto i compiti per quel giorno! Per di più la Evans era un prefetto e di quelli più severi…
Ma allora, che s’inventava? Stava per cadere nel panico, finché non intervenne una voce che, una volta tanto, giunse appropriata.
Una mano infatti si posò prepotentemente sulla spalla della Gryffindor, avvicinandola ad un petto non molto muscoloso, ma dal cuore assai palpitante.
“Lascia perdere Remus, Evans e pensa ad un luogo dove andare con l’affascinante sottoscritto!”
Gli occhi di lui trapelavano un’intensa luce carica d’amore, quelli di lei…odio puro.
“L’unico posto in cui andrò con te sarà l’inferno, temo!” sbottò, lanciando una manata all’intrusa sulla sua spalla e liberandosi così da quell’attanagliante presa.
Contrariamente alle sue aspettative, il volto di James si contrasse in una smorfia di pura gioia
“Allora sei d’accordo anche tu che saremo insieme nell’aldilà, eh Evans?!”
Le iridi della rossa sgranarono stupite, e un poco irritate, mentre le mani di Pettigrew cercarono di smorzare una risata che stava sfuggendo alle labbra. Con un gesto stizzito della mano e una qualche parola sussurrata che sembrava essere –idiota!-, l’animo della prefetto non riuscì più a sopportare un secondo di più la demenza del moro, decidendo quindi di allontanarsi a gran passi.
“Per favore, Pettigrew, di’ a Lupin che devo parlargli al più presto. Mi può trovare più tardi alla biblioteca…e tu, Potter, non azzardarti a venire! O smorzerò i tuoi istinti in maniera molto netta!” minacciò, scomparendo dalla vista dei due.
I brividi scatenati da quelle parole non erano ancora scomparsi dalla schiena di Peter…Cavolo, quella ragazza possedeva veramente un caratterino fuori dal comune! Si chiese se almeno questo fosse riuscito a spaventare e, soprattutto desistere da ulteriori tentativi, il compagno dalla pettinatura ribelle, ma a quanto pareva…
“Oh…quella ragazza mi farà morire! Deve essere ASSOLUTAMENTE mia!”
…proprio no.
L’animagus dalla forma di cervo si passò una mano tra quegli assurdi capelli, avvertendo ancora quel poco di calore rimasto che era riuscito a strappare alla sua creatura celestiale. Dio, com’era bella! L’amava, oh si, senza alcun dubbio! Ed era certo che anche lei in fondo al suo cuore provasse qualcosa per lui. Certo, piuttosto in fondo, però era già un risultato!
L’euforia proprio non ne voleva sapere di abbandonare il suo corpo...Il giovane sembrò sfoderare energia da tutti i pori anche quando si girò verso il suo migliore amico
“Ehi, Sirius! Tu credi…Ma che stai facendo?”
La domanda non ricevette risposta, mentre il giovane dai lunghi capelli neri continuava a esaminare piuttosto attentamente un cibo e poi, senza alcun preavviso, lo buttava dentro il suo grande tovagliolo coloro rosso fuoco. Potter cominciò a pensare che la pazzia avesse preso d’assalto il cervello del suo compagno e il fatto che quest’ultimo mormorasse parole senza senso non poteva che aumentare i suoi timori.
“Questo no…questo è troppo grosso, no, non ci sta…Questo…No, il suo orrendo colore mi ricorda un altrettanto disgustoso Slytherin…Invece queste sembravano avere un buon odore, chissà se…”
Si bloccò, avvertendo due paia d’occhi impresse su di lui. Alzò lo sguardo, spaventandosi un poco alla vista dei suoi due più cari amici muniti di aglio e croce di legno. I suoi occhi rimasero un attimo a guardare in silenzio un Potter dall’apparenza spiritata e un Pettigrew terribilmente a disagio e imbarazzato da una simile pagliacciata.
“Beh?!” sbottò, destandosi dallo stupore “che cavolo vi prende, adesso?”
“Silenzio, creatura infernale!” urlò James, piazzandogli la croce a pochi millimetri dalla fronte “Ed esci dal corpo del nostro idiota, ma pur sempre amico…”
“Grazie, è bello sapere quanto i tuoi amici ti apprezzano…”
“Esci o abbietta creatura! Lascia la mente di questo giovane, se mai ne ha avuta una! Esci, e lascia che Sirius ci spieghi perché cavolo sta saccheggiando la tavola dei Gryffindor! Oh, no!”
S’avvicinò di scatto al moro dalla nobile casata, guardandolo sospettoso mentre l’altro cercava di ritrarsi sempre più…
“Non è che appartieni alla casa degli Slytherin?! Ciò spiegherebbe il tuo comportamento”
La croce si abbassò sotto il peso della mano di Black, mentre i suoi occhi azzurri si rivolgevano al cielo. “James, quanto volte ti devo dire di non bere del succo di zucca avariato? E stammi lontano, per la miseria! Vuoi farmi morire asfissiato? Quanto cavolo di aglio hai mangiato?”
L’interpellato sembrò non condividere l’opinione sull’ortaggio, tanto che ne addentò un altro pezzetto. Peter invece pareva essere del tutto concorde con l’animagus del cane, visto il modo piuttosto disgustato con cui allontanò l’aglio postogli sulle spalle…
“Beh, Sirius, non sapevo quanto fossi infestato, così ho voluto abbondare…” spiegò, togliendosi finalmente dalla faccia quell’espressione spiritata “e poi non sai che l’aglio fa molto bene alla salute? Inoltre è utilizzato anche a scopo terapeutico…”
“Se è per curare la pazzia, direi che ha fallito, guardandoti…” sbottò, beccandosi una linguaccia da parte dell’offeso.
All’improvviso il ricordo di una cosa molto importante folgorò la sua mente, facendogli scordare quel pazzoide e rimettendolo all’opera. Prese la bacchetta e trasfigurò un suo capello dolorosamente strappato in un grande bicchiere d’argento, che colmò con del rinfrescante succo di zucca.
“Ora ti metti pure a fare magie! Mi spieghi che stai combinando?”
Black sospirò, squadrando il suo migliore amico con un’occhiata esplicita. A quel punto il ragazzo capì, sorridendo con aria compiaciuta e sfondando la schiena di Sirius con un’energica pacca.
“E bravo Padfoot! Ma guarda che questo non basterà per convincerlo a venire a letto con te…”
“TANTO NON SONO QUESTE LE MIE INTENZIONI, BRUTTO PEZZO D’IDIOTA!”
“Ehi…” s’intromise Peter, avendo capito anche lui lo scopo del compagno “ma allora quelli sono per Remus.”
“Esatto…” biascicò il giovane allungando una mano verso il cesto di pane bianco.
“Ma allora perché James ha detto –per convincerlo a venire a letto con te-?”
La mano di Sirius si bloccò a metà strada, assumendo un pallore molto simile a quello dei cadaveri. Colore che si stava spandendo su tutto il suo corpo…
“Ehm…James scherzava! Sai com’è fatto…” farfugliò, cercando con lo sguardo quello dell’amico per fulminarlo, il quale invece stava innocentemente fischiettando.
“Ora andiamo o rischieremo di far morire Remus di fame…” dichiarò, afferrando tutto il contenuto del tovagliolo e alzandosi.
“Ok, andiamo…” sghignazzò James stiracchiandosi “credo che ormai che il nostro caro Moony ne avrà abbastanza della peste…”
A quelle parole la mente di Peter si illuminò, ricordandogli qualcosa…
“Ehi, ragazzi, a proposito della peste…”
Ma fu smorzato sul nascere da un’occhiata raggelante di Sirius.
“Non ora, Peter. Remus aspetta…”
“Ma…è una cosa importante…il bambino…”
“Meglio che lasci perdere, Wormtail…”
Il Marauder biondo guardò sorpreso il compagno, che invece pareva assai divertito dalla situazione. Per quanto si sforzasse, però, non riusciva ad ogni modo a comprendere lo strambo comportamento del giovane Black…Che si fosse veramente rincretinito come sosteneva sempre James?
L’affermazione che quest’ultimo fece in seguito, poi, non contribuì a chiarirgli le idee
“Il cane ha la luna per la testa…”

D’accordo…Peter Wormtail, membro dei Maraudes, non era mai stato un granché nelle prestazioni fisiche, lo ammetteva senza problemi…
Ma che bisogno c’era di correre come dei forsennati?!
“James…” biascicò, cercando di riuscire a respirare mentre correva “non ce la faccio più…”
“Non dirlo a me!” sbottò il cercatore dei Gryffindor, maggiormente portato per volare su una scopa che nella corsa “è quel pazzo scatenato che ha le ali al posto dei piedi! Forse è posseduto per davvero…”
“Ti ho sentito, sai?!”
Dannato d’un James! Sempre con la battuta pronta…Ma non importava…Non in quel momento. Presto avrebbe rivisto Remus, l’avrebbe sfamato e il lupetto lo avrebbe baciato con passione come ringraziamento…
No, forse l’ultima di parte non si sarebbe avverata…Però, come sarebbe bello se…Cavolo! Ancora…Si lasciava divagare dalla sua fantasia con troppa facilità.
E poi, perché sognare, quando la creatura dei propri sogni non era un miraggio ma una stupenda realtà? Euforico da un tale pensiero, fece volante gli ultimi passi che lo separavano dal dormitorio, beccandosi le occhiate sconcertate dei Gryffindor presenti nella sala comune.
Ecco, ci siamo! Pensò quando finalmente si trovò davanti all’agognata porta, che spalancò con non troppa delicatezza…
“Remus! Siamo torna…”
“Sirius, fermati!”
“AAAAAH!”
Le urla e il suono inconfondibile di un tonfo a terra, velocizzarono il passo dei restanti Marauders e quando questi giunsero finalmente a destinazione…beh, non seppero se ridere o prendere una macchina fotografica.
Per chissà quale svariato motivo, il famoso, affascinante, osannato dalle ragazze…, insomma, Sirius Black, giaceva malamente a terra, le gambe sul letto di Potter e una strana sostanza marrognola sparsa sulla testa del moro, la quale impediva di vedere l’espressione, sicuramente poco allegra, del ragazzo.
La fragorosa risata di James si sparse per la stanza, scatenando quella di Peter e anche quella, seppur maggiormente celata, di Remus. Questi stava appoggiato contro una parete, reggendo tra le mani il bimbo avvolto in un asciugamano, anch’esso particolarmente divertito dall’esilarante scena.
Passato un certo periodo di tempo, intrattenuto dalle risate dei tre Marauders, l’unico biondo tra loro riuscì a calmarsi, trattenendosi ancora la pancia per il gran ridere.
“Oddio, questa scena era da immortalare…” biascicò, avvicinandosi ad un divertito Lupin “ma si può sapere come ha fatto a finire in quella posizione e…in quello stato?!”
Remus tentò di reprimere ulteriori risate, soprattutto al grugnito poco amichevole che era seguito alla domanda di Wormtail
“Vedi…Prima del vostro arrivo, io e il piccolo stavamo giocando con i folletti…”
“I folletti?!” chiese l’animagus del topo stupito, mentre James si piegava a terra dal ridere.
“Si, i folletti, quelli che si possono richiamare con il pendaglio magico…Comunque, folletti a parte, ad un certo punto il piccolo ha avuto una piccola…perdita liquida e io inizialmente non me ne sono accorto. Così ha finito per bagnare il pavimento e Sirius…”
“Entrando come una furia è scivolato e finito a gambe all’aria!” terminò Peter per lui, sotto il sottofondo delle risate di Potter, che scatenarono ulteriori ringhi da parte di Black. Quest’ultimo decise finalmente di sedersi in una posizione un po’ più normale, anche se non riuscì a fermare la cascata marrone che gli colava dai capelli.
Le ambrate iridi di Remus si riempirono di compassione e tenerezza a quella vista. Depose con delicatezza il pargolo tra le braccia di Peter, con relative proteste da parte del primo e si chinò in parte allo strano essere. Questi non osò alzare lo sguardo, ma ebbe un fremito improvviso quando avvertì il tocco di un tessuto passare sul suo volto.
Alzò finalmente lo sguardo, incrociando il viso del suo affascinante Moony e il suo dolce sorriso
“Non vorrai rimanere in questo stato, vero Sirius? Chissà cosa penserebbero le tue ammiratrici vedendoti così…”
“Probabilmente penserebbero che è caduto dentro un buco molto particolare!” rise James, non curandosi d’un Black furioso con la chiara intenzione di avventarsi su di lui, bloccato fortunatamente dalle braccia del licantropo.
“A tal proposito, Remus…cos’è quella sostanza sulla faccia di Sirius?” chiese Peter, osservando l’operato di pulitura del compagno “Non sarà mica…”
“No, non è quello che pensi…” sghignazzò, interrompendosi subito all’occhiataccia del compagno dai lunghi capelli neri “è solo il resto della pappa –ambrosia e miele- che avevo momentaneamente appoggiato sul letto di James…”
A quelle parole le risa del cercatore dei Gryffindor si spensero
“Oh, cavoli! Questo smorza di molto il mio divertimento….” mormorò seccato, avvertendo il suono inconfondibile di un fulmine “Calma, Padfoot, scherzavo…resta lì fermo dove sei, eh?”
L’improvviso avvicinarsi dell’animagus del cane non tranquillizzò Potter, visto che con due balzi si nascose dietro Wormtail, affatto rinfrancato da un simile gesto. Il furioso Black s’apprestava difatti a saltar loro addosso, quando una ferma presa sulla sua spalla lo arrestò
“Sta fermo, Sirius o sporcherai ancor più il pavimento!”
All’ordine di Remus, il ragazzo si bloccò immediatamente, ritornando in posizione seduta e lasciando che il compagno licantropo terminasse l’opera di pulitura sul suo viso. Non che gli dispiacesse, certo…Avvertire il dolce tocco di Remus sulla sua pelle, anche se per mezzo di un fazzoletto, era una sensazione meravigliosa…
“E-ehm!”
…che forse manifestava un po’ troppo chiaramente visto l’espressione divertita sul volto di James.
“Beh, penso che io e Wormtail ce ne andremo in biblioteca, vero, vecchio mio?”
“Eh? Ma perché? Non abbiamo nulla da fare in…”
“Si, che lo abbiamo!” sorrise, tappando con forza forse eccessiva la bocca del biondo “e porteremo con noi anche il piccolino, così Remus potrà concentrarsi solo sull’operazione pulizia del caro Padfoot!”
“Sei impazzito?! Come possiamo portarlo in un luogo pubblico?”
“Basterà nasconderlo sotto il mantello dell’invisibilità e applicargli l’incantesimo silenziatore…”
Ma fu un urlo acuto quello che si levò dal bimbo appena le braccia di James lo tolsero da quelle di Peter. Credendo che volesse restare tra le braccia del Marauder biondo, il moro mollò la presa, ma il pianto del bambino non si placò.
“Che diavolo gli è preso?” sbottò James grattandosi il capo “un minuto prima era tranquillissimo e ora…”
“Magari ha ancora fame…” ipotizzò Peter, i cui timpani stavano sorbendo una dura prova.
Il ragazzo dalle iridi ambrate scosse la testa, alzandosi in piedi
“Ne dubito, già non ha voluto tutta la pappa di prima…”
Con espressione dolce si postò davanti al piccolo, rivolgendogli uno dei suoi più gentili sorrisi
“Mi vuoi dire cosa c’è, eh?”
Nel momento in cui si trovò nell’abbraccio di Remus, il piccolo cessò di piangere, gratificando i timpani di tutti i presenti.
“E’ strano…” mormorò il giovane con gli occhiali, notando il completo cambiamento del bimbo, ora tutto preso a strusciarsi contro la camicia del lupo mannaro “…si direbbe che non ti voglia lasciare, Moony…”
“Temo che l’uscita in biblioteca sia da rimandare…Beh, Remus, ha quanto pare hai uno spasimante piuttosto giovane ai tuoi piedi!” rise l’animagus del topo, mentre il soggetto in questione coccolava dolcemente la creaturina tra le sue braccia.
“Ehm, andiamo, Wormtail…qualcuno potrebbe interpretare male le tue parole…”
Quel –qualcuno- del discorso di James non era certo un destinatario qualsiasi…La sua voce infatti era intervenuta subito dopo l'apparizione di una violenta corrente elettrica apparsa attorno al corpo di Black. Il giovane cercatore aveva già visto Sirius in versione furente, ma mai così irato. I suoi occhi erano ridotte a due fessure nere, da cui traspariva una collera furiosa mal repressa e non era difficile immaginare a chi fosse indirizzata… I desideri del moro, infatti, erano tutti fissi su un’unica azione: strozzare quel dannato poppante che gli aveva portato via l’angelo della sua vita! Sentimento forse un po’ eccessivo, ma d’altronde, nessuno poteva permettersi di separarlo dal dolcissimo Moony…il quale ora rivolgeva tutte le sue attenzioni proprio al suo –rivale- in amore…
Ma perché, perché proprio con un poppante doveva rivaleggiare?!
Ignaro del profondo stato dolorante del compagno, Remus continuava a soddisfare i capricci del piccolo, coprendolo di carezze e amorevoli complimenti. Potter, pur essendosi accorto delle cascate di lacrime sgorganti dagli occhi di Sirius, non poté non trattenere una risata di fronte ai gridolini compiaciuti del poppante, conscio che se al suo posto ci fosse stato l’animagus del cane, i gridolini sarebbero stati il doppio.
“Certo che è proprio capriccioso il piccolo…” sghignazzò, porgendo una mano al suo migliore amico per farlo alzare e toglierlo da quello stato penoso.
Seppure con qualche riluttanza, Black accettò l’offerta dell’amico, anche se ripiombò subito col sedere a terra, a causa dello strillo acuto scappato a Peter.
“Per la miseria, Peter! Se hai fame basta dirlo…” si lamentò il giovane dai lunghi capelli neri, massaggiandosi la parte lesa.
Il biondo non si preoccupò di rispondergli, seguitando a indicare il bambino con insistenza, come a richiamare l’attenzione sul loro giovane ospite.
“Mi è tornato in mente quello che volevo dirvi…”
Black lo fissò accigliato, finalmente in piedi grazie all’aiuto di Prongs.
“E c’è bisogno di urlare, per questo?!”
“Nonostante tutti i nostri provvedimenti per prenderci cura del piccolo, ci siamo scordati la cosa più importante”
I tre restanti Marauders guardarono il loro giovane compagno biondo, con sguardi colmi di perplessità. La voce di Prongs dette sfogo alla domanda che ognuno di loro stava mentalmente pensando
“Cioè?”
“Non gli abbiamo dato un nome”
La bocca di Sirius si aprì come per replicare qualcosa, ma non una parola ne uscì. Era vero, finora avevano sempre chiamato la creaturina che aveva invaso le loro già animate vite con epiteti teneri e sdolcinati…Ma, come la stessa osservazione di Pettigrew stava a testimoniare, non potevano continuare così.
“Dobbiamo trovargli un nome…” meditò ad alta voce Remus portandosi il bimbo davanti al volto “ma quale?”
Già, quale? Non era una scelta semplice. E forse nemmeno corretta. In fondo loro non erano i suoi genitori, che diritto avevano? Però quello sembrava un problema che per ora pareva secondario alle menti dei Marauders…Infatti esse stavano divagando tra i nomi più assurdi.
“Che ne dite di Salet?” propose Peter, dopo un attimo di completo silenzio.
“Si, nome adattissimo per un cane…Salet, qui bello!” esclamò il cercatore dei Gryffindor ad un animale immaginario, scatenando le risa di Sirius e Remus e l’offesa di Peter.
“Beh, scegli tu, allora!” sbottò, incrociando le braccia. James parve meditare un attimo, con un’espressione molto concentrata in viso, prima che questa sfociasse in un sorriso trionfante.
“Trovato! Vi suona bene Shirley?”
“Nel caso dovessimo scoprire che ha cambiato sesso può darsi…Ma da, James, è troppo femminile!” sbottò Sirius, mentre le risa degli altri Marauders si espandevano per la stanza “io pensavo che Silver forse…”
Ma il lungo lamento del piccolo gli impedì di continuare “Si direbbe che non apprezzi il tuo suggerimento, Padfoot…” sorrise il licantropo, dando qualche pacca alla schiena del piccolo per placare il suo pianto, mentre il viso di Sirius si contraeva in una smorfia imbronciata.
Quando finalmente le carezze di Lupin sortirono l’effetto sperato, il giovane licantropo capì dallo sbadiglio della piccola creatura che era giunto il momento per lei di visitare il regno dei sogni.
“Ragazzi, riparleremo di questa faccenda domani mattina. Ora è meglio andare a dormire…” dichiarò, non prima di aver dato un buffetto affettuoso alla guancia di Sirius per toglierlo dal suo malumore, tentativo che ovviamente sortì l’effetto sperato.
“Perfettamente d’accordo! Buonanotte a tutti!” vociò con allegria, saltellando in aria fino al suo letto, sotto lo sguardo stranito di Peter, quello divertito di Remus che poggiò il bambino nella culla e quello disperato di James
“Va, beh…lasciamo perdere certi istinti canini…”
“CREPA, JAMES!”
“…e buon sonno a tutti. Mia dolce Lily, aspettami! Sto arrivando da te!” e si tuffò sotto le coperte.
“Lily?” ripeté il ragazzo dalle iridi ambrate in procinto di coricarsi, chiedendo la risposta al giovane Black tramite un’occhiata divertita.
“Già…” asserì il moro, ricambiando l’occhiata “ogni notte il nostro Prongs sogna la cara Lily, vivendo con lei le più incredibili –avventure-….”
“Beh, almeno in sogno Lily non lo rifiuterà…” sghignazzò il licantropo, contagiando Sirius.
“Non ci scommetterei troppo…James al mattino si sveglia di un umore nero…”
“VI HO SENTITO!”
Il ringhio di Potter avrebbe dovuto smorzare le loro risate, però ciò che ottenne fu solo di aumentarle. Il ragazzo dai lunghi capelli neri affondò la faccia nel cuscino, mentre Remus si tappò la bocca con la mano sinistra, entrambi nel tentativo di smorzare le risa.
“Dai, basta, Sirius o sveglieremo Jean-Paul…”
La fronte di Black si corrugò
“Jean-Paul?”
Remus sorrise, un poco imbarazzato “Pensavo che come nome potesse andare, no?”
Sirius si perse nella contemplazione delle gote leggermente arrossate e dal timido sorriso del dolcissimo Moony, lasciandolo con un’espressione da ebete sul volto.
Com’era carino…Avrebbero acconsentito a chiamare il bimbo anche –Sibillo-, versione femminile del nome della Cooman, se a Remus fosse piaciuto…
“Beh, allora buonanotte, Sirius…”
E affermato questo, il lupo mannaro spense la luce, non riuscendo a vedere così gli occhi sgorganti di lacrime dell’animagus, privato del suo sole.
Sospirò, stendendosi completamente. In fondo, non aveva senso vagare con la fantasia…Come sempre gli diceva James, doveva decidere a trasformare i suoi sogni in realtà. Già, ma se l’altra persona non fosse stata d’accordo?
Oh, cacchio! Non doveva fare simili ragionamenti a quell’ora…Dopo non riusciva più a prendere sonno…

Cinquantadue civette, cinquantatre civette, cinquantaquattro civette…
Ecco, stava accadendo…Finalmente le palpebre cominciavano ad appesantirsi…
Cinquantanove civette, sessanta civette…
…sempre più pesanti…Morfeo alle porte pronto ad accoglierlo…
“UUUUEEEH!”
…che si allontanava, salutandolo con la mano…
“No…Morfeo…aspetta, io ho sonno…”
Ma a nulla valsero le sue suppliche. Il dio del sonno lo abbandonò, riportandolo alla dura realtà. La quale lo aspettava con una sorpresa particolarmente squillante…
“Dai, tesoro, che cosa c’è, eh?”
La voce del più affascinante angelo disceso in terra lo convinse a spalancare completamente le palpebre, accecandolo per un attimo. Piano a piano, riuscì a mettere a fuoco l’immagine del lupo mannaro davanti a sé, vicino alla culla del bambino assieme agli altri due ragazzi, con il piccino tra le braccia. A quanto pareva il pianto del piccolo aveva svegliato tutti. E come non avrebbe potuto…Sembrava la voce della Cooman in stato comatos…ehm, spiritico.
Affatto desideroso di lasciare il suo caldo rifugio, si vide costretto ad alzarsi, visto che quei lamenti acuti non accennavano a smettere.
“Che cavolo gli prende, si può sapere?” sbottò, colmando la distanza tra i suoi compagni e fissando in cagnesco la fonte dei loro problemi “e cosa combina James?”
L’interpellato, rivolgendogli una linguaccia di sbieco, ritornò a puntare la bacchetta sulla porta. Dopo qualche secondo, sotto l’esclamazione di –Isolatae!-, dalla bacchetta dell’animagus uscì una nebbiolina rossastra, che andò ad espandersi sulla porta e sulle pareti circostanti, scomparendo dopo pochi minuti.
Peter continuava a guardare il cercatore dei Gryffindor con perplessità, mentre i volti di Black e Lupin si accesero, dimostrando di aver capito l’operato dell’amico.
“Eh bravo Prongs!” esclamò Sirius battendo una mano sulla spalla del ragazzo “un incantesimo per rendere insonorizzata la stanza. Geniale!”
Il petto dell’autore dell’incantesimo si gonfiò, grato come sempre di ricevere elogi
“Grazie, grazie…Modestamente il mio è un cervello di tutto rispetto…”
“Ah si?” chiese sarcastico Peter incrociando le braccia al petto “e allora perché non lo usi per risolvere QUESTO problema?”
E con un dito indicò la creatura urlante ancora nell’abbraccio di Remus, che invano lo cullava nel tentativo di calmarlo
“Non funziona…” si disperò volgendo lo sguardo verso i suoi amici “forse ha fame…”
“Allora prepariamogli subito qualcosa, diamine! Ho un sonno da morire, io!” sbottò Sirius con voce acida.
Inaspettatamente il capo di Lupin si abbassò, con lo sguardo rivolto verso terra
“Mi dispiace…” sussurrò, chiaramente riferito al suo compagno dai lunghi capelli neri, il quale rimase spiazzato da una simile frase.
Dannazione! Forse era stato un po’ troppo brusco…A giudicare dall’espressione torva che James gli lanciava pareva di si. Agitò freneticamente le mani, poggiandole poi sulle spalle di Remus
“Moony! Guarda che non è mica colpa tua! Mi dispiace se hai pensato questo, perdonami! Non volevo…utilizzare quel tono…Sono uno stupido! Scu…”
Ma a quel punto il bimbo decise di alzare la tonalità dei suoi lamenti, facendo arretrare Sirius di qualche passo.
“Sul fatto della tua stupidità, siamo tutti d’accordo, Padfoot…” s’intromise James con un sorriso “ma ora cerchiamo di porre rimedio ad un problema maggiormente risolvibile del tuo”
E sotto le minacce di morte del giovane moro, Potter passò un biberon a Remus, che lo ringraziò con un sorriso
“Beh? E adesso che c’è?”
La domanda del licantropo non ottenne ovviamente risposta, ma il rifiuto del bimbo era abbastanza chiaro: ad ogni avvicinamento del biberon la sua bocca si scostava, esprimendo dei mugugni di protesta e diniego. All’ennesimo tentativo il prefetto rinunciò, alzando lo sguardo afflitto verso i compagni.
“Non ha fame…”
I due più scapestrati Marauders caddero nello sconforto assieme al licantropo, Peter invece sembrò riflettere attentamente
“Forse ha solo avuto un incubo. In effetti adesso si è calmato…prova a metterlo giù, Remus.”
Il marauder castano ubbidì, ma appena il piccolo toccò le lenzuola, le sue grida si levarono acute.
“No, non vuole proprio saperne di dormire” decretò, riappoggiandolo contro il proprio petto
James sospirò, passandosi una mano sulla sua pettinatura ribelle
“Beh, mica vorrà restarsene sveglio tutta la notte, no?”


Continua…

  
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