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Autore: JhonSavor    12/05/2013    0 recensioni
La Akatsuki come le Iene di Tarantino: parodia del film nel mondo di Naruto.
Rivivete i personaggi del film con degli interpreti d'eccezione come i mukenin di Alba, fatemi sapere!
-Dite quello che volete- continuò il mascherato sbuffando – io non pago-
Red si rivolse a quel punto a Pink – E tu perché no?-
-Ah, io semplicemente perché non ci credo!- sostenne compito
Il gelo scese sulla tavola
-Questa è bella!- disse ridacchiando Mister Blue – Non ci credi?-
-Esatto-
-E che cosa vuol dire?- gli domandò Konan
Il biondo la guardò beffardo -Nel senso che non voglio fare qualcosa, del tipo dare una mancia alle cameriere, solo perché la società me lo impone… è una stronzata!-
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Qui nessuno si fa sentire a parte la fedele IamCrazy… uhm che fandom pigro che è quello di Naruto…
Va beh, ecco il nuovo capitolo, buona lettura! (Ah! Ho alzato il rating della fan ad arancione dopo questo cap. non si sa mai... voi che dite?)
 
 
Capitolo VI: Il sadismo di un uomo
 
 
Kudo sarebbe morto.
Lo sapeva, ne era consapevole ed era una delle cose basilari che vengono conficcate  nella testa di un ninja già prima ancora che qualcuno gli abbia insegnato a prendere in mano un kunai.
Kudo era un ninja della vecchia scuola, prima che l’odierna pace fosse stata istituita e che gli shinobi diventassero dei mercenari protettori, a cui affidare missioni di protezione, di recupero, di difesa.
Lui lo era diventato quando durante la guerra il ninja veniva mal visto dagli stessi committenti, quando il suo stereotipo era quello di assassini prezzolati.
Per questo era entrato a far parte della squadra Anbu. Perchè essi erano l’unico gruppo a cui fosse consentito come fosse una prassi, la caccia ai nukenin.
Avrebbe potuto servire la causa del Foglia molto meglio in questo modo, piuttosto che andare fare qualcosa di tranquillo come l’esaminatore o l’insegnante nelle accademie.
Ma non era questo il punto; in quel momento si trovava legato ad una sedia, con la faccia tumefatta, prigionieri di alcuni pazzi maniaci e lui quindi sarebbe morto: questo era il punto.
E lui lo aveva accettato, non sarebbero venuti a salvarlo.
Ma l’istinto di conservazione, quella volontà che spinge l’uomo a difendere la propria vita, era ancora dentro di lui e non poteva farci niente. Era una normale reazione umana.
E lui nonostante tutto lo era ancora.
 
- S-senti, ehi…-
Il solo parlare era ormai una tortura in se
-Uhm?-
Da quando i suoi compagni se n’erano andati, l’albino che tutti chiamavano White, non aveva smesso un attimo di girargli intorno, scrutandolo con un largo sorriso e ogni tanto ridacchiando in un modo che sapeva mettere la pelle d’oca.
Kudo sputò del sangue per terra –Io s-sono nel corpo Anbu d-da appena tre mesi… non mi hanno detto… non mi hanno detto…-
-Avanti, su! - l’albino gli si era piazzato davanti, abbassandosi con la schiena per poterlo guardare negli occhi –Parla pure, cosa che non ti hanno detto?-
Prese un respiro profondo: la testa gli martellava all’impazzata e aveva la gola secca.
-Non mi hanno detto un cazzo!-
White rimase a guardarlo serio, immobile. Poi fece una leggera smorfia, quasi bambinesca.
Con uno scatto, si tirò su, stiracchiandosi e dicendo –Eh, son problemi! Figurati che io non so neanche come si chiamano i miei compagni di squadra…-
I suoi occhi ritornarono a fissare, dall’alto in basso, il povero anbu –E la sai una cosa?-
Non aspettò neanche una risposta.
Si avvicinò al volto tumefatto di Kudo e con un ghigno disse -È una cosa tremendamente eccitante-
Se il ninja avesse potuto avrebbe sgranato gli occhi.
-Si, fare un lavoro del genere con il mistero, il rischio, la vita appesa ad un filo, sia la tua che quella degli altri… la metafora più significativa della fragilità umana e del trapasso… accidenti, non pensi anche tu che sia elettrizzante?-
Kudo non ebbe dubbi: quell’uomo era matto, matto come un cavallo.
-S-senti, davvero può t-t-orturarmi quanto vuoi… ma…-
-Torturarti?- White si battè ripetutamente l’indice sul mento, come intento a riflettere –non è una cattiva idea…-
Rabbrividì e cercò di salvare il salvabile –L’ha detto pure il tuo capo che non c’è stata nessuna trappola-
White si bloccò sul posto –Che cazzo hai detto?-
Il prigioniero tossì, la gola gli bruciava.
-Il tuo capo… prima quella donna…-
Un manrovescio lo colpì in pieno viso, tanto forte da far sbilanciare la sedia su due gambe, rischiando di farla cadere al suolo.
La sedia ritornò al suo posto con un tonfo sordo, rimbombando nello stanzone.
Kudo non ricordava a momenti più neanche dove si trovasse: la testa era tutto un pulsare e battere a ripetizione.
Ritrovò in parte la strada di casa quando l’albino gli prese il volto con una mano e si ritrovò a fissarlo negli occhi.
In quei terribili occhi violetti, iniettati di sangue.
-Io. Non. Ho. Capi. Hai capito Anbu del cazzo?!-
Gli scosse la testa da una parte all’altra.
-Hai capito?!-
Vistosi togliere la mano dalla bocca, Kudo rispose subito affinchè quella tortura avesse fine –Ho capito, h-ho capito! Non hai capi… n-non hai ca-api-
-Ah, ecco, volevo ben dire-
White aveva di nuovo cambiato atteggiamento: ora era calmo, rilassato, composto.
Aveva degli incredibili sbalzi di umore, come il giorno e la notte.
Il nukenin si guardò la mano e la vide sporca di sangue.
-Aa-ah! Ma che…?-
Strofinò il palmo sulla divisa di Kudo con un gesto schifato.
-Senti…- White si guardava la mano per vedere se vi fosse rimasto qualcosa appiccicato – io non ti voglio mentire, okay?-
Kudo lo vide avvicinarsi ad un tavolo su cui erano riposti accessori di vario tipo, dal quale prese un rotolo di nastro isolante grigio
-A me non importa un cazzo di quello che sai…- diede uno strattone e un buon pezzo di nastro si sfilò - o di quello che non sai…-
White strappò con i denti la lunga pellicola e ripose il rotolo sul tavolo
-…tanto ti torturo lo stesso-
Kudo pensò di non aver sentito male.
Avanti, non poteva averlo detto davvero.
Ma l’albino si avvicinò andandogli alle spalle e con forza gli applicò il nastro sulla bocca impedendogli di esprimer parola.
Gli unici suoni che riusciva ad emettere erano dei sommessi mugugni.
Sentì il viso di White arrivargli vicino all’orecchio e le sue parole gli fecero gelare il sangue nelle vene -Perchè sai… io adoro torturare gli anbu-
E la sua risata, folle e pervasa come da un sincero divertimento al tempo stesso, gli fece rizzare tutti i peli del collo.
Kudo capì che non stava scherzando.
-Ah non mi importa quello che hai da dire… tanto non mi farà alcun effetto…-
Kudo sapeva intuire le minacce reali dai bluff psicologici: e da quel White percepiva una tale follia… una nera, profonda e perversa vena sadica che non poteva che confermare le sue parole.
Gli stava per venire da piangere. Perchè nessuno sarebbe venuto ad aiutarlo.
L’albino intanto gli era tornato di fronte e ora lo fissava come se fosse un enorme regalo di compleanno in anticipo. Oppure una bistecca da divorare.
Si toccò il mento con una mano –L’unica cosa che puoi fare è invocare una morte rapida… cosa che comunque non otterrai. Te lo assicuro-
Un leggero movimento del braccio fece scivolare, da dentro la manica destra, un bastone nero nella sua mano e con uno scatto veloce, lo caricò contro di lui.
Il bastone era retrattile e prese ad allungarsi sempre di più, coprendo in un lampo la distanza tra il nukenin e la sua vittima.
Kudo la vide arrivare e rimase impietrito.
Ta-tlack!
La lancia si era distesa al massimo della sua lunghezza.
La punta acuminata era arrivata a pochi millimetri dall’orbita oculare dell’anbu.
Se avesse sbattuto le palpebre, l’avrebbe sfiorata.
White lo fissò con un sopracciglio inarcato ma poi un sorriso gli si stampò in volto.
Un leggero sogghigno percorse la stanza, sempre più folle.
Kudo riuscì a sentire nuovamente dentro di sè una pura furia omicida.
White vide quegli occhi ravvivati ma non ci badò più di tanto. Anzi sembravano divertirlo ancora di più.
-Senti a te piace la musica? No, perchè un sottofondo ritmico… da sempre quel tocco di classe in più-
Detto questo si avvicinò ad una radio vecchio modello ma evidentemente ancora funzionante –Vediamo un po’ che c’è…-
Appoggiò la lancia li di fianco e iniziò a smanettare con le manopole, facendo fuori uscire strepitii sibilanti dalle casse.
La radio iniziò a trasmettere la voce gracchiante di un deejay
-Cari ascoltatori di Radio Konoha 2.0, ora avrete il piacere di ascoltare un vecchio pezzo di qualche anno fa ma che ha saputo incantare tutti gli appassionati di musica, ponendolo tra le migliori del periodo: Yura Yura degli Hearts Grow. Qui è Radio Konoha 2.0, la radio che accompagna i ninja di ogni paese-
 
«Yura yura to yuganda sora e
Kimi no motto e tonde yuke

Konna ni mo chikaku ni kanjiteru
Futatsu no omoi »
 
Kudo la riconobbe, era di due o tre anni fa ma era davvero bella.

«Zutto soba ni itta kara
 Aita sukima ooki sugite »

L’albino iniziò a muoversi a ritmo di musica, seguendo il tempo.

«Namaiki na kimi no sunao na henji
Matte dare ga sabishii
»

Andava avanti indietro davanti alla sedia dov’era legato Kudo con un atteggiamento che in qualsiasi altro momento l’anbu avrebbe descritto come da perfetto cretino: ma non era proprio il momento per criticare il suo modo di ballare…

«Mirarenai machi de naiteru nara
Soba ni inakutemo egao wa todoketai »

Con uno scatto del braccio sinistro, White si ritrovò in mano un oggetto scuro di piccole dimensioni.
Sempre andando a ritmo lo aprì: era un falcetto, acuminato e affilato, di quelli che si usano per tagliare le erbacce.
Ma cosa più importante,la lama era sporca di qualcosa che assomigliava in maniera raccapricciante a del sangue raggrumato.

«Yura yura to yunganda sora e
Kimi no motto e tonde yuke
Konna ni mo chikazu ni kanjiteru
Futatsu no omoi
»

Non appena lo vide Kudo sgranò gli occhi, terrorizzato.

«Hitori dakke no sofa
Manaka wo tori atta ne»

White glielo fece passare davanti agli occhi e per spaventarlo ulteriormente finse un attacco diretto, ridacchiando poi come il folle che era.

«Itsumademo muki atte iru tamme ni
Hoo dare wa ganbareru
»

Ad un certo punto lo guardò fisso; gli occhi malvagi e glaciali lo scrutarono, come la tigre con la povera fiera su cui ha messo gli occhi per sfamarsi.

«Miageta yozora wa kumo ga harete

Yume ni yukateru hitomi
Wakawaranai »

E quella volta Kudo capì che stava per fare sul serio qualcosa di terribile. Lo capì perchè quello sguardo gli provocò un tuffo al cuore.

«Kirakira to kagayaku hoshi wa
Ima mo kimi wo terashiteru
»

White si scagliò su di lui e gli afferrò il viso.
Kudo certo di resistere ma il nukenin gli bloccò la faccia con la sola forza della mano.
Sicuro di averlo bloccato, si chinò leggermente e iniziò a tagliare

«Deata hito kawaranu sora no shita
Hitotsu no chikai
»

L’albino si allontanò un poco dalla sua vittima, soddisfatto di se: tra le mani reggeva l’orecchio destro del povero Kudo.

«Hanasu toki ni kami wo
Sawaru kuru segao tsuteiru»
 
-Ehi anbu… è stato bello come lo è stato per me? Ehi?- White si mise a parlare all’orecchio che teneva tra le mani –Che c’è? Non mi senti? Pronto!?-
 
«Hitori kiri de nemuru
Mune no
Itamisae kito kizu nai »
 
Il dolore che Kudo percepiva era qualcosa di indescrivibile. Era atroce, acuto e sentiva di essere sul punto di svenire su non fosse stato per il tremendo, insistente pulsare che era diventata la sua testa. Le lacrime gli uscivano ormai di getto, per il dolore per la disperazione
-Ora non ti muovere…- White scagliò lontano l’orecchio -guarda che ti combino!-
 
«Yura yura to yuganda sora e
Kimi no motto e tonde yuke

Konna ni mo chikaku ni kanjiteru
Futatsu no omoi »

White si allontanò verso il fondo della stanza e fece subito ritorno con una piccola tanica. Kudo non riuscì a vedere che cosa fosse. Era già tanto che fosse ancora sveglio.
Il nukenin spense la radio e afferrò la lancia che aveva precedentemente appoggiato li di fianco.
-Ora ascolta questa volta è una cosa seria. Finora abbiamo scherzato. Si perchè ogni tanto nel mio lavoro bisogna sapersi distrarre un po’…-
Kudo, non seppe spiegarsi come, era riuscito a sentire ogni singola parola uscita da quella fogna ambulante, con l’unico orecchio buono che gli era rimasto.
Divertimento?
A Kudo parve persino che il dolore fosse diminuito, quasi scomparso. Perchè al suo posto sentiva solo una furia cieca e il desiderio di ammazzare il suo aguzzino con le sue stesse mani. Alla Radice insegnavano come, e insegnavano bene.
Ma non riusciva a liberarsi ed era debole.
-Adesso avrai l’occasione di partecipare a qualcosa di molto importante, di sacro-
E gli toccava sorbirsi le fregnacce di quel pazzo.
-Ora osserva…- leccò parte del sangue fresco che ancora colava dal falcetto – il rituale di Jashin!-
Sotto gli occhi di Kudo la pelle del nukenin divenne nera e bianca, assumendo la forza di un teschio stilizzato su campo nero.
-È una cosa bellissima vero?- domandò guardandosi la mano, ora libera dall’arma che aveva lasciato cadere  per terra –Sublime, oserei-
Gli strappò il nastro dalla bocca, ridandogli l’uso della parola –Non pensi anche tu?-
-Lurido schifoso infame bastardo psicopatico, figlio di cagna!-
Kudo riuscì finalmente a sfogare tutto ciò che fino a quel momento aveva dovuto tenersi dentro.
-Ti ucciderò, ti ucciderò per quello che mi hai fatto! Giuro che lo farò!-
White lo guardò con sufficienza, mormorando mentre si riallontanava, qualcosa come –Miscredente-
All’improvviso roteò la lancia e si ferì alla gamba sinistra.
Il sangue iniziò a colare ai suoi piedi mugolando sommesso.
Con il piede dipinse qualcosa sul pavimento dello stabile: un triangolo dentro un cerchio.
-Ora possiamo cominciare!- proclamò, il tono della voce fattosi all’improvviso solenne.
Kudo non capiva come la situazione potesse diventare di volta in volta più assurda
Poi fu come un flash: un triangolo dentro un cerchio.
Un triangolo dentro un cerchio.
Il cuore dell’anbu tornò a riempirsi di paura: quello che aveva di fronte era Hidan lo Shinigami!
Il pazzo e sadico nukenin, che in passato si era macchiato di atroci delitti durante la guerra! Che cosa ci faceva li?
-Adesso ascoltami bene perchè è importante: tu sei la vittima sacrificale per il rito che mi conferirà la forza dell’immortalità! Jashin mi darà la forza tramite la tua morte!-
Kudo era ammutolito e la testa gli era ritornata ad essere un tamburo.
-In realtà ora come ora non ne avrei bisogno, ma come ti ho detto, io adoro torturare un anbu quando mi capita… e mi piace farlo in maniera originale-
Kudo ricordò qualcosa del genere sul suo dossier…
-Perchè io sono molto devoto e sappi che l’originalità nel mio credo è molto apprezzata-
L’ambu non riusciva a capire se stesse dicendo seriamente o lo stesse prendendo per i fondelli: come poteva usare un tono che aveva del canzonatorio parlando di mutilare un altro essere umano?
-Vedi, finchè starò nel cerchio sacro tutto ciò che mi accadrà sarà riversato su di te, così guarda-
Si conficcò la lancia nel piede e nello stesso istante un dolore incredibile divampò dal piede del anbu, che iniziò a sanguinare.
Kudo lanciò un urlo che non si sarebbe detto umano.
-Che p-pia-cere… mmmrr- Hidan estrasse la lancia dal suo piede -…incredibile!-
Dopo un leggero ansimo proseguì –Hai capito cosa intendevo? Non c’è più nessun buco nel mio piede se guardi attentamente-
Kudo voleva solo che la smettesse, che tutto quello che stava accadendo avesse fine.
Doveva trovare le forze per fare qualcosa, resistere fino a quando…
-Come ti stavo dicendo l’originalità…-
Hidan prese in mano la tanica che era andato a prendere poco prima. Kudo vide ora che era olio per lanterne.
Olio da bruciare!
Kudo iniziò a dimenarsi in preda al terrore più puro: quel tizio voleva dargli fuoco!
L’albino si versò addosso, da sopra la testa, l’intera tanica.
Gettò via il contenitore vuoto e si mise a fissare il suo prigioniero che lo osservava più confuso che mai.
Gocciolante di olio, mise una mano nella tasca dei pantaloni e ne tirò fuori un piccolo oggetto in metallo
-Ora mi darò fuoco-
Kudo era sempre più allibito.
-Mi darò fuoco… con questo accendino-
Kudo realizzò infine cosa avrebbe significato quel gesto -NO!-
Hidan sorrise.
-No ti prego non farlo!-
-Ah! Quanto mi piace quando mi supplicano!-
Con uno scatto aprì l’accendino e una fiammella fuoriuscì, piccola e calda.
-Ti prego, ti scongiuro… ho un figlio che mi aspetta a casa… non farlo!-
-Si,si,si…- gli disse di rimando – hai finito? No perchè io avrei da fare-
-Addio, stronzo-
Un kunai comparve dal nulla e colpì l’accendino, facendolo volare via dalle mani del nukenin.
-Ma cosa?-
Un altro kunai ferì l’albino al fianco e un altro ancora lo prese di striscio alla spalla.
Lui e l’ambu mugolarono all’unisono.
-Tu…- Hidan riuscì solo a dire questo – sporco tradit…-
Ci fu l’eco di un esplosione e la testa dell’albino andò in mille pezzi.
Il corpo decapitato, zuppo com’era, prese fuoco e dopo alcuni passi incerti all’indietro, cadde rovinosamente di schiena sul pavimento dello stabile.
Kudo era ancora li.
Il mostro era morto con la testa esplosa ma lui era ancora li.
Dopo essere stato colpito le prime volte, Hidan aveva messo un piede fuori dal cerchio quindi il suo rituale aveva cessato di essere attivo.
Era salvo. Contro ogni previsione era vivo!
Gli venne da ridere ma il dolore alla testa gli ricordò che ora aveva altro a cui pensare.
-E-ehi, tu…-
Mister Red riverso al suolo, immerso nel suo stesso sangue non si degnò neanche di rispondergli.
-Sei tu l’infiltrato? Sei tu Akasuna no Sasori?-
Ma ancora niente, non gli rispose. Si guardava la mano sinistra artificiale, spostata di lato rispetto al solito, lasciando così aperto l’incavo del suo braccio anch’esso in parte artificiale.
-Ehi… ti degni almeno di rispondermi-
A quel punto il rosso gli si rivolse duro –Vuoi stare zitto? Faccio fatica anche solo a muovermi!-
Kudo smise di parlare, biascicando e sputando un po’ di sangue che gli era finito in bocca.
-E comunque si, sono io! Sono io Akasuna  no Sasori… quello scelto per fare l’infiltrato in questo schifo di operazione! E ora ti sarei grato se… uuuh-
Una fitta gli mozzò il fiato.
-T-ti sarei grato se facessi un po’ di silenzio…-
 
 
 
 
Booom!
Dopo due anni veniamo finalmente a sapere che cosa è successo in seguito alla decisione del gruppo di nukenin capeggiati da Konan di lasciare White a guardia del prigioniero.
So che è passato tantissimo tempo dall’ultima volta ma è stata solo la sfortuna (e poi la non voglia di fare e altri progetti da seguire anche nella vita vera XD) a impedirmi di aggiornare prima!
Aspetto come al solito di sapere cosa ne pensate.
E ora rispondiamo all’unica fedelissima che mi ha recensito quasi ogni capitolo!
 
IamCrazy:cara, cara IamCrazy, sei contenta di aver visto il tuo beniamino in azione? Spero di si anche perchè da come è stato conciato dubito che concederà repliche! Okay questa era cattiva… ma in fondo lo sapevi che sarebbe andata a finire così no? Cosa ne pensi del capitolo? È venuto discretamente no? Oppure ha fatto schifo?
Parlando del capitolo scorso, sono contento che ti siano piaciuti Konan e Itachi e che tu li abbia trovati IC. E in risposta alla tua domanda, la coppia ItachixKonan la uso, la immagino e la prediligo per il semplice fatto che la trovo molto bella. Perchè loro tre (Pain, Konan e Itachi intendo) li trovo molto simili, forse gli Akatsuki più affini all’interno dell’organizzazione; se venissero in contatto il legame empatico che si verrebbe a creare tra loro sarebbe altissimo. E da cosa potrebbe nascere cosa, tra la bella manipolatrice di origami e il tenebroso Uchiha. E poi perchè prova a sentire la canzone di Laura Pausini, Il mio Beneficio: sentiresti Konan che si lamenta di Pain e io dico che allontanandosi da lui non potrebbe che ricadere nelle braccia del moro. Spero che di essere stato esauriente XD.
Alla prossima, ciao!
 
Ah ovviamente oltre ad IamCrazy voglio ringraziare anche:
-Pantesilea, Ambra Chan per aver recensito gli scorsi capitoli
-Jaden96 per averla messa tra le preferite
-Gattino Bianco per averla messa tra le seguite
 
Grazie a tutti e alla prossima! 

  
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