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Autore: Soul of the Crow    12/05/2013    1 recensioni
Ecco a voi il sequel de "In mezzo alla lotta tra la Vita e la Morte".
La sorella di Diana Raven e i suoi Angeli della Notte hanno un piano: sbarazzarsi dei Gemelli della Creazione e della Distruzione per aver rovinato le loro vite.
Toccherà agli Angeli del Regno della Vita impedire che ciò accada, e tra nuovi poteri e nuovi OC tra i personaggi, emergeranno anche molti segreti riguardanti gli Angeli, i loro nemici e novità sui tre Regni e su coloro che si trovano davvero all'inizio di tutto.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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 In uno dei rifugi sotterranei nella zona ovest dell’Isola della Vita…
 
Siccome la vegetazione era piuttosto rada in quella zona, il bulbo aveva avuto altri effetti: oltre alla presenza delle liane, aveva scatenato frane in molti punti.
Makoto e le altre Guardie si erano dovuti occupare di portare gli abitanti in rifugi sotterranei, cioè delle caverne situate appena sopra il Giardino della Vita, e che potevano ospitare qualche decina di persone ciascuno, almeno fino a quando il bulbo non sarebbe stato eliminato.
Il Comandante si trovava in uno dei rifugi, e mentre si stava occupando di un bambino di quattro anni che era stato ferito ad un braccio da una liana, fu raggiunto dal suo secondo in comando:
- L’hai trovato? - gli chiese Kurosaki riferendosi al bulbo.
- Alcune Guardie mi hanno riferito che è stato trovato nella radura erbosa al centro dell’isola, e anche di aver visto un Angelo dalle ali con alcune piume blu e l’armatura color notte aggirarsi nei pressi della catena montuosa.  - gli rispose Yamato.
Il Comandante annuì, per poi finire di fasciare il braccio del bambino che stava curando prima; normalmente gli Angeli potevano usare i loro poteri per curarsi, ma quelli dei bambini erano piuttosto instabili e in alcuni casi potevano peggiorare la situazione:
- Così dovrebbe andare piccolo. - gli disse Makoto, ma il bambino gli chiese subito:
- Quella pianta cattiva c’è ancora? Quando potremo tornare a casa? -
Al posto del Comandante, rispose il secondo in comando:
- Purtroppo sì, ma ti prometto che faremo il possibile perché le cose tornino come prima. -
Il piccolo sembrò aver capito e annuì, per poi tornare dai suoi genitori, mentre le due Guardie si avviavano verso l’uscita del rifugio.
 
 
Nella radura al centro della zona ovest…
 
- Non mi avevi detto che le altre Guardie avevano avvistato qualcuno da queste parti? - gli domandò Kurosaki una volta arrivati nel luogo in cui si trovava il bulbo.
- Infatti, e credo di sapere di chi si tratta: quando sono andato nel Regno della Morte con Tosamaru, Hakuryuu e Tsurugi, ogni volta che abbiamo trovato un bulbo, c’era un Angelo della Notte a proteggerlo. Quasi sicuramente anche qui ce ne sarà uno. - gli spiegò Senguuji.
Sopra di loro, in cima alla catena montuosa che ormai era diventata una specie di un sentiero di pietra a causa delle frane e dei terremoti, Kaen li osservava:
- Evidentemente i Light e Maria non sono riusciti a fermarli. Mi stupisce che il capo li abbia scelti come Angeli della Notte maggiori. Beh, dimostrerò che cosa può fare un Angelo della Notte minore come me. - pensò lui brandendo la sua katana, per poi spostare lo sguardo sul suo keshin Samurai delle Fiamme Hachiman: aveva l’aspetto di un uomo dalla carnagione chiara e gli occhi neri, mentre i capelli erano nascosti dall’elmo che portava. Inoltre, indossava un’armatura da samurai color rosso fuoco, aveva una katana dalla lama d’argento legata alla vita grazie ad una cintura.
- Quell’ex Mietitore me la pagherà per quello che mi ha fatto… Inizialmente volevo seppellirli con dei massi, ma mi è venuto in mente qualcosa di meglio: dobbiamo rapire il Comandante, e già che ci sono, vedremo come reagirà il suo secondo in comando se uso un suo superiore come scudo. - dopo quel pensiero, si rivolse al suo avatar:
- Dopo che avremo usato le Sette Katane del Dio della Guerra, prendi l’Angelo dai capelli castani e portalo in un rifugio sotterraneo in cui non ci sono altri abitanti della zona ovest. Dopo che lo avrai fatto, raggiungi il luogo prestabilito e aspetta che l’ex Mietitore arrivi. - il samurai annuì, per poi brandire la katana, circondarla di fiamme, e creare grazie ad essa una sfera d’energia infuocata. Kaen avvolse la sua arma di un’aura color rosso fuoco, e continuò a colpire la sfera creata da Hachiman. Questa s’illuminò, per poi dividersi in sette parti che si trasformarono in katane avvolte d’energia rossa che andarono verso i due Angeli:
- Vedremo se quell’ex Mietitore fermerà il colpo, ma è meglio provvedere al suo compagno. - il rosso schioccò le dita, mentre il samurai si diresse verso i due nemici.
 
 
Nel frattempo… nella radura erbosa…
 
- Come avete fatto tu e Tosamaru a eliminare questo bulbo? - gli chiese Makoto.
- Non lo abbiamo fatto. È sparito quando l’Angelo della Notte che lo difendeva è stato colpito, anche se non sappiamo chi sia stato a scoccare la freccia che l’ha fatto sparire per sempre. Immagino che dovremo cercare chi ha il compito di proteggere questo bulbo e sconfiggerlo. - gli spiegò Yamato.
- Allora è meglio cominciare subito. - propose il Comandante, ma quando si alzò in volo insieme al suo secondo in comando, quest’ultimo notò delle katane circondate d’energia infuocata; subito si pose davanti a Kurosaki per difenderlo:
- King Fire! - gridò Senguuji, per poi ricoprire le sue mani di fuoco e creare davanti a sé uno scudo di fuoco. Ci impiegò un po’, e anche se con qualche difficoltà, riuscì a parare il colpo:
- Makoto, stai… - la frase gli morì in gola quando vide che il suo superiore era sparito. Al suo posto, c’era un foglio con una scritta in caratteri runici:
“Tu e i tuoi amici credevate di fare del male ai nostri compagni e di passarla liscia, non è vero? Beh, è stato l’errore più grande che potevate commettere. Immagino te ne sia già accorto, ma il Comandante dell’Ovest è sparito: il mio keshin l’ha rapito e l’ha portato in un’ubicazione segreta in questa zona dell’isola. Ti consiglio di fare in fretta se non vuoi che gli accada qualcosa… Qui sotto c’è disegnata una mappa della zona ovest e alcuni punti sono stati contrassegnati. Dovrai trovare dei pezzi di un’arma e ricomporla, poiché essa è l’unica cosa che ti può indicare dove mi trovo adesso con il tuo collega. A presto.
L’Angelo della Notte e samurai del fuoco, Kaen.”
Il secondo in comando strinse il foglio tra le mani. Avrebbe voluto avere davanti a sé il nemico e toglierlo di mezzo, ma in quel momento non aveva molta scelta: se voleva ritrovare Makoto, l’unica soluzione era seguire le indicazioni che gli erano state lasciate.
 
 
Pochi minuti dopo… in un altro rifugio sotterraneo…
 
Quando Kurosaki si risvegliò, vide delle pareti di roccia intervallate ogni tanto da delle torce in cui ardevano delle fiamme.
Subito si rese conto di trovarsi in uno dei rifugi sotterranei, ma quando provò a muoversi, sentì qualcosa che gli stringeva i polsi. Si diede un’occhiata e si rese conto di un paio di particolari: il primo era che le sue mani erano state legate con delle corde circondate d’aura color fuoco, mentre il secondo era che non indossava la sua armatura, ma una maglia bianca, una felpa gialla, dei pantaloni larghi marroni e delle scarpe nere.
- Non ci hai messo molto a svegliarti, ma d’altra parte gli avevo detto di andarci piano con te. - disse una voce all’entrata del rifugio.
La Guardia dell’Ovest si girò nella direzione dalla quale proveniva la voce, e vide un Angelo che possedeva le stesse caratteristiche che Yamato gli aveva illustrato in precedenza:
- Tu sei un Angelo della Notte, vero? - gli chiese il Comandante.
- Bravo, vedo che hai fatto i compiti. Io so già di te e delle altre Guardie di questa zona dell’isola, ma non penso che tu sappia chi sono io. Ricominciamo da capo: è un piacere incontrarti Makoto Kurosaki, o forse sarebbe meglio dire, è bello rivederti. Sono io, Koji Terumi, anche se da quando sono un Angelo della Notte, il mio nome è diventato Kaen a causa del mio potere distruttivo quanto le fiamme che evoco. -
Il Comandante dell’Ovest lo guardò per qualche attimo senza capire, per poi sgranare gli occhi:
- Mh. Sembra che ti ricordi ancora di me. - constatò l’Angelo della Notte con un ghigno sul volto, per poi impugnare un coltello preso dal suo cinturino.
- Non mi ricordo tutto di quel giorno, ma qualcosa sì. Perché mi hai portato qui e dov’è Yamato? - gli chiese Kurosaki.
- Se ti riferisci a quello che voleva difenderti dalle mie katane, sappi che sarà impegnato per un po’. Dovresti preoccuparti di te stesso adesso, poiché quelle corde t’impediscono di usare i tuoi poteri. - durante quella spiegazione, il rosso si era avvicinato e ora teneva il coltello vicino al volto dell’altro; un movimento rapido gli permise di lasciare una piccola cicatrice sulla fronte di Makoto e recidere la fascia bianca che il suo nemico portava:
- Questa è solo la prima delle cicatrici che intendo infliggerti. - gli sussurrò Kaen.
 
 
Intanto… nel Giardino della Vita del Nord…
 
- Non credevo che avresti affidato il tuo Dono del Guardiano a qualcuno. - ammise Hera, o meglio, il suo riflesso nello specchio d’argento all’interno della betulla dell’Albero della Vita.
- Sai che sono molto potente Hera. Uno come me non ne ha bisogno. - si vantò Afuro.
- Eccolo che ricomincia… - pensò rassegnato Tadashi, per poi chiedere al compagno:
- Ad ogni modo, vorrei sapere perché mi hai chiamato e spero che sia un motivo valido. Ora che gli Angeli della Notte e quei bulbi sono comparsi, dobbiamo darci da fare anche noi. -
- Cosa credi, lo so anch’io. Volevo dirti che, quando ho affidato il mio Dono del Guardiano, le liane che mi tenevano imprigionato all’albero sono sparite, e ne ho approfittato per fare un giro nell’Isola della Vita. Mi trovavo nella zona ovest, e ho notato che uno degli Angeli della Notte era il bambino di cui eravamo i tutori. - lo informò Terumi.
Il castano sgranò gli occhi: non gli andava giù il fatto che il compagno avesse deciso di uscire dal suo Giardino della Vita e metterlo in pericolo, ma la sua preoccupazione era rivolta alla rivelazione sull’Angelo della Notte.
- Parli di Koji? Non penso che sia possibile, non può essere stato così sciocco da allearsi con qualcuno che vuole solo distruggere questo posto. -
- Sono pur sempre passati cinque anni dall’ultima volta che lo abbiamo visto. Sarà accaduto qualcosa in quel periodo, e poi ho già visto cosa può fare un Angelo della Notte: ho assistito allo scontro nella zona nord, e ad un certo punto, il nemico delle Guardie Angeliche è scomparso senza lasciare traccia. - gli spiegò.
- Potresti avere ragione. In ogni caso, non possiamo permettere che a lui accada la stessa cosa, ma come facciamo con i Giardini della Vita? Sai che non possiamo allontanarci per troppo tempo, soprattutto in questo periodo. - gli ricordò il castano.
- Rilassati Hera. Ti assenterai solo per qualche minuto. Non è accaduto niente al mio Giardino e non succederà niente di male nemmeno al tuo. - cercò di rassicurarlo il biondo.
L’altro sembrò rifletterci, poi annuì:
- Uff… Va bene. Vediamoci alla zona ovest. - decise, mentre la sua immagine spariva dallo specchio e il tronco della betulla tornava normale.
Afuro sorrise, felice di aver raggiunto il suo obiettivo, per poi dirigersi verso l’uscita della grotta in cui si trovava il suo Giardino della Vita.
 
 
Angolo di Emy
Che cosa è accaduto di preciso a Kaen, o meglio a Koji Terumi, lo scopriremo nel prossimo capitolo.
Stavolta, ho per voi una piccola curiosità riguardanti i keshin degli Angeli della Notte comparsi nel Regno della Vita, più che altro riguardanti i loro nomi: “Chronos”, cioè l’avatar di Yami, è una divinità propria delle teogonie orfiche avente il compito di “temporalizzare” gli eventi; il keshin di Kaen invece aveva il nome di “Hachiman” che, secondo il pantheon delle divinità shintoiste giapponesi, è considerato il Dio della guerra.
Forse accadrà qualcosa di simile anche per gli altri avatar, ma non si sa ancora.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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