Film > Re Leone
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Autore: Miranh    12/05/2013    3 recensioni
Ciao a tutti! Ecco qui come promesso il terzo libro della saga, che continua la storia da dove l'avevamo lasciata! Qui vedremo i nostri protagonisti alle prese con forse le loro più grandi e difficoltose sfide della vita. Vi saranno difficoltà, ma anche nuove grandi meraviglie. Buona lettura! ^^
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. “ La vendetta di Kamau ”

 

 

Le fiamme producevano un immenso calore ustionante e disidratante. La tossicità del fumo soffocava l'aria e le ceneri si depositavano fastidiosamente sul manto e sulla criniera. Il fiato era corto. I muscoli in stato di adrenalina. Zampe robuste come tronchi d'alberi e artigli sporgenti che a fatica tentavano di scavare le braci bollenti, in cerca di un'uscita. Queste cose erano ciò di cui Ahadi era fatto dal momento in cui era rimasto intrappolato. Tentava di restare aggrappato alla vita con ogni mezzo necessario. Non poteva permettersi di perdere coscienza. Non doveva assolutamente fare quella misera fine. I suoi artigli continuavano a graffiare, le sue zampe a raspare e spostare, fino a quando riuscirono ad aprirsi un piccolo varco. Senza perdere l'occasione, Ahadi saltò e riuscì a superare il muro di fuoco, riportando poche ustioni.

Tossì forte, liberando i polmoni dal fumo e dalla cenere che aveva inspirato. Ora che aveva superato il primo ostacolo, ne rimaneva un altro più grande: farsi strada in ciò che restava della giungla e uscire da lì per ricongiungersi agli altri, sempre che ce l'avessero fatta.

Sfinito e dolorante riprese a scappare, evitando il più possibile il contatto con il resto delle fiamme. La vista era offuscata per via del troppo calore e ogni odore era stato spazzato via dalla tossicità dei fumi. Orientarsi là dentro si dimostrò alquanto faticoso. Raggiunse un punto in cui gli alberi in fiamme terminavano con un burrone. Sotto ad esso scorrevano una cascata e le rapide del fiume che si ramificava nelle varie sorgenti d'acqua della valle. Indietreggiò con l'intenzione di cercare un'altra via. Ma, a causa della spiacevole situazione, la cosa peggiore per lui fu il non accorgersi immediatamente dell'ombra minacciosa che lo seguiva costantemente, bramosa di sangue.

Una sgradevole sensazione scosse ogni nervo del suo corpo. Sollevò le orecchie e tentò di aguzzare la vista. Riuscì nuovamente a scorgere la strana sagoma scura che lo aveva inquietato sin dal primo momento in cui l'aveva vista. Essa stavolta era più vicina e avanzava verso di lui. Si faceva strada fra le fiamme e la distanza tra loro diventava sempre più breve. Più si avvicinava e più questa assumeva grosse sembianze feline. La sua forma definitiva si rivelò essere quella di un enorme leone dal manto ombroso e dai grandi occhi penetranti e minacciosi. La sua bocca mise a nudo le zanne con un orrendo e inquietante sogghigno: << Devo farti i miei complimenti, Ahadi... Sei riuscito ad uscire da quel muro infuocato, in cui ti avevo rinchiuso... Peccato. Era divertente guardarti disperare >>

Ahadi rabbrividì e soffocò un ringhio: << Chi diavolo sei?? >>

<< Non ti ricordi di me? Mi offendi, sai? >> ridacchiò malignamente << E pensare che quella notte tu e quella dannata principessina siete stati solo fonte di guai per me...E lo siete tuttora >>

<< Quella notte...? >> Ahadi lo guardò meglio. Infine riuscì a ricordarsi di lui. Era il leone che tenne Uru in ostaggio.

<< Tu... >> ringhiò << Cosa vuoi ancora?! >>

Kamau rispose con un altro lungo ringhio: << Ah, no... Non solo hai ucciso mio fratello...Ma hai anche la faccia tosta di chiedermi per quale motivo io ti abbia seguito fin qui!! >>

Ahadi sobbalzò all'udire quella affermazione e si ricordò del leone da cui aveva difeso Uru: << Che cosa..? Lui era... Io avrei ucciso tuo fratello?? >>

<< Esattamente...! >> gli si avvicinò ancora di più << Era tornato sanguinante da me, per causa tua! E si è lasciato morire! Mi ha avvertito di guardarmi bene da te, ma io non riposerò e non morirò fino a quando non vedrò la tua carcassa bagnarmi le zampe di sangue!! >>

Ahadi sentì come un grosso macigno nell'addome e nel petto. Per molto tempo il suo unico pensiero era stato quello di vendicare la morte della madre ad ogni costo. Ma ora le cose erano diverse. L'idea di aver inconsciamente ucciso un altro leone lo fece stare terribilmente male. E adesso il leone di fronte a lui si era macchiato di odio profondo e rancore nei suoi confronti, proprio come fece lui stesso nei riguardi di Zhymu. Per un attimo fu come se una solitaria e pungente oscurità lo avesse accecato e privato di ogni sensibilità, tanto che non reagì al primo attacco di Kamau.

Zanne e artigli penetrarono nella sua carne con forza e lo scaraventarono a terra in pochi secondi.

<< Reagisci! >> lo esortò Kamau << O sei soltanto un dannato pusillanime?! >> e sferrò il secondo attacco.

Ahadi tornò in sé e riuscì a schivarlo per un soffio. Le ferite aperte sulla spalla bruciavano. Si rimise in piedi e assunse una posizione di difesa: << Io non voglio battermi con te! Mi dispiace per quello che è successo...e capisco come ti senti. Perciò basta spargere sangue! >>

<< Presumi di sapermi capire?? Non sai un bel niente di me! >> replicò Kamau, attaccando di nuovo. Ahadi tirò fuori gli artigli e rispose all'attacco: << Credi che non sappia cosa vuol dire perdere l'unico parente che ami e su cui puoi fare affidamento?! >> lo colpì dritto sul petto, atterrandolo << Credi che non sappia come sia la vita aggrappata all'unico sentimento di vendetta che ancora alberga in te?! >>

Kamau non rispose e si rialzò risoluto, ignorando il dolore.

<< Per anni l'odio e il risentimento sono stati il mio unico motivo che mi spingeva ad andare avanti >> continuò Ahadi << Ero diventato un mostro che viveva solo per uccidere! E tu ora stai compiendo il mio stesso errore! So che per te sarà difficile non portarmi rancore ed io non mi aspetto di certo il tuo perdono, ma finirai per distruggere te stesso se continuerai per questo sentiero!! >>

Kamau lo guardò con occhi ancora più adirati di prima: << Basta...Basta!!Taci!! Tu meriti solo la stessa morte che hai fatto fare ad Akin!! >>

Energia veniva sprigionata da ogni poro della pelle ed alimentava continuamente la potenza dei loro muscoli. Forti mascelle serrarono con le zanne arti e collo dell'avversario. Artigli agili si facevano furiosamente strada nel terreno e nella carne fino alle ossa. Nel giro di pochi minuti il suolo fu ricoperto dal colore rosso del loro sangue. Le lingue di fuoco, che continuavano ad espandersi, divorando quel restava della vegetazione, erano la cornice di quel terribile scontro.

 

Uru si sforzava di non piangere. Non poteva assolutamente permetterselo in quella situazione, nonostante ne avesse un bisogno struggente. Ma non riusciva togliersi dalla mente l'immagine di Ahadi circondato dalle fiamme. E così quello sarebbe stato il loro addio? Il fato era talmente crudele da non permettere loro neanche il tempo di riappacificarsi in seguito ad un litigio? Per che cosa si erano rincontrati dopo tanto tempo, allora? Per separarsi in quel modo angosciante, forse? Allora sarebbe stato meglio non rincontrarsi affatto. Così non avrebbero scoperto l'amore, che li legava, e non avrebbero sofferto così tanto.

A riportarla alla realtà fu l'ennesimo lamento di Laio. Il giovane si accasciò a terra stremato per la fatica e il dolore. Era come se tante punte di lance gli avessero trafitto l'osso della zampa. Era tremendamente gonfia e bastava il minimo movimento a farlo soffrire. Elvira pianse sconfortata nel vederlo ridotto così. Kesi cercava disperatamente di incitarlo a proseguire, ma lui non si alzava: << Lasciatemi qui... >> disse;

<< Ma cosa dici, figlio mio?? >> anche Kesi cominciò a piangere;

<< Dovete lasciarmi...! Per voi sono soltanto un peso in più. Non uscirete mai vive da qui se continuerete a stare al mio passo...! >>

Uru fece un respiro profondo e trovò la forza per parlare: << Ora basta! >> esclamò risoluta; gli altri si voltarono a guardarla.

<< Se soltanto uno di voi continua a piangere e si arrende, lo concerò per le feste! >>

<< Ma, Uru... >> balbettò Laio;

<< Niente ma! E' mia responsabilità proteggervi! Da quando avete deciso di seguirmi, questo è uno dei compiti più importanti per me! Inoltre ho promesso ad Ahadi che vi avrei condotti tutti fuori da questa giungla! Nessuno escluso! Perciò niente più lacrime! Non è proprio il momento adatto! >> si avvicinò a Laio << E tu alzati immediatamente! Se non lo farai, ti trascinerò via a forza, dovesse costarmi qualsiasi cosa! E' una promessa! >>

Gli amici non obiettarono nulla di fronte a quelle parole. Laio obbedì e si alzò, facendosi sostenere da Uru. Continuarono a scappare dall'incendio con molta cautela. Infine la gioia più grande per i loro occhi e i loro corpi stremati fu la trovata di un'uscita da quella giungla.

Raggiunsero un punto della valle non colpito dal fuoco e si lasciarono andare sulla nuda e fresca terra. Dopo tanto calore e aria soffocata, distendersi su quel terreno fu un'estasi. Era come sdraiarsi su una placida e umida nuvola, che accarezzava piacevolmente il corpo. Accanto a loro si riunirono anche altri animali sopravvissuti all'incendio.

Poi arrivò ciò che tutti attendevano con ansia: la pioggia. Essa, che sempre era disprezzata per il freddo e l'umidità che comportava, apparve a ciascun essere vivente di quella zona come una benedizione.

<< Finalmente, la pioggia... >> sospirò Kesi.

Uru sollevò il capo, facendosi accarezzare dalle gocce d'acqua, dopodiché si voltò indietro a guardare la giungla. Aveva mantenuto la parola. Ora i suoi amici erano salvi. Il fuoco aveva smesso di espandersi e pian piano cominciava ad indebolirsi. Era una buona occasione per tornare indietro ad aiutare Ahadi. Raccolse in sé le energie rimaste e si alzò in piedi: << Voi restate qui al sicuro. Io andrò a cercare Ahadi >>

Elvira scattò: << Cosa?! Vuoi tornare lì dentro?? Ma è pericoloso andarci da sola. Lascia che venga con te >>

<< No >> ribatté Uru << Non permetterò che vi succeda altro. Tu e tua madre dovete restare qui e curarvi di Laio >>

<< Ma, Uru, la tua è un'imprudenza >> intervenne Kesi << Ormai...dubito che lui... >>

<< Lui non è morto! >> obbiettò la giovane << E' vivo...Io so che è vivo! Lui non è il tipo da morire facilmente. Devo assolutamente trovarlo, o non sarò una compagna degna >>

Laio sollevò debolmente la testa: << Uru ha ragione, mamma... >>

Elvira si precipitò a sostenerlo << Non ti sforzare >> gli disse preoccupata;

<< Non preoccuparti... >> replicò lui e si rivolse di nuovo alla madre << Dovete lasciarla andare da lui... Ahadi è forte. Sicuramente è ancora vivo...Vedrete che lei riuscirà a trovarlo >>

Uru si meravigliò e guardò l'amico con occhi lucidi: << Grazie, Laio... >>

<< Non devi ringraziarmi... >> cercò di sorridere << Ora va' da lui, sbrigati >>

Uru annuì e si preparò ad andare: << Se dovesse succedere qualcosa e non sarò di ritorno entro domani, partite senza di me e Ahadi. Mio padre vi accoglierà >>

<< Va bene... >> rispose Kesi << Ma...promettimi che non succederà niente e che tornerete sani e salvi tutti e due >>

Uru sorrise mesta: << Lo prometto >>

Detto questo, si voltò e corse in direzione della giungla.

 

L'acqua lottò contro le fiamme incendiarie e riuscì a domarle. Il terreno divenne fangoso e scivoloso, ospitante le ceneri e i resti carbonizzati della giungla bruciata. La vista di quel paesaggio morto e desolato era opprimente.

Con la criniera bagnata, appesantita e gli occhi appannati dalla scrosciante pioggia, i due leoni si fronteggiavano senza tregua. Il fiato si faceva sempre più corto e le energie venivano a mancare, ma ciò non contribuì a porre fine all'ira di Kamau. Si lanciò contro Ahadi, serrandogli il collo con un potente morso e trascinandolo vicino all'orlo del burrone. L'acqua gelata colava sui loro dorsi, mescolandosi al sangue e rendendone l'odore più pungente. Il terreno fangoso accanto al burrone si rivelò alquanto fragile e avrebbe potuto cedere da un momento all'altro. Ahadi raccolse le forze rimaste per liberarsi dalla feroce presa.

Sferrò un potente colpo contro Kamau, che lo fece svincolare da lui e scivolare a terra. Ma la quiete non durò a lungo. Infatti il terreno poroso si sgretolò proprio sotto le zampe di Kamau. Cacciò fuori un grido di spavento, ma riuscì a restare aggrappato al bordo grazie agli artigli, mentre i pezzi di roccia staccati precipitavano giù nelle rapide. Ma la parete era umida e cadere là sotto sarebbe stato facile. Ahadi corse ad affacciarsi con cautela e gli allungò una zampa:

<< Aggrappati! >> lo esortò;

Kamau lo osservò, ansimando sbigottito, dopodiché roteò timoroso lo sguardo sul fiume, osservandone le onde sbattute sulle rocce. Per un attimo nella mente gli apparve il volto di suo fratello: << Akin... >> sussurrò a bassa voce. Quando tornò a guardare su, Ahadi notò che dai suoi occhi uscivano delle lacrime.

Kamau, stringendo i denti, allungò una zampa tremolante e si aggrappò a quella dell'avversario. Ahadi tentò di aiutarlo, ma si accorse presto che Kamau aveva afferrato la sua zampa per un altro motivo. Si aggrappò ad essa con tutti gli artigli e tirò a sé con tutto il suo peso corporeo. Ahadi ruggì dolorante e sentì che le rocce stavano nuovamente per cedere.

<< Sei impazzito?! >> gli gridò adirato << Ci ammazzerai entrambi!! >>

Kamau rise malignamente, nonostante i suoi occhi continuassero a piangere: << E' proprio quel che voglio! >> tirò ancora più forte << Io mi getterò in quelle rapide! E tu verrai insieme a me! >> e scoppiò nuovamente a ridere.

Ahadi si dimenò, cercando di svincolarsi dalla presa. Non poteva finire così. Non in quel modo. Doveva assolutamente farcela. Doveva tornare da Uru.

Ma il suo peso, assieme a quello di Kamu, contribuì al nuovo crollo del terreno e, senza avere il tempo di accorgersene, entrambi stavano già precipitando giù in quegli abissi di morte...

  
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