Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
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Autore: y0unghope    12/05/2013    1 recensioni
In questa storia si parla di una ragazza quattordicenne di nome Alessia, e la madre è appena morta per leucemia, suo padre si chiama Austin Carter Mahone… Austin la accetterà? Le crederà?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dopo il funerale tutti vennero a farmi le condoglianze, io cercai di rimanere forte e di trattenere le lacrime ma non c’era niente di più difficili, caddi nelle braccia di Chiara e scoppia in un pianto.
Chiara. Ehi tesoro, ricordati una cosa… Non sarai mai sola! Su di me potrai sempre contare.
Le sorrisi ma sapeva benissimo che non poteva bastarmi quella frase per farmi cambiare d’umore. Io l’amavo quella ragazza, anche se ero invidiosa del fatto che lei aveva una mamma e un papà.
Ass. Sociale. Alessia dobbiamo partire.
Annuii
Io. Ciao Chiara, non ti dimenticherò mai.
Chiara. Chiamami, tutti i giorni!
Io. Certo.
#1 ora dopo
Siamo qui all’aeroporto e stiamo aspettando che arrivi l’aereo , chissà se mi accetterà questo Austin… chissà com’è… speriamo sia una brava persona… uffa però poteva dirmi qualcosa di più mia madre… non mi ha mai parlato di lui, non è mai stato il suo argomento preferito… ma perché? Se non voleva che io stessi con lui perché allora non mi ha lasciato agli assistenti sociali… ho mille pensieri per la testa e neanche mi ero accorta che uno dei due assistenti mi stava chiamando.
Ass. Sociale. Allora?? Ti muovi?? Perdiamo il volo se no.
Io. Si si scusa.
Ass. Sociale. Dai muoviti *dice prendendo la sua borsa di roba e lasciandomi lì come una cogliona*
Bastardo!!! Prendo la mia borsa da tenere in aereo e seguo l’assistente,  saliamo e ci mettiamo subito a sedere. Il viaggio hanno detto che durerà per ben 8 ore infatti mi sono caricata al massimo il mio Ipod spero che si potrà usare. L’assistente già dorme, uau appena partiti, ma grazie della compagnia. Prendo l’Ipod.
x. Mi scusi signorina non è ancora concesso utilizzare oggetti elettronici.
Io. Mi scusi non lo sapevo *era un hostess*
Hostess. Stai tranquilla te lo vengo a dire io quando puoi usarlo, piacere io sono Annalisa se hai bisogno di qualcosa chiamami *sorride e se ne va*
Qualcuno di gentile allora esiste su questo mondo. L’aereo è già partito da circa un quarto d’oro mi sto annoiando un casino…
x. Ehi, non ci siamo presentate bene mi chiamo Annalisa e tu? *era l’hostess*
Io. Ehi… ehm… si mi chiamo Alessia.
Annalisa. E’ tuo papà quello?
Io. Ahah no per fortuna.
Annalisa. E allora dove sono i tuoi genitori viaggi da sola?
Io. Ehm no, questo signore è un assistente sociale mi sta portando da mio padre *mi stava guardando in un modo un po’ confuso, beh l’avrei capita, a quel punto mi iniziò a venire il magone, non posso ancora crederci che mi madre sia morta… una lacrime iniziò a scendermi ma la tirai via subito con il palmo della mano* perché mia madre… beh…
Annalisa. Si si ho capito, mi dispiace molto, tieni questo libricino ci sono un po’ di giochi tanto per passare il tempo, tra un po’ potrai usare il tuo Ipod *si gira e se ne va*
Questa signora è come se la conoscessi da tutta la vita, mi sta simpatica… però è ancora presto giudicare la conosco da non meno di 20 minuti. Apro il libro prendo la penna e inizio a fare un po’ di cruciverba, rebus ecc. Sono le otto e mancano ancora 7 ore, non ce la posso fare. Proprio mentre stavo per crollare ritorna Annalisa.
Annalisa. Se vuoi puoi usare il tuo Ipod, se hai bisogno di qualcosa chiedi pure *sorride e se ne va*
Io. Ehm… grazie.
A quel punto prendo il mio Ipod e accendo la musica, ascolto “As long as you love me” di Justin Bieber, e poi diciamo anche tutto il resto della playlist. Penso che dopo 2/3 canzoni mi addormentai… quando mi risvegliai eravamo già arrivati. Quando scesi dall’aereo Annalisa mi salutò.
Annalisa. Spero di rivederti presto Alessia, e buona fortuna per tutto.
Io. Grazie anche a te. *sono molto fredda con le persone, non so perché… non sono mai stata così*
Andati a prendere le valigie usciamo dall’aeroporto e chiamiamo un taxi. E ci dirigiamo per San Antonio, arrivati andiamo ad alloggiare in un albergo, sistemiamo i bagagli e ci mettiamo a letto. Mi addormento praticamente subito.
#7 di mattina
x. Forza sveglia!
Spalancai gli occhi dallo spavento, era l’assistente sociale
Ass. Sociale. Forza Alessia, dai… che dobbiamo cercare tuo padre.
A quelle parole mi bloccai… appena aprì gli occhi vidi 5 messaggi nuovi sul telefono, tutti da parte di Chiara. Cazzo mi sono dimenticata di dirle che ero arrivata, oddio mi fucilerà. Sono tutti uguali ‘Allora Alessia sei arrivata?’ ‘Alessia…’ ‘Alessia mi stai facendo preoccupare tutto ok?’ ‘Alessia rispondi…’ finalmente poi le rispondo ‘Ciao Chiara, scusami…. Mi sono completamente dimenticata del messaggio, comunque tutto a posto, ora vado alla ricerca di mio padre… mi manca mia madre’
Mamma… ma perché proprio tu… ho bisogno di te. 

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Lo so che questo capitolo è un po' noiosetto, ma dal prossimo cambierà tutto. 
   
 
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