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Autore: _Heather    12/05/2013    12 recensioni
Mia madre si stava allacciando il cappotto, dandosi un occhiata allo specchio nell’ingresso. -ah! Oggi viene l’idraulico per mettere a posto il lavandino in cucina e fare gli allacciamenti o qualcosa del genere per l’altro bagno-
Suonarono al campanello, doveva essere l'idraulico. Andai ad aprire e lo vidi.
Lui.
Con un gesto deciso gli chiusi la porta in faccia. Rimasi a fissare la porta bianca.
Suonò il campanello, di nuovo. 
-cosa ci fai qua?-
Sorrise arrogante, leccandosi le labbra. -sono l'idraulico, baby-
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10. Scott

 
 
Quando fra la folla individui la sua testa bionda, le andai incontro. Scaraventai la borsa sul tavolo e mi sedetti accanto a lei. -voglio tutti i dettagli- 
Natalie distolse lo sguardo dal suo adorato libro per poi sorridermi raggiante. Era completamente persa di Liam.
Sospirò. –abbiamo chiacchierato tutto il pomeriggio-
-e?-
-e niente-
-come niente? Neanche un bacetto?- chiesi gesticolando
Fece segno di no con la testa. –però ci siamo conosciuti meglio. Ad esempio so che non gli piace il caffè ma preferisce il thè, che ha due sorelle…- e sospirò, di nuovo. Uno dei segni dell'innamoramento era il sospirare sempre.
-sei innamorata persa- 
Arrossì. -non è vero-
-si che è vero- disse Harry sedendosi accanto a me.
-no- ribatté lei
-e invece si- ed ecco Tomlinson che le si sedeva accanto.
-eccome se lo sei- si aggiunse Horan, il quale fu così gentile da darmi una pacca sul sedere, seguita un mio calcio sugli stinchi.
-mi dispiace Natalie, ma hanno ragione loro- e ci mancava Malik, che era seduto esattamente di fronte a me. Perchè con lei era gentile?
Natalie sbuffò, ma non replicò. Avevo pure fatto rima.
-ma se un giorno usciamo tutti assieme?- propose Louis
-perché no?-
-porta anche Liam, ovvio- dissi a Nat, che diventò rossa.
-a proposito, tu come conosci Liam?- chiesi a Zayn Malik.
-abbiamo giocato nella stessa squadra di calcio-
-capito...-
-ma chi? Liam, Liam Payne?- chiese Louis
-si, lui-
-ma allora lo conosco anche io! È quello con la voglia sul collo, vero?- chiese a Niall che annuì, troppo concentrato sul panino
-è suo cugino- indicai Harry.
Louis gli tirò una sberla in testa. –e tu non mi dici niente?-
-tu non me l’hai chiesto!- si difese massaggiandosi il punto dolente.
-sembrate marito e moglie!- disse Malik ridendo. Bella risata.
Suonò la campanella, ora avevo matematica. -Niall vero che mi fai copiare i compiti?- 
-solo se mi compri un Twix-
-andata-

 
-e quindi dovete moltiplicare per -1, così la x…..- bla bla bla. Le lancette dell'orologio si muovevano lentissime. Perchè bisognava studiare matematica? Le cose che servivano si imparano alle elementari. Addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione (anche se con le ultime avevo ancora dei problemi.) Qualcuno bussò alla porta, interrompendo la noiosissima lezione.
-gli alunni Collins e Horan dovrebbero venire in teatro….- mormorò la tizia
Ah già. Avevo dato la mia disponibilità per il musical della scuola. Avrei dipinto qualcosa o comunque aiutato dietro le quinte.
Balle. Avrei rifilato il mio lavoro a qualcun altro e mi sarei riposata. 
Io, Niall e gli altri che si sarebbero occupati del lavoro dietro le quinte venimmo condotti dietro al palcoscenico e ci dissero di metterci seduti: prima ci sarebbero state le audizioni, poi avremmo iniziato a fare qualcosa. Mi sedetti per terra, fra Niall e il tendone rosso, in modo che chi era in platea non mi si potesse vedere. Non avevo capito molto della storia. Solo che era una storia sull’amore, in ogni sua forma. Quindi c’era bisogno di qualcuno che interpretasse due gay, due lesbiche, due di colore ect…
Niall non era certo un tipo silenzioso, anzi. Dal due al tre rideva.
-AHAHAHAHHAAH senti com’è stonata quella!- disse indicando una ragazza che stava cantando.
In effetti era molto stonata.
-grazie. Avanti i prossimi…Louis Tomlinson e Harry Styles!- esclamò la profesoressa dopo aver guardato dei fogli che aveva in mano.
Aspetta….Louis e Harry? Quando salirono sul palco mi salutarono e la mia mascella toccò terra.
-salve. Siamo qui per il ruolo dei due protagonisti gay- disse tranquillamente Louis
Che fossero davvero gay?
Iniziarono a cantare. Erano bravissimi, le loro voci erano completamente opposte, ma unite erano angeliche. Harry aveva la voce più roca, mentre Louis più delicata. E ogni tanto si facevano l’occhiolino o si guardavano come se volessero saltarsi addosso da un momento all’altro.
-Niall…vedi anche tu quello che vedo io?- chiesi strattonandogli un braccio
Annuì incapace di parlare.
-grazie. Direi che quasi sicuramente il ruolo è vostro- disse la professoressa
Li seguii fino in platea, dove li fermai per chiedergli spiegazioni. -cos’è questa storia?- chiesi ticchettando con un piede, segno che ero nervosa
-abbiamo fatto un provino- 
-e perché? E perché quel ruolo? Siete…gay?-
Strabuzzarono gli occhi. -NO! Mi ha costretto lui- ammise Harry
Guardai Louis per spronarlo a dire la verità. –abbiamo fatto una scommessa e lui ha perso. Per punizione abbiamo fatto il provino-
-idioti.-
-ti siamo piaciuti però- mi pizzicarono il fianco, facendomi ridacchiare.
-si, cantate bene. Il ruolo è vostro quasi sicuramente, perciò dovrete esibirvi come gay davanti a tutta la scuola-
Harry sgranò gli occhi e Louis si sbattè una mano sulla fronte. –a questo non avevo pensato-
-vi lascio discutere da soli, piccioncini- dissi tornandomene da Niall.
Mi diressi nuovamente verso il palco, ma notai sulla sinistra un corridoio, probabilmente portava ai camerini. Ci passai accanto a guardai con la coda dell’occhio. Solo una paio di lampade al neon illuminavano lo stretto corridoio, dandogli un’aria…affascinante. Lanciai un’occhiata al palco per vedere se la professoressa mi guardava, ma ero troppo occupata a osservare l’audizione di un ragazzo di terza. Mi avviai per il corridoio.
Le pareti erano bianche e in alcuni punti veniva via l’intonaco, c’era odore di chiuso misto a…tabacco? Probabilmente qualcuno degli attori prima delle recite veniva qui a fumare per scaricare la tensione. Non avevo mai sentito tutto quel silenzio in vita mia. Era quasi spaventoso, soprattutto aggiungendo il fatto che ogni tanto si abbassavano le luci.
Essendo troppo occupata a guardarmi in giro, non vidi il mocio e il secchio d’acqua e ci inciampai, imprecando.
-che caz…- mormorai alzandomi. Grazie alla caduta però notai che c’erano quattro porte lungo il corridoio. Mi diressi verso la più vicina a me, ma era chiusa a chiave. Stessa cosa per le altre due porte. La terza era aperta.
Era una piccola stanza bianca, piena di scatoloni, oggetti di scena, fogli, secchi di pittura e cianfrusaglie varie.
-poi mia madre si lamenta che sono disordinata- mormorai scavalcando uno scatolone. Mi trovai davanti a un telo enorme con su dipinto una spiaggia. Mi ricordavo quel disegno, era lo stesso della recita dell’anno scorso, ne ero rimasta affascinata perché era stato fatto talmente bene che sembrava di essere veramente in spiaggia. Lo sfiorai con le dita, notai che dietro c’erano altri teli, tutti delle recite degli anni passati. Per terra erano sparsi un sacco di fogli, tutti schizzi dei teli che avevo appena visto.
Quella stanza mi piaceva un casino. A differenza del corridoio non puzzava e non faceva paura, odorava di pittura, di passione per il disegno ed era piena di colori. Chiusi  la porta, intenzionata a tornare da Niall, ma notai un’altra porta che prima non avevo notato.
Ero finita in un’enorme stanza, con il pavimento di legno e dei pesanti drappi rossi, un piccolo palcoscenico insomma. Anche lì c’era un sacco di confusione: stracci e abiti per terra, pennelli e un enorme telo appoggiata alla parete.
Stavo per avvicinarmi e guardare cosa c’era disegnato, ma il rumore di una porta che si apriva mi fermò. Mi nascosi dietro uno dei drappi, in modo che non mi vedessero.
Una era la professoressa, la riconoscevo dalla voce, l’altro era un ragazzo, ma non lo riconobbi perché era girato di spalle. Indossava un paio di vecchio jeans e una maglietta grigia.
-ecco, qui- disse la prof indicando un  altro telo- vorrei che mi rappresentassi un’aula. Mentre qui- e indicò il telo a cui stavo per avvicinarmi- questo è per la scena finale, non so ancora bene cosa voglio che disegni, poi ti farò sapere. Riesci a farlo in breve tempo? Siamo indietro rispetto alla tabella di marcia-
Il ragazzo annuì solamente, togliendomi la possibilità di riconoscerne la voce. La prof gli appoggiò una mano sulla spalla. –grazie, non so come farei senza di te ogni anno-
Quindi era lui che disegnava sempre le scenografie. Se ne andarono e io uscii dal mio nascondiglio. Mi risedetti accanto a Niall.
-dov’eri finita?-
-in giro-
-ragazzi per oggi è tutto, voi venite con me- ci fece segno a noi ‘volontari per il lavoro dietro le quinte’ la prof
Ci divise in gruppi di lavoro. –Rebecca, Josh e Kylie vi occuperete della musica.- loro annuirono.    -Mike, Jenna, Lucas, Vanessa e Ashley vi occuperete delle scenografie. Mentre Niall, Charlotte, Mark e Rosemary dovrete coordinare tutto-
-praticamente non facciamo niente- sussurrai a Niall
-si sbaglia signorina Collins. Voi dovrete comprare il materiale, organizzare le prove, vendere i biglietti, aiutare gli attori e dovrete dirigere tutto voi la sera dello spettacolo-
-ma lei non fa niente!- si lamentò Niall, facendomi ridere
-io scriverò i copioni e vi aiuterò a dirigere le prove, quest’anno ho deciso di farvi fare tutto a voi, voglio vedere come vi gestite-
Oh…ma che gentile.

 



 
-Roseeeeeee,ti ricordi vero che domani pomeriggio viene l’idraulico?- strillò mia madre da camera sua.
-e allora?- urlai a mia volta affondando il cucchiaio nella tazza dei cereali. Amavo mangiare latte e cereali dopo cena.
-e allora non puoi uscire!-
Sbuffai. Mi toccava rimanere a casa, da sola con Malik.
-che palleeee!-
-Rose, Le parole! Prima che mi dimentico, mi presti la tua maglietta?- urlò
-quale?- 
-la smettete di urlare?!- urlò mia sorella dal soggiorno
-guarda che stai urlando anche tu!- urlai ancora più forte
-quella grigia!- urlò mia madre
-quella grigia quale?-
-vai su a guardare no?!- urlò Katie
Ormai urlavamo tutte e tre, i vicini non dovevano neanche provare a lamentarsi. Io li sentivo tutti i weekend scopare come due conigli in calore.
Sbuffano salii le scale e andai in camera mia, seguita da mia madre che indossava una gonna, i tacchi ed era in reggiseno. Ma non un reggiseno qualunque. Quello nero, di pizzo. Che poteva significare solo una cosa: usciva con il panettiere.
Aprii l’armadio e una montagna di vestiti cadde. La sentii sbuffare.
-non ho voglia di litigare ancora con te, sei grande, gestisciti da sola- disse sedendosi sul letto.
Alzai le spalle. –questa?- chiesi tirando fuori una maglietta grigia
Fece segno di no con la testa. –questa?- chiesi con un’altra maglietta in mano
-no-
-allora è…questa?- mormorai tirando fuori un top senza spalline. Aveva detto maglietta, ma evidentemente abbiamo concetti diversi di maglietta. Quel top era dentro l’armadio da anni, non l’avevo mai messo.
-si, è questo, graz…aspetta! Che cos’è questo?- mormorò scrutando il foglio che aveva fra le mani
Non un foglio, il foglio. Il disegno di Malik.
-un disegno-
Mi lanciò un’occhiataccia. –non l’avrei mai detto-
Le sorrisi. -sono qui per questo-
-spiritosa. Chi l’ha fatto?-
-io-
-non dire bugie-
-non mento mai. E come fai a dire che non è mio?-
Alzò un sopracciglio. -non menti mai?! Vogliamo parlare di quando hai fatto credere alla nonna che avevi un tumore? O di quando hai detto al postino che avevo una cotta per lui? E poi tu fai schifo a disegnare-
-che gentile che sei-
-è la verità…su, chi l’ha fatto?- chiese di nuovo, con le mani sui fianchi
-Natalie-
Mi scrutò a lungo. –okay- disse infine mentre indossava il top
-come mi sta?- chiese facendo una giravolta su se stessa. Dovevo ammetterlo: mia madre era una bella donna. Alta, magra, riccia, un bel sedere. Era un po’ impicciona, chiacchierona e a volte oca, ma in fondo le volevo bene. Io ero la copia di papà: capelli senza forma, occhi nocciola e stesso caratteraccio.
-bene. Ma dove vai?-
La sua espressione mutò. Sospirò e gridò –Katieeeeee! Vieni su!-
Sentii sbuffare Katie, che poi fece capolino dalla porta di camera mia. –sedetevi sul letto- disse mamma torturandosi le dita.
Brutto segno, era nervosa. -ecco, stasera esco- mormorò sedendosi di fronte a noi
-si, fin qui c’ero anche io- mormorai sarcasticamente
Mi fulminò con un’occhiataccia. –volevo dirvelo da un po’…- si scompigliò i capelli. Livello di nervosismo molto alto. –mi sto frequentando con un uomo- dichiarò infine
-credevi che non lo sapevamo?-
Strabuzzò gli occhi. -lo sapevate?!-
-si-
- e non avete niente in contrario?-
-ma vaa…sono anni che ormai tu e papà siete divorziati!- disse Katie sdraiandosi sul mio letto. Le diedi una leggera sberla per farla alzare.
Mamma annuì, ancora un po' sconvolta. -ah…verrà a prendermi tra poco e vorrei presentarvelo.-
-va bene!- rispose allegra Katie
Mamma mi guardò, attendendo una mia risposta. –per me è okay-
-grazie piccole- disse abbracciandoci

 

Dlin Dlon
-è arrivatooo!- strillò mia madre andando ad aprire. Un giorno o l’altro avrebbe rovinato il parquet con quei tacchi. -
Sentii dei sussurri e poi il rumore dei tacchi farsi più vicino. Io ero comodamente stravaccata sul divano, mentre Katie era rigida come una corda di violino e continuava a lisciarsi il vestito che si era messa apposta, voleva far buona impressione. Lecchina.
-Rose, Katie lui è Scott- staccai gli occhi dal televisore e vidi il panettiere.
Avevo ragione allora, era lui.
-ciao, io sono Katie-
Sorridente, Scotti si abbassò e strinse la mano che Katie gli aveva offerto.. –ciao Katie-
Mamma tossì per richiamarmi. –Rose- mi presentai.
Ci accomodammo sul divano. –su, presentatevi- disse mamma stringendo la mano a Scott, cosa che non mi sfuggii.
-mi chiamo Katie ho 11 anni, ho due migliori amiche, mi piace il fucsia e ascoltare musica- ma che razza di presentazione era?! 
-sai Katie, anche io ho due migliori amici. Sei proprio una bella ragazzina, lo sai?- questo la fece arrossire
Altro colpo di tosse da mamma. Sbuffai. – Rose, non ti azzardare a chiamarmi col mio nome intero. Odio il mondo in generale.-
Rimase turbato, ma ridacchiò. –hai un bel caratterino eh? Ma non ci siamo già visti? Magari l’altro giorno, vicino alla pista di pattinaggio…ah si! Di fianco a un negozio di vestiti! Non eri tu con quel ragaz…-
-MA TU SEI IL PANETTIERE DA CUI SONO VENUTA L’ALTRA MATTINA!- gridai saltando in piedi. Stupido Scott…va a spifferare a mamma che ero con Zayn Malik?
-ah si! Eri con quell’altro ragazz….-
-IO AMO LE CIAMBELLE! DOMANI SE PASSO ME NE TIENI UNA DA PARTE?-
-perché gridi?- chiese Katie
La guardai male e Scott scoppiò a ridere. Aveva capito finalmente che doveva tenere la bocca chiusa?
-Scott, perché ridi?- chiese mia madre
-ehm…oh…io…guarda! Parlano di Michael Jackson!- indicò la tv
-parlano di Michael Jackson in tv, quando la tv è spenta?- chiese mamma ridendo.
Mi unii alle risate, risedendomi sul divano. Scott non era così male, per ora.
 








Writer's Space

Hola peopleeee!
Mi spiace per il ritardo, ma come saprete siamo a Maggio e questo mese per noi studenti è MASSACRANTE.
Pensate che martedì avevo 4 verifiche e due interrogazioni.
Come al solito, ringrazio tutte quelle che hanno recensio lo scorso capitolo o anche solo letto in silenzio.

In questo capitolo Zayn non c'è quasi per niente. Ma è introdotto un personaggio che io personalmente adoro: Scott.
Ma c'è anche il tizio misterioso del teatro, chi sarà secondo voi? Sono aperte le scommesse!
Ah si, per la storia di Harry e Louis che fanno il provino. Vi dico subito che non sono gay.

Oggi è il 12, i concerti si avvicinano. Sono contenta per tutte quelle che andranno, e capisco perfettamente quelle che purtroppo non ci saranno.



Twitter: @liamsquiffy

   
 
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