Capitolo 13
Il giorno dopo Albus
svegliò Scorpius prima del previsto.
Non aveva dormito. Si sentiva uno schifo.
E quando il suo migliore amico
aprì gli occhi e gli sorrise,
si sentì ancora peggio.
-Ehi Al, dormito bene? –
chiese Scorpius, mettendosi a
sedere e passandosi la mano destra tra i capelli, come era sua
abitudine. Albus
sorrise forzatamente e annuì. Scorpius aggrottò
la fronte, ma non chiese nulla.
Per la prima volta in cinque anni, tra i due c’era imbarazzo.
Non sapevano cosa
dirsi.
Dopotutto erano saliti di livello.
Ora, invece del Potter
Rinnegato e del giovane della famiglia Malfoy, c’erano un
Angelo e un… cos’era
Al?
-Albus – iniziò
il biondo – perché Fen ti chiama Venerabile?
– Albus, che si era alzato dal letto, provò
ribrezzo al nome che esprimeva
quello che era.
-Perché… -
rispose, vestendosi – è una lunga storia, in
realtà. Il mio vero nome sarebbe Colui che Parla alle
Creature della Terra, che
poi è l’antico nome dei Rettilofoni. Si credeva
che… oddio, lascia stare, tanto
te lo spiegherà Fen, probabilmente oggi o domani, dato che
è una delle dottrine
principali del tuo popolo.
Scorpius annuì e si
alzò, iniziando a vestirsi. Quando
furono entrambi pronti, scesero le scale. Scorpius notò con
stupore che molti
degli studenti guardavano con timore Albus, che camminava a testa alta
e con un
ghigno compiaciuto sulle labbra.
-Ti piace molto questa storia, vero?
– chiese Scorpius,
mentre si sedevano in disparte al tavolo dei Serpeverde. Albus
annuì,
ghignando. Ma la verità era che no, odiava quella
situazione, odiava essere un
Venerabile e odiava dover pugnalare alle spalle il suo migliore amico.
Rose si svegliò di buon
umore quella mattina. Scese
fischiettando e notò con piacere che Domenique la stava
aspettando fuori dal
buco del ritratto. Bellissima come sempre.
-Rosy, andiamo insieme a fare
colazione? – domandò,
sorridendo. Rose annuì, dapprima sconcertata. Domenique la
prese sottobraccio e
si diressero in Sala Grande.
-Dome – cominciò
Rose – pensavo che mi odiassi – Domenique
si bloccò e si voltò lentamente verso di lei, con
lentezza.
-Rose – disse con un
sorriso – io sono una Custode. Sai cosa
significa?- Rose scosse la testa.
-Bene, meglio così,
sarà più divertente insegnarti.
-Insegnarmi? – chiese Rose,
interrogativa. Domenique annuì.
-Certo – rispose, come se
fosse la cosa più naturale del
mondo – dopotutto, è mio dovere di Custode
insegnare alle nuove Designate. Però
adesso lascia stare i tuoi dubbi. Scoprirai tutto oggi pomeriggio,
nella Stanza
delle Necessità alle cinque. Comunque, io non ti ho mai
odiato. Aspettavo solo
il momento giusto.
Detto questo scomparve nella folla
della Sala Grande,
lasciando Rose con più dubbi che risposte.
Scorpius si diresse nei sotterranei
per le due ore di
Pozioni, accompagnato da Albus e Rose. I due però gli
sembravano strani. Albus
pareva indossare una maschera, lui che era sempre così
aperto e solare. Rose
invece non pareva particolarmente cambiata. Al contrario, stava
parlando alla
velocità della luce, come faceva sempre quando era nervosa.
-Rose – la interruppe,
quando davvero non ce la faceva più
ad ascoltare il suo interminabile
monologo sulle prime squadre di Quidditch in classifica – ti
prego, risparmiami.
Rose sorrise debolmente e si
scusò con voce piccola.
-Mi dispiace Scorp, ma sono talmente
nervosa. Domenique mi
ha detto che dovrà insegnarmi a essere una Custode e io non
so minimamente cosa
significhi. E sai quanto mi dia fastidio non sapere le cose.
Albus ridacchiò. Scorpius
e Rose si voltarono
simultaneamente verso di lui e la rossa si fece avanti.
-Sputa il rospo, Severus –
lo minacciò, tirando fuori la
bacchetta. Albus alzò le mani in segno di resa e
sembrò tornare sé stesso per
un attimo.
-Calmati, rosellina – la
canzonò – ma è proprio divertente
sapere che finalmente la nostra Domi si è data una mossa e
ha scelto una delle
sue tante cugine come sua erede. A quanto pare non vede l’ora
di poggiare il
suo fardello sulle spalle di qualcun altro. Magari potessi farlo
anch’io –
Albus sembrava parlare più a sé stesso che con la
ragazza che aveva davanti.
Perciò, a nessuno dei due
parve strano che Albus entrasse in
aula borbottando tra se e se e imprecando contro le Custodi e Domenique.
-Tu ne sai qualcosa? –
domandò Rose a Scorpius, sedendosi
accanto a lui. Scorpius scosse la testa, mentre il professor Lumacorno
entrava
in aula e dirigeva uno sguardo interessato al giovane Malfoy.
-Ragazzi, oggi prepareremo il
Distillato di Morte Vivente.
Le istruzioni sono sulla lavagna e a pagina duecentoquattro del vostro
libro –
ordinò – signorina Weasley, mi farebbe il piacere
di andare a sedersi accanto
al signor Potter? – Rose annuì. Se lo aspettava.
Augurò buona fortuna a
Scorpius e si sedette accanto a suo cugino, che sembrava ancora
impegnato a
parlare con sé stesso.
-Signor Malfoy, Fen mi ha detto di
darvi questo – Lumacorno
porse a Scorpius un libricino rilegato in quella che pareva pelle di
drago –
andate a pagina tre e preparate la lezione illustrata. Avete
un’ora e mezza.
Via!
Scorpius prese il libricino e lo
aprì a pagina tre. E quello
che vide lo sconvolse. Avrebbe dovuto preparare la
“Riportatrice all’Origine”,
una Pozione ricostituente complicatissima. Solo la lista degli
ingredienti
occupava due pagine.
-Santo Salazar… -
sussurrò. Poi però si rimboccò le
maniche
e cominciò.
La Pozione era complicata e gli
ingredienti delicatissimi.
Bastava una goccia in più e avrebbe fatto esplodere tutta
Hogwarts. Così si
concentrò al massimo, liberando la forza dentro di lui e
lasciando che
scorresse libera nelle sue vene.
Era meraviglioso. Si sentiva libero,
per la prima volta. E
non vuoto, come sempre. Si sentiva pieno di quell’energia, di
quella magia che
aveva lo stesso effetto dell’acqua fredda.
Lui mescolava, aggiungeva e tagliava.
Ma non si muoveva
dalla sua postazione. Gli ingredienti arrivavano da soli alle sue mani,
illuminati da una luce azzurrina. La luce della sua magia.
-Ottimo lavoro, signor Malfoy.
L’Eremita sarà fiero di lui –
commentò Lumacorno alla fine, quando la sua Pozione aveva
assunto un delicato
colore violetto. Scorpius annuì e ringraziò il
professore, prendendo una fiala
della Pozione per Fen.
Uscì dall’aula
esausto, ma soddisfatto. I Grifondoro e i
Serpeverde si riversarono fuori, guardandolo chi ammirati, chi
invidiosi. Ma
l’unico parere che voleva Scorpius era quello del Venerabile.
-Accettabile – disse Albus,
quando si incontrarono nel
cortile, avendo un’ora buca – per me. Ma direi che
per Fen questo è un
risultato piuttosto scadente.
Scorpius sgranò gli occhi.
Era convinto di aver fatto una
Pozione perfetta, di non aver sbagliato niente. Albus si accorse della
sua
espressione delusa e si affrettò a dire:
-Scorp, non preoccuparti. Per essere
il primo tentativo è un
gran risultato. Anzi, se tu fossi un mago normale sarebbe un risultato
degno di
Albus Silente.
- Ma non lo sei – disse
Rose con un sorriso di
incoraggiamento.
- Già –
confermò Albus – essendo un Angelo, questa Pozione
è
piuttosto scadente.
-Ma sono sicuro di non aver sbagliato
niente! – protestò
Scorpius, esasperato. Albus fece un sorriso sghembo.
-Perché non hai sbagliato
nulla. Ti ho controllato. Hai
fatto tutto nel modo giusto e hai dato anche un po’ di
spettacolo – Al gli fece
l’occhiolino – ma la vera essenza delle Pozioni
angeliche è un’altra. Tu devi
concentrare la tua magia non nei movimenti o negli ingredienti, come
hai fatto.
Devi concentrarla nella Pozione. Prova – disse, porgendogli
la fiala. Scorpius
fece come aveva detto e la Pozione divenne di un azzurro cielo acceso e
vivo.
Scorpius arrossì,
rendendosi conto che la sua magia aveva lo
stesso colore degli occhi di Rose. Anche la rossa parve accorgersene,
perché
distolse lo sguardo. Al rimase impassibile.
-Bravissimo, questo per Fen
è un buon risultato, anche se
naturalmente devi migliorare, concentrando la magia nella Pozione
durante la
sua preparazione. Vedo che la tua magia è
azzurra… sai che la magia di un
Angelo varia dal colore degli occhi della persona a cui si è
più legati? Non
sai quanti Angeli hanno la magia di colore marrone… bleah!
A quel punto Scorpius
arrossì ancora di più e si alzò,
dirigendosi verso l’aula di Incantesimi.
Per tutta la mattinata Scorpius
dovette effettuare
Incantesimi di livello avanzato. A Trasfigurazione addirittura la Mc
Granitt
gli disse, sotto ordine di Fen, di trasfigurare il proprio corpo in un
falco.
Non c’era riuscito del tutto, aveva preso le sembianza di un
falco, ma era
rimasto della sua grandezza normale.
Per andare a mangiare dovrebbe
praticamente farsi trascinare
da Albus e Rose. La rossa pareva piuttosto divertita da quella
situazione e lo
prendeva in giro, mentre Albus era preoccupato.
-Amico, se il primo giorno sei
già a terra, arriverai dai
Demoni strisciando – gli disse, mentre si sedevano al loro
tavolo. Scorpius gli
lanciò un’occhiata di fuoco.
-Io li farò a pezzi, Al,
non rompere – Scorpius era deciso a
portare a termine il suo compito. E a proteggere Rose. E suo padre. E
Hermione,
che praticamente era diventata come una mamma per lui.
Sua madre. Quanto gli mancava. Delle
volte si sedeva nella
biblioteca, davanti al ritratto della madre, e passava ore a studiarla,
a
sorriderle. Era talmente bella… talmente dolce..
All’improvviso ebbe un
flashback. Il suo Smistamento. Il
Demone. La frase in Serpentese del Demone tradotta da Albus. Sei condannato a morte, tu che sei nato
dalla luce mista alle tenebre, dalla morte mista alla creazione. Un
terribile
dubbio si insinuò nella sua mente.
E la rabbia tornò,
cominciando a graffiargli il petto con le
catene da cui si dimenava. Si alzò facendo cigolare la
panca, e si diresse a
passo di marcia verso il Lago Nero.
Arrivato lì, la sua rabbia
esplose in un urlo disumano. Le
lacrime gli sgorgarono dagli occhi. non poteva crederci. Non era
possibile.
Si specchiò nelle acque
scure e sputò sulla propria
immagine.
-È il grande peso che
ognuno di noi deve sopportare – disse
Fen avvicinandosi a lui. Scorpius si voltò e si
alzò, gli occhi accesi da una
luce irosa.
-Un peso? È colpa mia se
mia madre è morta, e tu lo chiami
peso??? –sbottò il
biondo, dandogli
addosso.
Fen sorrise debolmente e gli
posò una mano sulla spalla.
Pronunciò qualcosa e Scorpius si ritrovò
improvvisamente sulla riva opposta del
Lago, una pianura desolata in mezzo a una fitta foresta.
Aveva una fitta all’altezza
del cuore e un groppo alla gola.
Un groppo che lui aveva conosciuto solo una volta: cinque anni prima,
quando Al
aveva rischiato la vita.
Stava piangendo.
Fen se ne accorse e fece una smorfia,
prendendo una provetta
da una tasca dentro il mantello.
-Non piangere. Ma se proprio devi,
metti le lacrime qui. le
lacrime di voi Angeli sono preziosissime.
-Perché? Perché
proprio la mia mamma? – domandò lui, tra i
singhiozzi.
-Allora, per
spiegarti questo
concetto, dobbiamo partire da qualche secolo fa. I Demoni allora erano
liberi
di scorrazzare liberi su questa terra, portando con loro scompiglio,
morte e
distruzione. A quel tempo ero il preside di Hogwarts. Cercai di
contrastare i
Demoni con i miei soli poteri, senza riuscirci.
-Allora, con l’aiuto di un
antenato di Albus, il Venerabile
Simon, e un altro strega sua amica, creai il primo angelo, con un
antico rito.
Purtroppo, per farlo, sacrificai buona parte dei miei poteri,
così come fece il
Venerabile. Donammo ai primi due angeli, Perseus ed Eltanin, poteri
sovrannaturali. Il controllo dell’acqua e
dell’aria, ad esempio, vita lunga e
una grande predisposizione sia alla magia che all’arte della
guerra. Li
addestrammo e grazie a loro riuscimmo a vincere la sanguinosa guerra
che in
quegli anni si stava disputando e a tenere i Demoni nel Mondo di Sotto.
Gli
angeli, riconoscenti a me e al Venerabile per averli creati, ci
donarono il
dono dell’immortalità. Il Venerabile
però, al contrario di me, ci rinunciò, ma
si rese immortale in un’altra forma. Purtroppo, negli anni
gli angeli,
moltiplicandosi sempre più, avevano cominciato a dimenticare
la gratitudine che
li legava a me, e avevano cominciato a ribellarsi. Erano creature
capricciose
di natura, nonostante la loro grande saggezza. I Demoni, approfittando
di
questo momento di “caos” tra gli angeli e i propri
creatori, attaccarono.
-Fu una strage. Gli Angeli rimasero
in pochissimi, e quei
pochi rimasti non riuscivano a tenere sotto controllo i Demoni.
Fortunatamente,
in quegli anni, Albus Silente, divenne preside e riuscì a
sigillare i Demoni
nel Mondo di Sotto.
-E questa è la storia del
mio popolo, e ti ringrazio di
avermela raccontata. Ma questo cosa c’entra con la morte di
mia madre?
-Te l’ho detto, no? Alla
creazione di Perseus ed Eltanin parteciparono
oltre a me il primo Venerabile e un'altra strega.
Quest’ultima strega, nel
rito, perse la vita. è così che funziona: per
ogni Angelo nato, muore una
persona nel mondo. Negli ultimi tempi gli Angeli sono diventati sempre
di meno,
perciò hanno bisogno di un sacrificio più grande.
Un genitore. Nel tuo caso,
tua madre.
Scorpius sospirò e chiuse
la boccetta, ormai piena delle sue
lacrime. Cercò di ricomporsi, anche se sembrava che la
rabbia fosse aumentata
ancora di più.
-E chi era quella strega? –
domandò, sedendosi a gambe
incrociate.
-Oh, una strega molto particolare,
chiamata Custode.
Capitolo
lampo eh? Sembra
che dopo il blocco dello scrittore sia tornata con una marea di idee in
più. Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto. Recensite, mi raccomando. Un
bacio, Izzy
Nihal Potter