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Autore: Zanna Harris    13/05/2013    1 recensioni
–Ci sono cose molto più grandi di noi, cose che ci cambiano la vita, o che ne fanno parte già da prima che questa possa nascere.-
La storia che voglio presentarvi è quella di Dante, figlio del Leggendario Cavaliere Nero, ha votato la sua vita allo sterminio dei demoni per proteggere gli umani e per pura vendetta, facendone un vero e proprio lavoro. Dante ha un carattere tutto particolare come i rapporti che stringe con le persone con cui viene in contatto, soprattutto con le donne del suo passato e del suo presente. Dante si troverà ad affrontare forze demoniache in cerca di vendetta che metteranno a repetaglio l'armonia del mondo mortale e con un'altra forza, molto più potente di qualunque altra lui abbia mai affrontato fin'ora: l'amore. Le vicende narrate e i personaggi prendono spunto dal famoso videogioco "Devil May Cry" e dall'omonimo anime miscelati insieme ma con l'aggiunta di altri personaggi e altri eventi puramente inventati. Tutti abbiamo due identità, ma sta a noi decidere che uso farne.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dante
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo quel drammatico evento, Jane decise che era giunto il momento di riprendersi e di continuare a combattere. Non poteva arrendersi così facilmente e Rocky le aveva dato un motivo in più per andare avanti, la sua morte non sarà stata vana. Dante, Jane e sua sorella seppellirono il loro amico sotto un salice, vicino la foresta, per restiture l’anima della creatura al suo luogo d’appartenenza, gli diedere un ultimo saluto ma nessuna lacrima fu versata, non era più tempo di piangere.
 
-Abalam, dopotutto, non sei poi così insignificante e incapace…- ghignò Berial stringendo il ciondolo fra gli artigli; il fratello guardava con insofferenza la soddisfazione di Berial, ormai era vicino a diventare il Signore Supremo e Abalam era stanco di vivere nella sua ombra, stanco di essere riposto su un gradino più  basso da suo fratello, quello era il momento giusto per riscattare la sua dignità, così, trasformò il suo braccio destro in una roccia appuntita  si diresse verso Berial per attaccarlo alle spalle, ma  quest’ultimo si voltò e con un agile gesto bloccò il fratello anticipandolo, Berial aveva trafitto Abalam con la sua enorme spada infuocata; Abalam ancora vivo emetteva solo versi di dolore e gli occhi spalancati fissavano un punto immaginario alle spalle di Berial che si avvicinò all’orecchio del demone conficcando ancora più in profondità la lama, poi sussurrò –Credevi davvero di poterci riuscire? Il potere mi spetta di diritto Abalam, e il potere non ammette debolezze…- disse Berial facendo trapassare la spada da parte a parte uccidendo suo fratello. –Tu eri una debolezza.- finì il mostro gettando a terra il copro esamine incurante di aver appena ucciso un consanguineo, ma il suo cuore non conosceva compassione o affetto, per lui erano tutti delle pedine da muovere su una scacchiera. Riprese il ciondolo, distrusse il castone argenteo e raccolse il rubino scintillante che ormai emanava luce propria per la vicinanza alla sua metà e lo incastonò nel suo petto, si sentì subito rigenerato e la sua fiamma si fece più viva che mai. Era giunto il momento.

Quella sera Jane tornò alla Devil May Cry con Dante dopo aver accompagnato Amanda da sua nonna, che ovviamente dovette dare spiegazioni alle due ragazze dopo anni di silenzio. Jane si fermò sulla porta e guardava Dante girare per la stanza senza trovare pace -Dante, voglio combattere.- disse Jane con fermezza. –Non sono nel diritto di fermarti e d’impedirti di compiere le tue scelte, sappi solo che qualunque cosa tu sceglierai, dovrai essere abbastanza forte da portarla avanti.- rispose Dante, sapeva cosa significava perdere qualcuno, conosceva la rabbia, la vendetta, ma ancora di più sapeva che le ragioni del cuore sono più forti di ogni altra cosa.
Nei giorni che seguirono Jane si rimise in sesto e gli allenamenti continuarono, la ragazza era sempre più determinata e agguerrita, era diventata una questione personale, lo era sempre stata, ma adesso sapeva che doveva salvare l’umanità e il futuro di sua figlia, già… una bambina che ancor prima di nascere aveva dato prova della sua forza e determinazione di vivere.
-Jane per oggi credo sia abbsatanza, è buio ed è meglio non rimanere qui fuori, in oltre ho una fame bestiale!- propose Dante stremato, la ragazza accetto l’invito così rientrarono nell’agenzia. Dante si levò da dosso il cappotto di pelle e lo lanciò su una sedia vicina e si lasciò cadere pesantemente sul divano, Jane lo seguì e fece altrettanto rimanendo solo con un corpetto e dei jeans. Si distese sul divano pogiando la testa sulle gambe del ragazzo che le iniziò ad accarezzare i capelli, Jane chiuse gli occhi e si abbandonò a quei piccoli gesti di tenerezza, ma presto quella pace fu interrotta da una domanda –Dante, ti capita mai di avere paura?- chiese Jane ancora ad occhi chiusi; sapeva di non avergli fatto una domanda affatto facile, avvertì che le mani del ragazzo si erano fermate e per pochi secondi calò il silenzio. –Ho iniziato ad avere paura da quando ti conosco…- la ragazza aggrottò la fronte, era perplessa e confusa – In che senso…- chiese lei, Dante sorrise continuando a guardare quel viso così bello e innocente, poi con voce sincera rispose –Prima di conoscerti, c’ero solo io… sì, insomma, badavo io a me stesso, non c’era nessuno che mi facesse sentire così vivo come invece fai tu ora, una parte di me era, per così dire, morta… quindi il timore di essere ucciso non mi sfiorava letteralmente. Ma adesso, adesso ho te, e la mia unica paura è quella di perderti, di vedere qualcuno farti del male. Io non ho mai avuto paura per me stesso, darei la vita per te… e per la creatura che porti dentro, la mia bambina.- Dante alzò lo sguardo fissando il vuoto e sorridendo, ancora non poteva crederci che sarebbe diventato padre. Jane aprì gli occhi e si alzò da quella posizione, guardò dritto negli occhi Dante per pochi istanti prima di sprofondare fra le sue labbra, Dante accolse il gesto iniziando a lasciarsi andare; poggiò Jane con la schiena sul divano, senza staccare le labbra dalle sue, tirò giù la zip del corpetto che indossava Jane e glielo sfilò con delicatezza, Jane lo strinse forte a sé, ormai erano sul punto di non ritorno e quello sarebbe potuto essere il loro ultimo momento d’amore. In mezzo a tutto quell’odio, in giro c’erano ancora persone che coraggiosamente si amavano. Dante le accarezzava morbidamente il seno facendola rabbrividire ad ogni tocco, Jane continuava il suo frenetico bacio sbottonando i pantaloni di pelle nera, Dante fece lo stesso coi suoi jeans. Jane si fermò per un momento e portò le sue mani sulla nuca del ragazzo, avvicinò la sua guancia alla bocca e con un flebile sussurro emise le ultime parole –Ti amo, Dante.- Dante la strinse ancora più forte baciando ancora una volta quelle labbra di miele. Per quella notte non c’erano per nessuno.
 
Il giorno seguente
 
-Trish?! Cosa ci fai qui?- chiese Dante incredulo di rivederla dopo così tanto tempo. La ragazza corrse verso Jane , solo quando la raggiunse e l’afferrò per un braccio portandola via rispose alla domanda di Dante, era visibilmente preoccupata – Dante, Berial è ritornato! È riuscito a ricongiungersi con il suo sangue, non c’è più tempo! Sta venendo qui!- Dante prese la sua spada, quelle parole lo allertarono, lui e Jane stavano per iniziare un’altra giornata di allenamento, ma quella non fu come le altre giornate. La terra iniziò a tremare e sotto i suoi piedi iniziarono a fromarsi crepe finchè non si aprì un’enorme voragine, Dante prontamente si scansò e si tenne pronto all’imminenete attacco. I primi ad uscir fuori da quelle profondità ignote furono dei demoni che Dante con l’aiuto di Trish riuscì a sconfiggere con facilità, ma quelli erano soltanto i pedoni che si mossero per primi. Jane non voleva starsene con le mani in mano, così uscì allo scoperto e si trasformò in angelo. La battaglia ebbe inizio e demone dopo demone i tre combatterono fianco a fianco, Jane affrontava senza paura i suoi avversari e Dante le copriva le spalle, in quanto a Trish, bhe lei era quasi divertita, aveva trovato degli ottimi parafulmini. Demoni sempre più grossi e forti si facevano avanti e il gioco iniziò a farsi duro, Trish venne ferita ad una gamba ma ciò nonostante non fermò il suo incessante attacco con le pistole; Jane corse da lei per soccorrerla ma quando Trish le urlò –JANEE!! ATTENTA!- era troppo tardi, e un grosso mostro simile ad un leone la scagliò violentemente contro un muro facendole peredere i sensi, Dante assistette alla scena e con tutta la rabbia che aveva in corpo urlò trasformandosi in quel demone rosso, corse verso il demone che stava per avventarsi su Jane e lo agguantò, entrambi finirono contro una macchina, la creatura si rialzò prontamente e attese un nuovo attacco del demone che non si fece attendere. Nel frattempo Trish dalla sua cintura estrasse una boccetta di essenza demoniaca, ne bevve un sorso, la sua ferita si rimarginò in un batter d’occhio; Jane si risvegliò, aveva un’ala spezzata ma che ben presto si riassestò da sola causandole non poco dolore, dopo essersi ripresa da quello strazio si voltò in direzione del cratere, -È arrivato il giorno in cui un nuovo Re salga sul trono di fuoco!- Berial si era fatto avanti, impugnava la sua arma e dal petto s’intravedeva il cristallo che pulsava, era davvero enorme e le sue zampe lasciavano impronte di fuoco ad ogni passo, avanzò vero di lei finchè la sua figura non la sovrastò del tutto, era enorme, troppo grande per essere affrontato così di petto. Jane scansò rapidamente un colpo di spada che cadde pesantemente al suolo alzando una coltre di polvere, la ragazza rotolò alle sue spalle si alzò in volo silenziosamente e estrasse dai polsi dei pugnali di cristallo che scagliò uno dopo l’altro, Berial sembrava immune, quasi come se gli avesse fatto solo del fastidioso solletico, Jane provò con altre lame ma nulla, era apparentemente invincibile. Trish rimase occupata con altri demoni mentre Dante inflisse il colpo di grazia a quella belva, poi la sua attenzione fu catturata da quella scena –Jane…- disse fra sè e sé, corse in quella direzione e saltando fra i palazzi si precipitò sul dorso di Berial; il mostro si dimenava e scalciava, Dante sembrava essersi aggrappato ad un toro infuocato che brandiva una spada enorme e molto incazzato; nonostante la confusione del momento, il ragazzo riuscì a conficcare la sua spada nel collo del mostro, ma purtroppo quest’ultimo lo strappò via da sé e lo strinse talmente forte da farlo ritornare nella sua forma umana, lo lanciò in aria e con un pugno lo scaraventò a terra con una violenza inaudita. –DANTEEE!!!! NOOOO!!!- urlò Jane, ormai era privo di vita e ricoperto di sangue e ferite, ma il mostro non ne aveva abbastanza e stava per colpirlo ancora una volta, Jane si alzò in volo, i suoi occhi diventarono bianchi e le sue ali aperte iniziarono a sbattare violentemente sollevano polvere e macerie, in quel momento non era più Jane, iniziò a scagliare onde d’urto contro Berial che sembrava iniziare a mostrare segni di debolezza, la forza era talmente grande che gli fece perdere l’equilibrio, ma Jane aveva appena iniziato; ad un tratto iniziò a muovere la bocca come se stesse parlando in un’altra lingua e le sue braccia si muovevano come se stessero disegnando qualcosa nell’aria, poi si bloccò e dal suo petto fuoriuscì un fascio di luce accecante che colpì in pieno Berial –TU… NON PUOI… SCONFIGGERMI… IO SONO IL REEE!!!!!- il rubino si distrusse andando in mille pezzi ancora nel suo petto lacerandolo dall’interno, il mostro cadde a terra con un ghigno di dolore esalò l’ultimo respiro. Tutti gli altri demoni iniziarono a morire, e l’intera città cadde in un inquietante silenzio. Jane perse i sensi e svenne battendo al suolo, Trish corse da lei – Jane! Jane svegliati! …DANTE!!- Jane aprì gli occhi al solo sentir nominare quel nome, si rialzò in piedi e corse verso il corpo del suo amato, il peggio si era avverato, il suo incubo peggiore, Trish la raggiunse era disperata quanto lei –Trish! Dammi quella dannata boccetta!- Jane strappò via dalla cintura la boccetta di vetro e, incurante del contagocce, riversò l’intero contenuto nella bocca di Dante -Jane! Non serve a nulla, l’essenza demoniaca non riporta in vita...- disse Trish sconsolata cercando di allontanare la ragazza da Dante; Jane urlava, si dimenava, era in piena crisi emotiva, non voleva arrendersi nonostante Trish le dicesse che ormai non c’era più nulla da fare, ma ad un tratto, come se un barlume di speranza si fosse acceso in lei, riprese la calma e si avvicinò di nuovo, questa volta si inginocchiò al fianco del corpo ed estrasse una lama dal polso, Trish la guardava confusa ma sapeva che doveva almeno lasciarla provare, Jane prese il cristallo e si tagliò lasciando gocciolare il suo sangue fra le labbra dischiuse del ragazzo, era l’ultima occasione, l’ultima opportunità. Il taglio si rimarginò e Jane rimase a fissare il viso di Dante rannicchiata su se stessa, cercava di non piangere, ma inutilmente si lasciò scappare un singhiozzio disperato; ad un tratto un respiro profondo la fece sobbalzare, era come se avesse preso una boccata d’aria dopo essere quasi annegato sott’acqua, era risalito in superficie, era tornato in vita –Jane..- disse flebilmente Dante. Jane si avventò su di lui piangendo, erano lacrime di gioia questa volta e lo abbracciò con tutta la forza che le rimaneva in corpo. Era tutto finito.
 
4 settimane dopo
18 Luglio 1989

Come si accende questa cosa… mmh... forse se premo qui… ecco fatto!
 
Bene, sto scendendo al piano di sotto, o almeno sto cercando di scendere le scale… diamine! da quando c’è questo scalino!
Ok, mi sto dirigendo nel  giardino sul retro… e…
 
*Coro di buon compleanno*
 
AUGURI SORELLINA! –Amanda, spegni quella telecamera…- Avanti Jane.. non essere imbarazzata, ormai sei un’adulta, e poi guardati… sei splendida… -Grazie…-ok, ok… basta con le smacerie e levati quel sorrisetto, sappi che questa sarà la prima e ultima volta che mi sentirai dire una cosa del genere! – Oh, non ho dubbi…-
 
Aaaaah… finalmente la torta, amici guardate che spettacolo… strati su strati di crema e cioccolato… questa fetta merita un primo piano…
 
*Click*
Eccoci ritornati, la vostra Amanda sta riprendendo il compleanno della sua sorellina preferita, certo che la nonna non si è risparmiata d’invitare tutto il quartiere…
Guardateli… non sono adorabili… certo che Dante si è cacciato in un bel casino, solo con due donne, povero lui.. non vorrei essere di certo al suo posto.
Heyyyyyyy, ciaooooo piccolino… ragazzi vi va di vedere qualcosa di ancora più adorabile?
WOW ok sono strana vista in uno schermo così piccolo, spero che non sia così anche in tv…
Eccoti quiii… dì ciao alla telecamera Sam, dì ciao con questa zampina così pelosa… oooowww che dolcezza che sei… vai piccolo.
 
Mi sa che ci sto prendendo gusto a guardarmi in questa cosa, meglio che mi sieda però prima che faccia qualche danno. Questa festa è davvero pazzesca, se c’è qualcuno che mi sta guardando e che non è presente, sappia che si sta perdendo una festa da sballo e… Un momento… mmmmh… zoom zoom zoom… heyyy ciao bell’imbusto…che braccia…e che occhi… certo che la nonna non mi presenta mai nessuno, ma che ci sta parlando a fare con lei?!… è troppo giovane per i suoi gusti, povero ragazzo, devo salvarlo dalle sue grinfie.
 
Ok forse è meglio appoggiarti qui per un po’, cara amica, se posso chiamarti così, ormai sento che siamo entrate in confidenza… tu continua a registrare, io vado in missione… non dico che sarà facile, ma è per il bene dell’umanità.. nessuno dovrebbe ascoltare i discorsi noiosi che fa mia nonna… e se non dovessi tornare, bhe, non venitemi a cercare…
 
Ah dimenticavo! Per il momento è tutto gente, e come direbbe qualcuno… LET’S ROCK, BABY!
 
 
 
 
 
 
 
 
 

1991

-Kyrieee! Nerooo!, la cena è pronta, venite dentro!-
 
-Nero andiamo, si sta facendo buio.-
 
-Aspetta Kyrie, non la senti…?-
 
-Cosa? Non sento nulla…-
 
Nero… Nero… sono qui…
 
-Mamma… Mamma?-
 
-Nero dove stai andando?! È proibito andare nel bosco!-
 
-E da quando la parola “proibito” mi ha scoraggiato… Kyrie, aspetta qui, torno subito.-
 
-Nero!-
 
Il bambino si addentrò fra gli alberi, in poco tempo scomparve dalla vista della sua amica che come pattuito rimase ad aspettarlo appena fuori l’area boschiva. Il ragazzo si fece strada fra le foglie e fece attenzione a non inciampare sulle radici di quegli alberi che sembravano muoversi e cambiare posizione, ad un tratto si rese conto di essersi perso e di essere andato fin troppo oltre; Nero era un bambino coraggioso e incurante del pericolo ma per quanto fosse intrepido, era pur sempre un bambino di 6 anni e mezzo. Nero non era affatto un bambino come tutti gli altri, era speciale così come speciale era la sua storia; un piccolo orfanello di pochi mesi ritrovato in una cesta davanti la chiesa dell’Ordine della Spada, non aveva mai conosciuto la sua vera madre né tanto meno suo padre, ma di certo sapeva di essere diverso e ha sempre saputo di essere stato adottato, non amava le bugie convenevoli. La pelle nivea e i capelli color platino gli conferivano un aspetto quasi angelico e i suoi occhi cerulei erano pieni di vita e curiosità, una curiosità che molte volte lo portava a cacciarsi nei guai, come in quel caso.
-Mamma!- urlò il piccolo Nero, guardandosi intorno spaventato,
-Nero… sono qui…- Nero si bloccò e corse nella direzione in cui pareva provenire quella voce così dolce. Il bambino corse fino ad arrivare in una radura, ormai la luna era alta e lui era tutto solo in una foresta che nascondeva chissà quali insidie. Ad un tratto, il richiamo cessò e calò il silenzio, Nero era confuso e spaventato, non sapeva che fare, all’improvviso, dall’oscurità, comparve una figura evanescente, era bluastra e pareva uno spettro, l’entità avanzava verso il ragazzo che prontamente raccolse da terra un pezzo di legno per cercare di proteggersi. Il demone si scagliò verso di lui, era stato velocissimo, così veloce che Nero non potè fare nulla per difendersi e la creatura penetrò nella sua bocca fino a scomparire del tutto. Nero cadde all’indietro atterrito, era nel panico, una bruciante sensazione si faceva largo lungo il suo braccio, faceva male, era come lo stessero scorticando, poi guardò il suo braccio destro e notò che si stava trasformando, ormai non assomigliava più ad un braccio umano così strappò un pezzo della sua camicia e ce lo avvolse intorno, voleva nascondere quella mostruosità; Nero da quel momento non fu più solo, dentro di sé cresceva qualcosa, un qualcosa che chiedeva potere, sempre più potere e lui non poteva fare nulla per contrastarlo.
 
-E se il mio destino è quello di diventare un demone, così sia. Sopportarò l'esilio. Tutto per proteggerla.-
 
 
 

THE END

   
 
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