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Autore: emotjon    13/05/2013    29 recensioni
[SOSPESA MOMENTANEAMENTE]
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Lei, Andromeda Tomlinson, per tutti Andie.
Classe 1993. Capelli castani, occhi celesti.
Sorella minore di Louis. Ex ragazza di Liam Payne.
Migliore amica di Harry Styles.
Genitori ricchi sfondati... Ma che bloccano le carte di credito ai fratelli Tomlinson.
La soluzione? Un coinquilino.
E chi meglio di Zayn Jawaad Malik?
Ma soprattutto... Andie, la ragazza acida con la corazza d'acciaio, riuscirà a resistere al fascino del tenebroso quanto sexy e dolce coinquilino?? Sta a voi scoprirlo. E se leggete lasciate una recensione, vero? Vero.
xx Fede.
Accenni Larry. Niente di sconcio, solo due ragazzi innamorati, giuro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2. You can go to hell.

Zayn. Che razza di nome è Zayn? Insomma, immaginavo non fosse americano, inglese o che so io. Ma, Zayn. Quale madre sana di mente darebbe a suo figlio un nome del genere? Ero indecisa se scoppiargli a ridere in faccia o chiedere, quando mi accorsi della mano tesa verso di me.
La ignorai, comunque, e dopo qualche secondo lui la abbassò, arrendendosi alla mia momentanea acidità. “Che nome è Zayn?”, gli chiesi alla fine, abbastanza civilmente, lasciando che mi seguisse in camera mia. Che probabilmente da un momento all’altro sarebbe diventata la sua. Ma era ancora la mia camera, e dovevo asciugarmi i capelli, ecco.
Che nome è Andromeda?”.
Sbuffai. “Di solito rispondi alle domande altrui con un’altra domanda?”, ribattei inarcando un sopracciglio e guardandolo negli occhi, ma distogliendo lo sguardo quasi immediatamente. Non guardarlo negli occhi, mi disse una vocina. La mia coscienza, forse. Bah, anche no. “E comunque mi chiamo Andie…”.
Andie. Andie e basta. Non Andromeda. Odiavo quel nome.
Zayn rise, scuotendo piano la testa, divertito. Che cazzo hai da ridere, razza di… “Sono inglese, ma mio padre è pakistano”. Ah, ecco. Ora si spiega il nome ridicolo. Che poi, non ho nemmeno la più pallida idea di dove si trovi, il Pakistan. “Ho una borsa di studio parziale per la Columbia, e mi serviva un appartamento, così eccomi qua”.
Grazie per la spiegazione esaustiva, ora te ne puoi anche andare”, aggiunsi con un sorriso. Abbastanza fasullo, ma non mi importava. “Devo asciugarmi i capelli, Pakistan… aria!”, aggiunsi spingendolo verso la porta.
Lo vidi alzare gli occhi al cielo, ma in sostanza lo ignorai completamente, attaccando il phon alla presa di corrente e iniziando ad asciugarmi. Ci avrei messo un secolo a lisciare i capelli con Zayn intorno. Mi serviva pace, concentrazione. Pace e concentrazione che vennero interrotte mezz’ora dopo dall’irruzione del mio migliore amico, nonché fidanzato di mio fratello.
Sì, mio fratello è gay. Problemi?
Comunque, fui costretta a spegnere l’asciugacapelli quando vidi le sue labbra muoversi ma non sentii quello che stava dicendo. “Che vuoi?”, gli chiesi, facendogli poi la linguaccia, notando che aveva appena inarcato un sopracciglio. Odiava quando facevo l’acida con lui, ma mi stavo asciugando i capelli. Non mi si doveva disturbare in momenti come quello.
Come stai?”, mi chiese dandomi un bacio su una guancia e sedendosi sul mio letto, a gambe incrociate. Lo ignorai, riaccendendo il phon, ma dopo un paio di minuti si spense, e quando mi voltai mi accorsi che Harry aveva in mano il cavo, staccato dalla presa. Sbuffai, per poi sedermi accanto a lui, arrendendomi in pratica. “Allora? Hai intenzione di parlare col tuo migliore amico o no?”.
Scusa se sono stata acida… è una giornata di merda”, ammisi posando la testa sulla sua spalla.
Lou me l’ha detto”, mormorò lui accarezzandomi i capelli. Chiusi gli occhi, come a bearmi della sensazione. Molto, molto rilassante. “E ho conosciuto Zayn”, aggiunse. Lo sentivo sorridere, anche senza guardarlo, cosa che fece sorridere anche me. Mi aspettavo un commento da omosessuale sul mio nuovo coinquilino e infatti… “E’ parecchio gnocco, non trovi?”.
Risi, allontanandomi da lui e tirandogli una cuscinata. “Ma smettila!”.
Oh, andiamo Andie! È da stupro”, esclamò.
Ricambiò la cuscinata, per poi iniziare a farmi il solletico. Non riuscivo a smettere di ridere, con Harry con continuava a farmi il solletico. “S-smettila!”, balbettai cercando di farlo smettere, senza troppo successo in effetti. “Styles, porca troia!”, sbottai, facendolo smettere di colpo, nello stesso istante in cui mio fratello entrava in camera mia, con un sopracciglio inarcato.
Amore, smettila di importunare mia sorella”, scherzò Louis con un sorriso divertito mentre mi ricomponevo a riattaccavo il phon alla presa di corrente. “Ah, piccola?”. Gli lanciai un’occhiataccia. Odiavo che mi si chiamasse in quel modo. Io non ero piccola. Ma lasciai correre per un volta. La prima e ultima volta che avrei lasciato correre. “Forse abbiamo trovato una soluzione per Zayn che non comporti sfrattarti dalla tua camera…”.
Camera che non usavo mai per dormire, visto che dormivo con lui. Ma, dettagli.
Avanti, spara”, borbottai accendendo il phon alla minima potenza in modo da poterlo sentire e nello stesso momento continuare ad asciugarmi i capelli. vidi mio fratello mordersi un labbro, come se stesse pensando se dirmelo o meno… “Allora? Giuro che non mi arrabbio”, gli dissi passando alla ciocca successiva. Non ero molto convinta del fatto che non mi sarei arrabbiata, in effetti…
Potremmo togliere il letto matrimoniale e metterne due singoli…”. Per un attimo mi venne la tentazione di strozzarmi col filo dell’asciugacapelli. Ma no, sarei mancata a troppa gente. “In modo che tu possa tenere la tua stanza e nello stesso momento non debba dormire da sola”, aggiunse con un sorriso tenero, guardandomi negli occhi.
Sbuffai. “Piuttosto che dormire con quel terrorista vado a dormire in camera oscura”, borbottai inacidita uscendo dalla mia stanza, portandomi dietro il phon. “Sai che ti dico? Non mi interessa, fallo dormire dove ti pare”, aggiunsi alzando la voce e chiudendomi in bagno, sbattendo la porta. Uffa. Era riuscito a farmi incazzare, e a farmi inacidire più di quanto non fossi già.
Scivolai contro la porta, ignorando il bussare leggero contro di essa. Probabilmente Harry.
E, passandomi una mano tra i capelli, mi tornò in mente quello che, fino a poco tempo prima, era stato il periodo migliore della mia vita. Meglio della mia infanzia relativamente felice. Meglio dell’adolescenza tormentata. Meglio dell’indifferenza di mio padre, dell’anoressia e di tutto il resto.
Liam era stato meglio di tutto. Forse l’unica cosa bella che la vita aveva voluto darmi.
E pensare che quella sera avrei dovuto rivederlo… beh, diciamo che non era proprio un pensiero felice. Perché? Era stato il mio migliore amico, il ragazzo a cui dicevo tutto, più di quello che dicevo a mio fratello, o a Libby. Lui era… tutto. Era stato come l’aria, anche prima che decidessimo di provare a stare insieme.
Poi, dal nulla, mi ero ritrovata a baciarlo, tre anni prima. Avevo diciassette anni, non capivo un accidente. Così, avevo accettato di essere la sua ragazza. E sì, detto proprio in spiccioli, mi ero innamorata di lui. Ma in fondo, chi non si innamorerebbe di Liam James Payne? Tutto rose e fiori. Adorabile lui e incondizionatamente innamorata io.
Finché non l’avevo beccato a infilare la lingua nella bocca di una delle mie migliori amiche.
Danielle.
Avevo lasciato la squadra delle cheerleader del college per colpa sua. Vederla agli allenamenti tutti i giorni dopo le lezioni era insopportabile. E solo a pensare al suo nome vedevo rosso, e mi veniva una gran voglia di prenderla a pugni. Ma non potevo. Come non potevo arrabbiarmi con mio fratello e Harry. Tantomeno con Zayn, che non conoscevo.
Sentii bussare di nuovo alla porta, allora mi alzai lentamente e aprii la porta, finendo tra le braccia del mio migliore amico. “Credevo ti fossi fatta del male, non rispondevi…”, mormorò contro i miei capelli.
Scusate, tutti e tre”, mormorai di rimando, contro la spalla di Harry. Davvero, avevo dei momenti in cui mi incazzavo per niente. E sì, me la prendevo anche col mio migliore amico. soprattutto. Ma per fortuna poi facevamo pace come se non fosse successo nulla. “Mi dispiace… posso dividere la camera con Zayn, nessun problema”, aggiunsi in un sussurro. Ma vidi mio fratello sorridere, per cui doveva avermi sentita.
Beh, grazie”, sentii dire da Zayn, allora mi scostai da Harry, passandomi una mano tra i capelli, come per scusarmi. “Abbiamo tutti i nostri momenti no, tranquilla”.
Con la piccola differenza che il mio non era un momento. Erano proprio sei mesi. Non proprio qualche secondo. Ce l’avevo col mondo intero da quando Liam aveva fatto quello che aveva fatto. Ma Zayn non lo sapeva. Non poteva saperlo. “Ma teniamo il letto matrimoniale”, specificai legandomi i capelli in uno chignon disordinato.
Lui mi sorrise amichevole. Sorriso che non potei far altro se non ricambiare. Mi veniva spontaneo sorridere con lui. E ancora non ne capivo il motivo. Davvero, era troppo strano che sorridessi con lui in quel modo. Non lo conoscevo, e in pochissime ore stava buttando giù la barriera che mi ero accuratamente costruita attorno. Ero acida, sì. Ma era solo una facciata. Harry, Libby e Lou lo sapevano. Sapevano che facevo così perché non volevano che mi si leggesse dentro, dopo tutto quello che era successo nei due anni precedenti.
E sospettavo che, nonostante in pratica non mi conoscesse, anche Zayn ci stesse arrivando.
Vuoi una mano a scegliere qualcosa da metterti per stasera?”, mi chiese Harry posandomi una mano su un braccio, strappandomi dagli occhi di Zayn. Sospirai appena, guardando il mio migliore amico. Poi scossi la testa. “Sicura di volerci andare?”, mi chiese poi, accennando un sorriso. Sbuffai, ma mi costrinsi ad annuire.
Ho una voglia terribile di sputare nel drink della troia, quindi mi sembra ovvio che io debba venire”, ammisi, facendo spallucce. I tre ragazzi a me scoppiarono a ridere, all’unisono. Ma io non riuscivo a togliere gli occhi di dosso dalla lingua di Zayn, chiusa tra i denti mentre rideva. Vidi Louis alzare gli occhi al cielo, ma non me ne curai più di tanto. “Vado a darmi un senso, se arrivano i piccioncini, fate venire Libby da me”, aggiunsi rifugiandomi in camera mia.
Finii di sistemarmi i capelli con calma, cercando di non pensare a niente. Cercando di non pensare al casino che era stata la mia vita quel giorno. Mio padre era diventato mister avarizia, mio fratello era stato tanto disperato da dover trovare un coinquilino. E poi, il coinquilino stesso. Che non mi conosceva ma che con un sorriso mi mandava completamente in tilt. Con uno stupido sorriso. Con un sorriso, era quasi riuscito a crepare la corazza che mi ero costruita per dimenticare Liam.
Mi infilai un paio di jeans stretti e rimasi per qualche secondo a guardarmi allo specchio, in jeans e reggiseno. Poi mi truccai, con tutta la calma del mondo. Ma mi serviva qualcosa da mettere sopra quei jeans, e frugando nell’armadio mi accorsi che non mi piaceva un bel niente. Sbuffai, passandomi una mano tra i capelli, perfettamente lisci. “Lou! Mi serve una maglia…”, dissi a voce alta uscendo in corridoio.
In jeans e reggiseno.
Schiantandomi contro Zayn. Ovvio no? Ma mi accorsi di essere mezza nuda solo quanto notai che aveva appena sgranato gli occhi. Allora arrossii violentemente, coprendomi alla meglio con i capelli. Giusto. Coinquilino. Maschio, non omosessuale, per giunta.
Non ho visto niente, tranquilla…”.
Sì, certo!”, lo interruppi ridendo. “Mio fratello?”, gli chiesi cercando di rimanere seria. O almeno di fare l’acida. Ma, con lui, era come se mi fosse impossibile. Scosse la testa, distratto da come (non) ero vestita. “Dai terrorista! Entro oggi… mi serve una maglia maschile, dei Nirvana possibilmente, e aperta di lato”, gli spiegai inclinando la testa da un lato.
Ero stata abbastanza acida, dai. Quasi come uno yogurt scaduto.
Zayn sembrò pensarci su, poi mi fece cenno di seguirlo fino in salotto, dove aveva momentaneamente lasciato le sue valigie e gli scatoloni con tutta la sua roba da pakistano. Mi fermai con le braccia incrociate sotto al seno, guardandolo frugare in un’enorme valigia pieni di vestiti. Tutti piegati super ordinatamente. Era più ordinato di me, porca puttana. Si voltò dopo un paio di minuti… “Prendi un paio di forbici”, mi disse facendomi l’occhiolino. Risi, scuotendo la testa. “Tranquilla, la ricompro”, mi rassicurò.
E dieci minuti avevo la maglia che volevo. Sorrisi a Zayn e sgattaiolai in camera mia. Camera nostra, giusto. Mi infilai un paio di tronchetti con le borchie e tornai in salotto, dove erano ricomparsi mio fratello e il suo ragazzo.
Allora, come sto?”, chiesi loro facendo una giravolta. Harry battè la mani, eccitato come un bambino piccolo. Il che mi fece ridere. “Okay, possiamo andare”, aggiunsi prendendo borsa, cellulare e chiavi di casa. Mi bloccai quando, nello stesso momento, suonarono al campanello, e Zayn comparve dal corridoio che portava alle camere da letto.
Ti sta bene la mia maglietta, sai?”, mi fece notare inclinando la testa da un lato, osservandomi.
Sì, anche tu non sei niente male”, ammisi assumendo la sua stessa espressione, facendolo alzare gli occhi al cielo. Gli feci la linguaccia, un attimo prima di venire assalita da Libby, che quasi non mi fece cadere a terra. “Ciao anche a te, carota”, la salutai dandole un bacio su una guancia.
Ma sembrava persa. Fissava Zayn come se non avesse mai visto un ragazzo.
Sbuffai, ignorandola e uscendo dall’appartamento con Harry, Louis e Niall. Seguiti, finalmente, da Libby e Zayn. In macchina, posai la testa contro il finestrino, ignorando la mia migliore amica come aveva fatto lei con me poco prima. Mio fratello mi lanciava dei sorrisi, alzando di tanto in tanto gli occhi al cielo. Patetico. Mi stavano facendo inacidire, tutti quanti.
Finché, senza che me ne accorgessi mio fratello stava parcheggiando davanti alla villetta dove abitavano Liam e sua cugina Destiny, al primo anno di università, quindi più piccola di noi di un anno. Comunque, cercai di non pensare troppo al mio ex ragazzo, quando entrai in quella casa.
Venni avvolta dalla musica e subito trovai Destiny, che si aprì in un sorriso non appena mi vide. Ballai con lei, tutta la sera. Bevendo il giusto, non mi piaceva ubriacarmi, per niente. Era come se perdessi il controllo di me stessa, e non mi piaceva. Tutto a posto, se non fosse stato per le due paia di occhi che mi sentivo addosso.
Gnocco che ti fissa a ore dodici”, mi urlò Destiny in un orecchio, per sovrastare la musica.
Mi voltai con un mezzo sorriso. Zayn. Appoggiato al muro, con le mani in tasca e un’espressione particolarmente sexy sul suo volto perfetto. Lo vidi leccarsi il labbro inferiore… e, strano ma vero, stavo per fargli cenno di venire a ballare. Se non fosse stato per quella testa di cazzo del mio ex. Oh, vai all’inferno, pensai quando sentii le sue mani posarsi sui miei fianchi. “Ciao, piccola”, mi sussurrò in un orecchio.
Riuscii a voltarmi solo quando sentii una delle sue mani a contatto con la mia pancia, dentro la mia maglietta. Stavo per tirargli uno schiaffo. Pregustavo il segno delle cinque dita sulla sua guancia, ma non feci in tempo. Sentii il mio polso stretto in una morsa, e vidi la mia mano ferma a mezz’aria, a una decina di centimetri dalla sua faccia…


 

Aieah, eccomi col secondo capitolo...
Puntuale come un orologio dopo una settimana esatta.
Evviva me. Comunqueeeee...
Cioè. 17 recensioni al primo capitolo.
DICIASSETTE. Ma io vi amo!!!!
Davvero, non pensavo che un capitolo potesse avere un successo simile.
Quindi, grazie a chi ha recensito. Ai 6 che l'hanno messa tra i preferiti.
All'anima buona che l'ha messa tra le ricordate.
E, ultimi ma non meno importanti, grazie agli 11 che l'hanno messa tra le seguite.
Sono incredula, davvero. Bene, non so che altro dire...
Me la lasciate una recensione? Ricambio, basta che mi lasciate il link :)
E, basta chiedere e vi faccio pubblicità, nessun problema.
Vi lascio i banner delle altre mie storie che sto mandando avanti.
Alla settimana prossima meraviglie.
xx Fede.




 

   
 
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