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Autore: TheOnlyWay    13/05/2013    17 recensioni
«Ora possiamo parlare?»
«Lo sai, vero, che non puoi saltarmi addosso ogni volta che non voglio ascoltarti?»
«Mi diverto con poco, che vuoi che ti dica? E poi saltarti addosso non mi dispiace.»
Sei arrabbiata con lui, ricordatelo, si ripeté June mentalmente. Eppure, per quanto avrebbe voluto prendere Harry a schiaffi e urlargli di andare al diavolo, non riuscì a non sorridere debolmente.
«Comincio a pensare che tu abbia qualche problema con la coerenza, Harry. Sbaglio o poco fa hai detto che non c’era niente di cui parlare?» gli ricordò, un po’ mestamente.
Harry alzò gli occhi al cielo e le liberò i polsi. Tuttavia, non accennò ad alzarsi.
«Mi fai così incazzare, June, che non ne hai idea.»
«Io? Oh, questa è bella.»
«Ci sto provando, okay?» Harry sbuffò, poi si lasciò cadere di lato e si mise a pancia in su. Fissava il soffitto, ma con la mente era altrove.
June lo osservò per un attimo, cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa. Non che fosse facile, perché Harry aveva una mentalità particolarmente contorta, oltre che una testa bacata.
«Voglio che tu ti fidi di me.»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 16.

 




«Non la sopporto più.» mugugnò Zayn, seduto accanto a June con un’espressione particolarmente afflitta.
Lei annuì, poi posò la testa sulla sua spalla. Non ne poteva più. Da quando Carolina era entrata in casa, quella che doveva essere una semplice sera tra amici era degenerata.
Se, poco prima, aveva creduto che la situazione con Harry potesse risolversi in maniera positiva, ora June non aveva alcun dubbio: non poteva fidarsi di lui.
Non quando continuava a lanciarle quegli sguardi palesemente provocatori, non quando accarezzava la schiena di Carolina che, inutile dirlo, era in completo brodo di giuggiole. Sembrava non vedesse l’ora di sentire le mani di Harry addosso. Anche June avrebbe voluto metterle le mani addosso, ma con un altro scopo.
Perciò strinse i pugni e li cacciò in tasca, borbottando una serie di insulti non troppo delicati.
Zayn ridacchiò. «Se mai volessi una mano, io ci sono.»
«Grazie. Tu la tieni ferma e io la picchio?» propose June, suo malgrado divertita. La prospettiva di togliere a Carolina quell’aria soddisfatta dalla sua stupida faccia, la riempiva di buonumore.
«Non ti facevo una tipa violenta.»
«Non lo sono, infatti. Ah, se solo avessi il mio arco.»
«Arco? E per fare che?» si intromise Carolina, con quella sua vocetta stridula.
June chiuse gli occhi, contò mentalmente fino a dieci e ricacciò la rispostaccia in fondo alla gola. Ma non ci fu niente da fare, non riuscì a trattenersi per più di otto secondi.
«Per piantarti una freccia in mezzo alla fronte.» berciò, infastidita. Carolina guaì, terrorizzata e si rifugiò tra le braccia di Harry, che rivolse a June un’occhiata in tralice. Lei ricambiò, per niente intimorita.
«Ce n’è anche per te, perciò piantala di fissarmi.» detto questo, si voltò verso Alice, alla ricerca di un po’ di sostegno morale.
La trovò intenta a godersi la scena, come il resto dei presenti. Forse, pensò June, avrebbe potuto distribuire dei popcorn.
«Altrimenti cosa fai, piccola?»
La stava provocando. Quel brutto idiota lo stava facendo apposta. Ma lei non era mica stupida. June non avrebbe mai abboccato al suo amo, non avrebbe mai colto la provocazione e non…
«Ti prendo a calci, pezzo d’idiota.» e non avrebbe risposto in maniera sgarbata.
Certo, probabilmente doveva cominciare a dare una regolata al suo autocontrollo, magari avrebbe potuto evitare di cacciarsi in quelle situazioni.
Stava facendo il gioco di Harry, in effetti, quando l’ultima cosa che voleva era fargli credere di avere il coltello dalla parte del manico.
«Sai, sembrerebbe quasi che tu sia gelosa, amore.»
«Non mi prendere per il culo, Harry. Perché giuro che non rispondo più di me stessa.» ringhiò, alzandosi in piedi. Harry rimase tranquillamente seduto, invece, con il suo solito sorriso sornione. Sembrava quasi il gatto che da la caccia al topo.
Aveva appena trovato la preda perfetta e aveva tutta l’intenzione di divertirsi.
June, con le guance rosse per la rabbia e gli occhi lucidi, finalmente si riscosse.
«Anzi, sai che ti dico? Continua così, è perfetto.»
Sì, era proprio ciò che le serviva. Vedere Harry con Carolina l’aveva fatta ingelosire, quello era vero ed era inutile negarlo, ma sapere che Harry poteva anche solo pensare di farla soffrire, cambiava l’idea quasi positiva che aveva iniziato ad avere di lui.
Se si comportava come un bastardo – cosa che a tutti gli effetti stava facendo – allora lei non si sarebbe mai innamorata.
E tanti saluti. Alla fine, il suo stesso gioco si stava ritorcendo contro di lui.
Perciò sorrise: sarebbe andato tutto a posto.
Harry, che sperava davvero in una scenata di gelosia, raggelò. Il sorriso gli morì sulle labbra e, all’improvviso, lo travolse la consapevolezza di aver sbagliato tattica.
Lui, che sapeva conquistare qualsiasi ragazza, stava giocando una partita che avrebbe sicuramente perso.
Ovviamente, aveva chiamato Carolina tanto per il gusto di fare incavolare June, ma non aveva affatto pensato alle conseguenze.
Se ne rese conto nel preciso istante in cui June sorrise. Perché non era normale, che sembrasse così soddisfatta. A meno che lui non le avesse dato la prova che stava cercando e cioè che conquistarla per lui era solo un gioco.
«Jenuary, non è ora di andare a dormire? Le bambine a quest’ora dovrebbero essere a letto. Se vuoi posso rimboccarti le coperte.» si intromise – di nuovo – Carolina. June sorrise ancora, divertita. Si rendeva conto che la sua espressione doveva essere più o meno quella di un serial killer, ma era esattamente in quel modo, che si sentiva.
«Sei una vacca. E le vacche dovrebbero limitarsi a brucare l’erba.»
E con quello, June concluse il suo discorso con Carolina. Era stata cattiva, probabilmente, ma si sarebbe fatta un applauso da sola.
«Alice, ti chiamo domani. Buonanotte a tutti, e grazie per la magnifica serata.»
Poi, prima che chiunque avesse il tempo di pronunciare un’altra parola, June salì al piano di sopra e si chiuse in camera. Sbuffò, gettò un’occhiata a Mr. Carota e gli sorrise.
«Il tuo proprietario è un vero coglione, lo sai?» gli chiese, retorica. Ovviamente sapeva che Mr. Carota non le avrebbe risposto, ma le sarebbe piaciuto avere qualcuno con cui insultare Harry. Dio solo sapeva a quali povere torture era stato sottoposto quel pupazzo.
June afferrò l’iPod dalla scrivania, infilò le cuffie nelle orecchie e alzò il volume al massimo. Si sdraiò sul letto, a pancia in su e chiuse gli occhi.
Che serata del cazzo.
Aveva sentito solo due canzoni, quando le cuffie le vennero strappate dalle orecchie non tanto delicatamente.
«Ahi!» protestò. Poi sbarrò gli occhi, perché Harry era davanti a lei e sembrava decisamente furibondo.
«Mi hai fatto male, cretino.» gli tolse l’iPod dalle mani, rimise le cuffie e si voltò dall’altro lato.
Non aveva nessuna intenzione di parlare con lui, al momento. Se proprio voleva parlare con qualcuno, c’era Carolina. Andasse da lei e facesse pure il fidanzatino perfetto. Lei non voleva saperne niente.
Di nuovo, Harry le tolse le cuffie e le lanciò sulla scrivania.
«Vuoi proprio farmi incazzare, stasera?» bofonchiò June, infastidita. Harry si limitò a fissarla, con gli occhi verdi scintillanti di rabbia.
«E certo, ora fai anche l’offeso. Dai, Harry, torna giù da Carolina, che è meglio. Che poi proprio non capisco cosa vuoi da me, sai? Ti presenti qua con lei, mi guardi male e hai anche la faccia tosta di fare l’incazzato. Bello, sei sicuro di non avere qualche problema? Mentale, magari.»
«Hai finito?» domandò Harry, sedendosi sul bordo del letto. June si ritrasse, per evitare qualsiasi contatto.
«Non fare queste scene, per favore. Mi fai sembrare un maniaco.» brontolò, alzando gli occhi al cielo.
«Coda di paglia?»
«Mi hai stufato, June.» con uno scatto, Harry le fu addosso. Le intrappolò i polsi sopra la testa, e bloccò le gambe con le sue.
Siccome la situazione non le era nuova, June non si scompose, né si agitò come era successo la volta prima. Si limitò a guardare Harry, che sorrise.
«Ora possiamo parlare?»
«Lo sai, vero, che non puoi saltarmi addosso ogni volta che non voglio ascoltarti?»
«Mi diverto con poco, che vuoi che ti dica? E poi saltarti addosso non mi dispiace.»
Sei arrabbiata con lui, ricordatelo, si ripeté June mentalmente. Eppure, per quanto avrebbe voluto prendere Harry a schiaffi, e urlargli di andare al diavolo, non riuscì a non sorridere debolmente.
«Comincio a pensare che tu abbia qualche problema con la coerenza, Harry. Sbaglio o poco fa hai detto che non c’era niente di cui parlare?» gli ricordò, un po’ mestamente.
Harry alzò gli occhi al cielo e le liberò i polsi. Tuttavia, non accennò ad alzarsi.
«Mi fai così incazzare, June, che non ne hai idea.»
«Io? Oh, questa è bella.»
«Ci sto provando, okay?» Harry sbuffò, poi si lasciò cadere di lato e si mise a pancia in su. Fissava il soffitto, ma con la mente era altrove.
June lo osservò per un attimo, cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa. Non che fosse facile, perché Harry aveva una mentalità particolarmente contorta, oltre che una testa bacata.
«Voglio che tu ti fidi di me.»
«Harry, mi hai portato quella vacca in casa.»
«Volevo farti ingelosire. Ha funzionato?»
June sbuffò, e si portò una ciocca di capelli dietro le orecchie. Harry si voltò su un fianco.
«Allora? Ha funzionato?»
«Non è questo, il punto.»
«E qual è? Perché io non ci arrivo.»
June tentennò per qualche secondo. Qual’era il punto? Il punto era che lei non si fidava di Harry.
Era solo quello? Perché, volendo, non era un ostacolo così difficile da sormontare. Non aveva la certezza che Harry l’avrebbe tradita, perciò perché continuava a impuntarsi?
«Vedi? Non lo sai neanche tu! Se solo tu mi ascoltassi e mi dessi una possibilità…» cominciò Harry, ma June lo interruppe.
«Dimostramelo, Harry! Dimostrami che sei una persona seria! Che non stai giocando, che non sono un trofeo, che non mi vedi solo come una stronza che ti rifiuta. Dimostrami che non sono una questione di principio, ed io ti darò la tua benedetta possibilità. Ma fino ad allora, non baciarmi, non provocarmi e lasciami spazio. E, giusto perché tu capisca, farmi ingelosire non è la tecnica migliore.» concluse, ansante e con le lacrime agli occhi.
Harry rimase in silenzio, poi annuì.
«Ho capito. Ora possiamo tornare giù?»
«Tu vai, io credo che mi metterò il pigiama e me ne andrò a letto.»
Harry scosse la testa e sorrise.
«Andiamo, ti darò la prima dimostrazione.» prese June per mano e la costrinse ad alzarsi, dopodiché la trascinò fino al piano inferiore, dove la situazione non era propriamente delle migliori.
Carolina cercava di attaccare bottone con Louis, che sorrideva poco convinto, Alice la guardava male senza preoccuparsi di nasconderlo e Niall le tirava continue gomitate tra le costole per intimarle di smetterla.
Liam e Zayn si erano addormentati uno addosso all’altro, prede della noia più totale.
June ridacchiò, perché erano buffi e sembravano quasi dei bambini. Anche Harry sorrise, poi le lasciò la mano e si portò davanti a Carolina, che mollò immediatamente Louis e gli gettò le braccia al collo.
«Finalmente sei tornato. Ora possiamo andare a casa? Non vedo l’ora di stare da sola con te.»
Harry scosse la testa, allontanò con gentilezza le mani di Carolina.
«Mi dispiace, Linnie. Non avrei dovuto chiederti di venire qui, stasera.»
«Ma…»
«Scusa, ma volevo solo far ingelosire June. E non è servito. Mi dispiace.»
«Impossibile.» mormorò Carolina, incredula.
«Cosa?»
«Ti piace davvero!»
«Sì.»
«La preferisci a me!»
«Già.»
«Sei un bastardo, Harry Styles!» urlò, oltraggiata.
La sua voce stridula svegliò Liam e Zayn, che aprirono gli occhi confusi e si guardarono intorno, cercando di capire cosa stesse succedendo.
Intanto, Carolina aveva afferrato la sua borsa e si era precipitata fuori di casa, minacciando una vendetta crudele e una morte truculenta e dolorosa.
«Era ora.» sospirò Alice. «Ancora un po’ e mi sarei suicidata.»
Harry si voltò verso June a allargò le braccia.
«Può bastare come inizio?»
 






Sera, fanciulle!
Ecco qui il nuovo capitolo, che ne pensate? Cavolo, ma vi rendete conto che Pretending sta per finire? Io non ci credo.
Ed è per questo che forse (FORSE) ci sarà un seguito, ma non ne sono sicura, lo sto cominciando a scrivere u.u Eeeeeh, niente, ditemi un po' le vostre impressioni sul capitolo, dai! Ci tengo :)
E basta, sparisco, stasera sono di poche parole <3
Vi adoro,
Fede.
   
 
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