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Autore: GiuliaComix    14/05/2013    6 recensioni
Serena Potter è la sorella di Harry, i due sono molto uniti sin dalla nascita, ma a causa di alcuni eventi futuri potrebbero separarsi: alcuni di questi eventi comprenderanno la domanda "chi è il vero padre di Serena?". Una storia emozionante e piena di sorprese!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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                                                 Un Pomeriggio da Carcerata

 

Finalmente era arrivato il primo weekend così tanto atteso dagli alunni del primo anno.
Durante la settimana, Serena iniziò a fare progressi con gli esercizi di autocontrollo: ogni tanto si alterava, questo è vero, però riusciva quasi sempre a calmarsi e a pensare ad altro, lasciando che agli insulti di ripicca ci pensassero i suoi compagni.
Era sabato mattina, il 6 settembre per essere precisi, il sole splendeva, ma ciò non riuscì a svegliare Serena.
Liz, invece, si era già alzata da un pezzo. Notando la pigrizia della sua amica, Liz prese un cuscino e glie lo lanciò in testa, cantando una stupida canzoncina della sveglia.

<< “ Lupo salta su, dai che l'ora è suonata! Lupo salta su, dai che spunta il dì!”>> iniziò a cantare con voce piuttosto stridula. Serena si mosse di poco, sbuffando e borbottando qualcosa.

<< Te l'hai mai detto nessuno che sei stonata come una cornacchia, Liz?!>> disse Serena gettando via il cuscino che le aveva lanciato prima l'amica e rigirandosi su di un fianco rimanendo sotto le coperte.

<< Sì, me lo dicono da sempre! Ecco perchè continuo a farlo!>> disse sghignazzando. Le sue iridi si colorarono di un arancio brillante che indicava l'animo giocoso che sprizzava da tutti i pori in quel momento.

<< Dai Ser! È una splendida giornata, non puoi rimanere a letto a poltrire tutto il tempo!>> disse tirando via di netto le coperte e lasciando Serena solo col pigiama: indossava un pigiama a 2 pezzi di un color viola pallido, una tonalità abbastanza triste a dirla tutta.

<< Noooo! Ancora 5 minuti, dai!>> sbuffò Serena come una bimba piccola rigirandosi sul materasso.

<< Su, su coraggio! Niente scuse! E' una bellissima giornata di relax e bisogna sfruttarla al massimo!>> disse Liz scuotendo la testa e trascinando per i piedi Serena giù dal letto.

<< Appunto perchè è di “relax” che vorrei dormire un altro po', accidenti!>> sbottò innervosita Serena.

<< Per relax io intendevo dire andare fuori dalle mura della Scuola e fare una passeggiata sulla riva del Lago Nero, giocare con gli amici alla maniera Babbana , come a Pallavolo, oppure allenarci con gli incantesimi. Ecco, cose così!>>

<< Aah mi piacerebbe molto, Liz. Ma non posso. Devo iniziare a fare i compiti per la prossima settimana: oggi pomeriggio dovrò subire la punizione di Piton per la mia storia dell'altro giorno, lo sai, no? Quindi devo sfruttare l'intera mattinata per avvantaggiarmi coi compiti, altrimenti quando cappero riuscirei a farli?!>> disse Serena stiracchiandosi e facendo uno sbadiglio dopo l'altro.

<< Ah è vero. Me ne ero scordata. Mi dispiace, Ser. Dai stasera rimediamo! Faremo un bel pigiama party!>>

<< Ok, va bene!>> disse sorridente Serena.

<< Scusa Ser, se ti lascio qui così, ma ora devo andare. Devo raggiungere gli altri in giardino. Ci vediamo a pranzo! E non stare tutto il tempo piegata sul tavolo a studiare, fai una piccola pausa ogni mezz'ora, ok?>> disse Liz mentre varcava la soglia del dormitorio.

<< Sì, tranquilla. Non sono così secchiona! A dopo.>> rispose Serena salutando l'amica.

<< E va bene, mettiamoci all'opera!>>

Serena si alzò da terra e, continuandosi a stiracchiare, cominciò a lavarsi e a vestirsi. Prese lo zaino con dentro i libri necessari e fece qualche coccola alla piccola Bast che, facendo le fusa, la seguì giù per le scale verso la Sala Comune dei Serpeverde. Quella gattina andava letteralmente pazza per la sua padroncina, anche se, per via delle lezioni, erano gli Elfi Domestici a provvedere al cibo e ai suoi bisogni.Bast faceva sempre compagnia a Serena durante la notte, anzi era proprio lei a concepire il sonno alla sua padroncina: le si piazzava vicino al fianco o sul ventre e con le fusa la faceva rilassare e poi addormentare. Si volevano davvero molto bene, proprio come Harry ed Edwige.
Arrivata alla Sala Comune, Serena salutò gli altri suoi compagni più grandi rimasti in casa, per fortuna Draco era già uscito, e si mise subito a fare i compiti, con Bast che le si era accucciata vicina sul tavolo.
Per prima cosa incominciò a svolgere il compito di Pozioni: il Professor Piton aveva dato da studiare il primo capitolo sull'Antidoto ai Veleni Comuni e di raccogliere almeno un paio di ingredienti, che erano facilmente reperibili fuori dalla Scuola, per la futura preparazione; il resto degli ingredienti li avrebbe dati direttamente il Professor Piton agli studenti: non aveva ancora insegnato loro che cosa, dove andare e in che periodo cercare determinati ingredienti, quindi era meglio proseguire per gradi. Serena, alla raccolta dei 2 ingredienti richiesti, però, ci avrebbe pensato domani.
Finito di studiare Pozioni, passò a Trasfigurazione: doveva imparare alla perfezione l'incantesimo Acutus e, dopo 3 tentativi, ci riuscì.
Le ore passarono abbastanza in fretta e, dopo aver studiato anche i primi capitoli di Incantesimi e Difesa Contro le Arti Oscure, finalmente si potè risposare un po' prima di andare a pranzo. Si sedette sul divano e si lasciò sfuggire un grosso sospiro. In quel momento, per la stanza, passò Gemma Farley, il Prefetto dei Serpeverde: era una ragazza del quinto anno, alta e snella con gli occhi azzurri e i capelli rossi a caschetto.
Gemma notò lo sguardo preoccupato di Serena, così si avvicinò e si sedette accanto a lei. Una qualità della Casa Serpeverde è che ha un forte senso di fratellanza e, se uno dei loro “cuccioli” si fosse trovato in difficoltà, i membri più anziani gli avrebbero dato una mano per affrontarli e superarli.

<< Ehi piccola! Perchè sospiri così, qualcosa ti preoccupa? E' per caso la punizione con il Capo?>> chiese preoccupata Gemma.

<< No, no. Non è per quello, anzi..il Professor Piton mi piace parecchio. Dovevi vedere come mi ha difesa per non essere l'unica a pagare per il litigio dell'altro giorno che ho avuto con quel Grifondoro!>> Gemma rimase sorpresa.

<< Beh...questo allora vuol dire solo una cosa: sei riuscita ad entrare nelle sue grazie!>>

<< Ma no, dai! Che dici?!>>

<< Ma certo, piccola! Se è intervenuto così vuol dire che gli vai a genio! Tuo fratello invece...mi sa che non ha speranze.>> disse ridendo.

<< Solo perchè non è riuscito a rispondere alle sue domande, il Prof se l'è legato al dito?!>> chiese stupita.

<< Sai..Piton apprezza la disciplina, il lavoro duro e il rispetto. Tuo fratello non è stato attento durante la prima parte di lezione e lo ha quasi sempre guardato storto per tutta la seconda parte, da quello che mi hanno detto gli altri ragazzi del primo anno, e Piton lo ho notato. E' un uomo molto intelligente e astuto.>>

<< E' quello che mi piace di lui.>> disse Serena guardando il soffitto con sguardo sognante.

Gemma si fece leggermente indietro.

<< Ti piace il Prof ?!>> chiese sorpresa e divertita.

<< Che cosa?! NO! No, no, no. Non nel senso che intendi tu comunque!>> sbottò Serena imbarazzatissima.

<< Sì che ti piace, dai ammettilo! E' alto, misterioso, intelligente, affascinante...se non fosse per quei capelli unti sarebbe perfetto!>> si avvicinò a Serena, le strinse le spalle con un braccio e le scompigliò i lunghi capelli neri con l'altro.

<< E dai smettila! Già che i miei capelli sono incasinati di loro, se me li scompigli così sembrerò un nido di quaglia!>> disse aggiustandosi i lunghi ciuffi che le cadevano sul viso, tanto da coprilo a metà.

<< Beh...ammetto che è un uomo... interessante. E quando mi sono riparata, appoggiandomi alla sua schiena, mi sono sentita... protetta.>> Gemma sgranò gli occhi.

<< Hai toccato Piton?!!>>

<< Mmmh...sì.>>

<< E non ti ha cruciata?!>>

<< No, perchè? E che vuol dire cruciata?>> chiese Serena sempre più confusa.

<< Nessuno hai mai osato toccare Piton, a parte Silente, senza essere stato punito dopo! E “cruciata” deriva dalla Maledizione Cruciatus, che, se messa in atto, causa alla vittima un insopportabile dolore che si sparge per tutto il corpo. Infatti è anche detta la Maledizione della Tortura!>> Serena sbiancò.

<< Davvero..farebbe..questo?>> chiese tremante di paura.

<< Ma no! E' solo un modo di dire di noi studenti per dire se sei stato punito o no.>> rispose Gemma ridendo.

<< Comunque, no..non mi ha cruciata. Anzi mi ha perdonata per quel gesto impulsivo. Non sembrava nemmeno arrabbiato a dire il vero.>> disse strofinandosi il mento pensierosa.

<< Evvai così, piccola! Hai proprio fatto colpo sul Capo! Lui non lo ammetterebbe mai, perchè è un uomo molto riservato, ma di sicuro gli piaci!>> esclamò contenta Gemma.

<< Tu dici? Non che è così “ tollerante” solo perchè ho fatto bella figura alla prima lezione di Pozioni?>>

<< Ma va là! Nessuno è mai riuscito a farsi subito ben volere così da Piton a parte te. Di sicuro, lo hai parecchio stupito ieri e non è da poco! Quell'uomo non si stupisce più di nulla ormai. Ma tu, piccola, lo hai fatto secco al primo colpo! Sono fiera di te, sei una vera Serpeverde!>> esclamò entusiasta.

<< Eehehe grazie. Però non era questo il motivo per cui ero preoccupata prima. Ma è una sciocchezza, nulla di che. Come ha detto Silente, mi ci vuole solo pratica!>>

<< Intendi Volo, vero? Aaah chi non ci è passato con i tot capitomboli?!>> disse Gemma ripensando ai suoi bei vecchi tempi.

<< Ehi, sai che ore sono, Gemma?>> la Prefetta si alzò la manica destra della tunica e guardò l'ora.

<< E' mezzogiorno e dieci...è ora della pappa!>> disse scherzando.

Sia Serena che Gemma presero la loro roba e iniziarono ad incamminarsi verso la Sala Grande.

<< E comunque a me il Professor Piton non piace nel senso che intendi tu, chiaro? Sono ancora una bambina, santo cielo!>> rimbeccò Serena imbarazzata.

<< Ah sì? Dimmi, quanti anni hai precisamente?>>

<< Quasi 12.>>

<< E per caso ti sono già venute le prime Cose ?>>

<< Quali cose? Aaahh QUELLE Cose! No, non ancora. Ma immagino che siano sulla buona strada, visto i miei costanti cambiamenti di umore.>> disse Serena prendendosi in giro.

<< Questo vuol dire che stai per diventare donna e che incomincerai a non sopportare i tuoi coetanei maschi e ad essere attratta da uomini maturi, come Piton.>>

<< Assolutamente no! E' un mio professore, non potrei mai neanche minimamente pensarlo!>>

<< Tranquilla, tutte le ragazze adolescenti prima o poi passano alla fase della “cotta per il Prof”, è capitato a tutte noi. E poi, è sempre stato Piton quello più affascinante, anche se, secondo me, non riuscirà mai ad avere una ragazza. Di certo, però, nessuna si è mai interessata a Raptor! Poi credo che Piton sia il più giovane insegnate fra il corpo docenti.>>

<< Beh sì, in effetti mi pareva abbastanza giovane rispetto agli altri. Sai mica quanti anni ha?>> chiese Serena incuriosita.

<< Oh oh oh! Vuoi subito arrivare al sodo con lui, eh? Non vedi l'ora di avere l'età giusta, vero?!>> esclamò Gemma dandole una gomitata sul fianco.

<< Ma sei matta?! Certo che sei maliziosa tu!>> sbottò seccata Serena rossa in viso a quel solo pensiero. Non era ingenua, sapeva benissimo che cosa facevano un uomo e una donna insieme intimamente.

<< Mmmh... credo che sia sulla trentina spaccata o giù di lì. Sì, non più di 30 direi.>>

<< E comunque ti piace!>> continuò Gemma dandole qualche buffetto sulla testa.

<< Non è vero! Stai delirando!>> esclamò Serena ancora più rossa e aumentando il passo verso la Sala Grande, ormai erano vicine.

<< Aahahah...la negazione è il primo segno che conferma la mia ipotesi!>> disse alzando la voce divertita.

<< Ma sta un po' zitta!>> sbottò entrando di fretta in Sala Grande.

 

 

******

 

 

Dopo pranzo Harry e Serena si incontrarono fuori dal portone della Sala Grande.

<< Ciao, sorellina! Ti va di venire con me, Ron ed Hermione a far visita ad Hagrid? Sarà contento di rivederti!>>

<< Mi dispiace, Harry. Ma fra poco dovrò andare da Piton per scontare la punizione.>>

<< Hai detto che devi essere da lui alle 16.00, giusto?>> Serena annuì.

<< Ci devi andare fra 3 ore! Dai hai tempo per stare un po' con noi!>> la implorò Harry.

<< Mi dispiace, ma ho bisogno di preparami psicologicamente per affrontare tutte quelle ore di lavoro con lui. Sono sicura che mi sorveglierà constantemente.>> disse rassegnata.

<< Oh, capisco.>> rispose Harry triste.

<< Dai tranquillo. Ci potremmo vedere domani! Comunque salutami Hagrid, ok?!>>

<< Sì, certo!>> poi Harry spostò lo sguardo verso il polso sinistro della sorella.

<< Ehi, come va col braccialetto riabilitativo? Ti fa male quando inizia ad attivarsi?>> chiese preoccupato.

<< No, no, tranquillo. Mi fa solo sentire un po' troppo caldo quando raggiungo il limite, ma dopo torna normale e mi rilassa. Sto pian piano imparando a controllarmi. Non preoccuparti, sto bene.>> disse sorridente.

<< Va bene, se lo dici tu.>> Harry, poi, salutò Serena e si avviò verso l'ingresso che portava fuori in giardino.

<< Ah, Harry!>> lo chiamò Serena.

<< Sì?>>

<< Come sta Ron col naso?>>

<< Beh..ce l'ha ancora un po' storto e dolorante. Ma dovrebbe rimettersi del tutto fra un paio di giorni.>>

<< Aahah immagino, poveretto. Ha preso proprio una bella botta! Ok, ora devo proprio andare, salutami Ron!>>

<< Ok! Ti saluto anche Hermione?>> chiese ghignando.

<< U uh uhu uh uh...>> disse tremando schifata.

<< Ho capito, meglio di no! Ciao, buona fortuna con Piton!>> disse ridendo.

<< Grazie, a stasera!>> dopo essersi salutati Harry raggiunse i suoi amici alla capanna di Hagrid, mentre Serena tornò alla Sala Comune.

Arrivata in camera, Serena si distese sul letto a rilassarsi un po'. Bast salì sul materasso e le si mise vicino a farle fusa e a pestare felicemente con le zampe. Pian piano, Serena, iniziò ad assopirsi e nel giro di 5 minuti si addormentò.
Il Lago Nero appariva in tutta la sua quiete fuori dalla finestra della stanza; ogni tanto delle piccole onde andavano ad infrangersi dolcemente sulla riva, cullando il sonno delle piccole Serpi. Ed il vento fra le foglie degli alberi emetteva un suono quasi ipnotico.
Dopo un po' di tempo, all'improvviso, Serena cadde giù dal letto, sbattendo forte il sedere.

<< Aaarrgh che botta!>> disse massaggiandosi il fondo schiena.

Di scatto, si voltò verso l'orologio appeso ad una delle pareti della stanza.

<< Ma che ore sono?>> osservò mezzo assonnata.

<< Oh cavolaccio! Sono le 15.58!>> esclamò alzandosi in fretta da terra.

Raccolse alla velocità di un fulmine il suo zaino e corse verso l'ufficio di Piton: sia l'ufficio che le sue stanze private erano un corridoio più avanti fuori dalla Sala Comune dei Serpeverde; essendo lunghi i corridoi di Hogwarts ci volevano dai 5 ai 10 minuti per raggiungere quella destinazione.
Una volta arrivata, aprì bruscamente la porta tutta affannata per la corsa.

<< ECCOMI, SONO QUI!>> esclamò fortemente.

Piton era chino sulla sua scrivania a correggere i compiti. Alzò il capo e fulminò con lo sguardo la povera ragazza.

<< Quanta grazia, Signorina Potter! Non le hanno insegnato a bussare prima di entrare?!>> sbottò seccato.

<< Ha ragione, mi scusi tanto signore!>> disse dispiaciuta uscendo di nuovo dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé. Piton alzò un sopracciglio interrogativo – Ma che sta..? -

TOC TOC bussò.

<< Posso entrare, Professore?>> chiese Serena da fuori la porta, per rimediare alla sua entrata da ballerina aggraziata di prima.

<< Potter, per cortesia, smettila con queste sciocchezze ed entra!>> esclamò Severus portandosi il pollice e l'indice alla radice del naso esasperato. Serena entrò molto lentamente questa volta.

<< Sbaglio o avevi detto che saresti stata puntualissima?! Sei arrivata con 5 minuti di ritardo!>> chiese acido. Serena sollevò il braccio sinistro e si grattò il capo in segno di imbarazzo e nervosismo – E che saranno mai 5 minuti, uffa!- pensò.

<< Eheh...mi sono addormentata.>>

<< Come immaginavo. La prossima volta, se ritarderai di nuovo, ti toglierò dei punti, intesi?!>> Serena annuì << Forza..siediti qui e inizia a scrivere.>> Severus fece apparire dal nulla, vicino alla scrivania per controllarla meglio, un banco con già pronto il foglio di pergamena, la boccetta di inchiostro e la penna a piuma per scrivere.
Serena, prima di sedersi, diede un breve sguardo all'ufficio del suo Capo Casa: era una stanza piuttosto piccola, buia e dall'aria tenebrosa, gli scaffali erano pieni di ampolle, bottiglie di diverse dimensioni contenenti ingredienti per Pozioni di vario genere, c'erano anche tanti alambicchi e provette. In effetti quel luogo rifletteva molto la persona che era il Professor Piton.
Serena si mise a sedere composta al banco, con la penna in mano, pronta a scrivere ciò che le avrebbe dettato il Professore. Quest'ultimo si alzò e iniziò a girare attorno al banco con le braccia incrociate dietro la schiena.

<< Allora, signorina Potter, dovrai scrivere per 100 volte “ Non devo picchiare più brutalmente un compagno di classe, anche se questo lo meritasse “>> Serena soffocò una risata a quel “ anche se questo lo meritasse “. A quanto pare il Prof non le dava torto per la sua reazione di quel giorno contro Finnigan.

<< Hai circa un'ora e mezza per finire, poi andremo all'aula di Pozioni e dovrai pulire tutti i calderoni, capito?>>

<< Sì, signore.>>

<< Bene, puoi iniziare.>> Severus tornò a sedersi alla sua scrivania e continuò a correggere i compiti di alcuni studenti più grandi.

Passò una mezz'oretta e Piton, ogni tanto, si alzava per vedere a che punto stava Serena con le frasi. Notò che era arrivata circa alla quarantesima e che aveva una buona calligrafia anche se stava scrivendo velocemente.
Dopo un'altra ventina di frasi, Serena cominciò storcere il polso, un po' indolenzito.

<< Riposa la mano 1 minuto, Potter. Tanto vedo che sei già a buon punto.>> disse Severus, mentre continuava a correggere.

<< Sì signore, grazie.>> disse massaggiandosi il polso. Serena, vide il Professore molto concentrato sul suo lavoro, qualche volta borbottando qualcosa a bassa voce. Presa dalla curiosità, Serena si sporse di poco col busto al di sopra del banco e cercò di dare una sbirciata ai voti che aveva dato ai test – Accidenti, quanti voti bassi! Quei fogli sono più rossi che neri ormai. Che carneficina!– pensò. Piton alzò lo sguardo e vide Serena sbirciare il suo lavoro.

<< Signorina Potter, gradirei che non ficcassi il naso in cose non ti riguardano.>> sbottò acido. Serena si ritirò subito e ritornò composta.

<< Mi scusi, Professore. Ero solo curiosa di vedere come se l'erano cavata i suoi studenti in quei test.>>

<< A quanto hai potuto constatare, non propriamente bene.>> Serena ridacchiò.

<< Credo che il tuo polso si sia riposato abbastanza. Ricomincia a scrivere.>> Serena annuì e si rimise al lavoro.

Passarono 45 minuti e Serena aveva finito di svolgere la prima parte della sua punizione, mentre Piton, avendo anche lui finito di correggere il primo pacco di test, si era alzato per andare a catalogare alcuni ingredienti dentro le ampolle.

<< Ho finito, Professore!>> esclamò Serena. Consegnò il foglio di pergamena a Piton e attese il giudizio. Piton osservò il lavoro attentamente.

<< Mmh...mi pare buono, qualche incertezza calligrafica all'inizio, ma può andare. Bene, direi che possiamo passare alla fase successiva del tuo castigo.>> così Piton mise a posto le varie scartoffie e fece scomparire il banco dove era seduta Serena. Anche quest'ultima mise a posto, prese il suo zaino e seguì il Professor Piton fuori dall'ufficio.

Lungo il tragitto per arrivare all'aula di Pozioni, Piton notò il Rilevatore Magico di Rabbia al polso di Serena.

<< Dimmi, Potter, come te la stai cavando col controllo dell'aggressività? Qualche miglioramento?>> chiese stranamente incuriosito Severus.

<< Beh..all'inizio, se devo esser sincera, è stata dura, ma pian piano ce la sto facendo. E poi, se fosse successo di nuovo qualcosa, sarei finita ancora nel suo ufficio a beccarmi la seconda punizione, no?!>> rispose Serena tranquilla e sorridente. Piton alzò un sopracciglio stupito.

<< Mh...giusta osservazione.>> - Forse, non è così simile al fratello come pensavo - pensò fra sé e sé osservando la ragazzina - Quel Potter...uguale sputato al padre! Aaarrgh! – continuò a pensare disgustato.

Una volta dentro l'aula di Pozioni, Serena vide che c'erano altri 2 studenti, uno di Corvonero e uno di Tassorosso, leggermente più grandi di età, che stavano scontando una giornata di punizione.
Piton indicò, appoggiati sopra ai primi banchi, una lunga fila di calderoni di diversa grandezza, pronti per essere scrostati e puliti a dovere dalla piccola Serpe. Serena sgranò gli occhi e aprì la bocca stupefatta.

<< Sono tutti tuoi, signorina Potter. Buon lavoro.>> disse Severus ghignando maligno.

- Eehe eeeee va bene....- pensò Serena rimasta ancora lì impalata a fissare l'interminabile fila di calderoni.

Dopo un breve shock iniziale, Serena si rimboccò letteralmente le maniche e iniziò a scrostare il primo calderone. Guardando quel calderone le venne in mente la forma di un tamburo. E si mise cantare a bassa voce, per non disturbare troppo il Professore, che si era messo a correggere un nuovo pacco di compiti, una canzona che le ricordava quella forma.
<<
Steady as the beating drum.. singing to the cedar flute.. seasons go and seasons come.. bring the corn and bear the fruit...>> qualche volta le scappò di battere dentro il calderone a ritmo della canzone, proprio come se fosse un tamburo degli Indiani.
Al suono coinvolgente di quei “tamburi”, anche gli altri due studenti si misero ad imitarla. Piton alzò lo sguardo, con il solito sopracciglio, e scrutò Serena <<
By the waters sweet and clean.. where the mighty sturgeon lives... plant the squash and reap the bean...all the earth our mother gives..>> al secondo rullo di calderone, Piton si alzò di scatto dalla sedia e si mise davanti alla postazione della ragazzina, con uno sguardo agghiacciante.

<< Credi che sia un gioco, Potter?! Credi che in una punizione ci si debba divertire, per caso?!>> chiese acido.

<< Mi scusi, signore. Era solo un modo per passare il tempo.>> Piton aggrottò le sopracciglia.

<< Non mi dica che è pure vietato inventarsi qualcosa per rendere più piacevole una giornata del genere?!>> osò dire Serena.

In quel momento Piton ridusse gli occhi a due fessure e assunse un'aria ancor più minacciosa di prima. Serena, intanto, rendendosi conto della fuoriuscita dal vaso che aveva appena fatto, si portò entrambe le mani alla bocca – Oh santo cielo! Che cosa ho detto?! Adesso mi ucciderà!- pensò spaventata a morte, perchè, proprio in quell'istante, Piton si era chinato con la schiena sul banco verso di lei, portando il volto all'altezza del suo ad un distanza di 10 centimetri.

<< Infatti, signorina Potter, essendo una punizione, ovvero un atto di penitenza e di conseguenza non piacevole da eseguire, il quale serve per ricordarti in futuro che non dovrai mai più atteggiarti in un certo modo, l'inventarsi qualcosa per rendere la giornata più piacevole....E'...VIETATO!>> disse alzando la voce sulle ultime due parole. Gli altri due studenti erano diventati due statue di sale, dispiaciuti che Piton se la fosse presa solo con la ragazzina. A Serena iniziarono a pizzicarle gli occhi, qualche lacrima in quel momento cominciò a pulsare per venir fuori. Ma si trattenne. Abbassò il capo e si tolse le mani dalla bocca.

<< Mi dispiace, Professore. Giuro che starò muta come un pesce.>> disse con voce tremolante e delusa: stava incominciando a piacerle davvero il suo Capo Casa, ma, dopo questa particolare ramanzina, perse un bel po' di punti – 50 punti in meno a Severus Piton! - pensò rabbiosa.

<< Bene. E' quello che mi aspetto.>> disse freddo, incrociando le braccia. Gli altri due studenti rimasero a fissare male Piton per qualche istante.

<< Beh..che cosa avete da guardare voi due scansafatiche?! Tornate al lavoro!>> il Corvonero e il Tassorosso, ripresero a pulire la loro fila di calderoni – Poverina, non stava facendo nulla di male – pensò il Tassorosso – Maledetto pipistrellaccio pidocchioso! - pensò il Corvonero. Piton li fulminò subito con lo sguardo, come se avesse letto nelle loro menti.

<< 10 punti in meno a Corvonero!>> disse ad alta voce.

<< NO, signore, non è giusto! Non ho fatto niente!>> protestò il ragazzo.

<< Possiamo fare 20 se preferisci.>> rispose freddo. Il ragazzo si calmò e continuò a lavorare.

Piton tornò a sedersi nuovamente alla sua cattedra a correggere i compiti – Un po' di arroganza l'ha comunque ereditata – pensò guardando la sua Serpe.
Passò un'ora e mezza e in aula regnò l'assoluto silenzio. Serena aveva quasi finito di pulire tutti i calderoni, glie ne mancava solo uno. Gli altri due studenti se ne erano già andati.
All'improvviso, quel beato silenzio, fu interrotto da un gemito di dolore.

<< Aaaargghh!>> urlò Serena. Si era tagliata, mentre sfregava con la spugna, il palmo della mano destra con un pezzo di metallo che sporgeva dall'interno del bordo del calderone.

<< Cosa ti sei fatta, Potter?>> Severus si voltò verso la ragazzina.

<< Niente, signore. Mi sono solo tagliata.>> mentre parlava, Piton notò che stava uscendo un bel po' di sangue.

<< Vieni qui, fammi vedere.>> Serena si avvicinò alla cattedra tenendosi la mano. Piton si alzò, le venne incontro, si inginocchiò alla sua altezza, le prese la mano sanguinante ed iniziò ad analizzarla.

<< Non mi sembra che sia niente, Potter. Non è grave, ma il taglio è piuttosto profondo.>> constatò Severus. Poi prese fuori la bacchetta, la puntò sulla mano della ragazzina e pronunciò un incantesimo.

<< Tergeo ! >> il sangue smise di uscire e le macchie che aveva lasciato scomparvero del tutto. La ferita era completamente pulita. Serena rimase a guardare sbalordita.

<< Aspetta qui, vado a prendere una cosa.>> disse Severus mentre si alzava per andare dietro ad uno mobile, il quale nascondeva una porta che conduceva alle sue scorte private.

Dopo qualche minuto, Severus tornò con in mano un piccolo barattolino bianco e verde. Si inginocchiò di nuovo davanti a Serena, aprì il barattolino, prese con un paio di dita la crema trasparente che conteneva, prese la mano della sua studentessa e, con gran delicatezza, iniziò a spalmare la crema sopra la ferita, che l'avrebbe disinfettata e pian piano fatta rimarginare.

<< Ah! Quant'è fredda!>> sussultò Serena, ritirando di poco la mano.

<< Non fare tante storie!>> sbottò Severus, continuando a spargere la crema.

Serena, superato il primo impatto di freddo, iniziò a rilassarsi e anche a godere un minimo di quelle “carezze involontarie” che le stava procurando Piton.
Serena lo osservò attentamente, si sentiva le guance un po' accaldate: il viso di Severus era lungo, serio e concentrato, un paio di ciocche dei suoi capelli neri gli cadevano ai lati degli zigomi – Gemma aveva ragione, è proprio affascinante. Chissà perchè molte ragazze dicono che non potrebbe mai avere una ragazza? Non è un uomo brutto, in fondo. Aaah, ma che vado a pensare! Stupidi ormoni! - pensò scuotendo la testa e diventando ancora più rossa. Piton alzò lo sguardo.

<< Perchè stai scuotendo il capo, signorina Potter? Non dirmi che ti sto facendo male!>> ghignò Severus.

<< No no, signore. I capelli mi erano andati sul naso.>> Piton alzò un sopracciglio, mentre, una volta finito di spalmare la crema, stava prendendo delle garze bianche per fasciare la ferita. Intanto, Serena continuò a studiare il volto del suo Capo Casa – Ehehe il famoso sopracciglio! Quant'è buffo quando fa quella smorfia! Comunque....ha gli occhi più neri che abbia mai visto, la pupilla non si vede nemmeno. Sembrano due pozzi senza fondo... – pensò continuando a guardarlo ipnotizzata dal velo di mistero che avvolgeva quell'uomo - ...però, mi danno anche l'impressione di essere pieni di tristezza. Secondo me, lui non è così cattivo come vuol far credere – continuò a pensare – Ma una cosa è sicura: non dovrò MAI PIU' cantare in sua presenza! Se no chi lo sente poi! - pensò esasperata al solo pensiero di beccarsi un'altra volta una ramanzina come quella di prima.
Piton, in quel momento, finì la fasciatura, si alzò da terra e porse alla bambina la barattolino di crema.

<< Dovrai ripetere lo stesso procedimento una volta al giorno per almeno una settimana, per far sì che la ferita guarisca completamente.>> Serena annuì.

<< Grazie, signore.>>

<< Di nulla, Potter.>> rispose severo come sempre. Poi si voltò verso la fila di calderoni.

<< Adesso, fammi vedere come hai lavorato.>>

<< Sì, Professore.>> si avvicinarono insieme verso il banco dove i calderoni puliti erano stati riposti. Piton li scrutò attentamente e ogni tanto passava un dito per vedere se c'era rimasto qualche residuo di polvere e di altre sostanze.

<< A parte l'ultimo che hai macchiato con un po' di sangue, direi che il resto è accettabile.>> Serena sorrise timidamente. Le faccende casalinghe che svolgeva in casa Dursley avevano dato finalmente i loro frutti.

<< Vuole che pulisca da capo quello macchiato dal mio sangue, Professore?>> Piton ci pensò per qualche secondo.

<< No, signorina Potter. Può bastare per oggi. Hai svolto in modo soddisfacente i compiti che ti sono stati assegnati. Direi che per due gocce di sangue non vi sia alcun problema.>>

Serena fece un sorriso grande come quello dello Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, però non così inquietante.

<< Grazie, signore!>> Severus storse la bocca divertito.

Poi si voltò verso l'orologio, che in quel momento aveva rintoccato le 19.00 di sera.

<< Bene, Potter. Ora sei libera di raggiungere i tuoi compagni a cena.>> disse muovendo la mano per mandarla via.

<< Spero che la punizione di oggi ti sia servita ad imparare qualcosa per il futuro, Potter. Insomma, non ti cacciare in altri guai inutili, ci siamo capiti?>> disse chiaramente.

<< Sì, signore. Grazie per la pomata, arrivederci.>> Piton rispose al saluto con un cenno della testa.

Così Serena, uscita dall'aula di Pozioni, corse verso la Sala Grande.

 

 

******

 

 

Finita la cena, Serena tornò subito in dormitorio e si lasciò precipitare sul materasso, facendo sprofondare il viso nel cuscino.

<< Mamma mia, che stanchezza!>> in quel momento entrò Liz, tutta gasata per la giornata divertente che aveva passato con i suoi amici.

<< Ehi Ser! Dai, muoviti! Che dobbiamo farti recuperare il divertimento perduto di oggi! Giù di sotto i ragazzi hanno in mente di fare un Guerra di Cuscini!>> Serena non diede segni di vita.

<< Eilà! Pronto? C'è nessuno in casa?>> Liz si avvicinò e notò che Serena era stata avvolta dal mantello di Morfeo. Dormiva profondamente – Poveretta...il pipistrello l'avrà massacrata di lavoro - pensò sorridendo alla vista dell'amica così sfatta di stanchezza. Con molta dolcezza, Liz coprì Serena con il morbido piumino verde che faceva da sopra-coperta.

-Riposati bene, amica mia. Da domani andrà meglio – pensò uscendo in punta di piedi dal dormitorio per non svegliarla e andò a raggiungere le altre Serpi giù in Sala Comune.

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

allora.. dico subito che Serena non ha una vera cotta per Piton: prova solo grande ammirazione per lui ed essendo orfana di padre è normale che cerchi in qualcun altro una figura paterna, come lo è Silente per Harry nei libri/film. Però Serena ammette che Piton è un bel uomo e, come molte bambine in piena adolescenza, ci può stare che provi un po' di infatuazione per un Professore piuttosto affascinante come lui, no? ^^

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Alla prossima :D

  
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