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Autore: Rubus idaeus    14/05/2013    11 recensioni
"Salve. Mi chiamo Oscar François de Jarjayes. Pronti per lo shock? Sono una donna. Ebbene sì, sono una donna, malgrado il mio nome sembri smentirlo. No, non sono lesbica. Mio nonno, nel testamento, ha lasciato scritto di desiderare con tutto il cuore che, se fosse morto prima di veder nascere un nipotino, i miei genitori dessero alla creatura il suo nome, alias, Oscar François. Dato che a mia madre, per una serie di complicazioni dovute al parto e diverse operazioni subite in seguito, è stato detto che non avrebbe più potuto avere figli, i miei hanno deciso di chiamare me con il nome del nonno."
Ho trovato questo testo nei meandri del computer e rileggendolo mi ha fatto sorridere, così mi è venuta la stramba idea di pubblicarlo. Chi sarebbero i protagonisti dell'anime nel mondo di oggi? Quali intrighi e segreti si celano tra i lussuosi corridoi dell'albergo? Passioni, imbrogli, rivalità, odi, amori, amicizie, sorprese...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

Salve. Mi chiamo Oscar François de Jarjayes. Pronti per lo shock? Sono una donna. Ebbene sì, sono una donna, malgrado il mio nome sembri smentirlo. No, non sono lesbica. Mio nonno, nel testamento, ha lasciato scritto di desiderare con tutto il cuore che, se fosse morto prima di veder nascere un nipotino, i miei genitori dessero alla creatura il suo nome, alias, Oscar François. Dato che a mia madre, per una serie di complicazioni dovute al parto e diverse operazioni subite in seguito, è stato detto che non avrebbe più potuto avere figli, i miei hanno deciso di chiamare me con il nome del nonno.

Ho ventisette anni compiuti lo scorso dicembre e sono fieramente single. Beh, con il lavoro che faccio non ho certo il tempo di stare dietro agli uomini o di intraprendere relazioni sentimentali di una certa importanza. Sposarsi? Non se ne parla neppure!

Io sono una guardia del corpo. Sono la guardia del corpo della ventenne Maria Antonietta de Asburgh, altrimenti nota come Mary Anty A (classico nomignolo banale stile americano). Per chi non l'avesse mai sentita nominare, lei è una delle più rinomate attrici di Hollywood. Vincitrice di ben due premi Oscar alla migliore attrice e quattro come la miglior attrice non protagonista. Dovete sapere che la sua intera esistenza è una recita, sempre, costantemente, anche quando non è sotto le luci dello studio cinematografico; la vita, per lei, è tutta una recita di cui lei si rende sempre l'indiscussa protagonista. Sembra che per quella donna tutto il mondo sia un palcoscenico e a mio parere recita meglio nella realtà che nei film. È la persona più subdola, falsa e superflua che io abbia mai conosciuto. Sempre ad indossare una maschera. Sempre a fingere. Sempre a voler volgere ogni cosa a proprio favore. Sempre a illudere e illudersi che la vita è bella e facile. Ma negli ultimi tempi anche lei ha dovuto aprire gli occhi e accorgersi che non tutti la amano come credeva, ma che ha anche dei nemici. Dopo aver ricevuto una considerevole serie di minacce telefoniche, ha chiesto espressamente alla mia agenzia un'agente donna efficiente che la seguisse costantemente e in ogni dove. Chi meglio di me?

Sono entrata in servizio ufficialmente il 3 ottobre di sei anni fa. Da allora sono la sua ombra. Presidio a tutte le feste, banchetti, ricevimenti, rinfreschi, balli e party a cui è invitata standomene in disparte.

La donna ha deciso un anno e due mesi fa di trasferirsi definitivamente a vivere nell'albergo gestito dal marito, il signor Luigi Borbone, e io ho dovuto seguirla. Sono tenuta a perquisire tutti coloro che entrano nella sua stanza, amici, giornalisti o ammiratori. Devo essere sempre disponibile se ha bisogno di me. Devo accertarmi ogni giorno che le misure di sicurezza funzionino correttamente, gli allarmi e i pulsanti di richiesta di aiuto. Ma soprattutto devo sempre stare cauta e in allerta, dopotutto prevenire è meglio di curare.

Da quando alloggia in questo posto, mi sono resa conto che non devo proteggerla solo da pazzi assassini e violenti maniaci, ma anche dai suoi avversari invidiosi e soprattutto da sé stessa. Non conosce proprio il valore dei soldi e li sperpera in cose estremamente futili e sciocche. Tutto per viziosità. E la sua vanità e arroganza la stanno lentamente portando a crearsi un circolo di falsi amici che non sono altro che un pericolo. Lei, da persona superficiale quale è, vede e sente solo quello che vuole vedere e sentire.

 

Io ogni caso, se non riuscissi ad adempiere correttamente e del tutto al mio compito, l'agenzia è tenuta a licenziarmi di punto in bianco.

Per questo non posso permettermi di innamorarmi: un minimo errore e la mia carriera è finita. Amore sarebbe solo sinonimo di distrazione e la distrazione è l'ultima cosa che mi serve.

...Fino a che non è arrivato lui: un metro e ottantatre di puro fascino. Modello fotografico di una nota rivista di moda maschile svedese, con una faccia così perfetta che sembra stata scolpita dai cherubini, biondo e con due occhi di ghiaccio capaci di scalfire il cuore di una donna con una sola occhiata. Alloggia al secondo piano, corridoio due, stanza 116. Non so neppure il suo nome! Solo rare volte mi è capitato di incrociare il suo sguardo, ma potrei giurare di non aver mai visto un azzurro più bello di quello che circonda le sue pupille.

Ma no. Io non posso permettermi di pensare all'amore.

  
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