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Autore: Soul of the Crow    14/05/2013    1 recensioni
Ecco a voi il sequel de "In mezzo alla lotta tra la Vita e la Morte".
La sorella di Diana Raven e i suoi Angeli della Notte hanno un piano: sbarazzarsi dei Gemelli della Creazione e della Distruzione per aver rovinato le loro vite.
Toccherà agli Angeli del Regno della Vita impedire che ciò accada, e tra nuovi poteri e nuovi OC tra i personaggi, emergeranno anche molti segreti riguardanti gli Angeli, i loro nemici e novità sui tre Regni e su coloro che si trovano davvero all'inizio di tutto.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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 Vicino alla catena montuosa della zona ovest…
 
Yamato aveva girato ogni singolo angolo della zona ovest, ed era riuscito a trovare i pezzi dell’arma senza troppi inconvenienti; si trattava di una katana, ma sulla lama c’era un simbolo che non aveva mai visto prima: una spada con ali d’Angelo con alcune piume scure presenti sull’elsa. Aveva trovato tre parti dell’arma finora, cioè l’elsa e due pezzi della lama; stava cercando l’ultima parte della lama della katana da diversi minuti, quando i pezzi che aveva già trovato e l’ultimo, il quale si trovava tra i cespugli situati vicino ad una rientranza della parete montuosa, si circondarono di un’aura rossa, per poi ricomporsi da soli.
Poco dopo, si sprigionò anche una nebbia dello stesso colore, dalla quale emerse Hachiman, il samurai delle fiamme e keshin di Kaen:
- Non so chi tu sia, ma se c’entri qualcosa con Kaen, riferiscigli di uscire dal suo nascondiglio e lasciare Makoto. Ho fatto quello che dovevo! Che dimostri anche lui di essere qualcuno che mantiene la parola! - gli gridò la Guardia, ma come risposta ottenne un fendente; riuscì ad evitarlo senza problemi, ma il colpo di katana di Hachiman creò una voragine nel terreno.
- Ci sa fare, ma non combinerà niente se sa fare solo questo. - pensò il secondo in comando, mentre schivava un altro colpo di katana dell’avatar.
Continuarono così per qualche ora: Hachiman che lo attaccava, mentre Yamato schivava o parava i colpi con il suo King Fire; ad un certo punto, il keshin prese da terra la katana che gli aveva permesso di comparire, ma quando lo fece, fu avvolto da un’aura bianca con alcune sfumature nere e i suoi occhi diventarono color fuoco:
- E ora che gli succede? - si chiese Senguuji, mentre osservava l’avatar circondato di una strana aura che continuava a colpire punti a caso del terreno e della parete rocciosa.
- Beh, ora non è il momento di pensarci. Se quel Kaen non vuole mantenere la sua parte dell’accordo, dovrò trovare Makoto da solo. - concluse la Guardia dell’Ovest, ma quando si alzò in volo per evitare un altro fendente del samurai, questo colpì la parete rocciosa, per poi andarsene.
Il ragazzo stava per cominciare le ricerche del suo superiore, quando notò una scia di cenere di un insolito colore rosso vicino alla zona che Hachiman aveva colpito e anche un biglietto:
“Sarò un tuo nemico, ma sono anche un Angelo della Notte di parola. Il tuo compagno si trova alla fine di questa scia di Cenere Infuocata, ma ci hai impiegato più di quel che credessi per ricomporre la katana. Ti posso solo dire che il tuo collega non è ancora sparito, per adesso…”
Yamato si mise a correre, senza sapere che altri due Angeli avevano assistito alla scena e lo avevano seguito.
 
 
Circa mezz’ora dopo… all’interno del rifugio in cui si trovava Kaen…
 
- Non credere che riuscirai ad averla vinta! - gli gridò Kurosaki, ma ottenne solo una risata da parte dell’altro:
- Sei un illuso se sei convinto di riuscire a fermarmi nelle tue condizioni. Sai che non puoi usare i tuoi poteri, almeno finché sei bloccato nella forma umana; di conseguenza, sei diventato impotente, debole, inerme… -
- Sai che quelle parole sono sinonimi, vero? E comunque, il fatto che sono tornato umano, anche se non credo che continuerò ad esserlo ancora per molto, non mi rende inutile. - affermò il Comandante, ma subito dopo sentì un dolore alla testa. Non fece in tempo a chiedersi che cosa fosse successo che perse i sensi.
- Quanto ti sbagli Kurosaki… Ero un umano quando tu e l’ex Mietitore mi rovinaste la vita, e guarda un po’ cos’è successo: non ho potuto fermarvi. - pensò malinconico l’Angelo della Notte, mentre creava un fuoco grazie ad un mucchio di Cenere Infuocata che aveva messo al centro del rifugio.
Dopo qualche minuto, Yamato arrivò:
- Certo che ce ne hai messo di tempo per arrivare. Essendo una Guardia, credevo che ti sapessi orientare in questo posto. - constatò Kaen, ma il secondo in comando si rese conto che c’era una nota di divertimento e scherno nella voce del nemico.
Decise di lasciarlo stare quando vide le condizioni in cui si trovava il Comandante: oltre ad essere tornato umano e avere i polsi legati, aveva una cicatrice al centro della fronte, molte ferite sulle braccia e una che gli percorreva la gamba destra dal ginocchio fino alla caviglia. Inoltre, aveva alcune bruciature sulla gamba sinistra e una scia di sangue gli scendeva dalla tempia.
Senguuji corse da lui, ma l’amico sembrava svenuto:
- Che cosa gli hai fatto? - domandò il secondo in comando all’Angelo della Notte.
- Quelle corde gli hanno bloccato i poteri, ma non li hanno completamente annullati. Il tuo amico è ancora un Angelo.
Riguardo alle ferite, è bastato un coltello per infliggergliele, e per il sangue alla tempia… beh, l’ho colpito con una pietra.  - gli rispose Kaen senza curarsi delle condizioni di Kurosaki.
Yamato non riuscì a resistere: si avvicinò all’Angelo della Notte, il quale era ancora concentrato sul fuoco che stava creando, lo prese per il colletto e lo sollevò.
- Dimmi subito perché l’hai ridotto così! - lo minacciò la Guardia.
Kaen ghignò, per poi rispondere senza essere preoccupato dalla minaccia:
- Cosa t’importa delle condizioni di quel ragazzo? In fondo, dovresti ringraziarmi: se quello sparisce, prenderai il suo posto come Comandante. - a quelle parole, Yamato strinse di più la presa.
- Fammi capire: tempo fa non hai avuto problemi ad utilizzare degli umani per farti scudo dai colpi di quell’Angelo, e non ti sei preoccupato nemmeno di un bambino che ti pregava di lasciarli andare. Non vorrai farmi credere di essere cambiato da allora? -
Quelle ultime parole fecero ricordare qualcosa a Senguuji: il ricordo di una delle sue prime vittime come Mietitore, prima che Makoto gli facesse capire i suoi errori e lo portasse nel Regno della Vita.
- Anche tu ti ricordi qualcosa allora. - constatò Kaen, ma l’altro non accennava a lasciare la presa.
- M’importa quello che gli hai fatto perché non sono più quello di allora. È vero che ero accecato dalla rabbia e dall’ira a causa delle parole di Arelia, ma so anche che non è una motivazione sufficiente: ho tolto di mezzo le prime persone che mi sono capitate a tiro senza curarmi di niente e nessuno. Per loro non posso fare niente, ma Makoto mi ha fatto capire i miei errori, quindi non ti permetterò di fargli ancora del male. - gli spiegò, ma il nemico si arrabbiò perché aveva capito che non gli importava di quello che gli aveva fatto e di quanto lo aveva fatto soffrire. Si liberò dalla presa e balzò qualche metro lontano, per poi riavvicinarsi e cercare di colpirlo col coltello che aveva usato per ferire Kurosaki, ma l’altro lo anticipò difendendosi con lo scudo.
- Avresti dovuto pensarci quando hai fatto del male ai miei tutori, ma per quel che riguarda il tuo collega, ho qualche dubbio sul fatto che lo difenderai. Quel fuoco che ho creato al centro della stanza alzerà notevolmente la temperatura, e causerà delle esplosioni dovunque ho sparso la cenere rossa. - gli disse Kaen.
- Sai bene che le alte temperature non possono fare niente agli abitanti di quest’isola: sono abituati alle alte temperature, e possono difendersi dalle esplosioni con i loro poteri. - lo contraddisse il secondo in comando.
- Appunto: alle Guardie e agli abitanti non farà niente, ma Makoto adesso è diventato umano. Chissà che gli accadrà… -
Yamato si ricordò per un attimo delle condizioni del superiore, così si liberò di Kaen con un calcio, per poi tornare dal Comandante e prenderlo in braccio per portarlo fuori da lì.
- Te lo puoi scordare. Non vi permetterò di andarvene! - gli gridò l’Angelo della Notte, per poi rialzarsi e avventarsi sulla sua preda.
Senguuji non poteva usare lo scudo perché doveva sorreggere Kurosaki, ma il colpo di Kaen non arrivò perché un campo d’energia argentato si frappose tra loro e fece sbalzare il rosso contro il muro del rifugio:
- Chi ha osato intromettersi tra me e la mia vendetta? Chi è stato!? - esclamò l’Angelo della Notte, intenzionato a sbarazzarsi di chiunque si fosse messo in mezzo alla sua vendetta, ma si calmò subito quando vide entrare nel rifugio i suoi due tutori in forma angelica:
- E voi chi sareste? - chiese loro Yamato.
- Siamo due Guardiani dei Giardini della Vita. - rispose uno di loro, dai capelli castani e gli occhi violetti, mentre si avvicinava alle due Guardie per controllare le ferite di Makoto.
Senguuji continuava a postare lo sguardo dai nuovi arrivati all’avversario: prima si comportava come un pazzo, e adesso si era come pietrificato. Dire che quel ragazzo era strano era dire poco.
- Fammi capire Koji: non ci vediamo per anni e non ci saluti neanche? - gli chiese il secondo dei nuovi arrivati, dai capelli biondo e gli occhi color sangue.
- Afuro… Tadashi… Quel giorno vi ho visto sparire in un fascio di luce… Se siete qui, vuol dire che siete morti… - la voce di Kaen sembrò un sussurro, ma i due Guardiani la sentirono ugualmente.
- Non è andata esattamente così. - disse Hera, mentre era intento a curare il Comandante dell’Ovest con i suoi poteri.
- In che senso? - chiese l’Angelo della Notte.
A continuare il discorso ci pensò il Guardiano del Nord:
- Quel giorno siamo spariti, ma non siamo morti: l’ultima Dea della Vita ci aveva salvato, ma tornare sulla Terra non sarebbe servito a niente. -
- E perché!? - domandò Kaen.
- Il giorno dopo, scoprimmo che era stata diffusa la notizia della nostra sparizione. Tutti ci ritenevano passati a miglior vita, tu compreso. Che cosa pensavi che avremo causato se fossimo ricomparsi dal nulla? - cercò di spiegargli il Guardiano dell’Est al posto del compagno.
L’altro stava per controbattere, quando una delle pareti del rifugio si frantumò, e il keshin Hachiman fece irruzione nella grotta, per poi cominciare a colpire i muri. Dopo qualche altro minuto, cominciò a scagliare fendenti anche contro il suo padrone e, dopo qualche tentativo, colpì il tatuaggio degli Angeli della Notte che Kaen aveva sul polso destro.
Il ragazzo sentì subito una fitta di dolore, mentre vedeva il suo avatar scomparire nel nulla in una scia di luce rossa; sapeva che presto sarebbe toccato anche a lui, così si affrettò a dire un’ultima cosa agli altri presenti:
- Dovete uscire subito. Considerando i danni che il mio keshin ha causato, questo posto crollerà presto! -
- Prima ti credevo pazzo, ma adesso è davvero troppo! Se accadrà, rimarrai schiacciato anche tu! - lo rimproverò Yamato: era inutile, non sarebbe mai riuscito a capire il rosso.
- Non succederà. Per allora, io sarò già sparito: è il destino che attende un Angelo della Notte che viene ferito al simbolo dello schieramento d’appartenenza. - spiegò brevemente Kaen, per poi usare quello che gli restava dei suoi poteri per teletrasportare gli altri fuori dalla grotta.
Pochi secondi dopo, l’Angelo della Notte si dissolse in particelle di luce rosso fuoco, e le pareti del rifugio crollarono.
 
 
A casa di Makoto…
 
Kaen era riuscito a teletrasportarli fuori dalla grotta, ma viste le condizioni del Comandante dell’Ovest, il suo secondo in comando aveva preferito riportarlo a casa sua perché riposasse.
I due Guardiani erano spariti poco dopo che si fossero ritrovati fuori dal rifugio, ma in quel momento non era il problema più importante: Kurosaki non aveva più i polsi legati, e alcune delle ferite erano sparite, ma non era ancora tornato normale e purtroppo Yamato non sapeva cosa fare per aiutare il compagno.
- Chissà… Forse tra i suoi libri c’è qualche incantesimo che mi può essere utile... - pensò Senguuji, per poi avvicinarsi allo scaffale dove il suo superiore teneva i libri e le pergamene.
Qualche minuto dopo, trovò una lettera dei Guardiani in uno dei libri:
“Se ti chiedi come facevamo a sapere che saresti venuto in questa casa, c’è solo un particolare che devi ricordare: noi Guardiani vediamo e sentiamo ogni cosa che accade nel Regno.
Ce ne siamo dovuti andare perché eravamo rimasti lontani dai Giardini della Vita troppo tempo, ma ti abbia lasciato sulla scrivania un incantesimo che ti permetterà di curare il tuo amico e anche un foglio che abbiamo trovato all’uscita della grotta.”
La Guardia guardò la scrivania, rendendosi conto che lì si trovavano due fogli, ma la sua attenzione cadde su quello più piccolo, sul quale era scritto:
“Ha un potere più devastante delle fiamme…”
- Chissà cosa significano queste parole… Mh, non importa. Ne parlerò più tardi con gli altri. - decise, mentre cominciava a curare il compagno.
 
 
Angolo di Emy
E anche il secondo scontro è andato… Non è molto facile, considerando che devo evitare di essere ripetitiva.
Spero di non aver fatto errori perché non l’ho controllato molte volte.
Beh, nel prossimo ci sarà una piccola sorpresa, ma non vi anticipo niente al riguardo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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