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Autore: barbabietoladazucchero    14/05/2013    1 recensioni
- Ehi, splendore!- mormora con la sua voce roca. Ora, se una voce potesse ingravidare, sarei già incinta di 3 figli.
- Mr. Styles… - replico, in modo leggermente lascivo. Le sue labbra si fiondano sulle mie e mi bacia come se fossimo sul set di “9 settimane e mezzo”: orgasmo raggiunto in meno di 5 secondi.
Essere la compagna di Phil Styles ha i suoi vantaggi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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POV Beth.
Mi piace pensarmi come in quelle scene strappalacrime dei film: triste, lacrime sulle guance, pioggia a catinelle e sguardo assente. L’unico intralcio è che A- non sono triste, ma furiosa. B- non sto piangendo, e C- piove come se dovesse arrivare il diluvio universale: altro che catinelle, queste sono vere secchiate d’acqua. Nei film la protagonista è esageratamente bella durante queste scene, passa il fortunato di turno che è sconvolto da tutta quella bellezza, la prende in braccio e insieme cavalcano verso il tramonto. Peccato che io sembri una povera barbona caduta in un fosso di acqua stagnante, che se l’uomo della mia vita mi passa davanti corre a farsi un antirabbia nel più vicino studio veterinario. Ma sono dettagli.
Sono accampata a Postman’s Park da un’ora abbondante e fisso in tralice le mattonelle che ho davanti mentre cerco di autopsicoanalizzarmi; insomma, come cavolo è possibile che nel giro di una giornata mi sia lasciata scappare ogni più piccolo dettaglio sulla mia vita, quando ero riuscita a nasconderlo per diciotto anni? La risposta è una sola: stavo impazzendo. Due giorni con Harry in casa e ogni filtro esistente tra la mia mente e la mia bocca era evaporato. E porca vacca.
Sono talmente fradicia che sento i miei villi intestinali dimenarsi per colpa dell’acqua piovana e mi convinco a tornare a casa, giusto per non darla vinta a quel coso.
Evito di descrivere gli sguardi della gente sulla metropolitana. Come se non avessero mai visto una ragazza bagnata, fradicia e con i capelli appiccicati alla fronte/faccia/collo. Snobisti.
 
POV Harry.
 
È più di un’ora che mi mangio le mani, cercando di capire come risolvere la situazione. Insomma, volevo essere stronzo, ma non fino a questo punto. Non che io sia preoccupato, ma Beth è pure uscita di casa senza uno straccio di ombrello o giacca e fuori diluvia come se fosse la fine del mondo.
Finalmente sento la porta di casa che si apre, corro in corridoio e la vedo entrare in casa camminando come una scimmia che si è appena cagata nelle mutande; quasi mi scappa da ridere, ma cerco di evitarlo per non peggiorare la situazione. Evita di guardarmi mentre si dirige verso le scale, ma decido di chiederle scusa parandomi davanti alla sua figura.
-Scusa, non volevo farti piangere-
Voglio dire, è questo che le donne fanno: piangono. Quando sono tristi, quando sono arrabbiate, quando sono felici, quando sono emozionate, quando sono nervose. Qualche lacrima le sarà sicuramente uscita.
-Non ho pianto. Io non piango per uno stupido ragazzino che non si fa gli affari suoi.- ribatte, mandando a puttane la mia teoria “femmine-lagnose”.
-Oh, ok. Allora scusa per non essermi fatto gli affari miei.-
Lei mi guarda con sufficienza e io non posso fare a meno di osservarle i capelli e il volto. Volto rosso di freddo e capelli completamente appiccicati; domanda: come può uno non ridere davanti a una vista del genere? Risposta: con tanta forza di volontà. Che a quanto pare a me manca, visto che inizio a ridere senza riserve e senza quasi rendermene conto; la cosa la fa infuriare e non poco e diventa ancora più rossa, con la conseguenza che io inizio a ridere più forte. Non mi accorgo che è sparita dal corridoio finché non sento una porta sbattere violentemente: quella del bagno di sopra.
Sono senza speranze.
 
POV Beth.
 
Ignobile essere umano. Come si permette? So benissimo che non devo essere al massimo dello splendore in questo momento, e anzi ridicola a livelli inimmaginabili, ma un minimo di rispetto! Piuttosto mettiti a ridere quando me ne sono andata!
-Prima o poi lo uccido- mormoro mentre attacco le casse alla presa del bagno e parte “Corrupted” dei McFly. Apro l’acqua della vasca e aspetto che si riempia, nel mentre tento un training autogeno per evitare di assalire a colpi di mattarello l’ilare riccio. Poi mi immergo nella vasca cercando di rilassarmi.
 
 


-BETH! BETH RISPONDI! TUTTO OK? MI SENTI? TI SERVE AIUTO? SEI STATA MALE? Oh mio Dio, mi è morta nella vasca. BETH! PER LA MISERIA! ELIZABETH!-
-Ma cosa cazzo succede?- mi domando mentre mi sveglio di soprassalto dal mio sonno ristoratore. Mi guardo in giro, cercando di mettere a fuoco la stanza. Ops. Mi sono addormentata nella vasca.
-BETH, CAZZO!- continuo a sentire qualcuno urlare mentre prende a calci la porta.
-Ci sono, Harry! Non provare a sfondare la porta o io ti sfondo la testa!- urlo, impaurita che potesse irrompere nel bagno.
-Cazzo, sei idiota? Mi hai fatto prendere un accidente! Sei lì dentro da un’ora!- urla semi arrabbiato.
-Sì lo so. Cioè non lo sapevo, adesso lo so. Mi sono addormentata! E comunque modera i termini signorino!-
-“Modera i termini signorino”? Non sono mica tuo figlio! E poi vuoi uscire da lì o dobbiamo continuare a urlarci contro attraverso una porta?!-
-Ok, sto uscendo. Rilassati.- dico esasperata.
Poi mi accorgo di un piccolo, minuscolo, insignificante dettaglio. Non ho il pigiama.
-Harry… Vattene giù.-
-No, vorrei parlarti e chiederti scusa per prima.-
-Ok, puoi farlo dopo. Ora scendi.-
-No, ti aspetto qui. Dai esci.-
-Non ho il pigiama, non posso uscire…- dico innervosendomi.
-Dimmi dov’è che te lo prendo!-
-Non esiste che tu entri nella mia stanza e frughi tra le mie cose. SCENDI!-
-Per l’amor del cielo! Vado, sto andando!- esclama finalmente.
-Grazie!-
Cribbio che ragazzo insistente. Apro la porta del bagno, sgattaiolo fuori, guardando prima a destra e poi a sinistra e corro verso la stanza da letto. Appunto per la sottoscritta: asciugarsi i piedi prima di correre per la casa.
-OH PORCA TROIA, IL DOLORE!- esclamo, in preda agli spasmi e completamente spalmata sul pavimento.
Sento qualcuno che corre su per le scale.
-Che è successo?- chiede Harry, arrivando quasi in cima.
-Niente! Muto e fermo! Non venire fin qui o ti spacco…- troppo tardi.
Risate. Fragorose risate. Trionfanti e sardoniche risate. È la volta buona che lo uccido.
 
-Smettila di ridere, Harry.- dico pazientemente, mentre sono seduta su una sedia in cucina con del ghiaccio sopra il ginocchio. Anche se l’ultimo goccio della mia pazienza se n’è andato insieme al ginocchio.
-Smettila, perché ti faccio secco.-
-Ok, ok la smetto. Ma eri cosi buffa!- e ancora risate, su risate –Cioè eri completamente distesa sul pavimento a pancia in giù! Ma chi è così idiota da correre in giro per casa tutto bagnato?!- dice asciugandosi le lacrime.
-Molto compassionevole, grazie.-
-Ok, basta. Ora mi riprendo. E per scusarmi dell’intera giornata cucino io. I Sofficini vanno bene?-
-E meno male che dovevi cucinare.- dico roteando gli occhi– Comunque sì, fai quello che vuoi basta che stai zitto.-
Cerco di distrarmi dal disastro che sta combinando pensando a cosa ha portato di positivo la giornata: quando sarò ricca e famosa, e mi chiederanno “qual è stato il tuo momento più imbarazzante?” io, fiera, potrò rispondere “quando il figlio del mio compagno, nonché quasi coetaneo, mi ha aiutato a mettermi in pigiama, dopo essermi fatta una caduta in pieno stile”. Che classe.
Ok, meglio distrarsi con un po’ di tv. Arraffo il telecomando e accendo la tv della cucina, mentre i sofficini sono pronti. Alzo il volume a decibel indecenti, in modo che ad Harry passi il messaggio “non provare nemmeno a parlarmi”. E funziona, perché passiamo tutta la cena in completo silenzio.
-Ti va un film?- interrompe la quiete Harry.
-Basta che sia un cartone della Disney.-
-Andata.-
Ci dirigiamo in salotto, io molto molto lentamente per evitare ricadute, ma soprattutto per evitare che il mio ginocchio mi lanci maledizioni Cruciatus. Sceglie il cartone: il classico e intramontabile “il re leone”. Prego tutti i santi di questo mondo di farmi addormentare prima della morte di Mufasa, o addio a quel poco di dignità che mi resta. Anche se forse non me ne resta proprio niente.
Per una volta, i santi mi ascoltano e non appena finisce “il cerchio della vita” lentamente mi lascio andare alla comodità del divano. “Strano, me lo ricordavo più comodo” penso a un passo dal coma.
 
POV Harry.
 
Si è addormentata. Su di me. Si è davvero addormentata su di me. Mi giro cercando di muovermi il meno possibile e la guardo.
Osservandola si notano un sacco di cose particolari: per esempio che ha una perenne ruga del’espressione sulla fronte, tra i due occhi. Oppure che tiene il labbro inferiore tra i denti, e così le si formano numerose fossette sul mento. O che ha una sopracciglia più lunga dell’altra. Nonostante stia dormendo profondamente tiene i pugni serrati a tal punto che le nocche le diventano bianche mentre si evidenziano le vene sul dorso della mano, quasi a voler combattere contro qualcosa. E, dopo oggi, credo di aver capito cosa.
Per fortuna si è addormentata all’inizio del cartone, o avrei dovuto spiegare come mai ero diventato allergico alla polvere proprio nel momento in cui Simba cerca di risvegliare il padre.
Le scosto una ciocca di capelli e sorride, mentre tutta la tensione che ha tra le mani, la bocca e la fronte scompare. È rilassata, tranquilla, sembra completamente un’altra persona: non la schizzata che esce di casa per due ore mentre c’è il temporale, o quella goffa che inciampa nei suoi stessi piedi.
E per un breve, rapido, ed effimero istante invidio mio padre, perché si addormenta ogni notte di fianco a tutto questo.
Con questo pensiero terrorizzante mi lascio andare alla stanchezza di questa lunga giornata.
  
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