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Autore: bells swan    15/05/2013    3 recensioni
Bella Swan, ragazza carismatica, è fidanzata con Jacob Black.
Edward Cullen, stimato uomo d'affari, è sposato con Tanya Denali.
Cos'hanno in comune Bella e Edward? Niente, a parte poche ore di sesso settimanali...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Scusatemi per non aver postato nulla durante questa settimana, ma è l’ultimo mese di scuola e ci stanno sommergendo di compiti che mi impediscono persino di avvicinarmi al pc, la sera vado a letto stanca morta… proprio non ho avuto il tempo. Pubblico velocemente i capitoli delle mie storie ma senza rispondere alle vostre recensioni proprio per poter mandarmi avanti coi capitoli. Sappiate però che le apprezzo tantissimo.
 
 
 
Quando mi sveglio, mi sento parecchio intontita, più del solito. E calda, mi sento calda. Gemendo, quando muovo di poco la testa è come se un macigno si muovesse con me.
Poso una mano sulla mia fronte, apprendendo con irritazione che scotta.
Sento anche un’altra mano posarsi sopra la mia, e troppo stanca per allontanarla, lascio ricadere la mia mano. “Bella, stai scottando” nota Edward con serietà, alzandosi dal divano.
Ho una coperta addosso al mio corpo e Edward è vestito.
“Che ore sono?” riesco a domandare.
Da una veloce occhiata al suo orologio. “L’una. Dovresti mangiare se no non puoi prendere nulla.”
Affondo con un gemito d’orrore la testa contro il tessuto del divano. “Non ho fame” mormoro lamentandomi.
Sento la presenza di Edward inginocchiata vicino a me. “Avanti, Bella, qualcosa da mettere nello stomaco. Non ti posso dare nulla, altrimenti.”
So di comportarmi come una bambina, ma l’idea che Edward si prendi cura di me mi irrita.
“Chiama Alice” gli ordino, voltandomi verso di lui.
“Io non chiamo Alice!” sentenzia deciso, fissandomi con freddezza.
È quello lo sguardo che ho sempre odiato.
 
“Ancora niente? Me l’hai promesso, Edward! Avevi detto che l’avresti lasciata!” esclamo, non potendone più.
Edward si volta verso di me, fissandomi con rabbia. “E io ti ho chiesto del tempo, Isabella.”
Quando mi chiama Isabella, cerca di mantenere le distanza. Ormai, ho imparato a conoscerlo.
Mi fa male.
“Ma sono già passati sei mesi…” sussurro, scongiurandolo con gli occhi di ascoltarmi. Non voglio più nascondermi, non voglio più sentirmi in colpa.
Edward mi guarda con freddezza. “Non è facile, Bella. O mi dai il tempo di cui necessito… oppure è meglio chiuderla qui.”
 
Solo dopo ho capito che Edward sapeva che non avrei mai potuto chiuderla. Ero troppo innamorata per capire il male che mi faceva, troppo ingenua per capire che mi mentiva.
E tacevo, tacevo sempre. Lo assecondavo, e quando avevo i miei momenti di sconforto in cui non ne potevo più, Edward mi legava di nuovo a sé con quelle parole oppure facendo l’amore con me.
Chiudo gli occhi, ignorando la sua presenza e sistemandomi meglio sotto la coperta. Credevo di averlo superato, quello sguardo, e invece no. Mi fa ancora stare male.
Edward sospira. “Scusa” sussurra accarezzandomi con una mano la guancia.
Quante altre volte dovrà chiedermi scusa?
 
Edward’s pov
 
“Chiamo Alice, va bene?” continuo piano, sperando in un cenno. Ancora niente.
Con un altro sospiro, prendo il cellulare e chiamo Alice.
‘Edward?’ domanda immediatamente Alice.
“Sì, sono io. Ascoltami, Alice, Bella ha la febbre. Credo che tu debba venire” le spiego, sperando non mi chieda spiegazioni.
‘Perché? Non ti vuole?’ chiede sorpresa.
Mi allontano un po’, non voglio che Bella mi senta. Parlo a bassa voce avvicinandomi alla porta finestra del monolocale. “No” rispondo solamente.
Sento Alice sospirare. “Edward, ascolta: verrei già ora da Bella, ma se vengo rischio di rovinare tutto. Devi essere tu a curare le sue ferite, inizia da quelle superficiali. Sai com’è fatta quando sta male, adora essere coccolata. Fallo, senza però forzare troppo la mano. Ti allontanerebbe in un istante.” Prima che io possa parlare, continua. “Le medicine sono in bagno, trovi tutto ciò che potrà servirti. Buona fortuna, e fammi sapere.” Riattacca.
Mi volto, prendendo un forte respiro quando immagino Bella urlarmi contro. Mi inginocchio di nuovo vicino a lei. “Bella, Alice non può venire. E l’unico che può aiutarti sono io. Per favore, Bella, permettimi di aiutarti. Poi se vuoi appena arriva Alice me ne vado, okay?”
Bella mi guarda. “Te ne andrai per davvero?” chiede.
Sembra sperarlo, e questo non mi piace per niente. “Solo per oggi. Te l’ho detto, non ti libererai di me.”
Bella si alza il busto improvvisamente, reggendosi ad un gomito. Mi fissa adirata. “Ma non vuoi proprio capire? Che farai, Edward, rimarrai qui per tutta la vita sperando che ti perdoni? E se non accadrà, cosa farai? Continuerai ad insistere anche quando mi vedrai insieme ad un altro ragazzo?” domanda.
Aggrotto le sopracciglia. “No, Bella. Ovvio che non lo farò…” rispondo. “Voglio solo la tua felicità e se potrai essere felice con qualcuno che non sia io allora va bene. Ma in questo momento non c’è nessuno nella tua vita, e da uomo egoista quale sono voglio tentare per il meglio.”
Chiudendo gli occhi come se fosse improvvisamente stanca si lascia ricadere sul divano, posandosi una mano sulla fronte. “Perché Alice non può venire?” chiede.
“Alice…” Potrei mentirle, dicendole una piccola bugia, ma so che incrinerei ancora di più tutto ciò che sono riuscito a costruire se Bella venisse a conoscenza di questo.
“Lascia stare” mormora velocemente, segno che ha capito. “Però mi sta scoppiando la testa…” sussurra, chiudendo gli occhi.
“Alice mi ha detto che le medicine sono in bagno, torno subito” le dico, alzandomi e dirigendomi lì.
Le faccio prendere la pillola in assoluto silenzio.
“Bella, non è meglio andare in ospedale?” chiedo preoccupato.
“No,” risponde, “non c’è ne bisogno” mormora.
Non obbietto, rimango solo a fissarla. Pian piano, si addormenta.
 
Bella’s pov
 
Quando mi sveglio, mi sento bollire dentro, come se l’inverno si fosse trasformato in estate nel giro di qualche ora di sonno.
Con un movimento brusco, tolgo la coperta che Edward mi aveva messo all’inizio, e mi rendo conto che la testa di Edward è premuta contro il mio stomaco. Seduto vicino al divano, si è addormentato poggiandosi su di questo e nascondendo la testa fra le braccia.
Prendo un profondo respiro, passandomi una mano fra i capelli.
Che devo fare con lui? Non si può continuare in questo modo. Da un lato sono tentata di dimenticare tutto e ricominciare vedendo il modo in cui Edward è pentito e lo dimostra; dall’altro, invece, voglio aspettare per farlo soffrire esattamente come lui ha fatto soffrire me. E non mi interessa nulla se questo è un comportamento maturo o meno.
Nessuno può permettersi di giudicarmi, non se nessuno ha passato ciò che ho passato io: fissarlo mentre ride con Tanya, mentre le cinge la vita, mentre le sussurra qualcosa all’orecchio, mentre sta con lei davanti a tutti e qualche ora dopo è fra le mie braccia. Nessuno può giudicarmi quando non sa cosa si prova nel fare l’amore con qualcuno sapendo che quest’ultimo è stato di un’altra fino al giorno prima. O anche nell’ora precedente.
Non stavo e non sto male per il tradimento in sé: essendo l’amante, era logico pensare che Edward passasse del tempo con la sua fidanzata ufficiale in modo molto intimo. Oh, certo che fa male, s’intende, ma non è questo ciò che odio di più di Edward.
Odio il fatto che mi abbia mentito spudoratamente. Se mi avesse detto ‘Potrai essere solo la mia amante, non lascerò mai Tanya’, lo avrei accettato meglio. Almeno sarebbe stato onesto!
Invece, mi ha preso in giro, e come conseguenza delle sue bugie io non ho più fiducia il lui. E purtroppo per Edward, sono una di quelle poche donne al mondo a cui l’amore non basta. Posso amare disperatamente Edward, e tuttavia rinunciare a lui per la mancanza di fiducia.
Non voglio passare gli anni a venire a chiedermi se mente sulla promessa appena fatta, non voglio passare gli anni a venire a chiedermi di chi è il profumo femminile che proviene dalla sua camicia, non voglio avere mille dubbi per la testa.
Voglio amare Edward in modo limpido, senza dubbi o paure, ma al momento per me è impossibile.
 
Tre giorni dopo
 
La febbre è scesa e io mi sento decisamente meglio, tanto da voler fare un giro per prendere una boccata d’aria fresca.
Sono le nove del mattino e Edward non è con me. Non deve solo lasciarmi il mio tempo, ma anche i miei spazi.
Cammino lentamente, assaporando il piacevole calore che emanano i raggi del sole di primavera.
“Bella?”
Mi volto quando sento una voce conoscente chiamarmi. “Jacob?” Non riesco a crederci.
“Sei ancora a New York?” domanda stupito. “Edward non è venuto a prenderti?” continua.
Edward mi ha detto che Jacob lo ha spronato, insieme a suo fratello Emmett, a fare il grande passo.
Scuoto la testa. “No, lui... è qui, però...” Scrollo le spalle in un gesto indifferente. Dentro, però, sono tutto fuorché disinteressata alla cosa.
Jacob annuisce. È sereno, il volto disteso in un’espressione assorta. È ancora più bello.
“Jake, andiamo?” domanda una voce.
Entrambi, ci voltiamo verso la ragazza che viene verso di noi. Quando si accorge della mia presenza, rallenta, affiancando Jacob con insicurezza.
Jacob le sorride, e questo fa aumentare i battiti del mio cuore. “Leah, lei è Bella. Bella, lei è Leah” presenta Jacob.
Non manco di notare la mano di lei che stringe quella di lui, e Jacob che sorride.
Sorridendo, un sorriso tremulo per via dell’emozione, porgo la mano a Leah che la stringe con titubanza. Odiandomi per ciò che sto per chiedere, non posso evitare di farlo.
“Tu sei...?”
“È la mia ragazza” risponde al posto suo Jacob.
Lo fisso con la bocca aperta, mentre sento come se il mio cuore stesse scoppiando. Di felicità, perché adesso non ho più paura che Jacob soffra, che si disinteressi dell’amore, che inizi a prendersi gioco di tutte le donne come io mi sono presa gioco di lui, anche se non volevo.
E per quanto sono felice, scoppierei anche in lacrime.
Scuoto la testa, incredula, e sorrido commossa. “Sei bellissima” mormoro a Leah.
Imbarazzata, Leah sorride. Non se lo aspettava. Che Jacob le abbia raccontato tutto?
“Leah, perché non mi aspetti di là? Torno subito.” Jacob si rivolge a lei con gentilezza e dolcezza.
Quando si volta verso di me, il sorriso è scomparso per lasciare il posto a un’espressione esitante. Sospira. “Mi dispiace molto per... insomma, so quanto è dura non fidarsi più della persona che si ama... e... be’, spero che tu e Edward riuscirete a fare pace.” Jacob è imbarazzato.
Sorrido. “Grazie, Jake. Grazie di tutto” sussurro decisa, ricordando quanto abbia fatto per me.
Jacob sorride, avvicinandosi a me.
Abbracciarlo viene spontaneo, così come viene spontaneo stringerlo sempre più forte.
Mi manca Jake come amico. Mai fare sesso col tuo migliore amico, potresti rovinare una bella amicizia se poi ti scopri innamorata di un altro.
“Devo andare” mormora dopo, allontanandosi da me. “Buona fortuna, Bella.”
“Spero che con Leah vada alla grande” gli auguro sincera. Jake sorride. “Salutala anche da parte mia.”
Jacob se ne va e con lui anche il senso di colpa che provavo ancora nei suoi confronti.
Incredibile quanto mi senta felice, così tanto da poter perdonare pure Edward. Forse.
Riprendo a camminare, decidendo di tornare a casa. Sono molto più tranquilla e pronta ad affrontare l’ennesima giornata con Edward e i suoi tentativi per farsi perdonare.
Ma fermo la mia mano sulla maniglia del monolocale quando sento delle voci, una femminile e l’altra maschile. Edward e Alice.
“Credevo ci tenessi veramente a Bella!” lo sgrida la mia migliore amica.
Non capisco il senso di quella frase, come non capisco perché il battito cardiaco acceleri improvvisamente.
“Ed è così, Alice! Ci tengo a lei, altrimenti non avrei lasciato Tanya, non avrei lasciato il mio lavoro, non avrei fatto un cazzo di cambiamento nella mia vita solo per fare sesso con Bella! La amo, Alice, e tu questo lo sai, altrimenti non mi avresti aiutato. Ma Bella... lei non ce la fa a dimenticare, e non posso darle torto. Non posso costringerla a sopportare la mia presenza, non dopo averla fatta soffrire per quasi cinque anni e non quando gli ultimi tre sono stati per lei come l’inferno!” esclama ancora. “Non voglio farla soffrire più di quanto non abbia già fatto... e se vederla felice significa sentirmi morire dentro per il resto della mia vita... va bene” termina in un sussurro.
Riesco a sentire malamente le parole, visto la porta che ci separa, ma essendo un monolocale riesco a percepirne il significato, che mi fa rabbrividire.
Apro la porta con un gesto secco, imbestialita sia con lui che con me stessa. “Sai che ti dico? Fai bene, Edward. Vattene! Scappa come hai sempre fatto, fa’ promesse e poi frantumale come sei abituato a fare. Fallo, Edward. Se vuoi ti chiamo anche un taxi!” esclamo senza sapere per quale motivo, oltre ad essere arrabbiata, sono anche delusa.
“Vi lascio soli” mormora Alice, uscendo subito dal monolocale.
“Bella, aspetta...”
“Ma aspetta cosa, Edward? Cazzo, ho aspettato! Ho aspettato abbastanza ma adesso te ne devi andare. Esci da questa cazzo di porta, esci dalla mia vita!”
“Mi vuoi stare a sentire?” chiede, afferrandomi per un polso e bloccandomi dal superarlo.
“NO!” urlo, tentando di allontanarmi, ma niente. Alla fine, ci rinuncio. “Sono stanca, Edward. Ti giuro, sono stanca, non ce la faccio più” sussurro, improvvisamente stanca. Chiudo gli occhi, lasciandomi ricadere sul pavimento.
Edward mi segue immediatamente. “Non so cosa tu abbia sentito, ma...”
“Ho sentito abbastanza, ho sentito ciò che era necessario sentire per urlarti contro” gli comunico decisa.
“No! Tu hai sentito solo una parte del discorso che ho fatto a Alice, quella sbagliata. Ma ti sei chiesta perché ho deciso di allontanarmi da te?” domanda.
“Perché non volevi farmi soffrire, giusto? Dopo tre anni, non vuoi più farmi soffrire” rispondo, beffandomi di lui.
“E perché sono giunto a questa conclusione te lo sei chiesto?”
Abbasso lo sguardo, incrociando le braccia al petto e mettendomi comoda, la mia schiena premuta contro la porta, l’espressione ostinata. Non lo voglio sentire.
“Ti ho visto, stamattina, Bella. Con Jacob, io ti ho vista.”
Alzo lo sguardo senza alcun indugio, pronta ad urlargli contro che qualunque cosa abbia pensato sia sbagliata e allo stesso tempo pronta ad urlargli che ciò che faccio o chi frequento non è affar suo. Non lo è mai stato, non quando lui per primo frequentava Tanya.
Ma Edward frena qualunque cosa possa dire continuando a parlare. “Non sono arrabbiato! Davvero, Bella, tutt’altro! Sono grato di aver potuto assistere al vostro incontro perché... Ah, non lo so. So solo che vederti sorride mi ha fatto capire quanto voglia vederti felice. Ma con me non lo sei, amore mio. Non lo sei mai stata, capisci?” sussurra, prendendomi il volto fra le mani. Il suo viso è a pochissimi centimetri di distanza dal mio, ma so con certezza che non c’è alcuna malizia in questo gesto. “Ho capito che non sono la persona giusta per te, e se l’unico modo per farti realmente felice, per compiere la mia unica buona azione per te quale uomo innamorato sono, è lasciarti andare... lo farò. Ma io ti amo, Bella, questo non cambia. E non cambierà mai.”
Lo fisso, incapace di dire altro. Mi sono sempre vantata di essere una di quelle donne che hanno sempre la risposta pronta per tutto, ma per la prima volta non so cosa dire.
Nervosa, cerco di scostarmi da lui ma ancora una volta mi tiene a sè.
“Perché eri così arrabbiata dopo aver saputo che ti avrei lasciato ancora? Perché non essere felice del fatto che non mi avresti più avuto davanti ai tuoi occhi?” domanda, improvvisamente interessato.
Stringo i pugni, rivolgendogli un’occhiata omicida. “Non ero arrabbiata, Edward. Sapevo che te ne saresti andato per l’ennesima volta, lo sapevo. Era solo questione di tempo” spiego, scrollando le spalle.
“Eri arrabbiata, Bella” sentenzia, come se mi stesse ordinando qualcosa.
“Non lo ero!” esclamo, fissandolo con odio.
Edward cambia tattica, posando la sua fronte contro la mia. “Dimmi che mi ami” ordina piano, facendomi sussultare. “Dimmi che mi ami e io non me ne andrò.”
Lo fisso, ancora una volta incapace di parlare. Stanca di aprire la bocca ma di non pronunciare nulla, lo spingo via da me con una forza che non mi sarei mai immaginata di avere.
“SEI UN IDIOTA! Un completo, incapace, idiota! Ti odio! Sei stato come una piaga nella mia vita, non avrei mai voluto incontrarti!” urlo, e poco mi interessa se qualcuno mi sentirà.
Urlargli finalmente tutto ciò che provo per lui mi fa sentire bene. Decisamente bene, cazzo!
“Sei un uomo egoista, sei capriccioso, sei pure antipatico, lo sai?” Mi blocco quando vedo che tenta di nascondere un sorriso. “E sei... sei... pure imbecille!" esclamo, incredula.
Io lo insulto e lui ride?
“Hai ragione” concorda alzandosi. “Sono tutto ciò che hai detto e molto di più perché nonostante io tenti di fare la cosa giusta rovino sempre tutto...”
“È vero, rovini sempre tutto, per questo voglio che tu te ne vada. Te ne devi andare, non ti voglio, sei un essere orribile, non ti preoccupi di far soffrire la gente che ti sta intorno e che ti ama, pensi solo a te stesso, e per finire...”
Ma Edward non mi lascia finire. Pone fine al mio sproloquio posando le sue labbra sulle mie, stringendomi a sé quasi fino a farmi male.
“Cristo Santo, Bella, se necessario implorerò il tuo perdono mettendomi anche in ginocchio ma non cacciarmi via” supplica subito dopo, allontanando le nostre labbra di un solo millimetro.
“Eri tu quello che se ne voleva andare” gli rammento.
“Questo prima di capire che anche tu mi ami” spiega, riprendendo da dove aveva terminato.
Sospirando, chiudo gli occhi, posando le mani sul suo petto. Faccio una lieve pressione per allontanarlo.
“Perdonami, ti prego” mormora ancora, occupandosi di baciare il mio viso.
Gli occhi, le guancie, la bocca, il mento... Non trascura nemmeno una parte del mio volto.
Scuoto la testa, mentre sento i miei occhi riempirsi di lacrime. È in momenti come questi che vorrei cedere, è in momenti come questi che vorrei dimenticare e andare avanti. Ma chi mi dice che Edward non si prenderà un’altra volta gioco di me?
“Edward...” sussurro quando la sua bocca scende sul mio collo.
“Ti amo” mormora in risposta. “Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo...” Non manca di ripetermelo, e ad ogni ‘ti amo’ un bacio.
Non ho dubbi su questo. Si vede quando una persona ti ama veramente o ti prende in giro. Edward non solo me l’ha detto più volte, dichiarandolo a più di cinquanta persone per la prima volta, ma l’ha anche dimostrato lasciando la sua casa, la sua città, sua moglie e il lavoro che ha sempre voluto.
Sì, credo nel suo amore. Non è mai stato questo a frenarmi. È la fiducia, manca questa. È questo il problema, e poco importa se lo amo e no.
“Farò qualunque cosa per dimostrarti che ti amo, Bella. Qualunque cosa” continua Edward, risvegliandomi di miei pensieri. “Salirò su una montagna e sventolerò una bandiera gigante con su scritto ‘ti amo’; volerò su una mongolfiera e scriverò a lettere cubitali sul pallone bianco in modo che si veda che sei tutta la mia vita; chiamerò tutti gli enti televisivi possibili e dichiarerò il mio amore per te a tutto il mondo. Farò qualunque cosa per convincerti di questo” sussurra.
Sorrido, un sorriso amaro. “Ti credo, Edward” mormoro. “So che mi ami.”
“Ma allora...?” Edward è confuso, e il suo sguardo lo conferma.
Mi allontano di un passo da lui. È breve la distanza che separa i nostri corpi, ma per me va bene lo stesso. Lo fisso negli occhi.
“Il problema è che io non mi fido di te.” Vedo il dolore nei suoi occhi, lo stesso dolore che accendevano i miei quando lo vedevo con Tanya. E tuttavia devo andare avanti. Non per ferirlo, non per vendetta, ma perché ne abbiamo bisogno entrambi.
Edward deve sapere cosa mi frena, esattamente come io ho bisogno di dirlo ad alta voce.
"”Mi hai mentito per così tanto tempo che ormai... non ho più fiducia in te.”
“Ma sono sincero!” esclama.
“E a me chi lo dice? Anche tre anni fa ti credevo sincero, e invece... guarda dove siamo andati a finire” gli fatto notare.
“Quindi... non mi ami?” Ha paura della mia risposta, riesco a vederlo chiaramente nello sguardo che mi rivolge. È parecchio vulnerabile, in questo momento.
Faccio di no con la testa. “Io ti amo, Edward. Credo di non aver mai smesso di amarti, ma... non mi basta.”
Edward non dice una parola. Annuisce, voltandosi e dandomi le spalle. Poi si volta un’altra volta, l’espressione determinata. “Partiamo.”
Sgrano gli occhi, sorpresa di quel cambiamento. Cosa?!
“Andiamocene via, Bella. Solo io e te. Niente Alice, niente Jacob, niente ricordi. Niente passato o futuro” spiega.
Tento di aprire bocca per dirgli che non ho ancora capito ma lui mi precede una seconda volta.
“Hai detto che tu non ti fidi più di me, giusto?” Prima di continuare, aspetta che io annuisca. “Bene. Partiamo, dammi la possibilità di farti capire che potresti affidarmi la vita stessa e che non te ne pentiresti. Viviamo alla giornata, dimentichiamo il passato e non pensiamo al futuro. Se continuerai a non fidarti di me, ti lascerò per sempre in pace.” Si avvicina a me, prendendo il mio volto fra le sue mani. “Ma se invece riuscirai a capire che potrai fidarti ciecamente, allora potremo iniziare la nostra nuova vita insieme” conclude.
Lo fisso per quelli che forse sono secondi ma che a me sembra tanto un secolo. Alla fine, sorrido. “Sembra un bel programma” sussurro esitante.
Anche Edward sorride, incoraggiato dalla mia risposta. “Lo è.”
“E... dove dovremmo andare?” chiedo.
“Che importa? L’importante è allontanarci da qui. Andremo... Londra? Ti piace Londra? O Barcellona? L’Italia ti andrebbe bene? O se vuoi, andiamo in Russia. È bella la Russia” mormora convinto.
“Sì,” concordo anche io, divertita. “È bella.”
“Allora?” domanda entusiasta.
“Credo... credo che si possa fare...” rispondo incerta.
Non sono sicura della cosa, eppure voglio provarci.
Edward non risponde; ancora una volta, mi prende fra le braccia e mi bacia con passione.
Ricambio nello stesso modo, perché lo voglio anche io, ma alla fine mi allontano un po’. “Solo una cosa” sussurro.
“Tutto ciò che vuoi.”
“Andiamoci... piano. Senza fretta. Puoi farlo?” chiedo, fissandolo.
“Certo che posso farlo” mormora stupito, come se una cosa del genere non avrei nemmeno dovuto chiederla. Mi accarezza i capelli. “Andremo pianissimo, va bene? Voglio solo baciarti, non voglio andare oltre” continua. “Mmh?”
Annuisco alla sua tacita domanda. Se vuole solo baciarmi, non ho nulla in contrario.
 
 
Spazio autrice
 
È stato difficilissimo scrivere questo capitolo; avevo in mente la scena ma ogni volta non riuscivo a descriverla bene e questo interrompeva sempre la stesura del chappy. Questo è il mio massimo, mi spiace.
Edward ha finalmente campo libero con Bella: se prima Bella gli aveva concesso di girarle intorno per farle capire che è davvero innamorato di lei, adesso vuole anche dargli una mano. Penso che il modo migliore sia, appunto, partire. Da soli, dovranno contare solo su se stessi: Bella dovrà fidarsi di lui e Edward dovrà fare in modo che ciò avvenga. Se ancora Bella nutrirà dei dubbi, allora la loro “storia” si può anche considerare finita. Ecco qui la spiegazione dietro la proposta di Edward :)
Credo – ne sono più che sicura – che il prossimo capitolo sarà l’ultimo. Non so ancora di cosa parlerà, ma probabilmente sarà un epilogo con un salto temporale di qualche mese o anno. Vedremo :)

 
   
 
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