Nick Forum e EFP:  mimi_snape
Titolo: L’Ultimo viaggio di Severus piton
Personaggio: Severus Piton
Note dell'autore:  non so se ho azzeccato il tema, spero di sì… non descrivo propriamente la morte del personaggio, anche perché zia Row l’ha già fatto benissimo facendomi piangere per ore! Direi che è più la descrizione di una specie di sogno, di un limbo nel quale Severus si prepara per congedarsi definitivamente dalla vita.
Spero ti piaccia e buona lettura!
 
 
 
Freddo. Tutto quello che lui sente ora è freddo. Sente la vita che lo abbandona insieme al sangue che ora scorre copioso dalle ferite che Nagini gli ha appena inferto. Sa che deve resistere ancora un po’ e poi finalmente potrà dormire. Come previsto eccolo che avanza incerto verso di lui, la bacchetta alzata davanti a sé. Ovviamente dietro di lui vengono gli inseparabili Wesley e Granger. Lei ha gli occhi pieni di lacrime. Quelli del Rosso invece sono spalancati dal terrore. Potter. Gli occhi di Potter sono indecifrabili. Si inginocchia di fianco a lui e tenta impacciato di tamponare le ferite. Ma Severus lo sa, non c’è più tempo. Con un ultimo sforzo di volontà estrae la bacchetta dal mantello e la punta alla tempia.
“Prendi”.
Un filo d’argento pende dalla punta dalla bacchetta, La Granger fa comparire da chissà dove una fialetta e la caccia in mano a Potter.
“Guardami”.
Potter fissa i suoi occhi verdi sul suo viso. E finalmente Severus sorride. Vorrebbe dirgli che gli dispiace. Vorrebbe dirgli che non era così che aveva sperato andassero le cose. Ma ormai le forze lo hanno abbandonato. Spera solo che lui capisca. Spera solo che lui possa perdonarlo.
 
La sensazione è quella di quando sogni di cadere e ti svegli di soprassalto. E’ così che Severus si trova all’improvviso seduto in un campo di grano. Chissà come ci è finito lì. Si alza a fatica e viene investito da una brezza frizzante, che sa di fine estate. Quel posto gli ricorda qualcosa. Sposta lentamente lo sguardo verso sinistra e lo vede. Quello è l’albero sotto il quale si era rifugiato più volte durante la sua infanzia, quando in casa le liti assumevano proporzioni tali che gli oggetti volavano per la casa, con o senza ausilio della magia. In quei momenti quel grande albero era il solo posto dove sentiva di essere al sicuro. Senza rendersene conto Severus si incammina in quella direzione. Si sente leggero, come se un enorme peso gli fosse stato levato dal petto. D’un tratto si blocca. Una figura sta seduta su uno dei rami più bassi dell’albero con la schiena appoggiata contro il grosso tronco. Ha lunghi capelli rossi che sembrano prendere fuoco quando i raggi del sole filtrano attraverso la coltre di foglie smosse dal vento. Sembra addormentata, con gli occhi chiusi e la testa reclinata verso di lui. Severus non sa per quanto resta lì, imbambolato, incapace di compiere un’azione qualsiasi, beandosi semplicemente della visione della donna che ha sempre amato. Se solo potesse vedere ancora i suoi occhi.. Come se quel pensiero avesse sbloccato lo scorrere del tempo la donna si muove. Stira le belle braccia nude sopra la testa con una buffa smorfia, poi si sfrega un po’ gli occhi e finalmente li apre, sbattendoli appena per abituarsi alla luce. Lentamente si volta verso di lui che resta immobile mentre lei sembra metterlo a fuoco. E poi il miracolo. La bocca di Lily si apre in un sorriso luminoso. Con un balzo leggero è a terra e avanza verso di lui, i piedi nudi leggeri sull’erba. Ora è a un metro da lui e continua a sorridere. Questo è troppo.
“Perdonami Lily! Avevi ragione! E per colpa mia ora sei morta.”
Ora le lacrime scorrono copiose mentre lui si accascia a terra, il volto nascosto tra le mani. 17 anni di muto dolore esplodono. I sensi di colpa, la rabbia, la vergogna. E sollievo anche. Finalmente può lasciarsi andare. Lily era la sola con la quale osava mostrarsi vulnerabile. Lily era la sola che lo accettava pur con le sue debolezza malcelate dietro una maschera di arroganza e indifferenza. Lily. E Lily ora è lì, inginocchiata accanto a lui lo culla dolcemente. Gli accarezza i capelli mentre lo stringe forte a sé. Finalmente Severus comincia a calmarsi, e finalmente lei parla:
“Sev..mio dolce amico..io ti perdono. Tu hai protetto il mio bambino, il mio Harry nonostante l’odio che provavi per James, nonostante la somiglianza che c’è tra loro. Tu, coraggioso amico mio, hai cercato di salvarci. Non è colpa tua se siamo morti.”
La voce di Lily è come un balsamo per la sua anima ferita. Severus si beve ogni parola, ogni sillaba. Pian piano il dolore che per anni gli ha attanagliato il petto in una morsa feroce e costante si scioglie, lavato via dalle lacrime e dal dolce mormorio di Lily. Poi, finalmente, la pace. Severus rimane ancora qualche istante tra le braccia della donna che ha amato per tutta una vita, poi con delicatezza si districa da quell’abbraccio. Lentamente si volta verso di lei e la bacia teneramente sulla fronte. Si alza, Severus, seguito poco dopo da lei, che lo prende per mano e lo guida verso l’albero. Una figura ammantata di nero li attende sotto la fresca colte dei rami. Severus non ha bisogno di chiederLe chi sia. Lascia la mano di Lily. Non c’è bisogno di salutarla. Si ritroveranno perché stanno andando nello stesso posto. Sorride alla Morte, come ad una vecchia amica salutandola con un gesto del capo
“Sono pronto, andiamo”