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Autore: _MrS_HyDe_    02/12/2007    1 recensioni
Nawaki, Dan e lei insieme su uno sfondo bianco. Avevano le mani intrecciate e si sorridevano l’un l’altro. Le loro ombre proiettate nel nulla da un sole invisibile s’attorcigliavano come serpenti
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tsunade
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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ONLY TO SEE AGAIN YOUR SMILES



“Lascia dormire i morti e i sogni su di loro”
la bestia nel cuore, Cristina Comencini


“se tu mi aiuterai… riporterò in vita tuo fratello e l’uomo che hai amato”
- tu mi hai ingannata, Orochimaru!
Tu mi hai ingannata! –
 
Tsunade si svegliò con le lacrime agli occhi. La stanza era immersa nel buio e Shizune dormiva silenziosamente nel letto accanto. Era passata ormai una settimana da quando Orochimaru le aveva fatto la sua proposta, ma lei non s’era ancora decisa.
Si asciugò le guance con la manica del pigiama. Sentì una morsa al cuore: quel sogno le aveva lasciato una ferita profonda.
Nawaki, Dan e lei insieme su uno sfondo bianco. Avevano le mani intrecciate e si sorridevano l’un l’altro. Le loro ombre proiettate nel nulla da un sole invisibile s’attorcigliavano come serpenti.
L’orologio segnava le 3.56, poche ore e avrebbe incontrato il suo ex compagno di squadra. E avrebbe dovuto dargli una risposta.
Per i cuori più nobili, scegliere la soluzione sarebbe stato un attimo: avrebbero difeso la vita di molte persone, rinunciando alla felicità propria per il bene comune. Persone nobili come suo padre, come suo nonno, come quel ragazzino biondo che anche allora, anche se Tsunade non lo sapeva, continuava ad allenarsi caparbiamente. Ma lei non era mai stata alla loro altezza, non lo era e, probabilmente, non lo sarebbe stata mai. Per questo indugiava, tra l’egoismo e il sacrificio. Era sempre stata debole e ora anche meschina. E ipocrita.
Sapeva benissimo quel era la scelta che andava fatta. Ne era pienamente consapevole. Ma i loro sorrisi continuavano a tornarle in mente. Avrebbe voluto abbracciarli, anche solo per un attimo. Solo un attimo, stringere il loro corpi, baciarli sulla fronte in quel gesto che aveva ripetuto tante volte, specchiarsi nei loro occhi, udire le loro voci. Solo un attimo, solo un poco di quella gioia di cui aveva dimenticato il sapore. Ma sapeva il prezzo da pagare: migliaia di vite umane, forse milioni. Eppure, in cuor suo, una vocina maligna le sussurrava parole subdole. Le sussurrava che il villaggio della foglia era un villaggio forte, se la sarebbe cavata, che, in fondo, era colpa sua se Dan e Nawaki erano morti, che lei aveva sofferto troppo nella sua vita e che, dopotutto, non era affar suo.
Si tappò le orecchie con le mani: non voleva più sentire quella voce, non voleva più udire quelle parole. Chiuse gli occhi. Nel buio, scintillavano i loro sorrisi. Non riuscì a trattenere un gemito, di rabbia, di stizza, di fastidio e chissà cos’altro. Questo fece svegliare Shizune.
- tsunade-hime? – chiamò con voce impastata, rigirandosi nel lenzuolo – tutto bene? –
Tsunade riaprì gli occhi e abbassò le braccia, respirando profondamente.
- sì, Shizune, tutto bene. Torna a dormire –
Ipocrita.
Ipocrita e meschina.
Ipocrita e meschina e subdola.
Ipocrita e meschina e subdola e stupida.
Ipocrita e meschina e subdola e stupida e egoista.
Ipocrita e meschina e subdola e stupida e egoista e debole.
Debole.
Debole.
Debole.
Debole.
DEBOLE.
E felice. Orribilmente felice.
Presto avrebbe rivisto Dan e Nawaki.
Si riaddormentò e sognò Nawaki, Dan e lei su uno sfondo bianco. Avevano le mani intrecciate e si sorridevano l’un l’altro. Le loro ombre proiettate nel nulla da un sole invisibile s’attorcigliavano attorno a loro come serpenti, stritolandoli.
se tu mi aiuterai… riporterò in vita tuo fratello e l’uomo che hai amato”
La risata di quell’uomo la trafisse come un pugnale dalla lama gelida.
- sono felice di sapere che hai accettato la mia proposta, Tsunade- parlava lentamente e con un tono lascivo e orribile.
Orochimaru le tese le braccia fasciate. Lei le liberò dalle bende, mostrando una carne violacea e malsana e molliccia, come una cosa lasciata troppo a lungo nell’acqua. Emanò un odore di marcio e di putrefatto.
- sai, non credevo che avresti accettato – aggiunse l’uomo, con uno sgradevole ghigno sul volto – non ti avrei mai creduta così meschina –
Tsunade chiuse gli occhi, lasciando scorrere le lacrime sulle guance. Voleva rivedere quei sorrisi che tanto amava, ma le apparvero solo immagini di persone in fiamme e odore di carne bruciata.
  “se tu mi aiuterai… riporterò in vita tuo fratello e l’uomo che hai amato”
- tu mi hai ingannata, Orochimaru!
Tu mi hai ingannata! –
- io non ho ingannato proprio nessuno, Tsunade-chan,
sei tu che hai ingannato te stessa
e gli altri -
tsunade cadde a terra, presa da un conato di vomito.
- tu mi hai ingannata, Orochimaru! – gridò – tu mi hai ingannata! –
L’uomo rise freddamente, e quel sorriso sul suo volto era così orribile che Tsunade distolse lo sguardo.
- io non ho ingannato proprio nessuno, Tsunade-chan – sibilò malignamente l’uomo, sottolineando apposta il vezzeggiativo – sei tu che hai ingannato te stessa, e gli altri –
Un calcio allo stomaco prese in pieno la donna. questa alzò lo sguardo sul suo aggressore, e le scesero nuove lacrime: Nawaki era sopra di lei. Dan, poco più in là, si apprestava a lanciare alcuni kunai.
- come vedi, Tsunade, non ti ho ingannata: tu volevi che riportassi in vita i tuoi amati Dan e Nawaki – e li indicò con le braccia perfettamente sane, ghigno sul volto – ed è ciò che ho fatto – scoppiò in una tetra risata.
- maledetto… tu mi hai ingannata! Questi non sono Nawaki e Dan! – urlò, prima di ricevere un altro calcio sulla bocca, che le spaccò il labbro.
- Eppure, da quel che mi ricordo, il loro aspetto dovrebbe essere proprio questo – finse di pensarci un po’ su – beh, certo sono un po’ più irascibili di un tempo, ma sai, la gente cambia – rise di nuovo, sadico.
Nawaki la bloccò, posandole un piede sul torace, guardandola dall’alto in basso. Anche Dan arrivò, roteando un kunai luccicante nella mano destra.
La donna osservò i loro occhi, e le venne da piangere ancora di più: non erano gli occhi che lei ricordava, erano spenti, vuoti, indifferenti. E quei sorrisi, che tanto aveva agognato, non c’erano, neppure loro. Solo una fredda insofferenza, come se, per loro, non fosse mai esistita. Come se, per loro, nulla esistesse. Solo due gusci vuoti.
- piangi, piccola Tsunade? Come mai? – chiese Orochimaru, la voce profonda e divertita – non volevi rivedere il tuo fratellino e il tuo fidanzatino? Non hai forse tradito tutti i tuoi cari e tutto il tuo villaggio, per amor loro? E ora? Perché non ridi? –
Tsunade chiuse gli occhi. Non voleva più guardare, non voleva più sentire, bramava solo l’oblio, e il buio. Sentì i passi dell’uomo avvicinarsi e serrò le palpebre ancor di più. Fece spostare Nawaki e Dan dal corpo di Tsunade e strappò di mano il kunai al bambino. La donna si sentì sollevare e, un attimo dopo, una lama gelida le si posò sul collo teso.
- apri gli occhi Tsunade! – Orochimaru la teneva per i capelli biondi, urlandole contro – apri gli occhi, troia! – gridò ancora, scotendola violentemente.
Lottando con le lacrima e la paura, Tsunade obbedì. Davanti a lei si stendeva il suo intero villaggio in preda delle fiamme. Il cielo della sera era illuminato da inquietanti bagliori rossastri, si udivano urla strazianti e ogni cosa era avvolta dal fuoco. Ciò che non lo era, era già cenere. Un odore di carne bruciata, nauseabondo, raggiunse Tsunade, che vomitò sangue e bile.
- ma che fai, Tsunade, prima piangi e ora vomiti pure? Non è da te! – esclamò ridendo Orochimaru. Si avvicinò al volto della donna, che non aveva più nemmeno le forze per maledirlo con lo sguardo:
- e ora, mia cara, il gran finale! –
Le voltò la testa con violenza, verso nawaki e Dan. Ad un gesto della sua mano, i loro corpi presero a sgretolarsi nell’aria. Sotto gli occhi inorriditi di Tsunade, i corpi di Jiraya e Naruto caddero a terra, in un mucchietto di pelle secca.
La donna prese a tremare, gli occhi, ormai secchi, non riuscivano a scollarsi da quella visione. Sperò che fosse un incubo, ma era tutto troppo orribile per essere un sogno.
- li vedi, tsunade? Li vedi? – gridò Orochimaru – li hai uccisi, come avevi ucciso Nawaki e Dan, come hai ucciso il tuo villaggio e come ucciderai molta altra gente dopo di loro! –
La bella Tsunade era fuori di sé, il dolore che provava era talmente forte da inibirle ogni altra sensazione. Voleva solo morire e prese ad osservare con bramosia il kunai nelle mani dell’uomo. Questi, intuendo il volere della donna, scosse la testa, ridendo, e la gettò lontana.
- eh, no, Tsunade, non ti farò il piacere di ucciderti – disse, arrivandole accanto e arrestando il suo volto a poca distanza dal suo – ti lascerò vivere – sibilò – cosicché sarai corrosa dal dolore e dal senso di colpa – nei suoi occhi, null’altro se non disprezzo – saranno i ricordi ad ucciderti-
Si alzò e si allontanò, mentre i suoi passi si disperdevano nell’aria calda e immobile. Tsunade non li avvertì: nella sua mente, solo un vuoto opprimente. I suoi occhi non vedevano altro che i volti immobili e lividi di Jiraya e Naruto. Morì qualche giorno dopo, nell’insopportabile eco delle loro risate.
- io non ho ingannato proprio nessuno, Tsunade-chan,
sei tu che hai ingannato te stessa
e gli altri -

---------------------------------------------------------------------------------------------------------eccomi di nuovo qua!! (eh ma non è una bella cosa sai? Nd Jekyll)(guarda che io sono indispensabile…hanno bisogno di me!! ndMe) (sìsì no ma infatti te lo volevo proprio dire…ma pensa invece a ripassare latino che domani c’hai la versione e non sai nemmeno riconoscere l’indicativo… ndJekyll) (doh me n’ero scordata!!! ndMe) come è nato questo delirio? Sinceramente? Non lo so? (ma allora questo angolo che senso ha??? ndJekyll)(non lo so o_O ndMe)(ma c’è qualcosa che sai? NdJekYll)(non lo so o_O ndMe)(o_O ndJekyll)(o_O … vabbè ho capito… vado a ripassare latino ndMe) (ecco brava ndJekyll)
baci,
_MrS_HyDe_

  
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