Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: lilyhachi    15/05/2013    10 recensioni
(STORIA IN REVISIONE)
(Alternative Universe; Captain Swan)
La maledizione non è mai stata lanciata, tutti i personaggi vivono le loro vite nel Mondo Delle Favole ed Emma è cresciuta come principessa insieme ai suoi genitori. Se Emma avesse conosciuto un certo pirata, noto come Killian Jones, nella Foresta Incantata, come sarebbero andate esattamente le cose? Spero vi piaccia e, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate al riguardo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
V

Our stories

“Gettate l'ancora! Muovetevi cialtroni!”.
La voce di Jim risuonava per tutta la Jolly Roger. C'era movimento sulla nave, come se tutti si stessero preparando ad un evento speciale.
Era questo il clima ogni volta che arrivavano a destinazione? Ad Emma piaceva: l'equipaggio di quella nave era come una grande famiglia, che condivideva tutto, dalle gioie come quella ai dolori più atroci, anche se a quelli non aveva ancora assistito e sperava di non farlo.
“Come lo troviamo, capitano?”, domandò Spugna avvicinandosi ad Hook, con una sacca in spalla.
“Trovare chi?” domandò Emma, spuntando da dietro la spalla di Spugna e beccandosi un'occhiata del capitano, leggermente ostile, come se non volesse informarla su ciò che dovevano fare. Eppure lei faceva parte della ciurma, quindi aveva il diritto di sapere o almeno così credeva.
“Una persona”, rispose Hook, rimanendo nel vago.
Non sapeva chi era questo fantomatico Dragone e tenere la ragazza lontana non gli sembrava affatto una cattiva idea.
“Non visitiamo prima il villaggio?”, chiese con tono insistente, mettendo le mani dietro la schiena e mostrando un sorriso suadente.
Hook la osservava: gli sembrava tanto una bambina che faceva di tutto per ottenere ciò che voleva, utilizzando il suo sorriso e i suoi occhi vispi.
A quel pensiero un leggero sorriso gli apparve sul volto, soprattutto perchè non era molto propenso ad accontentarla.
“Non direi”, rispose guardandosi intorno. “Abbiamo cose più importanti da fare”.
Emma sbuffò, spazientita, per poi guardarlo con la tipica espressione di chi aveva il coltello dalla parte del manico.
“Scusa, ma se stai cercando questo personaggio misterioso”, cominciò mettendo una mano sul mento, “l'ideale non sarebbe chiedere di lui in giro?".
Hook storse il naso. Odiava ammettere persino a se stesso quanto avesse ragione quella ragazza impertinente: era così ossessionato dall'idea di trovare il Dragone che quasi non si era posto il problema di come farlo.
“Perfetto”, rispose tranquillo. “Noi andiamo e tu resti sulla nave”.
Emma mise le mani sui fianchi. “E dovrei restare qui ad aspettarvi?”.
“Vedo che sei perspicace!”, rispose il capitano avvicinandosi.
Emma rise a tutta quella autorità e rispose di rimando. “Mi dispiace, ma non sono incline ad ottemperare alla tua richiesta!”. (1)
A quelle parole, l'uomo la fissò sorpreso: la ragazza usava le sue stesse frasi contro di lui.
Sarebbe stato un bugiardo se avesse detto che tutta quella situazione non lo divertiva, soprattutto quando lei si mostrava indispettita e combattiva, e quando gli ritorceva contro le parole da lui usate: un vero colpo di genio.
“E va bene!”, sentenziò Hook sbuffando. “Scendiamo tutti”.
“Non cerchi di farmi cambiare idea?”, domandò la ragazza stranita dal suo tono arrendevole.
“Avrei qualche speranza?”, chiese lui con voce sarcastica (2).
Emma inclinò la testa e gli rivolse un sorriso malizioso, come per fargli capire quanto i suoi ordini verso di lei sarebbero stati vani.
Scesi dalla Jolly Roger, Hook, Emma, Jim e Spugna si apprestarono alla visita di quel luogo meraviglioso ma Emma sembrava l'unica entusiasta in quel gruppo, dato che i suoi compagni di viaggio erano evidentemente annoiati e anche scortesi verso chiunque.
“E' così che volete ottenere informazioni? Comportandovi da...”.
Emma non terminò la frase, d'altronde non erano certo uomini dalle grandi maniere...forse Hook era l'unico che aveva un po' più di galanteria rispetto ai suoi compagni, e purtroppo lei stessa aveva avuto modo di constatarlo.
“Da?”, la incitò Hook con un sorriso e cercando di farle terminare la frase.
Emma roteò gli occhi al cielo. “Pirati!”, sputò malignamente.
“Notizia dell'ultimo minuto, tesoro”, rispose il capitano ghignando “Noi siamo pirati!”. 
Hook non aveva fatto nemmeno in tempo a terminare quella frase che in pochi secondi si ritrovarono circondati da un gruppo di soldati della zona.
“Pirati eh?”, esclamò uno di loro guardandoli con sdegno, dopodiché accadde tutto abbastanza velocemente.
Uno degli uomini si avventò su Spugna, che in tutta risposta lo colpì con la punta della spada, mentre Jim veniva scaraventato a terra da un pugno di un altro soldato. Erano chiaramente in svantaggio rispetto ai soldati.
Emma, intanto, era stata spinta da Hook dietro le sue spalle, come per proteggerla, ma all'improvviso venne afferrata da uno dei soldati. Poteva sentire il suo ghigno beffardo sul collo mentre la teneva ferma con le braccia in una morsa e rideva della sua impossibilità di muoversi.
“E tu faresti parte di un gruppo di pirati?”, domandò l'uomo, deridendola. “Hai sbagliato luogo, mia cara!”.
“Toglimi le mani di dosso, brutto imbecille!”, esclamò Emma, dimenandosi e pestandogli un piede.
Il soldato soffocò un gemito per il dolore e la trascinò poco a poco verso il pozzo al centro della piazza, mentre Hook e gli altri erano impegnati con gli altri uomini. Sollevò Emma di peso, come se la sua intenzione fosse proprio quella di gettarla nel pozzo, provocando l'urlo spaventato della ragazza (3).
Hook, sentendola gridare, si voltò immediatamente ma il soldato con cui stava duellando approfittò del suo momento di distrazione per disarmarlo e bloccarlo, e così anche gli altri.
“Pirati!”, esclamò il soldato che teneva Emma sospesa. “La peggior feccia del paese!”.
All'improvviso, il soldato venne colpito da qualcosa alle spalle e cadde di lato, mollando la presa su Emma, che cadde nel pozzo, restando aggrappata ad una delle assi di ferro e cercando in tutti i modi di sollevarsi ed uscire.
Hook sferrò una gomitata al soldato che lo teneva fermo, riprendendo la sua spada e correndo in aiuto di Emma, ma prima che potesse fare qualcosa, un altro soldato cercò nuovamente di attaccarlo. Il capitano era in bilico tra il combattere con la spada nella mano destra e l'aiutare Emma, così le porse l'uncino, intimandole di afferrarlo.
“Forza, Swan! Non temere di farti prendere la mano!”, esclamò rivolgendole un sorriso burlone (4).
“Ti sembra il momento di scherzare?”, domandò la ragazza, afferrando l'uncino senza pensarci due volte, sollevandosi per uscire dal pozzo.
Nel frattempo, c'era qualcun altro che stava aiutando Jim e Spugna a sbarazzarsi dei soldati. Non appena Emma ed Hook si voltarono per capire di chi si trattasse, rimasero entrambi di sasso: era una donna che stava avendo la meglio su quattro soldati, che si dileguarono in poco tempo.
“Voi siete...”, cominciò Jim guardandola a bocca aperta.
“Sì, lo so”, rispose la ragazza riponendo la spada.
Aveva lunghi capelli neri raccolti in una coda e occhi castani. La sua bellezza era evidente, seppur nascosta dall'uniforme maschile che indossava.
“Ci hai aiutati”, constatò Emma sorpresa.
La ragazza le rivolse un leggero sorriso.
“Non mi piace questo tipo di atteggiamento, pirati o meno!”. rispose lei aggiustandosi i capelli. “Io sono Mulan”.
Prima che Emma potesse rispondere, Hook le si parò davanti cominciando a parlare.
“Il mio nome è Hook e questa è soltanto parte della mia ciurma. Il resto è a bordo della mia nave, la Jolly Roger”.
Il suo tono era quasi ammaliatore, come se stesse cercando di colpire la ragazza che aveva di fronte, la quale, in tutta risposta, lo guardava imbronciata: la sua tattica non stava funzionando affatto.
“Devi provarci con qualunque cosa che respiri?”, domandò Emma, canzonandolo.
Hook si voltò un attimo verso di lei.
“Qualcuno oggi è particolarmente simpatico. Adoro le donne suscettibili!”, replicò il capitano.
“Possiamo rimandare i diverbi tra marito e moglie ad un'altra volta?”, chiese Jim chiaramente spazientito dai loro battibecchi.
“Io mi chiamo Swan”, intervenne Emma, porgendo la mano a Mulan. “Loro sono Jim, Spugna e...Hook, come avrai notato”.
"Piacere di conoscervi", rispose con tono placido. "Cosa vi porta a Kuno Garden?".
"Cerchiamo una persona", rispose Jim. "Lo chiamano il Dragone".
Sul volto della donna apparve una leggera smorfia di contrarietà mista a confusione.
"Il Dragone...", cominciò facendo un segno di assenso con la testa. "Ho solo sentito diverse voci su di lui. E' come una chimera".
"Così bella, così inutile", commentò Hook, grattandosi il mento con la punta dell'uncino. La sua affermazione provocò lo sguardo fulminante di Emma, a cui il pirata rispose con il suo solito ghigno beffardo: maniaco, fastidioso e pieno di sè...era proprio la glorificazione del tipico pirata.
"Andiamo, forza", disse rivolgendosi a Spugna che sospirò leggermente annoiato. "Jim, resta con lei. Noi andiamo a cercare informazioni".
"Perchè io?", domandò il giovane, esasperato.
"Perchè sì!", ribattè il capitano con voce ferma e volitiva.
"Non mi serve una balia!", intervenne la bionda con diniego, mentre Jim faceva cenni con il capo per dare ragione alla ragazza.
"Smettetela!", ringhiò Hook con una leggera nota di fastidio nella voce. "Non fate i bambini e continuate a girare per questo dannato villaggio!".
Emma doveva ammetterlo: quell'uomo sapeva esattamente come dare ordini e, soprattutto, come farli eseguire.
I due uomini si allontanarono sotto gli sguardi perplessi di Emma, Jim e Mulan.
Dopo aver girovagato un po' per il villaggio, Hook poteva confermare con certezza le parole di Mulan: quel tizio era davvero una chimera.
Forse Silver gli aveva mentito? No, perchè avrebbe dovuto? Non aveva nessun interesse per ciò che stava facendo, il suo era soltanto un favore nei confronti di Jim. Continuava a camminare corrucciato, senza sapere esattamente dove stesse andando, mentre Spugna lo seguiva, evitando di fare commenti che lo avrebbero certamente infastidito, e spesso infastidire il capitano equivaleva a trovarsi il suo uncino davanti agli occhi.
D'un tratto, vennero avvicinati da tre uomini in prossimità di un vicolo: erano abbastanza alti, non molto vecchi e portavano dei mantelli neri con i cappucci che nascondevano in parte i loro volti. Per qualche motivo, Hook non si sentiva molto tranquillo.
"State cercando il Dragone?", domandò uno dei due avvicinandosi ad Hook e giocherellando con una moneta.
Hook lo guardò sospettoso: non avevano un'aria poi tanto raccomandabile.
"Forse", rispose vago e senza smettere di osservarlo. in attesa.
L'uomo lasciò cadere la moneta, portando Hook a seguirne il percorso fino a terra, poi si rivolse agli altri due. "Prendili".

"Una donna a bordo di una nave pirata".
Mulan la osservava sorpresa, come se effettivamente la sua situazione fosse nella lista delle meno adatte ad una donna, ma sembrava proprio che sia lei che quella ragazza fossero alquanto fuori dal comune, dato il loro stravagante stile di vita.
"Già", rispose la ragazza, continuando a camminare.
"Come mai, se posso?", domandò Mulan con voce titubante.
Emma esitò un attimo prima di iniziare a parlare, cercando di trovare le parole più adatte per descrivere al meglio la sua situazione, per quanto fosse possibile.
"I miei genitori", cominciò guardando in basso, "avevano scelto una vita che non mi andava poi tanto a genio e così sono fuggita".
"Credo di riuscire a capire", rispose lei. "Insomma, una figlia che si arruola nella guardia imperiale? Diciamo che non era quello che la mia famiglia aveva in mente per me", continuò, mettendo una mano sul braccio di Emma. "Ho avuto qualche problemino con mio padre".
Sembrava proprio che lei non fosse l'unica ad avere qualche conflitto con la propria famiglia e la sua situazione attuale ne era certamente la prova, tuttavia, la consolava sapere che c'era qualcuno che aveva provato le sue stesse sensazioni.
Jim aveva camminato, in silenzio, al loro fianco, ma quella conversazione iniziava a spazientirlo.
Emma non aveva fatto caso alle espressioni insofferenti che il ragazzo aveva mostrato, come se disapprovasse ogni parola.
"Vi prego!", la voce esasperata di Jim le costrinse a voltarsi. "Siete proprio due signorine lamentose”.
Emma osservò il suo volto, stupita. Sembrava che le loro parole lo avessero infastidito.
"Avete una famiglia che si preoccupa per voi e vi lamentate?", domandò con tono alquanto adirato.
Senza nemmeno dare tempo alle ragazze di rispondere, girò i tacchi e si incamminò da solo per le strade del villaggio, lasciando Emma e Mulan da sole.

Buio.
Killian Jones non vedeva altro.
"In realtà, preferisco farlo con le luci accese" (5).
Il sacco gli venne immediatamente tolto dal viso, rivelando, per quanto fosse possibile, il luogo in cui era stato trascinato insieme a Spugna.
Sembrava una sorta di tempio abbandonato: le mura della stanza in cui si trovava erano rovinate e così anche le colonne, che però davano a quel luogo un aspetto molto antico e in qualche modo anche affascinante.
Hook si voltò e dietro di lui c'erano i tre uomini che lo avevano avvicinato e Spugna, tenuto fermo vicino a loro.
Uno degli uomini fece un passo avanti e sciolse la corda che gli teneva ferme le mani.
"Non fare scherzi", cominciò guardandolo male, mentre Hook si massaggiava il polso.
“Vi stavo aspettando, Killian Jones”.
Hook si voltò di scatto, notando dinanzi a sé una figura che prima non c'era: un uomo, piuttosto vecchio, seduto a gambe incrociate e con un tipico atteggiamento da meditazione: doveva essere il Dragone.
“Vedo che la mia fama mi precede”, rispose il capitano alzandosi e accennando un inchino, per poi rimettersi a sedere.
“Conosco il motivo che vi ha spinto fin qui: la vendetta”, sentenziò l'uomo senza distogliere lo sguardo da lui.
Hook si chiedeva che razza di potere possedesse quell'uomo. La sua magia era pari a quella dell'Oscuro o era anche più potente?
“Così sembra”, rispose, abbassando leggermente il capo.
“La vendetta è affilata come una lama. Avvicinarvi troppo ad essa finirà per ridurvi a pezzi. Essa non è un inizio, ma una fine: la fine della vostra vita. Uccidete l'Oscuro e non avrete nulla per cui vivere, resterete solo con un vuoto incolmabile nel cuore”.
“Non mi importa di vivere o morire!”, esclamò Hook in un sibilo, “Voglio la mia vendetta e la mia libertà, una volta per tutte!”.
Una risata baritonale si diffuse per tutta la stanza: il Dragone si stava decisamente prendendo gioco di lui e lo guardava come se fosse un povero stolto.
“Voi parlate di libertà”, rispose, “ma la morte di un uomo chiude sempre la porta alla nascita di un altro. Vi porterà ad una regressione!”.
“Non mi interessa!”, ringhiò Hook alzandosi in piedi e annullando le distanza fra lui e il Dragone, “Voglio la sua morte, non importa cosa dovrò affrontare! Dimmi come trovarlo!”.
“Oh, non posso”, rispose il vecchio mantenendo il tipico sorriso di chi è sempre un passo avanti. “Non c'è bisogno! Qualcuno vi condurrà abbastanza vicino a lui da poter compiere la tua vendetta”.
“Chi?”, domandò il capitano al limite dell'esasperazione.
“Qualcuno di sangue blu”, rispose con tono ovvio, come se fosse la risposta più scontata del mondo, “ma non sarà facile. Il fato vi ha scelto, Killian Jones”.
“Io non credo nel fato”, rispose Hook, corrugando le sopracciglia in una smorfia.
“Allora credete in voi stesso e nel potere delle vostre scelte!”, affermò continuando a sorridere. “La via della vendetta è buia e solitaria. Intraprenderla significa lasciare tutto alle spalle, ogni tipo di sentimento!”.
“I sentimenti non sono mai stati un mio problema”, sentenziò il capitano.
“Per ora, forse. Siete un uomo, non siete immune a nulla, nemmeno alla morte”.
“Cosa significa?”.
Hook non riusciva a capire ciò che il Dragone stava cercando di dirgli.
Aveva la sensazione che gli stesse dando solo tanti pezzi ma doveva essere lui stesso a metterli insieme, trovando la giusta combinazione, e se c'era una cosa in cui Killian Jones era alquanto negato, era proprio il rimettere insieme i pezzi. Era decisamente più bravo a disperderli.
“La vendetta potrebbe essere un'opzione, non una strada certa. Lungo il vostro cammino, potreste desiderare di abbandonarla”.
Il suo sguardo era gentile e comprensivo, come se volesse spingerlo sulla strada della redenzione.
“Mai!”, ringhiò. “Non smetterò mai di combattere per ottenerla!”.
“La scelta sarà vostra. Ci saranno diverse vite in gioco, non soltanto quella di colui che desiderate tanto uccidere”.
Hook ignorò completamente ciò che aveva detto. “Da dove inizio?”, domandò.
Il Dragone sospirò, deluso e scuotendo la testa in segno di disappunto.
“Da dove siete ora”, rispose con tono arrendevole, “Sarà la vostra vendetta a venirvi incontro, e allora dovrete essere voi a decidere se coglierla".
Hook si girò e fece per andarsene insieme a Spugna, quando la voce del Dragone lo richiamò.
Il vecchio ko guardava fisso, e Hook poteva intravedere una flebile speranza nei suoi occhi.
“Rammenta, Killian Jones: non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta”.

Emma aveva ascoltato la storia di Mulan ed era piuttosto convinta che quella donna avesse decisamente coraggio da vendere.
Aveva aiutato un amico a riunirsi con la sua amata, sotto l'effetto di una maledizione che solo il bacio del vero amore poteva rompere...proprio come i suoi genitori. Si era sottratta alla vita che i suoi genitori avevano scelto per lei, e loro con il tempo erano riusciti ad accettarla.
Non era scappata. Era rimasta ferma a combattere per la sua vita.
Lei, invece, aveva scelto la via più facile: la fuga, così da non incontrare ostacoli sul suo cammino.
Emma si mise in cerca di Jim, insieme a Mulan.
Se Hook, al suo ritorno, non li avesse trovati insieme avrebbe certamente dato di matto.
Lo trovarono non molto lontano, seduto su una panca, dinanzi al lago del villaggio, che gettava sassi nell'acqua: aveva proprio l'aria di un ragazzo in pena. Emma si avvicinò, mentre Mulan decise di aspettare, poco lontana da loro.
Non appena Jim la vide, voltò la testa dall'altra parte, ignorando completamente il suo arrivo.
Emma gli si sedette accanto senza dire nulla e mantenendo un'espressione serena.
Il ragazzo si voltò verso di lei, trovandola subito pronta a sorridergli, come se stesse aspettando che fosse lui a parlargli.
C'era qualcosa negli occhi chiari del ragazzo: un velo di tristezza che sembrava non abbandonarlo mai.
"Mio padre è andato via quando ero piccolo”, disse tutto d'un fiato, come se si fosse liberato di un peso. “Mia madre mi ha cresciuto da sola, per quanto fosse possibile poi è morta, ed io mi sono imbarcato su una nave insieme a John Silver, l'uomo della taverna” (6).
“Mi dispiace molto”.
Emma non riusciva ad aggiungere altro, poteva solo sentirsi sinceramente dispiaciuta per quel ragazzo e capiva il motivo della sua reazione.
“Sono stato accolto sulla Jolly Roger, trovando in Killian una sorta di guida...di figura paterna”, continuò, tenendo la testa bassa.
Emma alzò un sopracciglio, facendo parecchia fatica ad immaginare Killian in un ruolo simile.
“Hook? Una guida?”, domandò, dubbiosa e storcendo il naso.
“Hai ancora molto da imparare su di lui, Swan!”, aggiunse Jim con un leggero sorriso, “Dovreste apprezzare di più ciò che avete. Tu sei fuggita dalla tua famiglia che certamente ti vuole bene. Ti staranno cercando”.
Emma scosse la testa. “Tu non sai...”.
“Lo so, eccome”, ribattè lui con voce ferma. “Una famiglia che ti ama ti resta accanto, anche in modo fastidioso ma di certo non ti abbandona".
Emma poteva percepire il tono di tristezza nella sua voce.
Gli mise una mano sulla spalla, pensando per un attimo ai suoi genitori e riflettendo su quanto accaduto.
Per fortuna, non ebbe modo di continuare quella riflessione, poiché venne interrotta dall'arrivo di un Hook decisamente risentito e infastidito, seguito da Spugna. Emma gli andò incontro, guardandolo negli occhi, insieme a Jim.
“Lo avete trovato?”, domandò, curiosa di udire la sua risposta.
Hook la guardò per un attimo senza risponderle, per poi rivolgersi a Jim.
“Torniamo a bordo, forza! Domani faremo qualche provvista e poi ce ne andremo”.
Il suo tono non sembrava affatto contento.
Jim inarcò un sopracciglio, notando l'atteggiamento del suo Capitano e gli ci volle davvero poco per capire che non solo avevano trovato il Dragone, ma che aveva anche detto loro qualcosa che Hook non aveva digerito.
Senza fare domande, il giovane fece segno ad Emma di avviarsi.
La ragazza si avvicinò a Mulan, promettendole che sarebbe tornata a salutarla prima di ripartire.
Una volta ritornati sulla Jolly Roger, Hook era corso nella sua cabina, sbattendo la porta così violentemente che Emma sobbalzò.
Il Capitano prese ad andare avanti e indietro per tutta la stanza, cercando di dare un senso a tutto ciò che aveva detto il Dragone.
Scaraventò diversi oggetti per aria, furioso, per poi trovarsi fra le mani un ritratto della sua amata Milah.
Hook era rimasto chiuso lì dentro per il resto della giornata. Quando giunse la sera, e ormai sia Emma che il resto dell'equipaggio avevano cenato, la ragazza prese qualche avanzo e con un po' di coraggio bussò alla porta del Capitano.
Non avendo ricevuto alcuna risposta, Emma aprì la porta ed entrò senza pensarci due volte. Se quello stolto voleva morire di fame, lei non glielo avrebbe certo permesso: averlo sulla coscienza era l'ultima cosa che desiderava in quel momento.
Appena entrò nella stanza, la ragazza rimase sorpresa nel vedere tutto quel disordine fatto di oggetti e fogli sparsi ovunque.
Si guardò intorno, cercando Hook e lo trovò disteso sul letto, completamente addormentato. Ripose il vassoio sullo scrittoio, cercando di non fare troppo rumore, e poi gli si avvicinò, come se una forza sovrumana la stesse attirando verso di lui.
Sembrava un bambino mentre dormiva, con il braccio destro abbandonato sull'altro lato del letto.
L'uncino era riposto sul comodino al lato del letto. Spinta dalla curiosità lo prese, osservandolo, per poi voltarsi a guardare il suo braccio sinistro menomato, chiedendosi come gli fosse successo. Aveva un viso così innocente, che sarebbe stato difficile considerarlo come il Capitano forte e burbero che era. Emma sorrise istintivamente, senza rendersene conto, poi notò qualcosa di strano: aveva una pergamena stretta nella mano destra.
Sempre cercando di non svegliarlo, si sporse leggermente su di lui per prenderla, sfiorandogli la spalla.
Quel contatto lieve bastò a svegliare Hook, il quale scattò a sedere sul letto, afferrando Emma per il polso, mentre la ragazza teneva ancora il suo uncino nella mano destra. Le sue iridi, così azzurre da togliere il fiato, la fissavano, lasciandola spaventata e interdetta.
Erano così vicini che Hook poteva sentire il suo cuore battere incessantemente.
Quando realizzò chi aveva di fronte, le labbra del capitano si distesero in un sorriso.
“Tempismo perfetto!” (7), ghignò lui con i suoi soliti modi e senza allentare la presa, dalla quale Emma cercava inutilmente di divincolarsi.
La ragazza riuscì finalmente a spingerlo via, alzandosi subito dal letto, e inspirò profondamente, cercando di riprendersi da ciò che era appena successo.
“Ma sei impazzito?”, sbraitò lei, leggermente scossa.
“Sei stata tu ad introdurti qui dentro”, rispose, rimanendo seduto sul suo letto e allargando le braccia in segno di resa.
“Ero venuta soltanto a controllarti e portarti da mangiare”, esclamò la bionda indicando il vassoio sul tavolo.
Hook la fissava con occhi sorridenti e quasi soddisfatti.
“Vorrà dire che la prossima volta non mi troverai impreparato”, esclamò, corrugando le sopracciglia, come soltanto lui sapeva fare, poi notò che la ragazza stringeva ancora il suo uncino in una mano.
“Non vuoi separarti nemmeno da quello, a quanto vedo!”, disse indicando l'uncino, “Mi faresti la gentilezza?”.
Emma gli restituì l'uncino, tenendosi ad una certa distanza da lui e osservandolo mentre lo rimetteva sulla mano sinistra.
Mentre lo guardava attentamente, la curiosità riprese a farsi strada in lei.
“Com'è successo?”, chiese indicando l'uncino con un cenno del capo.
“Non avevi detto che eri venuta solo per portarmi da mangiare?”, ribatté lui, aggiustandosi la camicia e guardandola negli occhi.
“Puoi dirmelo oppure posso chiedere al resto della ciurma, a te la scelta”, rispose la ragazza rivolgendogli uno sguardo vittorioso.
Hook sospirò pesantemente, cercando di farsi forza nel dare una risposta a quella guastafeste.
“Diciamo che non volevo consegnare qualcosa e l'ho tenuta chiusa nella mia mano”, rispose secco.
“Geniale”, rispose la ragazza con tono sarcastico, “ma non mi sembra una risposta valida”.
“Adesso stai ficcando il naso un po' troppo”, esclamò Hook guardandola male.
La bionda sbuffò e mise il broncio, come una bambina, facendolo sorridere.
“Facciamo così”, cominciò lui alzandosi dal letto ed avvicinandosi alla ragazza.
“Ti racconterò la mia storia, quando tu vorrai raccontarmi la tua”.
Emma lo guardava, storcendo le labbra con poca convinzione.
“Abbiamo un accordo?”, chiese lui gentilmente, porgendole l'uncino.
La ragazza gli rivolse un sorriso e poi, soddisfatta, strinse la punta dell'uncino. “Affare fatto”.

“Tremotino...la prigionia ti dona”.
Regina camminava a grandi passi, osservando soddisfatta la cella in cui era rinchiuso l'Oscuro.
“Mia cara”, esclamò Tremotino, rimanendo comodamente appoggiato al muro. “Non c'è bisogno di sottolinearlo, che maleducata”.
La regina lo guardava attentamente con i suoi occhi neri e le labbra rosse come il sangue storte in una smorfia di fastidio: quell'uomo diventava ogni giorno più irritante, probabilmente ci aveva preso gusto nel darle ogni tipo di seccatura.
“Mi sorprende vederti qui, dopo tutto ciò che è accaduto”, esclamò l'uomo come se stesse rigirando il coltello nella piaga.
Regina ignorò la sua provocazione, avvicinandosi.
“Mi aiuterai a trovare un modo per vendicarmi di Snow”, esclamò con fermezza.
Tremotino alzò gli occhi al cielo.
“Ancora con questa ossessione per la vendetta. Devo ricordarti che sei stata bandita, mia cara?”.
La donna scoppiò in una malefica risata, suscitando l'interesse e la curiosità di Tremotino.
“Questa volta mi servirò di qualcun altro per realizzare la mia vendetta: sua figlia”.
Tremotino fece la sua solita risatina divertita e cominciò a camminare per la cella, saltellando.
“E come vorresti fare?”, chiese con tono canzonatorio.
“Sai come voglio iniziare”, rispose lei ad un pelo dal suo viso. “Dammi quello che cerco”.
L'Oscuro sospirò, deciso ad accontentarla e prese quello che sembrava essere un medaglione piuttosto antico.
Tremotino intimò alla donna di indossare dei guanti prima di fare qualsiasi cosa.
“E' il...” cominciò Regina non riuscendo a terminare la frase, perchè interrotta da Tremotino.
“Sì, cara”, rispose con un ghigno “La cosa da cui nessuno può scappare: il destino. Ti prometto che se saprai come usarlo, il suo sarà particolarmente sgradevole” (8).
L'Oscuro le porse il medaglione, che Regina prese con molta cura, riponendolo in una piccola sacca che aveva con sé e rivolgendo un sorriso soddisfatto a colui che era stato il suo maestro, e di sua madre prima di lei.
Con quel medaglione si sarebbe certamente presa cura della principessina.


 

Note:

  • (1) frase tratta da La Maledizione della Prima Luna;
  • (2) dialogo ripreso dalla puntata 2x06, quando Emma scala la pianta di fagiolo e Snow cerca di dissuaderla;
  • (3) questa scena riprende la puntata 2x11, che vede Belle come protagonista;
  • (4) frase tratta dalla puntata 2x06, pronunciata da Hook;
  • (5) altra frase di Hook, dall'episodio 2x20;
  • (6) ho modificato un po' la storia di Jim, nel cartone la madre è viva, ma qui ho preferito cambiare qualcosa;
  • (7) altra frase, pronunciata da Hook;
  • (8) questa è una citazione di Tremotino, dall'episodio 2x01.
  • piccola precisazione: prima avevo scritto che Tremotino si trovava nel suo castello, ma poi una lettrice (grazie, summers0001) mi ha fatto giustamente notare che dovrebbe essere rinchiuso per ciò che è accaduto con Cenerentola, dettaglio che non avevo considerato, quindi ho modificato il contesto e mi scuso con tutti voi :)

Eccomi con il quinto capitolo, che non mi dice molto ma lascio a voi i giudizi. Come avrete letto, ho deciso di inserire anche Mulan. Inoltre, ho deciso di rendere il Dragone in maniera diversa, cioè più come oracolo che come guaritore e l'idea mi è venuta, guardando Da Vinci's Demons.
Ok, credo non ci sia altro da aggiungere.
Spero sempre che vi sia piaciuto, lasciate un commento anche piccino piccino, eventualmente accompagnato da pomodori, ortaggi e ciabatte u.u. Un ringraziamento a tutti coloro che seguono, leggono, recensiscono e mettono tra i preferiti.
Al prossimo capitolo!

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: lilyhachi