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Autore: ElisaBooBear    15/05/2013    1 recensioni
Katherine era una normale ragazza di quasi 16 anni. Tre mesi fa la sua vita si era interrotta psicologicamente, i suoi genitori morirono e lei si chiuse in se stessa. Ma un giorno ascoltò una voce angelica di cui si innamorò senza sapere di chi fosse. Presto sarebbe entrato un ragazzo nella sua vita, anzi 5, ma solo uno le conquistò il cuore. Un sogno che diventa realtà...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non potevo crederci. Io ero la figlia del padre di Harry, sua sorella. Ero stata adottata e …non capivo più nulla. La testa cominciava a girarmi e vedevo tutto sfocato. Poi ripresi le forze e guardai negli occhi Harry che stava aspettando che reagissi. Ma non riuscivo ero troppo scombussolata dal rivelazione.
Riuscii solo a dire una frase, non molto chiara ad Harry.
Io: Da quanto….. da quanto lo sai?
Harry: Da ieri pomeriggio.
Non capivo se stavo peggio per aver scoperto di esser la sorella di Harry o se per il fatto di essere stata adottata.
Mi alzai di colpo e mi diressi verso la porta.
Harry: Fermati ti prego! Lo so è difficile pure per me… ma dobbiamo affrontarla insieme non scappare Kath.
Io: Scusa.
Scappai giù dalle scale piangendo disperata, passai dal salotto per prendere  la borsa e la giacca. Tutti mi guardarono con perplessità. Louis si alzò per venirmi incontro ma io feci una corsa e aprii la porta e me ne andai da quella casa. Volevo tornare in Italia e far finta che sia stato tutto un brutto sogno.
Fuori era buio e faceva freddo, c’era qualche lampione che illuminava la strada, ma io non capivo comunque dov’ero. Camminavo veloce e ad un certo punto cominciò a piovere. Così cominciai a correre più forte per cercare un riparo.
 
HARRY
L’avevo traumatizzata, ed ora me ne stavo lì impalato seduto sul letto senza correrle dietro. Ero un cretino! Corsi giù in salotto, la cercai ma non c’era e dalle faccie dei miei amici capii tutto. Era scappata. Diedi uno sguardo alla finestra e pioveva a dirotto fuori. Era buoi e Londra di notte non è sicura per nessuno. Ero in pensiero per lei, se le fosse successo qualcosa non me lo sarei perdonato.
Io: Dov’è finita?
Zayn: E’ uscita piangendo disperata.
Io: Non credevo la prendesse così male…
Louis: Dobbiamo trovarla! Adesso. Non conosce la città e potrebbe perdersi. E poi di notte non è sicuro.
Non ci potevo credere avevo scoperto da pochi giorni che lei era mia sorella, dovevo capirlo subito da quello sguardo da furbetta, quegli occhi verdi che assomigliavano tanto ai miei.
E adesso l’avevo persa. Era in pericolo.
Louis: Forza tu Harry vai in macchina per le vie di Londra io andrò a piedi e controllerò la
zona. Dobbiamo trovarla prima che le accada qualcosa di brutto.
Harry: Zayn, Niall andate nella parte sud della città mentre tu Liam sta qui ad aspettare in caso rientrasse.
Uscimmo di casa in quattro per cercarla. Ci dividemmo e la cercammo per circa 20 minuti. Ma nulla così provai a chiamarla.
 KATHERINE
Mi chiamò.
Harry: Dove cazzo sei?
Io: Lasciami sola. Devo riflettere.
Harry: Ma non sai nemmeno dove sei. Ti prego torna a casa.
Io: Non voglio per adesso.
Harry: Non muoverti da dove sei! Dove sei? Dimmelo che ti vengo a prendere.
Io: Lasciami in pace. Per favore devo riflettere…
Harry: Ti prego è difficile lo so come ti senti. Come se il mondo ti fosse cascato addosso tutto d’un fiato, come se quello in cui hai sempre creduto e amato ora fosse svanito. Ma sei in pericolo adesso. Torna a casa che ne parliamo.
Io: Ciao.
Harry: Katherine NO!
Chiusi il telefono e proseguii per la mia strada, ad un certo punto mi trovai davanti una strada piccolissima, la imboccai e mi accorsi che era un vicolo cieco. Così mi girai e mi ritrovai davanti una figura alta e possente, quasi il triplo di me. La sua faccia era scura come la pece, il suo sguardo freddo come il ghiaccio e lui… era spaventoso. Speravo fosse solo la mia immaginazione, ma quando poi si avvicinò a me sempre più minaccioso, capii che era la cruda e fredda realtà.
Avevo paura, una paura tremenda, cercai di fuggire ma mi prese per le spalle e mi buttò contro il muro, io cominciai ad urlare ma nessuno mi sentiva, era una strada dove non passava nessuno.
X: Dolcezza dove vuoi andare. Non ti farò del male se stai buona.
Cominciai a gridare sempre più forte e mi tirò una sberla, rompendomi il labbro. Sanguinavo, sentivo l’amaro sapore del sangue tra le mie labbra che sgorgava come la mia paura.
X: Su dai fai la brava. Quanti anni hai? Ah me che importa sei carina punto.
Non riuscivo a parlare, all’improvviso mi sfiorò con le sue mani giganti il mio sedere, poi lo palpò con più forza. Mi misi a piangere sperando dell’arrivo di un angelo che mi salvasse.
Poi mi girò contro il muro in modo che non vedessi ciò che faceva. Mi strinse forte e poi avvicinò la sua bocca alla mia, ma io lo allontanai. Lui mi tirò un’altra sberla sulla guancia. Poi mi baciò con troppa voracità, avrà avuto si e no 35 anni.
Io: Ti prego… lasciami.
Non mi ascoltò nemmeno, sentii qualcosa vibrare in tasca, era il mio telefono. Cercai di vedere chi fosse ed era Harry. Cliccai il bottone e risposi senza parlare.
 
LOUIS
L’abbiamo persa. Ero disperato, non sapevo più dove cercare.. Poteva essere ovunque. Se solo fossi rimasto con le, e le avessi parlato. Credo di amare quella ragazza, era speciale, aveva qualcosa che le altre ragazze non avevano. Quando mi guardava con quegli occhi verdi solo Dio sa quanto la adoravo. Darei qualsiasi cosa per trovarla e portarla a casa in salvo. Dalla prima volta che l’ho vista al parco mi sono sentito come in paradiso, una sensazione che nemmeno quando cantavo riuscivo ad avere.
Provai a chiamarla ma non rispondeva. Temevo il peggio, se le fosse successo qualcosa non me lo sarei perdonato.
Anche se sarebbe uscita dalla mia vita di lì a poco, non la volevo perdere e non volevo le succedesse nulla. Cos cercai di pensare dove potesse essere. Ci eravamo divisi per cercare nel quartiere dell’arena, Non poteva essere molto distante. Presi una via e all’improvviso mi chiamò Harry.
Harry: Louis! E’ in pericolo! L’ho chiamata ha risposto ma non ha parlato. C’era uno con lei che le stava dicendo cose orrende, chissà cosa le starà facendo. Dobbiamo salvarla.
Io: Oddio, no. Non posso sopportare che qualcuno le stia facendo del male, al mio angelo.
Harry: continua a cercare, continuiamo. Forza! Non può essere distante.
Chiusi la chiamata e all’improvviso sentii delle urla, era lei, chiamava aiuto.
 
KATHERINE
L’uomo mi prese e mi baciò il collo con voracità. Poi mi prese la maglietta e provò a togliermela, ma io lo fermai, lui fece forza. Mi stava toccando con troppa forza e non volevo. Avevo paura e volevo Louis, volevo solo lui che arrivasse in quell’istante.
Prese i pantaloni e cercò di togliere pure quelli. Ma io gli tirai un calcio in mezzo alle gambe, colpendolo forte si accasciò a terra dolorante e io ne approfittai per scappare. Quando pensavo di averlo seminato mi prese di nuovo e mi tirò un pugno sullo stomaco. Caddi a terra dal male. Sentivo le stelle, ormai nessuno avrebbe potuto salvarmi, se non un angelo per miracolo del Signore.
Poi mi tirò su di nuovo e mi tirò una sberla in faccia, stavo piangendo dal dolore. Non ce la facevo più così caddi a terra. Mi accorsi solo ora che ero caduta sopra dei vetri rotti, che mi si conficcarono nel braccio. Urlavo dal dolore e dalla paura.
All’improvviso quando l’uomo stava per tirarmi un calcio sulla pancia qualcuno da dietro lo prese con potenza e lo scagliò a terra.
L: Maledetto! Cosa cazzo le hai fatto brutto bastardo!
Non capivo bene chi erra ma dalla voce capii che era Louis, mi avevo salvato la vita, lo amavo sempre di più. Riuscii a vedere che gli mollò un pugno in faccia spaccandogli il setto nasale, poi cadde a terra. Louis corse verso di me, tirandomi su.
Louis: Piccola Katherine. Cosa ti ha fatto quello stronzo? Non te lo meriti.
Io: Lo… Lo.. Louis… mi faa male.
Louis guardò la sua mano che stava sorreggendo il mio corpo ed era appoggiato al mio braccio sinistro, era sporca di sangue.
Louis: Oddio Katherine, stai sanguinando.
Con gran velocità mi portò in macchina, mi distese nel sedile posteriore. Poi si mise alla guida e in pochi minuti arrivammo ad una casa grandissima, una villa con un viale lunghissimo.
Il mio braccio bruciava, credevo di morire, poi Louis scese e mi prese in braccio, entrammo in casa, casa sua, almeno credo.
Mi guardava con occhi piene di lacrime, a mia volta pure io lo guardavo nello stesso modo. Soffrivo. In una maniere inimmaginabile.
Salimmo due rampe di scale e arrivammo incamera sua, era il doppio di quella di Harry. Ma non vedevo molto bene la vista si stava affievolendo sempre di più. Squillò il suo cellulare rispose.
Louis: Si è qui con me vieni qui.
Io: Louis…
Louis: Dimmi Katherine.
Io: Non vedo.
Louis: Come non vedi? Oddio Katherine perché a te?
Stava per mettersi a piangere, ma corse in bagno a prendere delle bende per fasciarmi il braccio e disinfettarlo. Stava per togliermi la giacca, ma si fermò.
Louis: Posso toglierla?
Annuii. Mi aveva appena chiesto se poteva toglierla. Quel ragazzo era di una gentilezza infinita. Ogni volta che lo guardavo negli occhi, vedevo un immensità di sofferenza.
Mi tolse la giacca e guardò il taglio, poi con delicatezza tolse il vetro e disinfettò la ferita. La bendò, finito il lavoro mi guardò con espressione triste.
Louis: Cosa ti ha fatto?
Scoppiai a piangere, non ci credevo ancora a quello che mi era appena successo, ne avevo sentite molte ma non credevo capitasse proprio a me. Appena mi vide così mi abbracciò e mi strinse forte a se. Sentivo il suo cuore battere forte, per l’emozione. Il suo respiro affaticato sul mio collo. Passò un mano tra i miei capelli e mi sussurrò qualcosa.
Louis: Vedrai che passerà tutto. Passerà. Te lo prometto.
Io: Mi volevo violentare, ha cercato più volte di togliermi la maglietta e i pantaloni, e poi mi ha toccata  ovunque. Non lo dimenticherò mai quel momento. Passo un dito sul labbro inferiore, che sanguinava. Sembrava volesse avvicinarsi di più ma si bloccò.
Harry entrò di colpo, interruppe quel momento magico.
Harry: Katherine! Oddio cosa ti è successo?
Louis: Vieni qui. Ti spiego.
Se ne andarono in disparte a bisbigliare, gli stava raccontando quello che mi aveva fatto.
Harry: Cosaa! Io lo ammazzo quello! Come ha potuto ferire lei! Mia sorella! La pagherà!
Io: Harry no…lascia perdere. E’ colpa mia non dovevo uscire.
Louis: Tu non hai nessuna colpa. La colpa è mia che ti ho lasciata uscire senza fermarti. E mi sentirò per sempre in colpa per questo.
Io: No Louis… non prenderti colpe che non hai.
Mentre stavano girati a finire di parlare, mi alzai delicatamente la maglietta per vedere il livido che aveva lasciato quel maniaco. Era rosso, grande come una mano. Provai a sfiorarlo e gemetti dal dolore. Harry e Louis si accorsero che avevo sussultato e si voltarono di scatto, così abbassai la maglietta velocemente, per non scatenare ancora  di più la loro ira.
Harry: Cos’hai li sotto? Che altro ti ha fatto? Ti ha…
Lo guardai , non capivo che voleva dire.
Harry: No non può succedere a te, non posso crederci. Perché?
Io: Non mi ha stuprata se è questo che intendi, ma poco mancava. Se non fosse arrivato Louis io adesso non so dove sarei.
Louis: Cos’hai sotto la maglia?
Harry corse da me e contro la mia voglia mi alzò la maglietta appena perché vedessero entrambi il livido. Alzò lo sguardo ai miei occhi e mi abbracciò forte.
Harry: Non doveva capitare a te. Tu sei la mia sorellina, dovevo proteggerti.
Io: Grazie. A entrambi. Ora se non vi dispiace potreste avvisare… Jeremy. Dite che è colpa mia o stavolta è la volta buona che vi ammazza.
Feci un mezzo sorrisetto forzato. Harry uscì dalla stanza col telefono all’orecchio e rimanemmo soli io e Louis.
Io: Devo partire domani.
Louis: Già… mi mancherai tantissimo. Mi mancherà il tuo sorriso i tuo occhi e il tuo profumo.
Io: Tornerò un giorno, promesso.
Louis: Promesso. Sai tenere un segreto?
Io: Si.
Louis: Mi sono innamorato perdutamente di una ragazza bellissima. Ogni giorno e ogni ora ogni secondo penso a lei. Quando la tocco sento i brividi ovunque, quando la guardo mi sento come in paradiso.
Ecco lo sapevo, doveva rovinare tutto. Era innamorato di un’altra. Era meglio se me ne fossi andata prima. Almeno non mi avrebbe detto quel segreto. Quel peso da portare ogni giorno. E non riuscire a liberarmene.
Io: La conosci da tanto?
Louis: Insomma… non da molto. Da quasi un mese.
Io: Come si chiama?
Louis: Jade.
Io: Spero che lei ricambi e che insieme stiate felici. Fammi sapere.
Harry entrò in stanza con una faccia poco convincente.
Harry: Jeremy è abbastanza incazzato, arriverà fra 10 minuti. Io resto e affronterò la sua ira.
Io: Vattene prima che torni, Ti prego.
Louis: Ha ragione vai a casa. Ci sto io qui con lei.
Harry ci salutò ed uscì dalla stanza. Lo sentimmo partire in macchina ed accelerare verso casa sua.
Rimanemmo di nuovo soli.
Io: Sono stanchissima, posso dormire?
Louis non fece nemmeno in tempo a rispondere che entrò Jeremy, infuriato che subito fulminò Louis.
Jeremy: Che ti è successo? Piccola Kath. Sei così piccola e hai già subito tanti problemi.
Io: E’ colpa mia.
Jeremy: Se non ti avessi mai portata qui a Londra nulla sarebbe successo.
Non mi sarei nemmeno innamorata di Louis, non avrei mai conosciuto i 5 ragazzi che mi hanno sconvolto la vita.
Tante cose non sarebbero successe.
Jeremy: Riposa dai. Dobbiamo tornare domani. Tua zia l’ho messa al corrente io.
Io: Oddio no, ti ammazzerà. Le avevi promesso di tenermi d’occhio. Non che sia colpa tua… ma lei incolperà solo te.
Jeremy: Correrò questo rischio.
Io: Jeremy devo dirti una cosa. Louis puoi lasciarci soli?
Uscì dalla stanza senza nemmeno battere ciglio.
Io: Harry mi ha detto una cosa che potrebbe cambiare tutto.
Jeremy: Cosa ti ha detto?
Io: Suo padre ebbe una figlia dalla sua compagna, che poi diede in adozione. Una famiglia l’addottò. Si chiamava Katherine…
Spalancò i suoi grandi occhioni verso me, non ci credeva nemmeno lui.
Jeremy: Vuoi dirmi che sei… la..la sorella di HARRY!!??
Io: Si. E’ per questo che sono scappata, perché ero disperata, non sapevo cosa fare.
Jeremy: Ma sei sicura?
Io: Be , non so ma  credo di si.
Jeremy: Ci parlerò io con lui, in ogni caso così fosse… tu dovresti essere affidata alla famiglia di Harry…quindi dovresti trasferirti qui.
Io: Non ci penso proprio. Voglio andarmene. Tornerò un giorno, forse.
In quel momento entrò Louis, che sentì l’ultima mia frase che lo sconvolse a tal punto che richiuse la porta e tornò da dove era venuto.
Io: Scusa ma voglio riposare adesso. Buona notte Jeremy.
Jeremy: Buona notte piccola.
Uscì dalla porta.
Rimasi sola, poco dopo entrò di nuovo Louis, che aveva un’aria seccata in faccia.
Louis: Avevi promesso…
Io: Scusa ma ho dovuto mentire a Jeremy…e poi non credo di tonare per rimanere. Resterò solo due giorni massimo. Nulla di più.
Louis: Capisco. In ogni caso verremo noi in Italia se vuoi.
Non sapevo lui, non aveva pensato che se ora ero figlia del padre di Harry dovevo essere affidata a loro. Meglio non illuderlo, magari era solo un pensiero di Jeremy e nulla di più.
Io: Scusa ma voglio risposare.
Louis: Certo Katherine. Ci vediamo domattina.
Io: Buona notte Louis.
Si avvicinò a mi baciò la fronte. Le sue labbra erano così morbide che sembravano fatte di seta.
Uscì dalla stanza. Chiusi gli occhi e caddi in un sonno profondo. Quella notte mi svegliai circa una ventina di volte, in predo a qualche incubo. Ero terrorizzata. Ma verso le 4 di notte mi addormentai e non mi svegliai più, feci un sonno lunghissimo, immagino.
 
  
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