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Autore: FairyJuls    15/05/2013    4 recensioni
La storia di come, una ragazza normale può fare breccia nel cuore di un attore di successo e super ricercato.
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-Posso sapere almeno il tuo nome?-
-Sarah.-
-Se volessi rivederti?-
-Vengo qui tutte le mattine.-
-A che ora?-
-Scoprilo.-
Genere: Fluff, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Renner, Nuovo personaggio, Scarlett Johansson, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Super ispirata anche se ci ho messo un pò per iniziarlo.
Spero vi piaccia, come sempre ovvio.
BUONA LETTURA!!
 
 
 
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-Chi era?- domandò la rossa dal divano mettendo in muto la televisione.
-Era una chiamata di lavoro.- rispose Sarah entrando in salotto.
-Che volevano?- domandò di rimando l'amica.
-Vogliono che porti la mia galleria a Los Angeles.- rispose la mora con sguardo stranito.
-C'è lo zampino dei tuoi?- inarco un sopracciglio la rossa osservando l'amica.
-Credo di si, ma resta il fatto che sarebbe una grossa opportunità.- asserì Sara sedendosi sul divano.
 
Erano passati un paio di giorni da quando si erano visti alla galleria.
Era mattina e dopo aver ricevuto la chiamata per la galleria, Sarah, decise di andare a fare due passi, fece in tempo a fare qualche isolato prima di controllare il cellulare.
E fortuna che lo guardò, c'era un messaggio.
 
*Dove sei?
Jeremy*

*Sono su Nassau Ave.
Perchè?
Sarah*

*Ferma li, vengo a prenderti!
Jeremy*
 
Sorrise al messaggio e si sedette sui gradini di una palazzina restando ad aspettare.
Passarono una decina di minuti prima di sentire il rombo di una moto.
Subito, la mora, pensò che non potesse essere lui, ma quando quella moto si fermò davanti a lei inarcò le sopracciglia.
Lui si tolse il casco integrale  e sfoderò un sorriso trentadue denti.
-Se pensi che salirò su quell'affare puoi togliertelo da quella tua testolina malata.- asserì lei sicura.
-Eddai, cosi mi smonti.- rise lui.
-Succede.- fece spallucce lei, -Ma comunque li non ci salgo.- annuì.
Lui inclinò il capo di lato, -Ti fidi di me?- domandò verso di lei allungandole la mano sinistra.
Sarah sbuffò alzandosi in piedi, afferrò la mano di lui con la sua mano sinistra e si avvicinò, -Si, mi fido.- rispose.
-Non ti succederà nulla.- sorrise lui.
Lei sbuffò ancora ma alla fine cedette, salì sulla moto dietro di lui e si allacciò il casco che le aveva dato in mano.
-Tieniti.- asserì lui prima di infilarsi il casco integrale.
Sarah lo circondò con le braccia poggiando poi il volto contro le spalle di lui mentre partiva.
Si da piccola aveva paura di salire in moto.
 
Viaggiarono per un paio d'ore, fino ad arrivare alla baia di Long Island.
Sarah, dopo un pò, riuscì ad alzare il volto per guardare il paesaggio, il sole che si rifletteva sulla baia, le spiagge e i prati.
Si fermarono in una zona deserta.
Si tolsero il casco, scesero dalla moto e lui la mise sul cavalletto.
-Ti piace?- le domandò subito una volta che la vide osservare meravigliata il paesaggio.
-E' favoloso.- asserì lei rimanendo imbambolata a guardare la bellezza di quel panorama.
Lui sorrise e dopo aver assicurato i caschi alla moto l'affiancò,
-Vieni, ho organizzato una cosa...- sorrise e portò la mano sinistra dietro la schiena di lei prima di indirizzarla verso un sentiero in mezzo al prato.
Seguì il sentiero fino alla curva, e poco prima di girare lui la fermò posandole le mani sulle spalle.
-Aspetta.- asserì lui posizionando le mani sugli occhi di lei, -Bene, ora avanza lentamente.- la dirigeva con la voce.
-Eccoci.- annunciò poco dopo.
Quando Sarah riaprì gli occhi si ritrovò davanti ad uno spiazzo di prato in mezzo agli alberi, da un lato,
per circa due o tre metri gli alberi scomparivano per lasciar posto alla vista della spiaggia e dell'oceano.
Sul prato una tovaglia da pic-nic già stesa e un cestino pronto per loro.
-Wow...- solo questo riuscì a dire la mora che subito si girò a guardarlo.
Lui sorrise e si guardò attorno soddisfatto per poi abbassare lo sguardo a guardarla negli occhi,
-Hai fatto molto per me. Non mi hai trattato come fanno tutti, mi hai trattato come una persona normale.- sorrise facendo spallucce,
-Questo è solo un piccolo ringraziamento. Una volta mi hai fatto passare una giornata normale all'interno della città. Oggi la giornata normale la facciamo lontano da tutti.- sorrise lui.
Lei annuì, ma non riuscì a dire nulla di più.
 
Si sistemarono sulla tovaglia e ridendo e scherzando tirarono fuori tutto quello che vi era nel cestino.
Pranzarono e giocarono come bambini, rincorrendosi sulla spiaggia e nascondendosi dietro gli alberi.
 
Erano stesi sulla tovaglia, stavano guardando il cielo che iniziava a tingersi di rosso per il tramonto.
-Vorrei stare qui per sempre.- asserì lei con un sospiro.
Lui sorrise, -Potremmo farlo.- disse girando il volto verso di lei, -Sarebbe complicato, ma non impossibile.- rifletté lui.
-Tu hai il tuo lavoro, e io il mio...- sospirò lei, -...stamattina mi hanno proposto di portare la galleria a Los Angeles e di espanderla.- buttò li la notizia, prima o poi doveva dirglielo.
Lui si alzò a sedere e si girò a guardarla, -Ma è favoloso.- la sua voce era davvero felice.
-Lo so. E' un sogno che si realizza. Ma se accettassi...- era difficile da mandare giù la cosa,
-...se accettassi vorrebbe dover dire addio ai nostri caffè al parco e le giornate normali.- asserì lei, sedendosi a sua volta a gambe incrociate tenendo lo sguardo basso.
Lui rise appena, si avvicinò a lei e le circondò le spalle con il braccio destro,
-Hey, dovresti sapere che non abito a New York.- disse lui con estrema calma e tranquillità,
-Abito a Los Angeles, sono qui per interviste e roba di lavoro, ma a breve tornerò a casa pure io.- disse sorridendole.
Lei girò il volto verso di lui a guardarlo, -E' vero... Lo avevo scordato.- sorrise appena.
Lui avvicinò il volto a quello di lei, avvicinando le labbra al suo orecchio, -Quindi direi che questa opportunità è arrivata al momento giusto.- le sussurrò all'orecchio.
Lei sorrise ed annuì, -Giusto.-
-E poi una volta la, potremo uscire senza tanti problemi di chi ci vede o no. Li sono abituati a vedere attori per strada.- ridacchiò lui.
Sarah scoppiò a ridere e poi l'idea di tornare a casa dai suoi non l'attirava più di tanto, -Dovrò tornare a casa dei miei...- alzò gli occhi al cielo sbuffando.
-Oddio, sono cosi terribili i tuoi?- domandò lui curioso, il suo braccio era sempre dietro la schiena di lei.
-Terribili no, ma loro sono... Famosi. e hanno sempre voluto che io seguissi le loro orme. Solo negli ultimi anni hanno accettato la mia carriera da fotografa, solo perchè inizio a farmi strada.- rispose lei.
-Come si chiamano i tuoi, li conosco?- domandò lui, il tono sempre curioso.
-Conosci mio padre. Ma ho paura che dicendotelo, cambierai idea su di me.- asserì lei stringendosi nelle spalle.
Lui sorrise alle parole della mora, e le diede una leggera spallata.
-Tu mi hai trattato da persona normale, e sei riuscita a conoscermi in modo diverso dagli altri; prometto che farò la stessa cosa.- la rassicurò lui,
-E poi io conosco la vera Sarah, o no?- domandò sorridendole.
Lei annuì, -Mio padre è...- sospirò, -Brad Bird.- disse il nome del padre tutto d'un fiato e strinse gli occhi come se dovesse succedere il finimondo.
-Brad? Wow, capisco il senso di oppressione ma non devi preoccuparti. E' la persona più buona del mondo.- sorrise lui,
-Allora tu sei la figlia di cui tanto parlava sul set. Beh, sappi che ti adora!- la rassicurò lui.
-Grazie.- sorrise lei girandosi a guardarlo.
-Di che?- domandò lui inarcando un sopracciglio.
-Di tutto.- rispose lei con estrema sincerità.
 
 
 
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Mi dispiace, ancora nessun bacio.
Ma almeno ora sappiamo chi è il padre di Sarah.
E' vero, Brad Bird non ha figlie femmine, ma per la storia mi serviva qualcuno di famoso e ho pescato lui (con l'aiuto di Pippi91)
Piano piano le cose vengono a galla.
Al prossimo capitolo con nuove rivelazioni!
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

 
   
 
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