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Autore: Moony16    16/05/2013    0 recensioni
Quella fu la prima volta che lo vidi. E mentre mi giro nelle coperte del nostro letto matrimoniale ripenso a quel giorno con un pizzico di nostalgia
***
Ti prego James non farmi fare cattive figure!» lui sbuffò
«ma non sarei me stesso! E poi cosa è il calcio?»
«non importa, che ti costa essere un po’ meno malandrino per un paio d’ore?»
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ero in riva al lago, avevo appena finito di fare gli esami scritti di Difesa Contro le Arti Oscure. Stavo riflettendo sulle mie risposte insieme a delle amiche, quando notai con disappunto che c’era un gruppo di ragazzi nella riva di fronte a me. Mi avvicinai curiosa, e vidi James e Sirius che prendevano in giro Severus. Andai loro incontro per aiutare il mio migliore amico: dopotutto non era giusto che quei due lo maltrattassero in quel modo, anche se dovevo ammettere che a volte era divertente.
«lascialo STARE» James e Sirius si voltarono di scattò, e la mano di James salì ad arruffarsi i capelli, in maniera decisamente sexy, facendo fare una capriola al mio stomaco.
«tutto bene Evans?» lo fissai fingendo disgusto
«che cosa ti ha fatto?»
«beh … è più il fatto che esiste, non so se mi spiego» qualche idiota rise a quella battuta di pessimo gusto.
«pensi di essere divertente» e a volte lo sei, ma molto, molto raramente.
«ma sei solo un arrogante, un prepotente, Potter. Lasciatelo in pace»
«lo farò se uscirai con me Evans. Dai … esci con me e non alzerò più la mia bacchetta su Mocciosus»
Uscire con te, e per cosa? Finire completamente cotta di te, peggio di come non sono ora, per poi permetterti di rompermi il cuore in mille pezzi? no grazie.
«non uscirei mai con te, nemmeno se dovessi scegliere fra te e la piovra gigante»
«è andata male Ramoso» disse Sirius vivacemente. Idiota di un Black, gli è andata benissimo, pensai infuriata. Già il fatto che non lo mando in punizione per ricatto è abbastanza!
«OI!!» Severus aveva cercato di contrattaccare. Lanciò un incantesimo su James, che si ferì alla guancia.
«levicorpus» Severus, a quella semplice formula, si ritrovò a testa in giù, mostrando alla folla delle gambe magre e pallide e un paio di mutande grigie e consunte.
Parecchi ragazzi applaudirono, mentre i malandrini a poco se la facevano sotto dalle risate. Mi veniva da ridere, non riuscivo a trattenermi.
«tiratelo giù!» dissi con un tono di voce che sperai suonasse freddo.
«certamente» disse James sorridendomi. Mi rallegrai  del fatto che non arrossivo mai tanto facilmente: altrimenti sarei diventata dello stesso colore dei miei capelli.
Severus cadde a terra come un sacco di patate, e si risistemò i vestiti.
«Pietrificus Totalus» Severus cadde di nuovo, irrigidito per colpa della maledizione. Ora stavano esagerando
«LASCIATELO IN PACE!» urlai uscendo fuori la bacchetta. James parve impallidire un po’. Una volta –una sola- avevo perso il controllo con lui. E di certo il ragazzo non aveva mai dimenticato quel giorno, e faceva bene a ricordarlo per tutto il resto della sua vita
«Evans, non costringermi a farti un incantesimo» disse seriamente
«levagli la maledizione, allora!» James sospirò sonoramente, poi bisbigliò la contro maledizione per liberarlo.
«ecco fatto, sei stato fortunato che la Evans fosse qui, Mocciosus»
«non ho bisogno dell’aiuto di una piccola sangue sporco come lei» spalancai gli occhi. Severus … il mio Sev non poteva avermi chiamato per davvero così!
No, non c’era più Severus. C’era Piton adesso. Mi detti mentalmente della stupida. Sapevo che gli facevano il lavaggio del cervello, ma non credevo fossero arrivati a quel punto.
Dal momento stesso in cui disse quelle parole seppi che la nostra amicizia sarebbe finita lì, che non lo avrei perdonato: aveva preferito le arti oscure a me. Io non ero più niente per lui, e mio malgrado lui non doveva essere più niente per me.
«allora non mi prenderò il disturbo in futuro. E se fossi in te mi laverei le mutande, Mocciosus»
«chiedi scusa alla Evans» disse James.
«non voglio che lui mi chieda scusa perché glielo hai chiesto tu!» dissi a James
«siete uguali voi due!»
«COSA? Io non ti ho mai chiamata una tu-sai-come!» strillò James
«Ti scompigli i capelli perché pensi che sia bello apparire come se fossi appena sceso dalla tua scopa, dai spettacolo con quello stupido Boccino, cammini per i corridoi tutto tronfio e lanci incantesimi a chiunque ti capiti a tiro, solo perché sei capace –sei così pieno di te che mi sorprendo che la tua scopa si alzi da terra. Tu mi disgusti» dissi. Girai i tacchi e me ne andai, ben cosciente di avere trattato Potter molto peggio di come meritava. Ma d'altronde ero convinta che le mie parole fossero vere, quindi non potevo sentirmi in colpa, soprattutto se ero arrabbiata in quel modo. L’uno fingeva di essere mio amico, l’altro fingeva di amarmi. Che differenza c’era? Li consideravo entrambi falsi, ed entrambi mi stavano mandando il cuore in frantumi!
«Evans!»
«ehi Evans» sentì James che mi chiamava, ma non mi voltai.
No, corsi a piangere sulla guferia. E piansi per un’amicizia finita, per un amore che definivo impossibile, per l’umiliazione che avevo subito, per tutto quello che andava male nella mia vita. Tutte le lacrime che fino ad allora avevo trattenuto vennero giù, lacrime per Petunia, per la guerra, per le morti dei babbani, per la malattia di mio padre, per tutte le volte che mi avevano chiamata sangue sporco. Se c’è una cosa però che imparai quella sera è che quando piangi hai bisogno di qualcuno che ti sorregga. E quella sera fu James a sorreggermi.
 
Una lacrima solitaria scese lungo la mia guancia. Il mio James c’era stato anche in quel frangente, ed era stato proprio in quel momento, quando lui si era avvicinato e mi aveva abbracciato, senza chiedere niente in cambio, senza parlare e senza fare battute stupide, quando mi aveva sorretto, mi aveva rialzata, mi aveva dato la forza per andare avanti, che finalmente capii quanto lui tenesse a me realmente. E adesso quell'uomo giaceva accanto a me, nella nostra casa di Godrics Hollows … e io sono la signora Potter. Caccio con la mano quella piccola lacrima solitaria, come la rugiada sopra un giglio, e rimetto la testa sopra il cuscino. È notte fonda, ma ancora non ho voglia di dormire. Ho solo voglia di ricordare il nostro primo vero appuntamento …
  
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