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Autore: martina818    16/05/2013    0 recensioni
"Camminai sulla riva del mare. Le dita dei miei piedi erano appena umide. La sabbia anche. Un soffio di vento tra i miei capelli. Erano le 06:00 del mattino, e l'alba era arrivata. Mi girai verso di lui. Gli piaceva fissarmi mentre mi muovevo e sfioravo l'acqua fresca e limpida del mattino. Quanto era bello. La luce del sole gli donava su quel viso così chiaro. Si alzò dal lettino, e venne verso di me. Mise le sue mani attorno al mio bacino sussurandomi:" Anna...non avevo mai visto un mare così bello.". Sorrisi. E gli dissi:" Amore, oggi il mare è speciale." Harry mi strinse ancor più a se. "A che pensi?" mi chiese Harry. Ridacchiando tra me e me feci finta di non sentire la domanda. Ma lui insistette. Aveva sempre bisogno di sapere cosa avevo in testa. "Amò lo sai che con me non c'è scampo. Non voglio mai perdermi niente dei tuoi pensieri." Appoggiai il capo sulla sua spalla quasi rilassandomi e gli dissi:" Vorrei comprare una barca. Anzi,una nave." Harry:"Perchè amore mio?" Io:"Bhè...perchè se solo potessi avere davvero quella nave, navigherei perdutamente nelle tue vene, senza andare più via."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Giro. Mi riggiro. Sospiro. Apro gli occhi. Non riesco proprio a dormire. Penso a lui ininterrottamente. Com'è possibile? Non mi era mai accaduta una cosa del genere. Non so se ringraziare o meno le mie sorelline per avermi fatto 'conoscere' questo gruppo. Per avermi fatto vedere Harry. " Ei..non dormi sorellina?"mi chiese Laura un pò assonnata. "No Laurè, non riesco a chiudere occhio. Da quando mi hai parlato dei One Direction e di Harry, il mio è un pensiero fisso ormai." Laura si alza dal letto e viene vicino a me abbracciandomi:" Lo so, anche per me è così. Non passa giorno che io speri che si accorgano di me su Twitter, o che possa finalmente vederli a qualche concerto. Ma adesso dormi...e cerca di stare tranquilla." Laura voleva tirarmi su, forse anche aprire in me uno spiraglio di luce, di possibilità, ma non serviva. Non mi bastava. E poi c'era Beatrice. Bhè Bea non crede in queste cose. Lei ha sempre i piedi per terra. È più concreta, ed io non la biasimo, anzi, credo sia il modo migliore per andare avanti nella vita. Ma che ci posso fare se mi sento più bimba di loro? "Sorella, io non dormo perchè sento che devo fare qualcosa. Sento che dobbiamo fare qualcosa. " dissi con aria pensierosa. "E che cosa vuoi fare?" Beatrice aveva sentito tutto, ed era sveglia già da un pò. "Bea ma non l'hai capito? Dobbiamo andare a Londra!" Laura ha centrato in pieno. "Esatto, è quello che dobbiamo fare. Io ho dei soldi da parte, possiamo permetterci di rimanere lì almeno per una settimana." Beatrice:"Grandioso!!! Però c'è un problema: dobbiamo dirlo a mamma e a papà." Laura:"È un grosso problema!" Io:"No ragazze non demoralizzatevi! Mamma si fida di me, riusciremo a convincerli." Parlammo per ore quella notte. Non ci rendemmo conto neanche dell'orario. Si erano fatte le 03:00. Ma noi non avevamo sonno. Non volevamo dormire. E talmente eccitate per ciò che volevamo fare, che mamma si accorse che eravamo sveglie. "Signorine!!! Ma vi rendete conto di che ore sono? Cosa ci fate sveglie? E voi due, Laura e Beatrice, andate subito a letto che domani avete la scuola." Così esordì nostra madre, alquanto arrabbiata ma nello stesso tempo curiosa di sapere che cosa ci avesse trattenuto a chiacchierare. "No mamma! Dobbiamo parlarti. Noi domani non andremo a scuola. E neanche nei prossimi giorni." In un attimo, non vidi nulla dinanzi a me. Avevo timore di come avrebbe potuto reagire la mamma alla notizia, ma soprattutto ho ammirato Laura per come fosse stata così diretta. Mamma:"Che cosa state dicendo?che storia è questa?Anna vuoi spiegarmi tu per favore?". Io:" Si mamma. Laura sta dicendo la verità. Vogliamo conoscere i One Direction. Ed io voglio vedere Harry Styles." Mamma:" Ma siete impazzite?e dove dovreste andare? A londra?" Incredule, Bea rispose:" Mamma!!! E tu come sai che dovremmo andare a Londra?" "Io so tutto di voi. Anche se non mi dite cosa provate per loro, so perfettamente che non abitano dietro l'angolo." Mamma mi stupì. Lei aveva capito tutto. Chissà se approverebbe un'iniziativa del genere. "Comunque, ne parliamo domani. Prima di tutto ne dobbiamo parlare con vostro padre." Aia. Questa era la parte dolente. Mamma non si pronunciò più di tanto. Questo poteva significare tante cose. Ma non è detto che sarebbe stato del tutto negativo. Svegliaaa. Era ora di alzarsi, dopo una lunga nottata insonne. Ci preparammo e scendemmo di corsa a fare colazione. Ovviamente, sempre in ritardo per accompagnare le mie sorelline a scuola. Tutto mi sembrò così strano. I miei genitori erano già a tavola. La nonna aveva appena sfornato il suo fatidico ciambellone. Ma nella stanza regnava un silenzio totale. E poi, mancava il solito Buongiorno. "Anna, le porto io Laura e Beatrice a scuola oggi." Disse mamma con un tono un pò scocciato. La cosa non mi sorprese però. Non l'avrà presa bene la richiesta che le abbiamo fatto la scorsa notte. Finimmo tutti di fare colazione, e mentre le mie sorelle e mamma diressero verso la porta per uscire, anch'io cercai di alzarmi da tavola. Ero un pò imbarazzata. "Devo parlarti. Siediti." Mio padre mi rivolse le prime parole della giornata. La sensazione che avevo non era sbagliata. L'imbarazzo proveniva proprio dal fatto che sapeva qualcosa. Mamma le aveva raccontato tutto. Io:"Si papà. Di cosa devi parlarmi?" Papà:" Di ieri notte. Che cos'è questa storia che dovete andare a Londra?" Io:" Si lo so papà, te ne avremmo parlato. Noi vogliamo conoscere i One direction." Papà:" Ah si...sarebbero quei tipi che ricoprono i muri della camera delle tue sorelle?" Io:"Si...proprio loro." Papà:" Ehm...e cosa ti aspetti che io ti dica?" La cosa buffa è che papà era la persona più buona e generosa del mondo. A volte mamma quando dice che dobbiamo chiedere il permesso a lui, sembra che lo faccia passare per un uomo burbero e rigido. Invece non è affatto così. Ma non so perchè, questa volta mi aspetto che non approvi questa nostra iniziativa. Io:" Non mi aspetto niente. Anzi, forse mi aspetto che tu mi comprenda e che ci mandi a Londra. Ma so che non sarà così." Papà:" Sei una figlia molto sveglia Anna. È esattamente quello che stavo per dirti. Io comprendo che voi siate appassionate e che vogliate conoscerli, ma tu essendo maggiorenne, potrai farlo se vorrai... Ma loro no. Loro non lo sono. E poi tu dovresti addossarti una grande responsabilità portandole con te." Io:"lo so papa. Ma mi ritengo una persona responsabile, e poi darei la mia vita per proteggerle. Per favore papa...non potrei mai andare senza di loro." Papa:"Ah...responsabile? E lo sei anche quando devi andarle a riprendere a scuola in orario?" Io:"Ma papa non mi sembra una tragedia se quanche volta ho avuto una dimenticanza..non hanno neanche piu 2 Anni." Papa:" per me si, per me sono ancora delle bambine. E sempre per me, conta il fatto di andarle a riprendere in orario. La decisione e presa, loro non partiranno." Io:"Dimmi cosa devo fare per dimostrarti che puoi stare tranquillo..." Papà:"Se proprio ci tieni, dimostrami che posso fidarmi. Valle a prendere a scuola in orario, dovrai seguirle nei compiti a casa e dovranno avere almeno la media del 7 tra tutte le materie. Se a fine mese ci riuscirai...loro verranno con te a Londra." Io rimasi a bocca aperta. Avevo un lavoro da fare tremendo dinanzi a me. Ma il tutto sarebbe servito non solo per papa e mamma, ma anche per me stessa, perchè mi sarei responsabilizzata di più e poi perchè era l'unico modo per far diventare il nostro sogno, una realtà.
  
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