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Autore: Scarlet Tabby    16/05/2013    1 recensioni
La storia d'amore di Minerva McGranitt e Albus Silente, dal loro primo incontro fino alla fine degli anni di Harry Potter a Hogwarts.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Minerva McGranitt, Un po' tutti | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Nota dell'Autore: Così sono passati quattro anni da quando Minerva si è diplomata. Ecco com'è progredita la sua vita...

Capitolo 8: Giorni Trascorsi
 
23 Luglio, 1950
 
<< Buongiorno, bellezza >>
<< Mmmm. Buongiorno >>. Si strofinò contro il suo petto nudo. << Che ore sono? >>
<< Quasi le otto >> disse mentre l’avvicinava a sé.
<< Otto? Maledizione! Devo andare! >> Saltò giù dal letto, cercando i suoi vestiti.
<< Devi proprio? Non puoi mandare un gufo dandoti malata? >> Lui stese le sue braccia muscolose e il petto sul letto.
Minerva fermò la sua frenesia e lo fissò in cagnesco. << Jack Spinnet, lo sai benissimo che non manderò un gufo dandomi malata quando sono perfettamente in grado di andare a lavorare >>. Continuò a mettersi le calze e si gettò addosso le vesti nere da lavoro.
Lui allungò la mano per prenderle il braccio quando passò accanto al letto. << Non vorresti solo stare qui con me tutto il giorno? >> Le rivolse un sorriso bianco perlato, i suoi occhi castani oscurati dal desiderio.
Lei strisciò attraverso le lenzuola per dargli una bacio veloce. << Lo sai che vorrei. Ma sai anche che non lo farò >>. Si spostò da sopra di lui per tirare su i lunghi capelli neri in un semplice chignon sulla base della nuca. << Vieni da me a pranzo? >> chiese lei con un piccolo sorriso.
<< Certo. Qualsiasi cosa pur di vedere il tuo bel viso >>.
Minerva alzò gli occhi mentre lasciava il suo appartamento. Si smaterializzò a Diagon Alley e arrivò al Ghirigoro giusto in tempo per il suo turno.
Mentre metteva in ordine la nuova partita di libri, Minerva pensava a Jack. Trascorreva quasi ogni notte con lui. Dopo tutto, era terribilmente bello: mascella volitiva, capelli color sabbia, corpo incredibile. Sorrise al pensiero. Ma qualcosa era semplicemente... sbagliato. Affezionata com’era a lui, non era innamorata, e non lo sarebbe mai stata. E questo la frustava a non finire. Lui era assolutamente perfetto sulla carta; era gentile e sexy ed intelligente con un futuro molto brillante presso il Dipartimento Di Incidenti Magici e Catastrofi. Sospirò mentre metteva i libri sugli scaffali. Doveva rompere con lui.
Potrebbe non avere senso per molte persone mettere fine ad una relazione che va perfettamente bene, ma in quattro anni che viveva da sola e frequentava ragazzi, non era mai stata una da mantenere un rapporto, se non ne vedeva un futuro.
Era l’unica cosa su cui lei e sua sorella erano completamente d’accordo. Ma mentre Helen passava ad un uomo diverso ogni mese, Minerva dava loro un po’ più di tempo e spaziava di più. Vedeva Jack da quasi sei mesi. Sei mesi sembrava abbastanza a lungo. Inoltre, la sua ricerca stava soffrendo a causa di tutto il tempo che aveva trascorso con lui. Avrebbe dovuto farla finita prima che lui si affezionasse troppo. Forse l’avrebbe fatto quando lui sarebbe venuto a prenderla a pranzo. Difficile, forse, ma Minerva aveva sempre preferito un approccio diretto per qualunque cosa.
Jack arrivò alle 12:30 in punto. Peccato che sia così puntuale. Così pochi lo sono, pensò mentre lui la baciava sulla guancia. Le prese il braccio mentre attraversavano Diagon Alley per raggiungere la gelateria di Florian Fortebraccio per pranzo. Chiacchiere riguardo le loro mattine li intrattennero mentre mangiavano. Quando i loro piatti furono sparecchiati, Minerva si allungò per tenergli la mano, uno sguardo determinato negli occhi.
<< Qual è il problema, splendida ragazza? >>
Oh, perché deve dire cose del genere?È assolutamente orribile sapere che sta mentendo, ma credergli tutto in una volta, pensò Minerva.
<< Non sono di certo splendida, ma non è questo il punto al momento >> rispose.
<< Tu sei splendida, e qual è, se posso chiedere, il punto? >>
Minerva fece un respiro profondo e lo guardò dritto negli occhi. << Questo deve finire. Tu ed io, non funziona >>.
Il suo volto era abbattuto. << Cosa significa che non funziona? Non sei felice? Non mi ami? >>
<< Sono felice, suppongo, ma è proprio questo il problema, Jack. Io non ti amo. E non penso di aver mai potuto. Sei un uomo straordinario e farai un’altra ragazza molto felice, ma non sono io. Mi dispiace >>. Lasciò andare la sua mano e aspettò la sua risposta.
Jack sospirò e non parlò per un momento, cercando il suo viso. Alla fine disse: << Niente che possa fare per farti cambiare idea? >>
Lei sorrise tristemente. << No, niente. È per il meglio >>.
Lui sorrise di rimando. << Così decisiva. Suppongo che sapevo che stava arrivando alla fine. Non sarei mai stato quello giusto per te alla fine. Mi mancherai, però. È  stata una bella corsa >>.
<< Lo è stata. Grazie per essere stato così comprensivo, Jack >>.
<< È tutto quello che un uomo può fare, Minerva. Spero che tu trovi il tuo uomo. Mi piacerebbe incontrarlo quando lo troverai. Dovrà essere il tizio più incredibile che abbia mai camminato sulla terra per meritare il tuo amore >>.
<< Beh, non lo so, ma ti auguro ogni felicità. E ora devo andare al lavoro prima di essere licenziata per il ritardo >>. Si alzò dal tavolo.
Lui pagò il conto e ridacchiò mentre camminavano fuori dalla gelateria. << Non ti licenzieranno mai. Ma affrettati a tornare così non ti preoccupi troppo. Ti manderò un gufo con qualunque cosa che hai lasciato nel mio appartamento >>.
<< Grazie, Jack. Per tutto >>. Lei lo baciò rapidamente sulla guancia e si avviarono ognuno per la propria strada.
Quando tornò in libreria, non poté fare a meno di sentirsi un po’ più leggera. Era di nuovo single, non necessariamente un modo di essere che lei amasse, ma la promessa di nuove cose a venire era qualcosa per cui non vedeva l’ora. A Minerva non piaceva essere inattiva. Il cambiamento era sempre buono perché teneva la sua mente lontana da quanto profondamente scontenta era. Non era stata veramente felice dopo aver lasciato Hogwarts, così le piaceva pensare che qualsiasi cambiamento l’avrebbe portata più vicino alla vita soddisfacente che tanto desiderava.
<< Un gufo è venuto per te, mentre tu eri fuori, Minerva >> il suo capo le disse mentre lei entrava nella stanza sul retro.
<< Grazie, signor Blott >>. Prese la busta dalla sua mano. Riconobbe la scrittura fiorita e aprì la nota.
 
Cara sorella,
È da un po’ che non pranziamo insieme. Come ti suona domani al Paiolo Magico?All’una? Inviami la tua risposta il più presto possibile. Ho tante cose da dirti. A presto.
Con Amore, Helen
 
Minerva pensò per un momento. Il giorno dopo era Sabato. Lei non lavorava nei finesettimana, il che era probabilmente meglio visto che ad Helen piaceva andare avanti per un po’.
Effusiva. Questo era ciò che era Helen. Calda, generosa ed effusiva. Così come Minerva era prudente e riservata, così sua sorella era quasi l’opposto.
Minerva inviò rapidamente la sua risposta positiva all’invito di sua sorella e tornò al lavoro, levitando i libri al loro posto nel negozio.
Un allocco volò attraverso la finestra aperta del negozio e lasciò cadere una lettera davanti a Minerva.
<< Popolare oggi, non è vero? >> Il signor Blott sorrise. Minerva alzò le sopracciglia per ammonirlo e poi guardò la lettera. Fece un ampio sorriso quando vide la scrittura elegante in cui era scritto il suo nome sul retro della busta. Subito aprì la lettera.
 
Mia cara signorina McGranitt,
Vorrei congratularmi con te per la pura genialità del tuo ultimo articolo in Trasfigurazione Oggi. Le tue osservazioni sul controllo emotivo delle trasformazioni in Animagus erano entrambi penetranti ed eloquenti. Solo tu potevi fare giustizia a questo problema complesso. Una nota, però: ho sentito che la tua sezione di stabilizzazione emotiva era un po’ carente, rispetto al resto del foglio. Eppure, sei arrivata più vicino alla perfezione che mai. Ben fatto, come sempre.
Sinceramente tuo, Albus Silente.
 
P.S. Sono ancora lusingato dalla tua gentile dedizione.
 
Il cuore di Minerva diede un fremito alla sua lode. La sua opinione era ancora l’unica che veramente contava per lei. Ed ecco perché dedicava ogni articolo che scriveva “Ad Albus Silente, che mi ha insegnato tutto quello che so e inspira la mia ricerca”. Lui aveva completamente ragione sulla sezione di stabilizzazione emotiva. La ricerca che aveva fatto era carente su quel particolare argomento e avrebbe potuto prendersi a calci per non aver fatto di più per questo. Tuttavia, a lui piaceva il suo lavoro. E questo la rendeva più felice di quanto non volesse ammettere. Non l’aveva più visto dal suo ballo del diploma e la loro scarsa corrispondenza era niente in confronto a vederlo e parlare con lui come faceva ad Hogwarts.
Minerva si bloccò improvvisamente. È per questo che non mi posso innamorare. È lui. È sempre stato lui. Nessuno mi fa sentire come mi fa sentire lui. Sei mesi di sesso incredibile con Jack non si avvicinano nemmeno a come mi sento ricevendo una breve lettera da Silente. Oh è assolutamente stupido, Minerva si rimproverò. Beh, non c’è niente da fare al riguardo. Probabilmente avrà una moglie e un figlio oramai. Mi limiterò a continuare come ho fatto fino adesso e spero di trovare qualcuno che gli si avvicini.
Era una trista consapevolezza per Minerva. Fece senza troppa convinzione il suo lavoro per il resto del pomeriggio. Poche ore dopo, il signor Blott se ne andò per cenare con la sua famiglia, chiedendo a Minerva di chiudere, come al solito. Minerva sedette dietro al registro nel negozio vuoto, scrivendo furiosamente note per il suo prossimo articolo di Trasfigurazione.
Quando arrivarono le otto, Minerva raccolse le sue note e le mise nella sua borsetta con la sua bacchetta. Incantò le porte e le finestre della libreria prima di uscire nella notte di Londra.
Avrebbe potuto smaterializzarsi dritta nel suo appartamento, ma la serata era calda e la luna splendeva luminosa, così decise di camminare. A un isolato di distanza da lei, tre uomini all’inizio dei loro trent’anni stavano barcollando lungo la strada verso di lei. Il capo del gruppo, un uomo alto, con i capelli ricci castani si stava mettendo in mostra per i suoi amici, gridando incantesimi vari a lampioni e bidoni della spazzatura, cambiando i loro colori e facendoli sbattere tra di loro. L’uomo dai capelli rossi alle sue spalle teneva una bottiglia di Whisky Incendiario.
L’uomo biondo gridò a quello rosso: << Ehi, passa la bottiglia, Bilius! L’ho comprata io ed è la promozione di Ed che stiamo festeggiando. Come mai se tu che porti quella dannata cosa? >>
Bilius gli porse il liquore dopo aver preso lui stesso un sorso. Si voltò verso l’altro uomo: << Va bene, Ed. Basta con quella merda. Non dovresti tornare da quella tua donna? >>
Ed fermò il suo ridicolo comportamento e si voltò verso i suoi compagni. << No, non mi aspetta fino a domani pomeriggio. Così ho tutta la mattina per smaltire la maledetta sbornia che sto pensando di prendere stasera! >> Lanciò un forte grido come risata e i suoi amici lo seguirono immediatamente.
Improvvisamente, l’uomo biondo notò Minerva che camminava dall’altra parte della strada. << Ciao, dolcezza. Ti piacerebbe bere un drink con noi, eh? >>
Minerva non rispose, ma raggiunse nella sua borsa la sua bacchetta magica, per ogni evenienza.
L’uomo biondo non cedette e barcollò attraverso la strada per afferrarla per un braccio. Minerva si girò di scatto verso di lui, la sua bacchetta puntata alla gola di lui. << Lasciami immediatamente>> disse lei con voce bassa e minacciosa. Egli fece come chiesto. << Ora vai a casa e dormici su, a meno che non tu non desideri essere trasfigurato in un sasso sulla strada >>.
Ed tirò via il suo amico. << Andiamo Jim. Non vuoi una cagna così in ogni caso >>.
Tutti si allontanarono furtivamente nella direzione opposta e Minerva, in un impeto di furia scozzese, diede fuoco alle loro scarpe prima di materializzarsi direttamente a casa, dove scoppiò subito in lacrime, soprafatta dalla rabbia e dalla paura.
La mattina dopo, Minerva si svegliò tardi dopo una notte di sonno agitato. I suoi sogni erano stati afflitti da pensieri di Silente, Jack e quei pazzi ubriachi della sera prima. Nel complesso, uno stato piuttosto inquietante di sonno.
Fece un bagno piacevole con una tazza di tè da prima colazione inglese, dopo di che fece un po’ di pane tostato nel suo piccolo angolo cottura. Fissò il suo guardaroba, alla ricerca di un vestito da indossare per il pranzo. Decidendo che il vestito blu era quello con meno probabilità di ricevere disprezzo da Helen per il senso della moda di Minerva, se lo mise e fissò i capelli in uno chignon facile ed elegante.
Minerva arrivò presto al Piolo Magico e prese un tavolo per aspettare la sorella.
<< Minnie! >> Helen fece irruzione nel bar e gettò le braccia al collo della sorella.
<< Non chiamarmi così, Helen >>. Minerva abbracciò sua sorella comunque. << È bello vederti. Come stai? >>
Helen lasciò Minerva, si sedette dall’altra parte del tavolo e gettò la chioma di capelli d’oro dietro alle spalle. << Sto una meraviglia, tesoro, e tu come stai? >> Helen disse con troppo entusiasmo, un gran sorriso sul volto, che le arrivava fino ai suoi occhi azzurri.
<< Io sto... bene >> Minerva rispose timidamente, guardando piuttosto incuriosita la sua bellissima sorella. Helen era solitamente felice, ma questo sembrava un po’ eccessivo. << Riguardo a cosa sei così allegra, Helen? >>
<< Be’, stavo aspettando che lui arrivasse, ma suppongo di potertelo dire ora. Sono troppo eccitata. Mi sposo!
<< Oh, Helen, congratulazioni! Chi è? Qualcuno che conosco? >>
<< Edward Potter. Era un anno sopra di me in Grifondoro, ma non l’aveva mai conosciuto allora. Ma lavora presso il Dipartimento di Applicazione della Legge Magica, che è un piano sotto di me ai Trasporti, e abbiamo avuto modo di parlare in ascensore e be’, stiamo insieme da quattro mesi. Mi ha chiesto di sposarlo la settimana scorsa e avremo il matrimonio nel mese di novembre. Ha appena ricevuto una grande promozione e dice che con il suo aumento, può finalmente darci la vita che vuole. Oh, è così fantastico, Minerva. So che lo adorerai. Oh ed eccolo qui! >>
Minerva seguì lo sguardo eccitato di Helen fino alla porta. Incontrò gli occhi di un uomo alto, attraente, con i capelli ricci castani. Lei rimase a bocca aperta, ma presto si ricompose mentre Edward Potter si avvicinava per salutarle.
<< Ciao, amore mio >>. Diede un bacetto sulle labbra ad Helen e si voltò verso Minerva. Nessun sguardo di riconoscimento attraversò il suo volto. << E questa deve essere la sorella intelligente di cui mi hai parlato. È un piacere conoscerti, Minerva >>. Minerva gli permise di stringerle la mano. Il suo tocco le fece venire la pelle d’oca.
<< Molto piacere di conoscerla, signor Potter >>. Minerva tornò velocemente a sedersi.
<< Helen, tesoro, mi dispiace ma non posso restare a pranzo. Sono solo venuto per dire ciao mentre ero in strada per andare in ufficio. Grande promozione, molte cose da fare, lo sai. Ma ti verrò a prendere per la cena alle otto, se va bene >>.
<< Oh, be’, sì, certo. Sei sicuro che non puoi restare per una tazza di tè, almeno? >> Helen era avvilita.
<< Non posso. Credimi, vorrei poterlo fare, ma sarei dovuto andare stramattina, se non per il fatto che avevo un terribile mal di testa e mi sono dovuto stendere un po’ >>. Ci scommetto che lo hai fatto, tu sporco ubriacone, Minerva pensò. << Devo proprio andare. Piacere di averti conosciuto, Minerva. Spero di non essere così di fretta la prossima volta >>. Baciò la sua fidanzata e fece ancora una volta un sorriso alle due donne prima di precipitarsi fuori di nuovo. Helen lo guardò allontanarsi e sospirò.
<< Be’, questa è la vita di una persona intraprendente, suppongo >>.
<< Helen, non puoi sposarlo >>.
Helen strinse gli occhi a Minerva. << Ma di che cosa stai parlando? Ovviamente ho intenzione di sposarlo! >>
Minerva si chinò vicino a sua sorella dall’altra parte del tavolo. << Lo sai che non partecipo mai nella tua vita se non è importante. Ed è molto importante che ti sbarazzi di lui >>.
Helen si appoggiò allo schienale, sollevano le sopracciglia in domanda. << E perché mai, di grazia? >>
<< L’ho incontrato ieri sera. Lui e i suoi amici erano terribilmente ubriachi e stavano causando un completo putiferio. Uno di loro ha anche cercato di portarmi con loro. Tutti e tre erano scortesi, odiosi e assolutamente vili. E tu vali molto di più di uno sciocco arrogante come Edward Potter >>.
<< Perché lo fai? >> chiese Helen con voce tranquilla, senza alzare gli occhi dal tavolo.
<< Faccio cosa? >> Minerva si calmò dalla sua tirata arrabbiata.
<< Prendi tutto ciò che significa qualcosa per me e cerchi di distruggerla. Fin da quando eravamo piccole, tu disprezzavi tutto quello che mi piaceva >>. Helen alzò gli occhi per incontrare quelli della sorella. << Edward è un buon uomo, Minerva. Lui mi ama e io lo amo. Lui e i suoi amici si sono divertiti un po’ stupidamente da ubriachi. Non è la fine del mondo. Sarà un marito fantastico e un padre meraviglioso un giorno. Io so di non essere intelligente come te o seria o forte. Ma ti prego di darmi credito per il fatto che ho un po’ di gusto >>.
<< Helen... non volevo dire... >> balbettò Minerva.
<< Smettila. Non so perché ho pensato che saresti stata felice per me. Sei troppo distante e fredda per essere felice per qualsiasi motivo. Finirai amareggiata e da sola, proprio come mamma e papà pensavano che avresti fatto. Non ho bisogno del tuo veleno nella mia vita felice, Minerva. Addio >>. Helen si alzò dal tavolo e si precipitò fuori, le lacrime rigavano il suo bel viso.
Minerva rimase seduta, attonita, incapace di muoversi. Stava solo cercando di aiutare sua sorella dicendole la verità. Helen era l’unica famiglia che Minerva aveva. Non poteva perderla.
Per settimane, Minerva cercò di inviare un gufo a sua sorella, chiamarla con la Polvere Volante, anche visitare la sua casa o il Ministero. Ma Helen non voleva vederla o parlarle. Un’altra cosa che le sorelle McGranitt avevano in comune: quando provocate erano entrambe testarde come muli. Dopo un mese di tentativi falliti, Minerva decise che le cose terribili che sua sorella le aveva detto quel giorno dimostravano che non aveva bisogno di Helen così come Helen, ovviamente, non aveva bisogno di lei.
Minerva non rivide mai più Helen.

Nota della Traduttrice: Ecco il nuovo capitolo tradotto, che cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Grazie a tutte le persone che seguono e hanno messo la storia tra le preferite. Al prossimo capitolo! 
  
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