Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Ulissae    16/05/2013    4 recensioni
Una raccolta senza pretese, ispirata ai Mumford&Sons. La scelta dei personaggi è assolutamente casuale e dettata dall'ascolto delle loro canzoni.
[4. Conchiglie - Jaime]
Non aveva niente da perdere e tutto da guadagnare.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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[Spoiler 03X05 NON LEGGETE SE NON VOLETE SPOILER :) ]




3. Mantello





Darkness is a harsh term don't you think?

And yet it dominates the things I see  
Roll away your stone, Mumford & Sons  











Dragonstone era sempre stato un luogo oscuro, una roccia nera che il mare sembrava divertirsi a sbattere e percuotere. Blackwater Bay non aveva certo ottenuto questo nome per via delle sue acque calme e cristalline.
Stannis l’aveva accettata perché era un uomo che non lasciava mai la presa: era stata conquistata con sangue e sudore, nessun lorduncolo che aveva passato la guerra seduto nella sua tenda l'avrebbe meritata.
Anche Dragonstone, era un dovere.
Era un dovere come il suo diventare re: non un desiderio di potere, una brama di gloria, ma un soffocante e insopprimibile senso del dovere. Così doveva essere e così sarebbe stato.
«Shireen?»
Il cigolare della porta sembrava riprodurre quel brivido freddo che gli percorreva la schiena ogni qualvolta entrava nella stanza. Aveva sempre pensato che fosse un posto troppo scuro per una bambina, la luce delle candele era fievole se confrontata con quella del sole e le pareti di roccia erano ricche di quel fuoco ghiacciato, nero, così nero.
Ma Stannis non poteva farci nulla, così doveva essere e così era.
La bambina era piegata su un baule, con la testa dentro, occupata a rovistare e a cercare qualcosa. Non appena sentì la voce del padre alzò lo sguardo emozionata. Il volto le si aprì in un sorriso e anche la sua metà rovinata sembrò brillare e rilassarsi.
Stannis aveva sempre considerato il sorriso della figlia una piccola pietra preziosa, incastonata in mezzo a tante altre rocce grezze e rovinate. C’era qualcosa di sublime e così meravigliosamente innocente nel modo in cui lo accoglieva che, per degli attimi che gli sembravano interminabili, si chiedeva perfino se non fosse il caso di mandare all’aria tutto e far uscire da quella gabbia la piccola Shireen. Se non fosse giusto, una volta ogni tanto, gettare al vento di Dragonstone gli obblighi e i doveri e le necessità e sperare che queste venissero portate via, lontano.
Ma Stannis sapeva che le ceneri gettate al vento ritornano sempre indietro, generalmente infilandosi negli occhi e nella gola.
Shireen non poteva uscire dalla sua camera, non poteva uscire da Dragonstone, non ora che la vittoria sembrava solo una fiammella tremolante, una candela abbandonata nel bosco durante una tormenta.
Cosi doveva essere, e così era stato.
«Padre! Non vedevo l’ora che veniste!» la bambina si gettò tra le sue braccia e lo strinse a sé con forza, affondando la metà del viso grigiastra e malata contro il suo petto.
Stannis ricambiò la presa e si abbandonò a un sorriso.
Il lord di Dragonstone non sorrideva mai, perché vedeva questo buio intorno a sé, questa oscurità caotica e sbagliata, e si sentiva perso, un piccolo soldato che combatteva contro la follia e la stoltezza degli uomini. Come un manto pesante, lo avvertiva sulle spalle.
«Ho avuto molto da fare».
«Non importa, padre», sorrise Shireen, «io vi ho aspettato».
Stannis la guardò, studiò le piccole rughe della pelle che si formavano vicino agli occhi mentre la figlia gli sorrideva e lo portava verso il letto, pronta a mostrargli qualcosa.
E all’improvviso, gli sembrò come se quel mantello di opprimente dovere fosse caduto, e si sentì più leggero.


"It’s not the long walk home that will change this heart
But the welcome I receive with every start"

Angolo Autrice:
ci ho messo un bel po' ad aggiornare, ma... ecco, si sa che io sono un po' lenta e incapace con gli orari e con i tempi... quindi.
Sappiate che per me la scena nel telefilm mi ha ucciso. UCCISO nel profondo. Quindi appena ho sentito la canzone ho pensato al buio che è presente nella vita di Stannis, la sua incapacità nel godersi qualcosa, nell'essere felice, in opposizione a quel sorriso che ha regalato alla figlia in quella puntata. Ho pensato che forse, amare Shireen, sia l'unica cosa che non faccia per dovere e... bhe, ecco. Ecco qui la storia ^^
Vorrei ringraziare OttoNoveTre che mi ha dato una mano nella stesura e... bhe, spero vi piaccia!
   
 
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