Anche questo capitolo non presenta
introspezione ma una mera descrizione dei fatti, e la cosa è voluta. Serve da
introduzione al prossimo capitolo, in cui si saprà tutto (credo che lo spezzerò,
perché è uscita una cosa oscenamente lunga)… E solo alla fine del prossimo
potremo avere un minimo di introspezione. Poi, dal quarto in poi (che comunque
sarà tipo il sesto, per la suddivisioni), avremo quasi solo introspezione e
sentimenti. Questo perché non volevo mischiare troppe cose, e l’”effetto
sorpresa” deve riuscire e la sorpresa stessa sarà volutamente presentata in
termini neutri. Ci sarà modo di ragionarci su e di approfondire poi, non
temete. Chi mi conosce sa che non trascuro mai l’introspezione.
Detto questo, vorrei ribadire che ogni cosa
avrà una spiegazione. Non mi diverto a stravolgere i personaggi senza un minimo
di senso. La storia è particolare e forse dovrei alzare il rating e mettere fra
gli avvertimenti “tematiche delicate”… Non so. Ma non sono una persona che
prende alla leggere il gesto di Lily, ecco. Spero che, col tempo, si chiarisca
tutto.
Ora ringrazio chi ha messo la storia fra le
seguite e vi auguro buona lettura =)
“Guardami”
Appena riapparvero, Lord
Voldemort la lasciò andare, come se il solo contatto con una Sanguesporco avesse potuto infettarlo.
A Lily poco importava. Si
guardò attorno: era in un piccolo salotto arredato in modo antico, con mobili
con decori a forma di serpente. Le tende erano nere; il tutto aveva un ché di
tetro. Ma lei lanciò un breve sguardo all’uomo, che, sorridendo, si sollevò la
manica e premette sul Marchio Nero.
Tempo qualche minuto, durante
il quale Lily si mise ad osservare la porta – cercando di pensare, cercando di
fare chiarezza nella sua mente e cercando di ignorare il dolore sordo e il
sangue che usciva dal naso – e Lord Voldemort osservava lei, oltremodo
divertito dalla mancanza di paura della giovane; Severus apparve, spalancando
la porta.
Indossava una veste nera, sì,
ma non aveva il cappuccio da Mangiamorte. Era al banchetto di Halloween di
Hogwarts: si era defilato con una scusa, sotto lo sguardo vigile di Silente –
che sapeva chi lo stava chiamando.
Non fece in tempo neppure a
realizzare che Lily era lì – Lily era lì!
– che la ragazza gli corse incontro, cingendogli la vita con le braccia.
“Sev.” disse, e il suo tono
era meravigliato e disperato allo stesso momento.
“Hai visto, Severus?” si
intromise Voldemort, dato che Severus era rimasto paralizzato, confuso “Il tuo
Signore mantiene sempre le sue promesse. Ti ho portato colei che mi avevi
chiesto: ora vai, fai di lei ciò che vuoi.”
Lily si staccò da lui e lo
fissò negli occhi.
“Andiamo.” disse.
Severus vide la decisione
brillare in quelle iridi verdi, misto a qualcos’altro che non riusciva a decifrare.
Sembrava felice e disperata insieme, non capiva… Ma non era il caso di restare
lì e di interrogarsi davanti al Signore Oscuro.
“La ringrazio… Mio Signore.”
rispose Severus, cercando di mostrarsi impassibile come sempre, mentre dentro
ribolliva. Prese Lily per un braccio, mentre l’uomo faceva un cenno con la
mano, e la portò fuori dalla stanza, diretto al punto di smaterializzazione.
“Sev” disse ancora Lily, e
lui sentì il cuore stringersi in una morsa, udendo quel soprannome che lei gli
aveva dato, che solo lei poteva usare “Portami in un posto dove non ci possano
trovare.”
Erano arrivati al punto.
Lui si girò a guardarla,
notando solo ora il sangue che scendeva copioso dal naso.
“Cosa? Perché… Che ti è
successo? Lily?”
Gli occhi della giovane si
adombrarono, ma il suo tono rimase risoluto.
“Ti prego. Un posto dove
possiamo parlare solo io e te.”
Severus annuì e la strinse a
sé, smaterializzandosi a Spinner’s End. Non voleva rimanere nei paraggi del
quartier generale del Signore Oscuro, così l’aveva portata in un posto
relativamente sicuro: nessuno dei suoi conoscenti poteva raggiungerlo lì; al
massimo, solo Albus Silente.
Arrivarono direttamente in
salotto: le tende erano chiuse e i vicini credevano la casa abbandonata o
quasi, dato che ci tornava solo due mesi d’estate. Senza contare gli incantesimi
di protezione che aveva messo.
“Lily” iniziò Severus,
dolcemente, cercando di ignorare la sensazione di stretta allo stomaco che lo
coglieva ogni volta che la guardava “Che è successo?”
La fece accomodare,
accompagnandola sul divano. Si sedette accanto e lei e continuò a fissarla, stavolta
preoccupato.
Se il Signore Oscuro era
arrivato da lei, allora… I Potter… Ma lei era viva, lui l’aveva risparmiata…
Lily guardò Severus in volto
e, per un attimo, sentì un moto di nostalgia. Quanto gli era mancato… Allungò
una mano a sfiorargli il viso, l’espressione persa, prima che il mal di testa
la distrasse.
Gemendo, si premette i pugni
sulle tempie, ricordando perché era lì e cosa doveva dire al suo vecchio amico;
ricordando perché si fidasse solo di lui, nonostante le sua parte sbagliata
nella guerra. Ricordando anche i suoi sentimenti per lui, anche se in quel
momento non avevano la priorità.
Lily era arrabbiata. Anzi,
no: furiosa. Ma la testa faceva anche terribilmente male. E il pensiero di aver
lasciato che uccidessero suo figlio… Ma quello non era suo figlio, anche se il
suo ventre l’aveva portato con sé nove mesi, quello… Non avrebbe mai voluto
morire per lui, non ora che… Però…
Severus appellò un fazzoletto
e un bicchiere d’acqua. Terribilmente preoccupato, cercò di far bere Lily e le
pulì il sangue, che aveva ripreso a scendere dal naso.
Qualcosa non andava.
“Sev” disse infine lei,
quando riuscì a tenere a bada il mal di testa “Ricordo che… Stavo studiando la
Legilmanzia e l’Occlumanzia. Sev, hai imparato? Hai imparato bene?”
Lui rimase spiazzato dalla
domanda, tuttavia si affrettò a rispondere.
“Sì, ho imparato…” per un
momento, mentre lo diceva, gli sovvenne l’utilizzo che ne faceva ora, ogni
volta che era costretto a guardare il Signore Oscuro negli occhi e mentire, mentire, e tutto per lei, lei… “Ma Lily, mi dici che è successo?”
Lily, dimostrando una forza e
una decisione che lo sorpresero, l’afferrò per le vesti.
“E allora guardami, Sev.
Guardami.”
I loro visi erano vicini. Gli
occhi di Lily esprimevano una preghiera – e c’era l’urgenza nei suoi occhi, e
Severus si ritrovò a pensare che mai aveva visto una persona così disperata. Il
labbro inferiore della ragazza tremava.
“Ma…” cercò di obiettare.
Entrare nella mente di una persona non gli piaceva, così come non gli piaceva
che altri forzassero la sua, di mente. Ma Lily lo guardava in modo così implorante, ed era convinta che lui non
le avrebbe mai fatto del male, e lui lo sentiva,
poteva leggere la sua convinzione negli occhi…
“Sev, ti prego. Devi sapere…
Qualcuno deve sapere. Ma tu… Tu devi… Ti prego… Non mi fido di nessun’altro,
perché loro… Loro non hanno mai… Mai…”
Severus, improvvisamente
deciso, sentendo la disperazione nella voce di Lily, le afferrò il volto.
Appoggiò la fronte sulla sua e la fissò intensamente negli occhi; cercò di
ignorare il suo cuore, che batteva all’impazzata, e si ritrovò a pensare che,
visto da fuori, sembrava che loro due si stessero per baciare. Ma non doveva
pensarci, o sarebbe impazzito. Avere Lily così vicina, così implorante, così
bisognosa di lui – ma lui non doveva pensarci. Si concentrò sulla disperazione
nei suoi occhi, poi sui suoi occhi e basta.
E poi le pupille di Lily si
ingrandirono, e poi Severus si sentì cadere dentro di lei.
E vide.